Salmo 52 - Davide in fuga da Saul

 

 

Il riferimento al contesto:

Davide andò a Nob dal sacerdote Aimelec; Aimelec gli venne incontro turbato e gli disse: «Perché sei solo e non hai nessuno con te?»

Davide rispose al sacerdote Aimelec: «Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: "Nessuno sappia nulla dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato"; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo.

Ora che hai qui a portata di mano? Dammi cinque pani o quelli che si potrà trovare».

Il sacerdote rispose a Davide, e disse: «Non ho sotto mano del pane comune, ma c'è del pane consacrato; i giovani si sono almeno astenuti da contatto con donne?»

Davide rispose al sacerdote: «Da quando sono partito, tre giorni fa, siamo rimasti senza donne, e quanto ai vasi della mia gente erano puri; e se anche la nostra missione è profana, essa sarà oggi santificata da quel che si porrà nei vasi».

Allora il sacerdote gli diede del pane consacrato, perché non c'era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del SIGNORE, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso.

Quel giorno, uno dei servi di Saul si trovava là trattenuto in presenza del SIGNORE; si chiamava Doeg, era edomita, e capo dei pastori di Saul.

Davide disse ad Aimelec: «Non hai qui disponibile una lancia o una spada? Perché io non ho preso con me né la mia spada né le mie armi, tanto premeva l'incarico del re».

Il sacerdote rispose: «C'è la spada di Goliat, il Filisteo, che tu uccidesti nella valle dei terebinti; è là avvolta in un panno dietro l'efod; se la vuoi prendere, prendila, perché qui non ce n'è altra all'infuori di questa».

Davide disse: «Nessuna è pari a quella; dammela!».

Allora Davide si alzò, e quel giorno riprese a fuggire lontano da Saul e andò da Achis, re di Gat.

I servi del re dissero ad Achis: «Non è questi Davide, il re del paese? Non è egli colui del quale si cantava nelle danze: "Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?"»

Davide si tenne in cuore queste parole e temette Achis, re di Gat.

Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava dei segni sui battenti delle porte e si lasciava scorrere la saliva sulla barba.

Achis disse ai suoi servitori: «Guardate, è un pazzo. Perché me l'avete condotto?

Mi mancano forse dei pazzi, che mi avete condotto questo a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!»

Davide partì di là e si rifugiò nella spelonca di Adullam.

Quando i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre lo seppero, scesero là per unirsi a lui.

Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti, si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo.

Così ebbe con sé circa quattrocento uomini.

Di là Davide andò a Mispa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti che mio padre e mia madre vengano a stare da voi, fino a quando io sappia quello che Dio farà di me».

Egli dunque li condusse davanti al re di Moab ed essi rimasero con lui tutto il tempo che Davide fu nella sua fortezza.

Il profeta Gad disse a Davide: «Non stare più in questa fortezza; parti e va' nel paese di Giuda». Davide allora partì, e giunse nella foresta di Cheret.

Saul seppe che Davide e gli uomini che erano con lui erano stati visti.

Saul si trovava allora a Ghibea, seduto sotto la tamerice che è sull'altura; aveva in mano la lancia, e tutti i suoi servitori gli stavano intorno.

Saul disse ai servitori che gli stavano intorno: «Ascoltate ora, Beniaminiti! Il figlio d'Isai darà forse a voi tutti campi e vigne? Farà egli di tutti voi dei capi di migliaia e dei capi di centinaia? Perché allora avete tutti congiurato contro di me e non c'è nessuno che mi abbia informato dell'alleanza che mio figlio ha fatta con il figlio d'Isai? Non c'è nessuno di voi che mi compianga e m'informi che mio figlio ha sollevato contro di me il mio servo perché mi tenda insidie come fa oggi?»

E Doeg, l'Idumeo, che si trovava tra i servitori di Saul, rispose e disse: «Io ho visto il figlio d'Isai giungere a Nob da Aimelec, figlio di Aitub, il quale consultò il SIGNORE per lui, gli diede dei viveri, e gli diede la spada di Goliat il Filisteo».

Allora il re mandò a chiamare il sacerdote Aimelec, figlio di Aitub, e tutta la famiglia di suo padre, vale a dire i sacerdoti che erano a Nob. Tutti vennero dal re.

Saul disse: «Ora ascolta, figlio di Aitub!»

Ed egli rispose: «Eccomi, mio signore!»

E Saul gli disse: «Perché tu e il figlio d'Isai avete congiurato contro di me? Perché gli hai dato del pane e una spada e hai consultato Dio per lui affinché insorga contro di me e mi tenda insidie come fa oggi?»

Allora Aimelec rispose al re, e disse: «Chi mai, fra tutti i tuoi servi, è fedele come Davide, genero del re, pronto al tuo comando e onorato nella tua casa? Ho forse cominciato oggi a consultare Dio per lui? Lungi da me il pensiero di tradirti! Non attribuisca il re nulla di simile al suo servo o a tutta la famiglia di mio padre; perché il tuo servo non sa cosa alcuna, piccola o grande, di tutto questo».

Il re disse: «Tu morirai senz'altro, Aimelec, tu con tutta la famiglia di tuo padre!»

Il re disse alle guardie che gli stavano intorno: «Avanzate e uccidete i sacerdoti del SIGNORE, perché anche loro sono d'accordo con Davide; sapevano che egli era fuggito, e non mi hanno informato».

Ma i servitori del re non vollero mettere le mani addosso ai sacerdoti del SIGNORE.

Il re disse a Doeg: «Fatti avanti tu, e uccidi i sacerdoti!»

Doeg, l'Idumeo, si fece avanti, si avventò addosso ai sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l'efod di lino.

Saul passò a fil di spada anche Nob, la città dei sacerdoti: uomini, donne, bambini, lattanti, buoi, asini e pecore; passò tutti a fil di spada.

Tuttavia uno dei figli di Aimelec, figlio di Aitub, di nome Abiatar, scampò e si rifugiò presso Davide.

Abiatar riferì a Davide che Saul aveva ucciso i sacerdoti del SIGNORE.

Davide disse ad Abiatar: «Io sapevo bene, quel giorno, che Doeg l'Idumeo era là, che egli avrebbe senza dubbio avvertito Saul; io sono la causa della morte di tutte le persone della famiglia di tuo padre.

Resta con me, non temere; chi cerca la mia vita cerca la tua; con me sarai al sicuro».

 (1 Samuele 21-22)

 

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Il salmo:

Al direttore del coro. Cantico di Davide, quando Doeg l'Edomita venne a riferire a Saul che Davide era entrato in casa di Achimelec.

Perché ti vanti del male, uomo prepotente?

La bontà di Dio dura per sempre.

La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni.

Tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità. [Pausa]

Tu ami ogni parola che causa rovina, o lingua insidiosa!

Perciò Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. [Pausa]

I giusti lo vedranno e temeranno, poi rideranno di lui, dicendo: «Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!»

Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per sempre nella bontà di Dio.

Sempre ti celebrerò per quanto hai fatto, e in presenza dei tuoi fedeli spererò nel tuo nome, perché tu sei buono.

(Salmo 52)

 

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Al direttore del coro. Cantico di Davide, quando Doeg l'Edomita venne a riferire a Saul che Davide era entrato in casa di Achimelec.

 

Visto nel contesto, si direbbe che le parole di Davide sono rivolte proprio a questo Doeg, l'Idumeo, che si fece avanti, si avventò addosso ai sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l'efod di lino.

Davide, che ha fiducia nella Bontà e nella Fedeltà di Dio, mette a confronto la propria fede con il tradimento di Doeg, l’uomo che percorre (con la sua lingua) il sentiero dell’infedeltà.

Sicuramente l’esempio di Doeg ha colpito la coscienza di Davide, ,possiamo vedere la sua reazione davanti all’amalechita che porterà a lui la notizia della morte di Saul, finito dalle sue mani:

Dopo la morte di Saul, Davide, tornato dalla vittoria sugli Amalechiti, si fermò due giorni a Siclag. Il terzo giorno arrivò dall'accampamento di Saul un uomo con le vesti stracciate e con il capo cosparso di polvere.

Giunto in presenza di Davide, si gettò a terra e gli si prostrò davanti.

Davide gli chiese: «Da dove vieni?»

L'altro gli rispose: «Sono fuggito dall'accampamento d'Israele».

Davide gli disse: «Che cosa è successo? Dimmelo, ti prego».

Egli rispose: «Il popolo è fuggito dal campo di battaglia e molti uomini sono caduti morti; e anche Saul e Gionatan, suo figlio, sono morti».

Davide domandò al giovane che gli raccontava queste cose: «Come sai tu che Saul e Gionatan, suo figlio, sono morti?»

Il giovane che gli raccontava queste cose, disse: «Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia e i carri e i cavalieri stavano per raggiungerlo. Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: "Eccomi".

Egli mi chiese: "Chi sei?" Gli risposi: "Sono un Amalechita".

Egli mi disse: "Avvicìnati a me e finiscimi, perché sono preso da vertigine, anche se sono ancora vivo". Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore».

Allora Davide prese le sue vesti e le stracciò, lo stesso fecero tutti gli uomini che erano con lui. Fecero cordoglio e piansero e digiunarono fino a sera, a motivo di Saul, di Gionatan, suo figlio, del popolo del SIGNORE e della casa d'Israele, perché erano caduti in battaglia.

Poi Davide chiese al giovane che gli aveva raccontato quelle cose: «Di dove sei?» Quegli rispose: «Sono figlio di uno straniero, di un Amalechita».

Davide gli disse: «Come mai non hai temuto di stendere la mano per uccidere l'unto del SIGNORE?»

Poi chiamò uno dei suoi uomini e gli disse: «Avvicìnati e colpisci costui

Quello lo colpì ed egli morì.

Davide gli disse: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo, perché la tua bocca ha testimoniato contro di te quando hai detto: "Io ho ucciso l'unto del SIGNORE"».

(2 Samuele 1:1-16)

 

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Possiamo dividere questo salmo in quattro sezioni:

            - LA DESCRIZIONE DELL’EMPIO TRADITORE (versetti 1-3)

            - LA FINE DELL’EMPIO TRADITORE (versetti 4-5)

            - LA REAZIONE DEI GIUSTI (versetti 6-7)

            - LA CONSIDERAZIONE E LA REAZIONE PERSONALE (versetti 8-9)

 

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- LA DESCRIZIONE DELL’EMPIO TRADITORE (versetti 1-3)

 

Perché ti vanti del male, uomo prepotente?

La bontà di Dio dura per sempre.

La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni.

Tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità. [Pausa]

 

Perché ti vanti del male, uomo prepotente?

La bontà di Dio dura per sempre.

L’empio traditore è un uomo prepotente (un uomo che vuole imporsi sugli altri, far prevalere la sua volontà a ogni costo), che si vanta del male ed in esso trova la sua soddisfazione.

E Davide vede nella persona di Doeg, un uomo prepotente, un uomo che nella sua arroganza e prontezza nell’uccidere Aimelec ed i sacerdoti che erano con lui, si vantava del male commesso.

Davanti a questa arroganza, prepotenza e vanto del male commesso, Davide mette la bontà eterna di Dio, non si oppone con la propria vendetta, perché considera che la Bontà di Dio che si esprime nell’umiltà (la rinuncia della propria volontà in favore degli altri, in opposizione alla prepotenza di Doeg), alla fine trionferà, sembra veramente che realizzi quanto dirà mille anni dopo l’apostolo Paolo:

Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini.  Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.

Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.

Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo».

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Romani 12:17-21)

 

Abbiamo la profezie che ci confortano di questo:

Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate.

E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.

Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.

Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda». (Apocalisse 21:4-8)

 

Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio.

La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.

Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria.

Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); e in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni.

E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello. (Apocalisse 21:22-27)

 

Non ci sarà più nulla di maledetto.

Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. (Apocalisse 22:3-4)

 

Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.(Apocalisse 22:15)

 

La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni

 

Doeg, riferì a Saul della presenza di Davide presso Aimelec:

Io ho visto il figlio d'Isai giungere a Nob da Aimelec, figlio di Aitub, il quale consultò il SIGNORE per lui, gli diede dei viveri, e gli diede la spada di Goliat il Filisteo.

 

Ma in questo riferire c’era la volontà di fare una strage (artefice d’inganni), la sua lingua meditava rovine, che si realizzano quando come con un rasoio affilato, trafigge con la spada gli ottantacinque sacerdoti.

Eppure se andiamo ad analizzare bene la situazione Doeg ha detto la verità:

Io ho visto il figlio d'Isai giungere a Nob da Aimelec, figlio di Aitub, il quale consultò il SIGNORE per lui, gli diede dei viveri, e gli diede la spada di Goliat il Filisteo

 

semmai è stato Davide a non dire la verità ad Aimelec:

Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: "Nessuno sappia nulla dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato"; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo.

dal punto di vista meramente formale sembra proprio il contrario, ma probabilmente dobbiamo vedere il tutto alla luce delle vere intenzioni!

 

La lingua dell’empio medita rovine, proprio come gli uomini che furono sommersi nel diluvio:

Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. (Genesi 6:5)

 

Questa inclinazione dell’uomo è sopravvissuta al diluvio:

L'empio, con viso altero, dice: «Il SIGNORE non farà inchieste».

Tutti i suoi pensieri sono: «Non c'è Dio!» (Salmo 10:4)

 

E l’uomo stesso non riesce ad opporsi:

Un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. (Efesini 2:2-3)

 

E il Signore lo sa:

Il SIGNORE conosce i pensieri dell'uomo, sa che sono vani. (Salmo 94:11)

 

Questa inclinazione naturale al male, ,alla rovina è da vedere in opposizione ai pensieri di Dio:

Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice il SIGNORE.

Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. (Isaia 55:8-9)

 

Infatti io so i pensieri che medito per voi, dice il SIGNORE: pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. (Geremia 29:11)

 

Dopo aver meditato rovine, l’empio traditore si adopera per dare corso ai suoi pensieri, con la sua lingua che Davide paragona ad un rasoio affilato (in contrapposizione alla Spada dello Spirito che è la Parola di Dio – cfr Efesini 6:17), una lama che taglia senza far sentire il dolore, è ingannevole anche in questo:

-          ammazza senza farsene accorgere:

-          nella loro bocca non c'è sincerità, il loro cuore è pieno di malizia; la loro gola è un sepolcro aperto, lusingano con la loro lingua. (Salmo 5:9)

-          La sua bocca è piena di maledizione, di frodi e di violenza; sotto la sua lingua c'è malizia e iniquità. (Salmo 10:7)

-          L'anima mia è in mezzo a leoni; dimoro tra gente che vomita fiamme, in mezzo a uomini i cui denti sono lance e frecce, e la cui lingua è una spada affilata. (Salmo 57:4)

-          Hanno affilato la loro lingua come spada e hanno scagliato come frecce parole amare, per colpire di nascosto l'uomo integro; lo colpiscono all'improvviso, e non hanno paura.

-          S'incoraggiano a vicenda in un'impresa malvagia; si accordano per camuffare tranelli; e dicono: «Chi se ne accorgerà?»

-          Meditano pensieri malvagi e dicono: «Abbiamo attuato il nostro piano».

-          I sentimenti e il cuore dell'uomo sono un abisso. (Salmo 64:3-6)

 

Venite, tramiamo insidie contro Geremia; poiché la legge non verrà meno per mancanza di sacerdoti, né il consiglio per mancanza di saggi, né la parola per mancanza di profeti.

Venite, attacchiamolo con la lingua e non diamo retta a nessuna delle sue parole. (Geremia 18:18)

 

Il loro atteggiamento ricorda molto quello del serpente:

Alzano la loro bocca fino al cielo, e la loro lingua percorre la terra. (Salmo 73:9)

 

Aguzzano la loro lingua come il serpente, hanno un veleno di vipera sotto le loro labbra.  Preservami, SIGNORE, dalle mani dell'empio, proteggimi dall'uomo violento: essi hanno tramato per farmi cadere. (Salmo 140:3-4)

 

La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode.

Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti. (Romani 3:13)

 

Perché è piena di odio e produce rovina:

La lingua bugiarda odia quelli che ha ferito,

 e la bocca adulatrice produce rovina. (Proverbi 26:28)

 

E l’empio si esercita in questo:

L'uno inganna l'altro, non dice la verità,

esercitano la loro lingua a mentire, si affannano a fare il male. (Geremia 9:5)

 

E questa lingua, l’arma dell’empio traditore è odiata da Dio, un abominio per l’Eterno:

Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda (Proverbi 6:16-17)

 

Tu farai perire i bugiardi; il SIGNORE disprezza l'uomo sanguinario e disonesto. (Salmo 5:6)

Chi agisce con inganno non abiterà nella mia casa; chi dice menzogne non potrà restare davanti ai miei occhi. (Salmo 101:7)

La lingua dell’empio non sfuggirà al Giusto giudizio di Dio:

Tu farai perire i bugiardi; il SIGNORE disprezza l'uomo sanguinario e disonesto. (Salmo 5:6)

Il SIGNORE recida tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla con arroganza, di quelli che dicono: «Con le nostre lingue prevarremo; le nostre labbra sono per noi; chi potrebbe dominarci?» (Salmo 12:3-4)

La bocca del giusto fa fiorire la saggezza,

ma la lingua perversa sarà soppressa. (Proverbi 10:31)

Il labbro veritiero è stabile per sempre,

ma la lingua bugiarda non dura che un istante. (Proverbi 12:19)

Chi ha il cuore falso non trova bene,

 e chi ha la lingua perversa cade nella sciagura. (Proverbi 17:20)

 

E nel tempo della fine, la morte che subirà sarà il segno del giudizio di Dio:

Questo sarà il flagello con cui il SIGNORE colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi si scioglieranno nelle orbite, la loro lingua si consumerà nella loro bocca. (Zaccaria 14:12)

 

In opposizione alla lingua del giusto che invece Dio vede e destina in tutt’altro modo:

La lingua del giusto è argento scelto; il cuore degli empi vale poco.

Le labbra del giusto nutrono molti, ma gli stolti muoiono per mancanza di senno. (Proverbi 10:20-21)

 

C'è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione. (Proverbi 12:18)

La lingua che calma è un albero di vita. (Proverbi 15:4)

 

E questo essere un albero di vita che porta guarigione ci ricorda l’effetto degli alberi radicati presso il fiume di Dio:

In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita.

Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni. (Apocalisse 22:2)

Per questo Giacomo scrive così:

Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana. (Giacomo 1:26)

 

Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose.

Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta!

Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità.

Posta com'è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita.

Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale. (Giacomo 3:5-8)

 

Se la lingua è il mezzo orale, l’inclinazione naturale dell’uomo corrotto lo porta verso l’azione malvagia dettata da una scelta, in tutto questo Davide vede in Doeg, la lucida preferenza del male rispetto al bene, della menzogna piuttosto che della verità.

E’ una questione di consapevole preferenza, ,tu preferisci il male al bene, mentire piuttosto che dir la verità, ,è l’amore per il male e per la menzogna:

O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria?

Fino a quando amerete vanità e andrete dietro a menzogna? (Salmo 4:2)

 

Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità.

Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna. (Salmo 7:14)

 

Ascoltate dunque la parola del SIGNORE, o schernitori,

che dominate questo popolo di Gerusalemme!

Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte, abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti; quando l'inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro l'inganno». (Isaia 28:14-15)

 

…hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno.  (Romani 1:25)

 

Lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. (1 Timoteo 4:2)

 

Noi sappiamo che il diavolo è il padre della menzogna:

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.

Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna. (Giovanni 8:44)

In contrapposizione al nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo che è la Verità:   

…la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:17)

 

Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)

 

Ed in questo senso il Signore riprendeva severamente i profeti ed i sacerdoti del Suo popolo:

Infatti dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna.

Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: "Pace, pace", mentre pace non c'è. (Geremia 6:13)

 

Ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro quelli che profetizzano sogni falsi, che li raccontano e traviano il mio popolo con le loro menzogne e con la loro temerarietà, sebbene io non li abbia mandati e non abbia dato alcun ordine, ed essi non possano recare alcun giovamento a questo popolo», dice il SIGNORE. (Geremia 23:32)

 

Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, riguardo ad Acab, figlio di Colaia, e riguardo a Sedechia, figlio di Maaseia, che vi profetizzano la menzogna nel mio nome: "Ecco, io do costoro in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, ed egli li metterà a morte davanti ai vostri occhi.

Da essi si trarrà una formula di maledizione fra tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia, e si dirà: 'Il SIGNORE ti tratti come Sedechia e come Acab, che il re di Babilonia ha fatti arrostire al fuoco!'

Costoro infatti hanno compiuto cose nefande in Israele, hanno commesso adulterio con le mogli del loro prossimo e hanno pronunciato in mio nome parole di menzogna; il che io non avevo loro comandato. Io stesso lo so, e ne sono testimone", dice il SIGNORE» (Geremia 29:21-23)

 

I loro profeti intonacano per loro tutto questo con malta che non regge: hanno visioni vane, pronosticano loro la menzogna, e dicono: "Così parla il Signore, DIO", mentre il SIGNORE non ha parlato affatto. (Ezechiele 22:28)

 

E per questo saranno giudicati:

La mia mano sarà contro i profeti dalle visioni vane e dalle divinazioni bugiarde; essi non saranno più nel consiglio del mio popolo, non saranno più iscritti nel registro della casa d'Israele, non entreranno nel paese d'Israele; voi conoscerete che io sono il Signore, DIO.

Proprio perché sviano il mio popolo, dicendo: 'Pace!' quando non c'è alcuna pace, e perché quando il popolo costruisce un muro, ecco che costoro lo intonacano di malta che non regge, di' a quelli che lo intonacano di malta che non regge, che esso cadrà; verrà una pioggia scrosciante, e voi, o pietre di grandine, cadrete; e si scatenerà un vento tempestoso. (Ezechiele 13:9-11)

 

E riprendeva altresì il popolo stesso:

Voi avete arato la malvagità, avete mietuto l'iniquità, avete mangiato il frutto della menzogna; poiché tu hai confidato nelle tue vie, nella moltitudine dei tuoi guerrieri. (Osea 10:13)

 

Efraim mi circonda di menzogne e la casa d'Israele di frode.

Giuda pure è sempre incostante di fronte a Dio, di fronte al Santo fedele. (Osea 12:1)

           

Se uno che corre dietro al vento e spaccia menzogne dicesse: "Io predirò per te vino e bevande forti!" per questo popolo egli sarebbe un indovino. (Michea 2:11)

 

Tu mi hai dimenticato e hai riposto la tua fiducia nella menzogna. (Geremia 13:25)

 

Il Signore oggi ci esorta così:

Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. (Efesini 4:25)

 

Quanto a voi, avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete conoscenza.

Vi ho scritto, non perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché tutto ciò che è menzogna non ha niente a che fare con la verità.

Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio, ha anche il Padre.

Quanto a voi, ciò che avete udito fin dal principio rimanga in voi.

Se quel che avete udito fin dal principio rimane in voi, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatta: la vita eterna.

Vi ho scritto queste cose riguardo a quelli che cercano di sedurvi.

Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.

(1 Giovanni 2:20-27)

 

Perché chi ama e pratica la menzogna non entrerà nel Regno di Dio:

Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. (Apocalisse 22:15)

 

***

            - LA FINE DELL’EMPIO TRADITORE (versetti 4-5)

Tu ami ogni parola che causa rovina, o lingua insidiosa!

Perciò Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. [Pausa]

 

E l’intenzione di Doeg era l’amore per ogni parola che causa rovina.

E usava la sua lingua insidiosa, proprio con questo intento.

Abbiamo l’esortazione di Giacomo, che faremmo bene a tenere presente, circa la pericolosità della lingua messa a servizio dell’iniquità:

,le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere.

Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose.

Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta!

Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità.

Posta com'è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita. (Giacomo 3:4-6)

 

La “lingua biforcuta” del serpente ci parla della doppiezza che si trova negli uomini che imitano satana, verità e menzogna sono sapientemente dosate, mescolate, confuse.

A volte ci possono sembrare giuste, ,veritiere, ,ma nascondono insidie!

Questo amore lucido per la rovina di quanto “Dio ha progettato”, porterà Doeg a subire il giudizio di Dio:

Dio ti distruggerà per sempre; ti afferrerà, ti strapperà dalla tua tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi

 

Perché l’amore per la parola che porta rovina, ,sarà la rovina dell’empio stesso, ,un giudizio che si attira, ,un giudizio che l’Eterno sentenzierà per sempre:

Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio. (Giovanni 3:19-21)

 

Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.

Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco.

Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.  (Apocalisse 20:11-15)

 

L’empio per eccellenza, il diavolo, il serpente antico, sarà afferrato, strappato via dalla sua tenda, sradicato dalla terra dei viventi e gettato nello stagno di fuoco e di zolfo:

Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell'abisso e una grande catena in mano.

Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni,

E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli. (tratto da Apocalisse 20:1-10)

 

***

C’è una pausa a questo punto, una pausa di riflessione, l’esempio dell’empio Doeg, il giudizio che cadrà su di lui, meritano una profonda riflessione.

 

            - LA REAZIONE DEI GIUSTI (versetti 6-7)

I giusti lo vedranno e temeranno, poi rideranno di lui, dicendo: «Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!»

 

I giusti, ,coloro che amano la verità, che non meditano la rovina, che agiscono secondo la volontà di Dio, che rispettano ciò che Egli dice:

 …lo vedranno, saranno vivi davanti al suo giudizio, alla sua fine.

 temeranno, realizzeranno la bontà e la severità di Dio, ,proprio come insegna Paolo ai fratelli di Roma circa l’Israele separato da Dio:

Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi.

Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te.

Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso. (Romani 11:20-22)

 

poi rideranno di lui, dicendo: «Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!»

Il termine “la sua fortezza” (ebraico: maoz) significa luogo fortificato e viene tradotto come “baluardo” (Salmo 27:1); “difesa” (Salmo 37:39); “forza” (Salmo 43:2).

 

Davide aveva imparato ed imparerà ancora di più da questo esempio di Doeg, a porre la sua fiducia nell’Eterno:

Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio. (Salmo 18:2)

 

Tu sei la mia rocca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi. (Salmo 31:3)

 

io canterò la tua potenza, e al mattino loderò ad alta voce la tua bontà, perché tu sei stato per me una fortezza, un rifugio nel giorno dell'avversità. (Salmo 59:16)

 

La reazione dei giusti (giustificati in Cristo), davanti al Giusto Giudizio di Dio è il timore di Dio (saggezza per capire l’Eterno), poi realizzano veramente quanto era vano tutto quello che era terreno, e rideranno di coloro che avevano messo tutta la loro fiducia nella corruzione, esprimeranno essi stessi il giudizio sull’empio (e sulla loro stessa empietà):

Ecco l'uomo che non aveva fatto di Dio la sua fortezza, ma aveva fiducia nell'abbondanza delle sue ricchezze, e si faceva forte della sua perversità!

 

Ricordando quanto aveva già insegnato il nostro Signore Gesù:

E disse loro questa parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò  abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?"

E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'".

Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio». (Luca 12:16-21)

 

Quante volte dovremmo riflettere sulla vera ricchezza:

Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?

Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l'aquila che vola verso il cielo. (Proverbi 23:5)

           

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.

Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. (Matteo 6:19-21)

 

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.(Colossesi 3:1-3)

 

***

- LA CONSIDERAZIONE E LA REAZIONE PERSONALE (versetti 8-9)

 

Ma io sono come un olivo verdeggiante nella casa di Dio; io confido per sempre nella bontà di Dio.

Sempre ti celebrerò per quanto hai fatto, e in presenza dei tuoi fedeli spererò nel tuo nome, perché tu sei buono.

 

Davanti alla fine ingloriosa di Doeg, Davide riflette sulle benedizioni che scaturiscono dal tenersi stretto alla Verità, al Signore, egli si vede come un olivo verdeggiante nella casa di Dio, nel pieno del suo vigore, con radici ben fondate che attingono l’acqua pura, le radici che rappresentano la sua fiducia costante nella bontà di Dio.

Questa speranza porta Davide ad esprimere una lode a Dio, una celebrazione per quanto Egli ha fatto, perché è Buono.

Davide si identifica in un olivo verdeggiante, un uomo ripreno di Spirito Santo, una fonte di benedizione divina,

 

davanti a Dio:

L'angelo che parlava con me tornò e mi svegliò, come si sveglia un uomo dal sonno.

Mi chiese: «Che vedi?»

Io risposi: «Ecco, vedo un candelabro tutto d'oro, che ha in cima un vaso, ed è munito delle sue sette lampade e di sette tubi per le lampade che stanno in cima; vicino al candelabro stanno due ulivi: l'uno a destra del vaso e l'altro alla sua sinistra»,

,Io gli dissi: «Che significano questi due ulivi a destra e a sinistra del candelabro?»

Per la seconda volta io presi a dire: «Che significano questi due ramoscelli d'ulivo che stanno ai lati dei due condotti d'oro per cui scorre l'olio dorato?»

Egli mi disse: «Non sai che cosa significano queste cose?»

Io risposi: «No, mio SIGNORE!»

Allora egli disse: «Questi sono i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra». (tratto da Zaccaria 4:1-14)

 

Doeg cercava prestigio davanti a Saul e perseguiva questo facendo il male, Davide cerca prestigio davanti a Dio facendo il bene, questa è la differenza sostanziale!

 

,un testimone di Dio gradito a Lui ma un tormento per il maligno e per il mondo:

Io concederò ai miei due testimoni di profetizzare, ed essi profetizzeranno vestiti di sacco per milleduecentosessanta giorni.

Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra,

,I loro cadaveri giaceranno sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il loro Signore è stato crocifisso.

Gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non lasceranno che siano posti in sepolcri.

Gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. (tratto da Apocalisse 11:3-10)

 

...un esempio di bellezza alla presenza di Dio:

I suoi rami si estenderanno; la sua bellezza sarà come quella dell'ulivo e la sua fragranza come quella del Libano.(Osea 14:6)

 

Come un albero davanti a Dio, egli si abbevera dell’acqua del fiume della vita, ,la Bontà di Dio:

Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.

Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà. (Salmo 1:1-3)

 

L’immagine dell’olivo ben piantato vicino ai ruscelli è in netta contrapposizione con la sorte dell’empio che invece sarà distrutto per sempre; afferrato, strappato dalla sua tenda e sradicato dalla terra dei viventi.

Il frutto dello Spirito Santo sarà quindi una celebrazione eterna dell’Opera di Dio (per quanto hai fatto), ed il compimento della Speranza condivisa con i fedeli, speranza nel Nome dell’Eterno, ,nelle sue qualità invisibili, perchè Egli è buono:

Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli disse: Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. (Marco 10:17-18)

 

***

CONCLUSIONE

I nostri occhi carnali vedono l’apparenza delle cose, la loro parte esteriore, quella che si corrompe, ,quella destinata a scomparire.

E la figura del prepotente ci sembra essere vincente, fino a quando non entriamo nel santuario di Dio (cfr Salmo 73:17), e vediamo le cose come le vede Lui, allora tutto cambia!

Allora comprendiamo bene cosa vuole dire:

Il timore del SIGNORE è scuola di saggezza; e l'umiltà precede la gloria. (Proverbi 15:33)

 

La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta. (Proverbi 16:18)

 

Per questo siamo continuamente esortati a rivestirci di umiltà:

servendo il Signore con ogni umiltà. (Atti 20:19)

 

Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace. (Efesini 4:1-3)

 

Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. (Filippesi 2:3-8)

 

Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. (Colossesi 3:12-13)

 

E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo. (1 Pietro 5:5-6)

 

Impariamo a dare gloria a Dio, ,imitandolo in tutte le Sue qualità invisibili (non quelle visibili, cfr miracoli ecc,):

Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave. (Efesini 5:1-2)

 

Gesù è il nostro perfetto esempio di fede:

Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia.

Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente. (1 Tessalonicesi 1:6-10)

 

Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme. (1 Pietro 2:21)

 

fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo. (Ebrei 12:2-3)

 

Gesù disse:

Vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io.

In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate. (Giovanni 13:15-17)

 

  Gianni Marinuzzi