riflessioni finali:

Saluti e parole finali di Paolo

 

LETTERA di Paolo ai ROMANI 16:1-27

 

Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.

Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno rischiato la vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni.

Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.

Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.

Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi.

Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.

Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.

Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.

Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo.

Salutate quelli di casa Aristobulo.

Salutate Erodione, mio parente.

Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.

Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore.

Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.

Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.

Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono con loro.

Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che sono con loro.

Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.

Tutte le chiese di Cristo vi salutano.  

Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro.

Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.

Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.

Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male.

Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.

Timoteo, mio collaboratore, vi saluta e vi salutano anche Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.

Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.

Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.

Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.

[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]

A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

***

 Terminata anche la parte più pratica e speciale delle esortazioni (quella della mutua tolleranza rispetto agli aspetti che non invalidano il Vangelo di Gesù Cristo), Paolo chiude la sua lettera con una serie comunicazioni di natura personale che possiamo suddividere in tre Sezioni:

 A) Comunicazioni circa il suo mandato di apostolo dei gentili concernenti le sue future intenzioni; il suo compito in oriente gli sembra volgere al termine, per cui dopo un'ultima visita a Gerusalemme, si propone di spingersi verso occidente (fino in Spagna), considerando Roma come suo futuro centro d'azione. (Romani 15:14-33)

 B) Raccomandazioni relative alla diaconessa Febe; saluti particolari per i suoi conoscenti stabiliti in Roma, ed avvertimenti contro i disturbatori giudaizzanti che potrebbero capitare fra loro. (Romani 16:1-20)

 C) Saluti di varie persone e atto di adorazione finale. (Romani 16:21-27)

 

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 B) Raccomandazioni relative alla diaconessa Febe; saluti particolari per i suoi conoscenti stabiliti in Roma, ed avvertimenti contro i disturbatori giudaizzanti che potrebbero capitare fra loro. (Romani 16:1-20)

 Paolo in questa parte della lettera, raccomanda innanzitutto ai fratelli di Roma di accogliere cristianamente la diaconessa Febe (Romani 16:1-2).

Poi raccomanda loro di porgere i suoi saluti ai suoi conoscenti e collaboratori (Romani 16:3-16).

In ultimo, raccomanda loro di guardarsi dai falsi dottori (Romani 16:17-20).

 

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 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.

 La diaconessa Febe (che significa brillante, radiosa) è, con molta probabilità, la portatrice della lettera ai Romani; essa era diaconessa della chiesa di Cencrea (ossia una figura femminile di diacono riconosciuta da tutta la chiesa di Cencrea, località portuale vicino a Corinto), frutto molto probabilmente della predicazione ai Corinto durante il secondo viaggio missionario.

 

Il diaconato è un servizio pratico fatto nel nome del Signore Gesù a servizio della Chiesa (dei suoi membri).

Se è vero che è un servizio pratico… è comunque un servizio sacro (come anche la colletta che Paolo intendeva portare ai santi di Gerusalemme in stato di povertà – cfr Romani 15:25-29).

Possiamo vedere quali caratteristiche dovevano avere i diaconi che avrebbero dovuto servire alle mense nella chiesa di Gerusalemme:

In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana.

I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense.

Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico.

Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».

Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. (Atti 6:1-6)

 Vediamo come tra questi sette uomini (numero che tra l’altro ci ricorda la pienezza dell’Opera di Dio), ci sono Stefano (il primo martire della fede – cfr Atti 6:8 / 7) e Filippo l’evangelista (Atti 8; 21:8).

 

Tornando alla sorella Febe, Paolo raccomanda ai fratelli di riceverla nel Signore, in modo degno dei santi, ossia con onore, come si conviene a dei cristiani di accogliere altri cristiani che vivono nella comunione dello stesso Signore.

Gesù insegnò così:

Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.

Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto. E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio.(Matteo 10:40-42)

 

Ma l’accoglienza non è solo formale… è anche pratica…  le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi.

 

…poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.

 Non si ha notizia di quando Febe sia stata utile a Paolo, probabilmente durante il suo soggiorno a Corinto, ma Paolo insegna ad onorare e tenere in grande stima le donne che si sono prestate per l’aiuto dei santi:

le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà.  (1 Timoteo 2:9-10)

 

Onora le vedove che sono veramente vedove. Ma se una vedova ha figli o nipoti, imparino essi per primi a fare il loro dovere verso la propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo è gradito davanti a Dio.

La vedova che è veramente tale e sola al mondo, ha posto la sua speranza in Dio, e persevera in suppliche e preghiere notte e giorno; ma quella che si abbandona ai piaceri, benché viva, è morta. Anche queste cose ordina, perché siano irreprensibili.

Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo.

La vedova sia iscritta nel catalogo quando abbia non meno di sessant'anni, quando è stata moglie di un solo marito, quando è conosciuta per le sue opere buone: per aver allevato figli, esercitato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso a ogni opera buona.  (1 Timoteo 5:3-10)

 

Il bene fatto rende più meritevoli di riguardi:

Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché egli mi ha molte volte confortato e non si è vergognato della mia catena; anzi, quando è venuto a Roma, mi ha cercato con premura e mi ha trovato.

Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di lui in quel giorno.

Tu sai pure molto bene quanti servizi mi abbia reso a Efeso (2 Timoteo 1:16-18)

 

***

 Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno rischiato la vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni.

Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.

Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.

Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi.

Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.

Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.

Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.

Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo.

Salutate quelli di casa Aristobulo.

Salutate Erodione, mio parente.

Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.

Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore.

Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.

Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.

Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono con loro.

Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che sono con loro.

Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.

Tutte le chiese di Cristo vi salutano.  

 

Persone da salutare...

 Paolo elenca ben 26 persone da salutare… evidentemente aveva una buona conoscenza di molti dei santi che erano in Roma in quel tempo.

Possiamo notare come i saluti che Paolo porge ai fratelli di Roma siano “conditi” dal ricordo della loro partecipazione (sotto varie forme) al Vangelo od al servizio reso alla Chiesa, da quello che leggiamo in queste righe possiamo apprezzare come tutti questi fratelli citati da Paolo, fossero dei fratelli “non anonimi”… la chiesa di Roma, come devono essere tutte le chiese dei santi, era simile ad un'arnia di api, dove tutti, uomini e donne, erano utili, dove molti faticavano per il Signore…

 

…ed in capo a questa lista, Paolo non poteva non citare i suoi collaboratori amati…

 Prisca e Aquila, ai quali Paolo riconosce fondamentale la loro collaborazione in Cristo Gesù, una collaborazione tale da aver rischiato la vita per lui… …e questa gratitudine deve essere anche la nostra come tutte le chiese delle nazioni ai quali è giunto il Vangelo trasmesso con fedeltà ed accuratezza.

Essi erano una coppia giudea oriunda del Ponto, che si sostenevano con il medesimo lavoro di Paolo, fabbricati di tende (cfr Atti 18:1-3).

Essi erano, prima del 52, già stabiliti in Roma, poi dopo l'editto di Claudio che costrinse in quell'anno tutti i giudei ad uscire dalla capitale dell’impero, si stabilirono in Corinto dove Paolo li conobbe durante il suo secondo viaggio missionario.

Non possiamo dimenticare il discepolato di Apollo:

Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria, uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a Efeso. Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni.

Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga.

Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio.

Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e scrissero ai discepoli di accoglierlo.

Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio, perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo. (Atti 18:24-28)

 

Da qui partirono con Paolo, e si stabilirono ad Efeso e gli prepararono il terreno collaborando con lui (cfr Atti 18:18; 19:1; 1Corinzi 16:19) e fu, senza, dubbio proprio ad Efeso che essi hanno rischiato la vita ( letteralmente hanno messo il loro collo sotto la scure) per Paolo, infatti Efeso era una città sanguinaria e Paolo parla di una particolare disavventura avuta:

Se soltanto per fini umani ho lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho?

Se i morti non risuscitano, «mangiamo e beviamo, perché domani morremo». (1 Corinzi 15:32)

 

Aquila e Priscilla ora sono nuovamente a Roma ed ospitano una chiesa locale… …che Paolo saluta:

Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro.

 Il loro mestiere li obbligava ad avere locali vasti che essi evidentemente mettevano a servizio di una delle chiese di Roma, che essendo una grande città, erano probabilmente diverse, distribuite nei vari quartieri.

  

…Salutate il mio caro Epeneto, che è la primizia dell'Asia per Cristo.

 Epeneto, nome di origine pagana, era evidentemente il primo frutto consacrato a Cristo, il primo convertito, da lui o da Aquila e Priscilla, nella provincia dell'Asia proconsolare di cui Efeso era il centro.

Paolo ricorda con speciale affetto i primi frutti di ciascuna delle missioni, cristiane.

Essi per i primi avevano confessato Cristo e affrontato l'odio del mondo.  Onore quindi a loro!

Del perchè e del quando Epeneto fosse poi giunto a Roma, non si sa nulla.

 

 …Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi.

 Paolo doveva avere incontrato (forse a Corinto), questa zelante cristiana ed avere saputo, da lei o da altri, quel che aveva fatto in Roma, probabilmente per i malati, per i poveri o per i forestieri; e lo ricorda a titolo d'onore e d'incoraggiamento.

  

…Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me.

 Si dice che Paolo aveva una sorella residente con famiglia a Gerusalemme… ..parenti può applicarsi anche a dei nipoti o dei cugini anche in secondo o terzo grado… non è inverosimile che un certo numero di persone connesse più o meno strettamente con la famiglia di Paolo si trovassero sparse per il mondo… in particolare se dedite al commercio.

Paolo dice anche che questi due parenti sono anche stati suoi compagni di prigionia e che so sono segnalati fra gli apostoli (intesi come evangelizzatori pionieristici, come Barnaba cfr 2 Corinzi 8:18; Atti 14:4,14) ed erano in Cristo già prima di lui, cioè venuti alla fede, entrati nella comunione di Cristo prima di lui.

Evidentemente appartenevano alla chiesa di Gerusalemme fin dai suoi albori.

  

…Salutate Ampliato, che mi è caro nel Signore.

…Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi.

 I primi due nomi sono di origine latina, il terzo è greco.

Le persone che li portavano venivano in molti casi dall'oriente e non era raro incontrare dei nomi greci in Roma, come provano le catacombe.

  

…Salutate Apelle, che ha dato buona prova in Cristo… …un fratello che aveva dato prova di fedeltà... …probabilmente aveva dovuto soffrire per Cristo.

  

…Salutate quelli di casa Aristobulo cioè i servi cristiani appartenenti a quella casa probabilmente giudea.

  

…Salutate Erodione, mio parente.

…Salutate quelli di casa Narcisso che sono nel Signore.

 Gli storici latini parlano di un Narcisso liberto di Claudio, e di un altro che viveva sotto Nerone; ma il nome era comune.

 

 …Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore.

…Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore.

 Queste tre donne, aggiunte a quelli di Febe, di Priscilla e di Maria, sono donne segnalate per il loro zelo cristiano… …luminosi esempi di quanto possano fare, nell’umiltà e nella sottomissione, per la Chiesa di Dio, le donne il cui cuore è ripieno dello Spirito Santo.

  

…Salutate Rufo, l'eletto nel Signore e sua madre, che è anche mia.

 Nel Vangelo di Marco (cfr Marco 15:21) viene nominato un certo Simone Cireneo (che portò la croce di Gesù per un tratto) che era il padre di Alessandro e di Rufo, il che fa supporre che fossero cristiani di vecchia data… …e se il Vangelo di Marco è stato scritto a Roma, come portano antichissime testimonianze, è probabile si tratti qui di quello stesso Rufo.

Paolo chiama sua la madre di Rufo per le cure materne ricevute da quella donna.

  

…Salutate Asincrito, Flegonte, Erme, Patroba, Erma, e i fratelli che sono con loro.

…Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che sono con loro.

 Si tratta di due gruppi di fratelli stabiliti probabilmente in quartieri diversi della città.

Tutto fa supporre che Paolo conoscesse personalmente i cristiani qui designati, ma non coloro che indica genericamente coi titoli di «fratelli» o di «santi» che sono con loro.

  

…Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.

 Il bacio era il saluto ordinario, ma divenne, nella Chiesa primitiva, il segno dell'amore fraterno; perciò lo chiama santo.

Pietro lo chiama il bacio d’amore fraterno:

Salutatevi gli uni gli altri con un bacio d'amore fraterno. (1 Pietro 5:14)

  

Tutte le chiese di Cristo vi salutano.  

 Paolo aveva visitato di recente le chiese dell'Asia, della Macedonia e dell'Acaia; e parlando loro del suo progetto di andare a Roma, aveva ricevuto da tutte loro il gradito incarico di salutare i fratelli della capitale.

Anticipa questi saluti per lettera con la speranza di poterlo presto fare in persona.

 

***

 Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro.

Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.

Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.

Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male.

Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.

 

Paolo ha salutato i fratelli e le sorelle di cui ha riscontro positivo… ma le penose esperienze fatte in oriente gli fanno temere che, anche a Roma, arriveranno dei disturbatori… falsi dottori che provocheranno delle divisioni e degli scandali tra i fratelli.

Non può fare altro che avvertirli e metterli in guardia… a tener d'occhio e allontanarsi da loro.

 

tenere d’occhio e allontanarsi da loro… questo è l’atteggiamento ordinato da Paolo, non fare la guerra… essi sono animati da satana e il Dio della Pace stesso a stritolare presto Satana sotto i nostri piedi.

Questi falsi dottori erano oppositori del Vangelo della grazia che Paolo predicava e che era stato insegnato anche ai fratelli in Roma, che come Balaam servono il loro ventre (cfr Giuda 11).

Essi si chiamavano fratelli e sapevano infiltrarsi nelle chiese con innocenti apparenze tali da sedurre i semplici… formarsi un partito e creare così delle divisioni, delle discordie, dei sospetti, delle maldicenze, uno stato degli animi, insomma, che invece di edificare portava a scandalizzare ed allontanare dalla fede i neoconvertiti ancora instabili.

Di questi personaggi abbiamo traccia in diverse lettere, Paolo li aveva visti all'opera in Antiochia ed in Gerusalemme; avevano tentato di rovinare l'opera in Galazia, avevano sconvolto la chiesa di Corinto…

Erano solitamente dei dottori giudaizzanti (cfr Galati 1:14), perchè presentavano l'osservanza della legge di Mosè come necessaria alla salvezza (cfr Atti 15:1; Galati 2:1-5,11-14; 4:9-11,17-18,21; 5:1-12; 6:12-17).

Insinuavano che Paolo non era vero Apostolo, e cercavano in tutti i modi di diffamarlo (cfr 2 Corinzi 3:1; 5:12,16; 10:1-2,10-12; 11:3-6,12-15,18-25; 12:11-13,1 6).

Contro di loro Paolo metterà in guardia gli anziani d'Efeso nel discorso di Mileto (cfr Atti 20:28-31), e dopo qualche anno anche i Filippesi (cfr Filippesi 3:2-11,17-20).

Successivamente li troverà anche a Roma (cfr Filippesi 1:15-18).

I loro motivi non sono puri e disinteressati ma egoisti e carnali… non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre… altrove, Paolo li chiama cani, cattivi operai falsi fratelli, falsi apostoli, lupi (cfr Galati 2:4; Filippesi 3:2; 2Corinzi 11:13,20-21).

Sotto apparenza di pietà e di zelo, cercano il loro interesse e la soddisfazione dei loro appetiti, e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici.

Conoscono bene l'arte di insinuare i loro errori in modo da non destare sospetti; sanno cogliere l'occasione… sanno anche lusingare… sedurre i semplici.

  

…Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti.

 Paolo ci tiene a non confondere i fratelli destinanari della lettera con questi falsi dottori… e la differenza tra le due categorie la fa l’ubbidienza al Vangelo.

L’ubbidienza al Vangelo è lo scopo stesso della Buona Notizia e della lettera di Paolo:

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l'ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome - fra i quali siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo - a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo. (Romani 1:1-7)

 

…Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male.

 Essere semplici ed ubbidienti è importante… ma occorre essere anche saggi per non ubbidire alla menzogna… occorre quindi essere saggi nel bene e incontaminati dal male.

Per essere in questo stato benedetto occorre essere saldamente ancorati al vero Vangelo, tollerando i fratelli nei loro scrupoli, ma allontanadosi da coloro che sotto varie forme minano la genuinità del Vangelo, “derubando” Gesù Cristo della Sua autorità… della Sua Gloria… della Sua Opera di salvezza, redenzione, mediazione ed azione.

Solo la saggezza che viene da Dio che si ottiene mediante il timore del Signore e la Sua conoscenza, ci può fare discernere come il principe di questo mondo propone continuamente i falsi Cristi… i falsi profeti… i falsi vangeli… con una grazia che non è la Vera Grazia di Dio (cfr 1 Pietro 5:12), ma una grazia che volge in dissolutezza (vanità).

 

 

…Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.

In quei tentativi dei falsi dottori di sconvolgere le chiese, Paolo vede l'opera di un nemico più abile e più potente: Satana.

Scrivendo ai corinzi aveva descritto questi disturbatori come operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo:

Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo.  Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.  

Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.(2 Corinzi 11:13-15)

 

Per quanto grande sia lo scempio della verità evangelica fatto degli strumenti più o meno incoscienti di Satana, il nemico non avrà la vittoria… secondo la sua promessa, Dio stritolerà Satana sotto i piedi della Chiesa fedele… la vittoria non resterà all'avversario degli uomini e di Dio…  Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi.

Questa certezza di giudizio Paolo la predicava dove evangelizzava (per esempio ad Atene):

ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti.(Atti 17:31)

  

…c’è un giorno fissato nella “Agenda di Dio” per questo giudizio.

 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.

 

***

 C) Saluti di varie persone e atto di adorazione finale. (Romani 16:21-27)

 

Timoteo, mio collaboratore, vi saluta e vi salutano anche Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.

Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.

Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.

Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.

[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]

A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 Le chiese visitate in Asia hanno incaricato Paolo di salutare i fratelli della chiesa in Roma, ma l'Apostolo ha ora, presso di sè, vari collaboratori e fratelli che desiderano mandare ai cristiani della capitale i loro saluti personali, ed egli li aggiunge in questa sorta di post-scrittum.

 

…Timoteo, mio collaboratore, vi saluta…

 Timoteo è quel giovane collaboratore di Listra prediletto dell'Apostolo:

Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo per essere io pure incoraggiato nel ricevere vostre notizie.

Infatti non ho nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne. Poiché tutti cercano i loro propri interessi, e non quelli di Cristo Gesù.

Voi sapete che egli ha dato buona prova di sé, perché ha servito con me la causa del vangelo, come un figlio con il proprio padre. Spero dunque di mandarvelo appena avrò visto come andrà a finire la mia situazione; ma ho fiducia nel Signore di poter venire presto anch'io.  (Filippesi 2:19-24)

  

…e vi salutano anche Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.

 Lucio potrebbe essere (ma non vi è alcuna certezza) il Lucio di Cirene indicato fra i profeti e dottori di Antiochia (cfr Atti 13:1).

 Giasone potrebbe essere (ma non vi è alcuna certezza) la stessa persona che in Tessalonica accolse Paolo e Sila in casa sua (cfr Atti 17:1-9).

 Sosipatro può essere lo stesso che il Sopatro di Berea (cfr Atti 20:4).

  

…Io, Terzio, che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore.

 Paolo usava dettare le sue lettere probabilmente a motivo di una malattia degli occhi.

Aggiungeva però alcune parole di suo pugno per autenticare la lettera (cfr. 2Tessalonicesi 3:17; 1Corinzi 16:21; Colossesi 4:18).

Per eccezione, solo la lettera ai Galati fu scritta tutta di suo pugno, il che accentua l’urgenza con la quale la scrisse (cfr Galati 6:11).

 Terzio, suo segretario per l’occasione, manda il suo saluto nel Signore ai fratelli romani.

  

…Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta.

 È verosimile che si tratti dello stesso Gaio di Corinto battezzato da Paolo (cfr 1Corinzi 1:14).

  

Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.

 Erasto doveva essere un fratello che era anche tesoriere della città, cioè pubblico esattore di Corinto.

 Quarto era forse venuto di recente da Roma.

 

…[La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.]

…A colui che può fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo, conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti, ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 Paolo ha incoraggiato i fratelli di Roma, con il pensiero che Dio manifesterà presto la vittoria sul nemico delle anime… …e questo dà motivo di innalzare una lode a Colui che è potente anche da fortificarli nella fede in quel Vangelo di Cristo che egli ha loro esposto, e che è la manifestazione dell'eterno e benevolo disegno di Dio per la salvezza del mondo.

  

…fortificarvi secondo il mio vangelo e il messaggio di Gesù Cristo…

 La fortificazione del credente avviene solo attraverso il Vangelo e il messaggio di Gesù Cristo… non ci sono altre fonti!

Non c’è un altro Vangelo (cfr Galati 1:6-7)… solo il Vangelo ci può fortificare e rendere sicuri e stabili:

È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno. (2 Timoteo 1:12)

 

Il Vangelo a cui Paolo fa riferimento è la Buona Novella che egli annuncia al mondo e che è conforme alla rivelazione del mistero che fu tenuto nascosto fin dai tempi più remoti.

Lo chiama suo, non perché è suo, ma perché gli è stato affidato da Dio stesso e vuole distinguerlo anche dal vangelo che altri predicano in modo incompleto.

Il Vangelo che Paolo annuncia ha per centro Gesù Cristo:

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l'ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri… (Romani 1:1-5)

 

E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.

Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. (1 Corinzi 2:1-5)

 

Questo Vangelo, che ha Gesù per centro, è la manifestazione di un disegno eterno di Dio fino ad allora misterioso, ossia non pienamente rivelato ma al quale tutta la Scrittura (fin dall’Eden) faceva riferimento:

 - Ad Abramo Dio aveva detto che tutte le nazioni della terra sarebbero benedette nella  sua progenie.

 - Le istituzioni della legge erano l’ombra della realtà che è manifestata nel Vangelo.

 - Le profezie erano quadri in cui appariva abbozzato il grande disegno di Dio con al centro la figura del Messia.

 

Ma se quelle rivelazioni preparatorie erano come una luce di lampada:

Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. (2 Pietro 1:19)

 

Con la venuta di Gesù Cristo tutto volge verso il pieno giorno

Per mezzo dello Spirito Santo che investiga anche le cose profonde di Dio, gli apostoli hanno potuto conoscere (cfr Giovanni 14:26) ed esporre il piano di Dio per la salvezza sia dei pagani che dei Giudei:

…esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano».

A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.   (1 Corinzi 2:6-13)

 

Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo.

Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui; vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo, di cui io sono diventato servitore secondo il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù della sua potenza.

A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui. (Efesini 3:2-12)

 

Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa.

Di questa io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi.

Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria, che noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo.

A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza. (Colossesi 1:24-29)

 

Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo, in vista del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore.  (2 Timoteo 1:9-11)

 

In questo Vangelo ora pienamente rivelato, Paolo vuole che i fratelli di Roma siano saldamente radicati.

L'avere ricordato il piano di salvezza di Dio, porta Paolo a dare gloria alla sapienza ed alla potenza di Dio:

…al Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen

 Paolo offrire la sua adorazione a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo, il Portatore e il Compitore nella manifestazione della Sua potenza salvifica, della Sua sapienza.

 

***

 CONCLUSIONE

 Il saluto cristiano non è una formalità… è un riconoscimento della fraternità in Cristo.

 

L’affetto che Paolo mette in questi saluti fa trasparire tutto il suo amore verso la Chiesa, egli nomina i fratelli ad uno ad uno perché tutti hanno importanza nella Chiesa del Signore e tutti vanno riconosciuti come fratelli in Cristo.

 In tutti questi saluti pieni di affetto fraterno, Paolo non dimentica di ricordare loro il pericolo dei falsi dottori che vogliono rovinare questa unione provocando (per mezzo di false dottrine) le divisioni nella Chiesa.

 Se da un lato Paolo vede il corpo di Cristo con gli occhi pieni di affetto… …dall’altro vede come questa unione può essere rovinata dalle false dottrine portate dai falsi dottori.

 Un buon sorvegliante deve avere questo “doppio sguardo”!

 

Egli è però altrettanto pieno di fiducia che la Chiesa, in ogni momento, in ogni situazione, anche la più disperata, può trovare sempre nel Suo Dio e Padre la forza di reagire, di ritrovare la Speranza nella rivelazione del Vangelo di Cristo!

  

  Gianni Marinuzzi