Un (in)giustificato ottimismo

 

 

 Intorno a noi pervade un ingiustificato ottimismo circa la situazione mondiale, economica ecc… …purtroppo questo ottimismo si spinge anche agli ambienti “religiosi” auspicando una presunta unità di fede, di condivisione, di pace spirituale, ma siamo sicuri di aspettarci proprio questo?

Il salmista Davide esclamava:

“Nessuno di quelli che sperano in te sia deluso; siano confusi quelli che si comportano slealmente senza ragione.” (Salmo 25:3)

Se speriamo in Dio, non saremo quindi delusi… …ma per non essere delusi, dobbiamo sapere in cosa effettivamente credere.

Non è possibile inventarci una “speranza” diversa da quella che ci dà il Signore e poi sperare di non essere delusi!

Un classico esempio è la situazione circa gli ultimi tempi.

L’apostolo Paolo, ha scritto un inconfutabile “testamento spirituale” al suo discepolo Timoteo, cerchiamo di capirlo bene, al fine di non “rimanere delusi”:

 

“Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.

Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza.” (1 Timoteo 3-14-4:2)

In questo passo l'apostolo indica a Timoteo i pericoli che minacceranno la fede nel gran mistero di pietà.

In opposizione alla Verità di cui la Chiesa è chiamata ad essere colonna e salda base, non mancheranno gli errori coi quali Satana cercherà di sovvertirla.

Dove Dio edifica un tempio, il diavolo costruisce una cappella.

 

Paolo con questa prima lettera a Timoteo ed in particolare con questi passi, sta dando le istruzioni al discepolo Timoteo lasciato ad Efeso, per proseguire nell’insegnamento e nella crescita della chiesa locale, che come la Chiesa universale deve essere colonna e sostegno della Verità (attenzione non la fonte della Verità).

La funzione della Chiesa non è promulgare una sua Verità, ma reggere e sostenere la Verità (Gesù Cristo), in un mondo di falsità, dove gli attacchi sono continui.

Una Verità fondamentale che Paolo ricorda a Timoteo è il mistero della Pietà, questo “grande mistero”, fino ad allora evidentemente velato, ora è stato rivelato e consiste nella rivelazione di Gesù Cristo:

-            Manifestato in carne (l’incarnazione di Dio con noi);

-            Gistificato nello Spirito (la Sua risurrezione);

-            Apparso agli angeli (la Sua esaltazione nel regno dei cieli);

-            Predicato fra le nazioni (il Salvatore del mondo);

-            Creduto nel mondo (la Salvezza ricevuta in tutto il mondo e non solo più in Israele);

-            Elevato in gloria (la Sua ascensione).

Proprio perché la chiesa è colonna e sostegno della verità, deve conoscere le strategie e gli attacchi dei nemici della croce di Cristo e quindi della Verità.

 

“Ma lo spirito dice espressamente che, nei tempi avvenire, alcuni apostateranno dalla fede.”

La predizione di future apostasie è chiara ed esplicita; non si tratta solo di un timore o di un triste presentimento di Paolo ma di una dichiarazione espressa dello Spirito Santo!

La Chiesa ed i suoi ministri devono quindi prepararsi a far fronte al pericolo segnalato negli ultimi tempi, non illudersi e aspettarsi chissà quale “risveglio spirituale di massa” o “ritorno generale alla santità”!

Gesù stesso aveva predetto l'apparire di falsi profeti e falsi cristi e l'abbondare dell'iniquità:

“Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»

Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca.

Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo". E ne sedurranno molti.” (Matteo 24:3-5)

“Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.” (Matteo 24:23-24)

 

Apostatare dalla fede significa abbandonare la fede nella verità cristiana già professata per volgersi ad insegnamenti diversi da essa.

 

Le parole che seguono spiegano come avverrà quest'apostasia di una parte della cristianità: dando retta a spiriti seduttori e ad insegnamenti di demoni.

Gli spiriti seduttori sono spiriti che ingannano circa la Verità.

Non sono esplicitamente contrari, altrimenti non sarebbero “seduttori”, ma sono delle copie “false” dell’originale!

L’apostolo Giovanni raccomandava i credenti a “non credere ad ogni spirito”:

“Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo.

Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo.

Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo.

Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.

Costoro sono del mondo; perciò parlano come chi è del mondo e il mondo li ascolta.

Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ascolta noi, chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.” (1 Giovanni 4:1-6)

 

Se il mondo ascolta la verità proposta dalla chiesa…

… stiamo quindi attenti e chiediamoci perchè!

Se la chiesa annuncia un vangelo che il mondo ascolta…

…stiamo quindi attenti e chiediamoci perchè!

Soprattutto non ci stupiamo e non ci scoraggiamo se il mondo non ci ascolta!

 

“Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.

Anche da costoro allontànati!”

Poiché nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali cercano sempre d'imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della verità.

E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede.

Ma non andranno più oltre, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti, come fu quella di quegli uomini.

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.”  (2 Timoteo 3:1-17)

 

Paolo, avverte Timoteo della corruzione che verrà e indica al suo discepolo, come comportarsi in una tale situazione.

Nella parte precedente della seconda lettera di Paolo a Timoteo, Paolo esorta Timoteo ad evitare le ciance profane di certi dottori, il malsano amore delle dispute con tendenza a trascurare sempre più la verità ch'è secondo pietà.

Però, se Timoteo deve astenersi dal favorire futili discussioni ed applicarsi ad insegnare e a praticare la verità, egli può ancora con speranza di successo cercare di ricondurre sulla retta via coloro che sono stati sedotti:

“Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese.

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.

Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.” (2 Timoteo 2:23-26)

 Ma Paolo avverte Timoteo che l’avvenire sarà peggiore del presente: negli ultimi giorni verranno tempi difficili

 

È necessario che Timoteo, come ciascuno di noi, sappia questo in modo che non rimanga deluso o confuso nel vedere crescere il male e regoli di conseguenza la propria condotta nella chiesa, che a causa degli spiriti seduttori ed alle dottrine dei demoni, ne sarà sicuramente influenzata negativamente.

 

 “Perchè gli uomini saranno: egoisti…

Il primo segno dell’apostasia è cambiare il fulcro della nostra vita.

Se per la chiesa primitiva Cristo è il centro e i Suoi interessi sono quelli che contano, negli ultimi tempi il centro è “l’IO” e i miei interessi sono quelli che mi influenzano, egoisti = amatori di se stessi.

La Chiesa sarà ridiventata praticamente pagana pur conservando le forme della pietà cristiana.

L'espressione stessa gli uomini serve a indicare come la corruzione sarà generale; i cristiani sinceri saranno l'eccezione.

“… Amanti del denaro”- che è oggetto di bramosia perchè è il mezzo per soddisfare le concupiscenze dell'io.

“… Vanagloriosi”o amanti della vanità, dell’apparenza, delle cose che non hanno valore spirituale.

Il vanitoso o millantatore è colui che esagera nel vantarsi di ciò che egli ha, fino a millantare quel ch'egli non ha e quel ch'egli non è.

“… superbi” o amanti della propria persona, della propria capacità o presunta intelligenza  (dottori secondo le proprie voglie).

Il superbo è tutto compreso della sua superiorità in fatto d'intelligenza, o di ricchezza, o di posizione sociale e guarda con disprezzo quelli che gli sono inferiori.

“… bestemmiatori” ovvero chi usa parole irriverenti, superbe, oltraggiose rispetto a Dio ed al suo modo d'agire.

“… ribelli ai genitori”- avendo rinnegata l'autorità di Dio, arrivano a ribellarsi ad ogni autorità legittima. L'anarchia si estende a tutto ciò che oppone un freno alla lor volontà, al loro orgoglio ed alle loro passioni.

“… ingrati” non solo verso Dio ed i genitori, ma verso ogni loro benefattore.

“… irreligiosi” per cui niente è sacro, nè persone, nè principii, nè sentimenti. Altri traduce: profani.

“… insensibili, sleali” senza fede nei patti.

“… calunniatori” greco: diavoli. Satana è infatti il calunniatore per eccellenza

“… intemperanti” incapaci di dominare e contenere i loro istinti, privi di autocontrollo.

“… spietati” senza tenerezza nè compassione.

“… senza amore per il bene” La condotta dei buoni è condanna del loro egoismo e della loro durezza, perciò li odiano.

“… traditori” degli amici, dei parenti, dei fratelli, ogni qualvolta ciò torni loro di vantaggio; l'opposto del carattere leale e fedele del giusto.

“… sconsiderati” inclini all’avventatezza.

“… orgogliosi” gonfi di loro sapienza carnale.

“… amanti del piacere anziché che di Dio.” Questa caratteristica si riconnette con la prima: l'egoismo che tutto riconduce a sè. Estranei alle gioie della vita superiore, non conoscono che il diletto del piacere ed i loro piaceri li preferiscono a Dio, al suo culto, alla pratica della sua santa volontà.

“… aventi l’apparenza di pietà, ma avendo rinnegata la forza d'essa.”

Hanno la forma esterna ( μορφωσις) della pietà (del timore reverenziale di Dio); ma la forma vuota della realtà, della sostanza (fanno scelte di vita che rivelano di non temerlo affatto).

Sono formalisti, conservano riti e nomi e parvenze.

Ma quanto alla vivente comunione con Dio ch'è potenza rinnovatrice e santificatrice, della vita intera, interna ed esterna, essi non ne vogliono sapere, l'hanno praticamente ripudiata come si vede dall'orientazione della loro vita.

Mentre l'essenza della pietà consiste nell'amar Dio con tutto il cuore, nel servirlo subordinando alla sua la nostra volontà, essi sono amanti di sè ma non di Dio.

 

“Anche da costoro allontanati.”

L'originale accenna ad un allontanarsi da persona o cosa che ci ispiri ripugnanza. Come Timoteo ( e noi ) deve schivare dopo averli avvertiti i profani cianciatori, così dovrà fare rispetto ai cristiani ipocriti.

“Infatti, del numero di costoro sono quelli che s'introducono nelle case e cattivano donne cariche di peccati, agitate da svariate cupidigie.”

Appartengono alla loro categoria quei propagandisti che Timoteo ben conosce i quali con arti subdole, con raggiri, s'introducono nelle case e, con le belle apparenze che assumono, con l'insegnamento loro pretenzioso, e misterioso, fatto più per alimentare la curiosità che per pascere e santificare le anime, atto ad addormentare i bisogni religiosi più che a soddisfarli.

Proprio come satana che cominciò da Eva per insinuare il dubbio verso la Parola di Dio, costoro si introducono nella case di donne dalla cupidigia esercitata e quindi deboli e facilmente accessibili alla seduzione dell’errore.

 

“… le quali sempre imparano e non possono mai giungere alla piena conoscenza della verità”

Ovvero sono sempre sono occupate intorno a questa o quella questione come fossero bramose di verità, ma senza mai raggiungerla perchè manca loro la disposizione morale necessaria.

 

“… Ed a quel modo che Ianne e Iambre resistettero a Mosè così anche costoro resistono alla verità, uomini dalla mente corrotta, riprovati in quanto alla fede.”

A meglio caratterizzare i precursori della cristianità degenere l'apostolo li paragona ai magi di Egitto i quali, per mostrare a Faraone che la missione di Mosè e d'Aronne non era divina come asserivano e confermavano coi miracoli, fecero in modo da imitare coi loro incantesimi i tre primi segni dati da Mosè ( cfr Esodo 7 ).

 

“Ma non procederanno più oltre, perchè la loro stoltezza sarà manifesta a tutti come ancora lo fu quella di coloro.”

Ai magi d'Egitto venne fatto d'ingannar Faraone imitando fino a tre volte i segni di Mosè, ma più oltre non poterono andare; al quarto la loro impotenza fu manifesta.

Così costoro possono per breve tempo goder di qualche credito nella Chiesa; ma presto la loro ipocrisia, sarà manifesta e cesserà ogni loro influenza.

 

Qual è l’atteggiamento che deve avere Timoteo e noi, davanti a questa degenerazione?

 

“Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, alla mia condotta, ai miei propositi.”

Paolo è stato un esempio splendido per Timoteo, proprio come Stefano lo fu per lui.

Paolo ha assistito al martirio di Stefano e quel martirio, la fede e risolutezza di Stefano per lui è stato esemplare!

Proprio per questo richiama Timoteo proprio a quegli istanti di Iconio Listra e Derba, dove il giovane Timoteo ha assistito personalmente alle persecuzione subita da Paolo, fino alla sua lapidazione ( dalla quale ne uscì miracolosamente salvo ).

Timoteo conosce bene il suo insegnamento e la sua condotta:

Per l'insegnamento Paolo intende non tanto il modo suo d'insegnare ( per quanto fondamentale ), ma all’esempio di fede, di buona condotta e di propositi.

Vivendo nella intimità dell'apostolo, Timoteo ha potuto leggergli in fondo all'anima e convincersi che non era mosso dall'interesse, dalla vanità, nè da alcun motivo impuro.

Il suo proposito costante (il greco ha il singolare) era quello di servire Dio compiendo il ministero di riconciliazione.

Paolo elenca qui caratteristiche diametralmente opposte a quelle dei falsi profeti degli ultimi tempi:

“… alla mia fede” - nella verità che predico, nel Signor Gesù che servo, nel Dio delle promesse ch'è il Padre di Gesù Cristo.

“… alla mia pazienza” - con i fratelli specie se deboli, con gli avversari che ho cercato di convincere e che ho avvertito.

“… al mio amore” - verso tutti gli uomini per i quali Cristo è morto e per i quali "mi son fatto tutto a tutti per veder di guadagnarne alcuni".

“… alla mia costanza” - nelle difficoltà, di fronte alle opposizioni da vincere, alle fatiche, ai travagli da sopportare.

“… alle mie persecuzioni” - da parte dei Giudei sempre accaniti, dei pagani aizzati contro di me ed anche dei falsi fratelli.

“… alle mie sofferenze” - derivanti sia dalle persecuzioni, sia dalle fatiche e privazioni connesse coll'apostolato, sia dalle delusioni patite.

“… quelli ad esempio che mi sono avvenuti in Antiochia, in Iconio, in Listra.

[Hai visto] quali persecuzioni ho sopportate e da tutte il Signore mi ha liberato.”

L'avere sopportato tanto odio per parte del mondo era argomento della sua sincerità.

Un tale esempio di costanza e di abnegazione per parte del suo maestro, unito alla manifesta protezione concessa dal Signore a Paolo nel liberarlo in modo talvolta miracoloso da tanti pericoli, era motivo di incoraggiamento per il discepolo chiamato a continuare l'opera missionaria.

Gesù aveva detto: "Un capello del vostro capo non cadrà in terra senza la volontà del Padre vostro" ed è stato detto con verità che l'uomo è immortale finchè egli abbia compiuta l'opera sua.

 

“E d'altronde tutti quelli che vogliono viver piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.”

Il soffrire persecuzioni, per quanto gravi e numerose siano state quelle di Paolo, non è un'esperienza riservata solo a lui, nè degli apostoli, ma è sorte comune riservata a tutti i cristiani pii in un mondo che "giace nel maligno".

"Se mi hanno perseguitato perseguiteranno ancora voi", aveva detto Gesù.

(Giovanni 15:20)

Anche Pietro ne da ampia sicurezza: "Non siate sorpresi dell'incendio che divampa tra voi per mettervi alla prova, quasichè vi avvenisse qualcosa di strano"

(1 Pietro 4:12)

La vita cristiana è descritta come un viver piamente temendo ed amando Iddio, ubbidendo alla sua volontà, in Cristo Gesù, cioè nella comunione con lui per fede, poichè l'unione vitale col Cristo è condizione e fondamento della vera pietà.

 

“Ma gli uomini malvagi ed impostori procederanno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti.”

I pii sono chiamati a soffrir persecuzioni, ma Dio li protegge e le prove servono a farli crescere e a render salda la lor fede.

“Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.” (1 Pietro 1:6-7)

In fondo alla via li attende la corona della giustizia:

“Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.” (2 Timoteo 4:8)

Per i seduttori invece c’è l’inganno dei loro errori che l’aspetta, essi stessi diventano progressivamente più incapaci di discernere e di amare la verità, sempre più esposti alle peggiori seduzioni.

 

“Ma tu persevera nelle cose che tu hai imparate e di cui sei stato fatto certo, sapendo da quali persone tu le hai imparate.”

Timoteo deve dimorare costante; perseverare nella verità ricevuta e se ne deve compenetrare sempre meglio così da avvicinarsi vie più all'ideale dell'uomo di Dio: la perfezione.

Vengono quindi indicate le considerazioni che devono concorrere a rendere Timoteo costante nella verità.

 

“… e che fin dall'infanzia tu hai conoscenza delle sacre lettere le quali ti possono render savio a salute mediante la fede ch'è in Cristo Gesù.”

Timoteo è cresciuto fin dall'infanzia ( βρεφος=tenera infanzia) nell'atmosfera della verità rivelata e sotto l'influenza di persone pie.

Un tale privilegio gli deve essere di incitamento e di aiuto a perseverare.

 

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.”

Paolo proclama divinamente ispirata la Scrittura, anzi ogni parte della collezione sacra. Egli non ci dà nè una teoria nè una dimostrazione dell'ispirazione perchè è cosa che si sente più che non si dimostri.

L'utilità pratica della Scrittura è affermata in modo generale quando si dice ch'essa "è capace di render savio a salvezza mediante la fede in Cristo Gesù".

Ma questa utilità è poi presentata sotto tre aspetti:

-   essa insegna le verità più sublimi, dottrinali e morali;

-  ssa riprende e corregge tutto ciò ch'è male nell'uomo, e infatti nessun libro denunzia il peccato in un modo più profondo e più aperto;

- essa educa al bene nel senso più alto, e infatti non c'è morale più sublime, più santa, meglio rispondente all'ideale dell'uomo di quella della Bibbia.

Essa educa per mezzo di precetti, per mezzo di esempi, per mezzo di esortazioni, dando alla morale una regola infallibile nella volontà di Dio, una forza motrice potente nella redenzione di Cristo, un fine altissimo: la perfezione, la somiglianza col Cristo.

 

L’attaccamento al Signore, e quindi alla Sua Parola ci eviterà di essere trascinati verso inutili illusioni e conseguenti delusioni.

Non aspettiamoci chissà quali avvenimenti di ritorno alla giustizia ed alla santità che lo Spirito dice espressamente che non ci saranno

Non aspettiamoci che la nostra predicazione abbia chissà quali effetti… a noi non è chiesto il risultato… …non dobbiamo rendere conto degli effetti della predicazione, ma di aver testimoniato!

Impariamo invece a confidare nel Signore e non sugli eventi, prendiamo come esempio la fine della profezia di Abacuc, che davanti alle disgrazie imminenti causate dall’infedeltà del popolo di Dio dichiara:

“Infatti il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell'ulivo verrà meno, i campi non daranno più cibo, le greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nel SIGNORE, esulterò nel Dio della mia salvezza.

DIO, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture.” (Abacuc 3:17-19)

Gianni Marinuzzi