PRIMA LETTERA DI PAOLO A TIMOTEO  - LA CONDUZIONE DELLA CHIESA

 

  

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Dopo l’incoraggiamento, dopo l’avvertimento contro i falsi dottori e dopo il conferimento ufficiale dell’incarico, Paolo passa alle istruzioni specifiche che promuovono l’Opera di Dio fondata sulla fede, tra le quali, prima di ogni altra cosa…

 

ISTRUZIONI SULLA PREGHIERA

 

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.

Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.

(1 Timoteo 2:1-7)

 

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa…

Quella attività spirituale che troppo spesso viene considerata l’ultima delle priorità della chiesa è in realtà quella che l’apostolo considera la prima!

 

E’ veramente straordinario che Paolo, dando gli insegnamenti su come bisogna condurre una Chiesa, esorti prima di ogni altra cosa, che si facciano:

- suppliche

- preghiere

- intercessioni

- ringraziamenti

- suppliche (richieste)

Delle quattro parole usate ad indicare le forme varie che la preghiera potrà o dovrà rivestire, la prima “δεησις” (lett. richiesta) indica le petizioni o domande che si riferiscono ad un oggetto particolare, ad una necessità ben determinata.

Nel contesto del passo la necessità è quella di poter condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità, ovvero che si possano presentare delle buone occasioni di testimonianza.

 

Un esempio di questa richiesta la troviamo proprio fatta dall’apostolo Paolo alla chiesa di Efeso:

Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli.  (Efesini 6:18-20)

 

  E sappiamo che questa richiesta fu esaudita:

E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. (Atti 28:30-31)

 

- preghiere

Il secondo termine usato (προσευχη) è il termine tecnico più generale per definire la preghiera e significa il voto che è rivolto o fatto salire verso il Signore e può includere, insieme colle supplicazioni, anche l'adorazione, il ringraziamento e la lode.

E’, in senso, generale il “rivolgersi a Dio”, quel privilegio che hanno i credenti per mezzo del Sommo Sacerdote Gesù Cristo e che Paolo descrive sempre nella lettera agli efesini:

Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Efesini 4:14-16)

 

- intercessioni

Il terzo termine εντευξις (intercessione) designa etimologicamente l'incontrarsi con uno, quindi il fare “da mediatore” in favore d'un altro.

Si tratta qui dell'intervento filiale e supplichevole presso a Dio in favore di altri uomini.

Possiamo vedere un esempio in Gesù:

…Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; e tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie; e io sono glorificato in loro… Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Santificali nella verità: la tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo. Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

…Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché mi hai amato prima della fondazione del mondo.

 (tratto da Giovanni 14:9-24)

 

E anche nell’atteggiamento di Paolo:

Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.  (Efesini 3:14-19)

 

- ringraziamenti

Paolo aggiunge alle suppliche, alle preghiere ed alle intercessioni, i ringraziamenti che devono salire a Dio per tutte le benedizioni elargite da Dio in favore di tutti gli uomini.

Questo atteggiamento di profonda riconoscenza è sempre presente negli insegnamenti di Paolo:

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. (Filippesi 4:6-7)

 Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.  (Colossesi 4:2)

 

…per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità…

Le suppliche, le preghiere, le intercessioni ed i ringraziamenti devono farsi per tutti gli uomini, non per noi solamente o per i nostri fratelli.

Tutti gli uomini son creature di Dio, tutti sono stati e sono da Dio amati; anche per le moltitudini e le autorità che sono avverse ai cristiani.

Molti sono gli insegnamenti circa il pregare per le autorità, i re e tutte le persone che occupano posizioni elevate, perché da la loro dipende il bene o per il male dei popoli.

Pregando per loro, il cristiano può intercedere affinché Dio inclini i loro cuori alla giustizia, alla sapienza, alla pace, a sentimenti di umanità, pregando così implicitamente per il bene dei milioni di creature che da loro dipendono, ed in particolare:

…affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità…

Lo scopo speciale della preghiera per gli uomini e per le autorità è di potere condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità, in modo da vivere la vita cristiana in modo onorevole di fronte agli uomini e soprattutto di poter approfittare dei tempi di pace per poter meglio divulgare il Vangelo.

 

Una preghiera simile la richiedeva Paolo ai fratelli di Efeso:

…pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.

Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli.  (Efesini 6:18-20)

 

…Questo (andare davanti a Dio con suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità) è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità…

 

Pregare ed intercedere per tutti gli uomini è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore.

E’ buono e gradito perché è secondo la Sua volontà:

…Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.

 

Dio ama ogni uomo e non prende piacere nella morte del peccatore:

…io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie!   (Ezechiele 33:11)

 

Pietro scrive infatti:

Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.  (2 Pietro 3:9)

Nell'affermazione che "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità" abbiamo la formula più esplicita e chiara dell'universalismo cristiano ed ancora non solo Egli lo vuole ma ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).

Ma la salvezza è strettamente connessa alla conoscenza della verità; senza conoscere il Salvatore, Colui che è la Verità (cfr Giovanni 14:6), è impossibile essere salvati!

Quando nascondiamo agli uomini la Verità di Dio (con le parole) o quando non rappresentiamo loro la Verità (con il nostro comportamento) chiudiamo loro la porta della salvezza.

 

…Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo…

Il titolo di mediatore (μεσιτης) definisce una persona che interviene, che si fa in mezzo fra due parti per ricondurre la buona armonia.

Gesù è l'Unico Mediatore fra Dio e gli uomini peccatori perchè solo nella sua qualità di uomo perfetto, di nuovo Adamo, può rappresentarli davanti a Dio.

Gesù è l'Unico Mediatore fra Dio e gli uomini peccatori perchè nella sua qualità di Figlio di Dio rappresentare Dio stesso presso gli uomini.

Gesù è l'Unico Mediatore fra Dio e gli uomini peccatori perchè ha unito nella sua persona la natura divina con la natura umana.

Gesù è l'Unico Mediatore fra Dio e gli uomini peccatori perchè con il Suo sacrificio espiatorio ha resa possibile la riconciliazione dei peccatori con Dio senza alterare la santità di Dio.

 

Gesù stesso infatti disse:

Io sono la via, la verità e la vita, niuno viene al Padre se non per mezzo di me.   (Giovanni 14:6)

 

…che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti…

Paolo mette qui l’accento sulla volontarietà di Gesù Cristo uomo di dare sé stesso come prezzo di riscatto per tutti.

Se il sacrificio di Gesù Cristo uomo non fosse stato volontario, il sacrificio stesso avrebbe perso il suo valore morale per la mancanza di amore, proprio come insegna Paolo:

Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.  (1 Corinzi 13:3)

 

Ma noi sappiamo invece che:

…mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.  (Romani 5:6-8)

 

E con questo Suo sacrificio Egli ha dato la Sua vita quale prezzo di riscatto (αντιλυτρον) pagato, cioè, per ottenere in cambio la liberazione dei colpevoli (ha pagato il prezzo per la liberazione di uno schiavo, 30 sicli d’argento – cfr Zaccaria 11:12 con Matteo 26:15 e 27:3-9).

Centro dell'opera di Cristo è il Suo sacrificio volontario.

Il Suo sacrificio fu volontario perchè "diede sè stesso".

Il Suo sacrificio non fu un semplice martirio per testimoniare della verità; il Suo sangue innocente fu versato quale prezzo di riscatto senza del quale non era possibile la liberazione dei peccatori dall’ira di Dio che pesava su di loro.

Cristo si è letteralmente sostituito ai peccatori per espiarne la pena; ha subito Lui, Il Giusto per gli ingiusti l’ira di Dio, la coppa (il calice) dell’ira di Dio (cfr le coppe del giudizio dell’Apocalisse).

Il sacrificio di Cristo è stato compiuto per tutti gli uomini ed è pienamente sufficiente ad assicurare la redenzione di tutti coloro che lo accettano con fede:

 

  Il Vangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede…  (Romani 1:16)

 

…questa è la testimonianza resa a suo tempo…

L’espressione “resa a suo tempo” significa letteralmente “resa al momento giusto”, nel tempo stabilito da Dio; quando i tempi furono compiuti:

Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo».  (Marco 1:14-15)

…ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.

(Galati 4:4-5)

…facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti.  (Efesini 1:9-10)

 

…e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.

Paolo richiama infine la sua vocazione apostolica in quanto è stato costituito predicatore e apostolo per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.

 

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ISTRUZIONI RELATIVAMENTE AGLI UOMINI

 

Io voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando mani pure, senza ira e senza dispute.  (1 Timoteo 2:8)

 

Nel “voglio dunque”, Paolo esprime l'autorità apostolica, derivante dalla vocazione divina.

I suoi voleri sono dunque comandi da eseguire.

 

E la richiesta imperativa di Paolo raccoglie evidentemente le debolezze dell’uomo (inteso come maschio) naturale:

-la predisposizione naturale alla disonestà e l’impurità (a causa della azioni malvagie);

-la predisposizione naturale al dare corso all’ira ed ai rancori;

-la predisposizione naturale al dare corso alle dispute ed alle contese;

 

…che gli uomini (andras lett. maschi) preghino in ogni luogo (con suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti,) alzando mani pure (hosious lett. devote)...

L’alzare le mani al cielo è allusione all'attitudine della preghiera presso i cristiani, come presso i Giudei ed i pagani di quel tempo.

Le mani alzate e aperte davanti a Dio devono essere pure (pulite da cattive azioni):

Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.  (Isaia 1:15)

 

  Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d'animo!  (Giacomo 4:8)

L’alzare le mani impure davanti a Dio è  una offesa alla Sua Santità e alla Sua Intelligenza.

 

…che gli uomini preghino in ogni luogo (con suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti,) senza ira (orghes lett. improvvise manifestazioni di collera)...

Senza ira va riferito ai rancori che possono sussistere e perdurare tra fratelli, ed in questo senso possiamo ricordare:

Cosa insegnò Gesù stesso:

Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta..  (Matteo 5:23-24)

 

  E cosa insegna Pietro:

Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite.  (1 Pietro 3:7)

L’alzare le mani davanti a Dio covando l’ira nel cuore

impedisce che la stessa preghiera giunga davanti a Dio.

 

…che gli uomini preghino in ogni luogo (con suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti,) senza dispute (dialoghismou) (altri traducono senza dubbi)...

Come l’ira anche le dispute di parole  (che oggi tradurremmo “battibecchi”), rovinano la comunione fraterna, e come potremmo alzare le mani davanti a Dio se siamo coinvolti in questa azione malvagia?

Se stiamo cooperando a rovinare il Corpo di Cristo, come potremmo avvicinarci a Dio per mezzo di Gesù Cristo?

In particolare Paolo sta qui riaffermando che la preghiera degli uomini (ovvero coloro che insegnano), siano liberi (nel loro pregare) da quelle dispute che derivano dagli insegnamenti di quelle dottrine diverse, da quelle favole e da quelle sterili discussioni che suscitano discussioni e non promuovono l’Opera di Dio che è fondata sulla fede (cfr 1 Timoteo 1:4).

 

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ISTRUZIONI RELATIVAMENTE ALLE DONNE

 

Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.

La donna impari in silenzio con ogni sottomissione.

Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.

Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia.  (1 Timoteo 2:9-15)

 

Dobbiamo anche qui ricordare che queste specifiche fanno parte del “voglio dunque” che Paolo esprime con l'autorità apostolica, derivante dalla vocazione divina.

I suoi voleri sono dunque (anche in questo caso) comandi da eseguire.

“L’allo stesso modo” stabilisce tra la prescrizione relativa agli uomini e quella relativa alle donne una analogia, una coordinazione, perchè si tratta nei due casi del contegno da osservare, in particolare quando la Chiesa è riunita.

Se il pericolo per gli uomini sta più nel portare tra i fratelli le loro passioni irose; lo stesso pericolo sta per le donne più specialmente nel portarvi la loro vanità femminile.

In generale possiamo dire che Paolo insegna che le donne cristiane non dovrebbero mettere in evidenza ciò che esteriore ma ciò che è interiore.

 

E, come per gli uomini, la richiesta imperativa di Paolo raccoglie evidentemente le debolezze della donna naturale:

-la predisposizione naturale alla vanità esteriore;

…vestite in modo decoroso, con pudore e modestia; non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose…

La parola καταστολη tradotta “vesti” implica propriamente la disposizione ordinata delle cose.

Paolo insegna che l'acconciatura della donna cristiana non deve mai andare disgiunta dal “pudore”, ossia da qualsiasi atteggiamento sfacciato.

La parola σωφροσυνη tradotta “modestia” non ha in italiano un suo preciso equivalente; deriva da σως φρην (sana mente) ed è la disposizione costante a sottoporre i sentimenti e gli atti nostri al controllo della sana ragione.

Si tratta quindi del buon senso cristiano da applicare al vestire femminile.

I criterii della donna cristiana non possono essere gli stessi che quelli della donna mondana.

La vanità (nel senso usuale del termine) è tipicamente femminile (anche se oggi non sembra più essere una esclusività del gentil sesso), e Paolo, che vuole insegnarci sempre ad avere lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne (2 Corinzi 4:18); anche in questo caso vuole che ogni donna cristiana si concentri sulla bellezza interiore.

Gli oggetti che Paolo menziona qui (trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose), non sono sbagliati in sé, ma sono fuori luogo quando diventano prova di valori sbagliati:

 

Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.  (1 Pietro 3:3-4)

 

…Quindi vestite di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.

La testimonianza di una donna che fa professione di pietà, non deve essere offuscata da ciò che è vano.

Nella donna cristiana deve risaltare l’Opera che lo Spirito sta compiendo in lei alla gloria di Dio!

Le buone opere fatte con tatto e delicatezza di un cuore di donna rinnovato dallo Spirito, spandono un profumo di pietà cristiana pratica.

              Ricordiamo come anche Pietro da queste istruzioni:

Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. (1 Pietro 3:3-4)

Il "fare professione" significa ordinariamente 'promettere', avere un impegno morale.

L’impegno morale di una donna cristiana è quello di vivere in modo conforme a quel che uno professa di essere.

 

- vestite di umiltà:

imparando in silenzio con ogni sottomissione, senza usare autorità sul marito

Come abbiamo visto, se il problema degli uomini è la competizione tra suoi simili (che genera ira, contese e dispute, anche all’interno della Chiesa), il problema delle donne è la competizione all’interno della famiglia e la prevaricazione nei confronti del marito.

Per trovare le radici di questa malvagia tendenza, Paolo richiama proprio quello che successe nell’eden.

 

  Il termine qui tradotto “in silenzio” è in greco “hesychia” e lo troviamo anche in:

Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente.  (2 Tessalonicesi 3:12)

Non è quindi da intendere come tacere in modo assoluto (sigao, lett. tacere, non dire nulla), usato invece in:

Allora egli gridò: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!»

E quelli che precedevano lo sgridavano perché tacesse; ma lui gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»  (Luca 18:38-39)

Come si fa in tutte le chiese dei santi, le donne tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano sottomesse, come dice anche la legge.  (1 Corinzi 14:34)

Ma possiamo intenderlo come imparando con mitezza, tranquillità, con ogni sottomissione, perché uno spirito quieto, mite, e sottomesso, agli occhi di Dio è di gran valore.

 

…infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva…

Dobbiamo un'altra volta considerare come l'apostolo considera Genesi 2 come narrazione di fatti realmente successi, non come un mito filosofico.

E’ un fatto storico che Adamo fu formato il primo e fu, per qualche tempo, il solo rappresentante della razza; che Eva fu formata dopo, tratta dal fianco di Adamo e destinata ad essere per l'uomo un aiuto simile a lui.

Paolo vede in questo la prova che l’uomo è il capo della donna e che la donna, quantunque sia uguale per natura, occupa tuttavia una posizione subordinata all’uomo nella famiglia e nella società.

Il problema della donna in autorità era un problema tipico della cristianità di origine pagana (particolarmente greca); infatti tra i giudei difficilmente sarebbe nato questo problema, anzi vigeva una supremazia maschile che schiacciava di fatto la dignità dell’essere donna.

Ma evidentemente alcune donne (convertitesi dal paganesimo greco), erano portate a spingere il principio di uguaglianza spirituale (cfr Galati 3:28) oltre i dovuti limiti, come se ciò annullasse la vocazione terrena dei due sessi; come se la Grazia avesse abolite le differenze naturali e per questo Paolo scriveva così anche ai corinzi:

 

…voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio. (1 Corinzi 11:1)

Paolo è quindi costretto a ricordare a Timoteo queste istruzioni circa la vocazione delle donne (terrene) come tracciata da Dio fin dalla creazione, infatti all’uomo è stato dato il compito della conduzione del creato e la donna è stata data a lui come aiuto adatto a lui:

  …io gli farò un aiuto che sia adatto a lui.  (Genesi 2:18)

Ogni donna cristiana è quindi chiamata a camminare (in questo mondo) in modo degno della vocazione come da Dio assegnata, adempiendo così la volontà di Dio, essere un aiuto adatto a suo marito.

E Paolo, conformemente al pensiero di Dio ricorda che la donna aiuta il marito nel governare bene la famiglia:

…partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia.

 

Quando la donna lascia la sfera familiare (dove è preposta al governo in aiuto al marito) per “lanciarsi con autorità” nella vita pubblica, essa sconvolge l'ordine divino di natura ed usando autorità (nello specifico nell'insegnamento), la donna esce dal ruolo che Dio ha a lei assegnato e diventa ribelle.

Ricordiamo come anche Pietro da queste istruzioni:

 

Così infatti si ornavano una volta le sante donne che speravano in Dio, restando sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abraamo, chiamandolo signore; della quale voi siete diventate figlie facendo il bene senza lasciarvi turbare da nessuna paura.   (1 Pietro 3:5-6)

Il verbo ανθεντειν, tradotto assumere autorità significa letteralmente "essere autore" di una cosa, quindi dobbiamo intendere questo ordine come non agire in modo indipendente dal marito.

E questo insegnamento, Paolo lo fonda anche sull’esempio di quella iniziativa primordiale della donna che portò alla caduta di tutto il genere umano che ha coinvolto l’intero creato:

  la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione…

 

…e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione…

Satana ha approfittato di un momento in cui la donna era sola per sedurre la donna e la donna in autorità è priva della protezione spirituale di suo marito (o della autorità spirituale a lei assegnata).

 

E la maledizione caduta su Eva si è trasmessa a tutte le donne:

Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te.  (Genesi 3:16)

La prova della sussistenza di questa maledizione sono i dolori del parto (prima parte della maledizione) e solo quando non ci saranno più dolori nel parto una donna potrà pensare di non essere soggetta alla seconda parte della maledizione (la subordinazione dei desideri).

Il fatto che Paolo scriva qui che Adamo non fu sedotto, non significa che Adamo non fosse responsabile della caduta del genere umano, ma che all’interno della responsabilità della caduta vi erano dei ruoli che non sono stati rispettati e le conseguenze, quando i ruoli stabiliti da Dio non vengono rispettati sono rovinosi.

 

Infatti Adamo fu anch’esso maledetto da Dio, con conseguenze diverse e tutt0ora vigenti nella sua umanità carnale:

Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai».  (Genesi 3:17-19)

 

E Paolo stesso, nella lettera ai romani, imputa proprio ad Adamo la responsabilità della caduta:

…come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...   (Romani 5:12)

 

  se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno…   (Romani 5:17)

  come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori…  (Romani 5:19)

 

…tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia.

In Eva (la figura di tutte le donne) la donna è caduta nella trasgressione; ma sarà  salvata sotto le condizioni da Dio stabilite.

Il termine qui tradotto “salvata partorendo figli ricorda come la donna deve perseverare nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia, nella posizione che Dio gli ha assegnata (non in senso propriamente fisico ma di posizione stabilita).

Secondo l'insegnamento apostolico, la donna non è quindi chiamata ad occupare una posizione di autorità.

Questo non è un segno di inferiorità ma una assegnazione di ruoli che Dio ha stabilito in funzione del danno che si era venuto a creare nella caduta.

Il Sacrificio espiatorio di Cristo ha sanato questa differenza a livello spirituale:

Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa.   (Galati 3:25-29)

 

Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite.   (1 Pietro 3:7)

Ma se spiritualmente tutto questo è già sanato, qui sulla terra persistono queste differenze e il cristiano deve tenerne conto, per compiere “ogni giustizia”.

 

 Gianni Marinuzzi