Sabrina Bernardini

 

Sono diventata veramente “cristiana” a diciotto anni, perché prima mi illudevo di esserlo, avendo ricevuto un’educazione religiosa che portava il nome di Cristo.

Non ho mai messo in discussione la reale esistenza del Creatore né di Gesù, sia come uomo che come Figlio di Dio; la religione invece sì!

Intorno a me c’erano diverse persone che si definivano “cristiane” ma che appartenevano a denominazioni diverse.

Quali erano le loro differenze dottrinali? Quali erano quelle giuste?

L’unico modo sicuro per scoprirlo era andare alla fonte, alla Bibbia, che credevo essere la Parola di Dio; così nella mia adolescenza ho cominciato a leggerla e a confrontare varie traduzioni.

Ho scoperto che quello che mi era stato insegnato non era completamente corrispondente a ciò che era scritto, per giunta nelle varie Bibbie, e che non era sufficiente operare in un certo modo per ottenere il perdono di Dio.

Cosa ancora più sconvolgente è stato leggere che non ero più giusta di nessun’altro; la lettera che l’apostolo Paolo inviò  ai Romani, mi ha mandata in crisi:

"Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio,

della quale danno testimonianza la legge e i profeti:

vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono

- infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio -

ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 3:21-24)

 

"Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo,

e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini,

perché tutti hanno peccato... (Romani 5:12)

 

Ero consapevole di non essere perfetta, ma mi consideravo migliore di molti.

Nella mia mente c’era una scaletta di peccati, da quello che ritenevo il più grave, come l’omicidio, a quello quasi insignificante come la bugia detta “a fin di bene”.

Fin da bambina ero stata lodata per la mia disponibilità nell’aiutare gli altri e questo aveva fatto sì che diventassi orgogliosa e presuntuosa.

Ammettere a me stessa di essere peccatrice, di aver bisogno del perdono di Dio, lo stesso perdono di cui necessitava chi aveva ammazzato con premeditazione, era troppo!

Io ritenevo di non avere mai fatto male a nessuno, di essere brava e credevo di piacere al Creatore.

Questi versetti erano però chiari… e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato....

…tutti… …voleva dire me compresa… …che sconvolgente scoperta!

Ero spaventata e piena di rabbia per la mia condizione.

All’inizio non volevo accettare tutto questo, ma Dio, che è buono e fedele, vedendo che erano anni che cercavo di capire con sincerità quale fosse la verità, mi ha aperto gli occhi. Il peccato che avevo ereditato da Adamo aveva reso anche me colpevole, per il solo fatto di essere nata.

Dio non ha una scala graduata dei peccati, per Lui c’è solo il PECCATO!

Con umiltà ho accettato la mia condizione e Gli ho chiesto il perdono.

Non avevo bisogno di professare una religione “più giusta di un’altra“, avevo bisogno del mio Creatore e di un rapporto personale con Lui.

Ho letto ancora i primi capitoli della lettera ai Romani, oltre a quei versetti schiaccianti, ve ne erano di meravigliosi che mi sembrava di non avere mai visto prima:

"Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 

mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi;

e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio;

 non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazie

nza esperienza, e l'esperienza speranza. (Romani 5:1-4)

 

… come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, con un solo atto di giustizia,

la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. (Romani 5:18)

… il salario del peccato è la morte,

ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:23)

 

"Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù,

perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù

mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte."

(Romani 8:1-2)

 

Che sollievo! Quanta gioia!

Che benedizione quando la Parola di Dio scende nel cuore e non rimane solo nella testa!

Per dieci anni ho cercato la “religione giusta” senza sapere che era inutile ed inesistente.

Per quei lunghi anni non ho realizzato che la chiave per il cielo l’avevo sfiorata quando avevo letto e sentito citare le parole di Gesù: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6).

Questo versetto era però “scivolato via” non aveva attecchito nel cuore…

Oggi a te che leggi che cosa produrrà?

Gesù è l’unica vera Via, lo credi anche tu?

Non è una religione che ci giustifica e ci fa adorare Dio, non sono le nostre buone opere che ci permettono di guadagnare la Vita Eterna, è semplicemente CRISTO.

Le “opere buone” sono un frutto spontaneo della fede e non un mezzo per andare a Dio, la vera opera è credere in Gesù, come troviamo scritto nel Vangelo: Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?»

Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». (Giovanni 6:28-29)

Come conferma l’apostolo Pietro:

"In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome

 che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati». (Atti 4:12)

 

Dio ti benedica

Sabrina Bernardini Marinuzzi