Le 7 parole di Gesù sulla croce

 

Abbiamo nella Scrittura i quattro racconti della crocifissione di Gesù scritti rispettivamente da Matteo, Marco, Luca e Giovanni (l’unico testimone oculare dell’evento).

Dalla lettura comparativa dei quattro racconti possiamo facilmente renderci conto del comportamento che Gesù ebbe sulla croce, il momento culmine della Sua missione e dell’intera storia dell’universo.

E’ un momento fondamentale, nulla è lasciato al caso, Gesù stesso sta lasciando il più alto e sublime esempio di fede, sottomissione e segno di autorità spirituale.

E’ l’evento che sconvolgerà l’intero creato, che culminerà nel trionfo sul più grande nemico, l’accusatore dei fratelli.

La testa del serpente antico sta per essere schiacciata in modo irreparabile, è il momento che Paolo descrive in questo modo:

…egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce. (Colossesi 2:14-15)

 

Gesù, parlando a Nicodemo, rivelò lo scopo della Sua missione relativamente a questa “prima venuta”, fin dall’inizio del Suo ministerio, dicendo:

E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato,

affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,

affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo,

ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Giovanni 3:14-17)

 

Nelle sei ore della croce (cfr Marco 15:25 / 15:34), sei come i giorni della creazione, Gesù ripara i danni causati dalla caduta dell’uomo e lascia una traccia di come vivere in questa nuova creazione.

Durante queste sei ore, satana tenta l’ultimo assalto a Gesù cercando di anticipare le cose, facendo offrire a Gesù da bere prima del tempo (cfr Matteo 27:34 / Marco 15:23), ma Egli non ne prese… …non era ancora il momento, aveva ancora qualcosa da insegnare… …è Lui che detta i tempi!

Quindi in queste sei ore Gesù pronuncia sette parole, che rimarranno scolpite per sempre, e che oggi desideriamo analizzare per cercare di comprenderne, per quanto ci è possibile, il significato.

 

***

I testi da leggere:

 

Matteo 27:32-50

Marco 15:21-37

Luca 23:33-46

Giovanni 19:17-30

 

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Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.

Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».

Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.

(Luca 23:33-34)

 

Questa è l’unica frase di Gesù in croce che rivolge al mondo empio.

Gesù ha una sola Parola per l’uomo empio, per coloro che lo stanno perseguitando, lo stanno bestemmiando, lo stanno uccidendo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

Per gli empi di tutti i tempi, Gesù ha una sola parola:

l’offerta del PERDONO.

L’apostolo Pietro scriverà che:

Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme.

Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.

Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti. (1 Pietro 2:21-24)

 

Questo è l’amore di Dio per i peccatori, per coloro che sono immeritevoli, sono nemici, sono morti.

Paolo scriverà, in modo generale, a riguardo:

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi.

Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

(Romani 5:6-8)

 

Paolo rese anche una testimonianza personale:

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.

Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1 Timoteo 1:12-17)

 

Paolo un violento ed un persecutore… …verso la Chiesa, il Corpo di Cristo, lo riusciamo a comprendere… …ma un bestemmiatore?

Possibile?

Eppure lui diceva anche questo di sé, davanti ai suoi accusatori giudei:

Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi; perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani; avute da loro delle lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.

(Atti 22:3-5)

 

Paolo sta qui dichiarando che bestemmiatore non è solo chi impreca, ma è chiunque si oppone al Vangelo di Dio o semplicemente non si ravvede.

Ogni uomo, davanti a Dio è persecutore, bestemmiatore e violento, proprio come gli astanti sotto la croce di Cristo che Lo ingiuriavano, lo schernivano e lo uccisero.

Ogni uomo religioso che non riceve il dono del perdono di Cristo, come Saulo, è davanti a Dio un persecutore, bestemmiatore e violento, perché chi rifiuta Cristo disprezza la Sua vita, la Sua Parola e il Suo dono lo Spirito Santo, difatti Gesù stesso disse:

E chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato. (Luca 12:10)

 

Non esiste uomo incredulo che non sia un bestemmiatore!

La drammatica situazione dell’intera umanità è questa:

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».

Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene.

Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno. (Salmo 14:1-3)

 

Paolo lo ricorda ai romani:

…tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio… (Romani 3:23)

 

Solo il PERDONO offerto da Cristo alla croce, quel perdono basato esclusivamente sull’Amore unilaterale di Dio, unitamente alla perfetta sottomissione di Gesù Cristo Suo Figlio, può redimere l’uomo dalla sua situazione drammatica e tragica!

In questo perdono universale, c’è però un esempio per noi tutti che abbiamo accettato questo perdono in modo personale e Paolo lo scrive ai fratelli di Colosse:

Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro.  Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. (Colossesi 3:13)

 

Comprendiamo il tenore di questo comandamento?

 

***

Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»

Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male».

E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!»

Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso».

(Luca 23:39-43)

 

Per meglio comprendere questa affermazione di Gesù, occorre tenere ben presente, che tutti e due i ladroni ingiuriavano Gesù:

Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra.

E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!»

Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui. Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: "Sono Figlio di Dio"».

E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui.

(Matteo 27:38-44)

 

Non esistono quindi il ladrone “buono” ed il ladrone “cattivo”, sono due ladroni, due delinquenti, due oltraggiatori, due uomini degni di morire come i peggiori malfattori, privi di ogni attenuante di sorta.

Esiste però “il ladrone che si ravvede” ed “il ladrone che non si ravvede”!

Esiste il “ladrone che dice: per me è giusta questa condanna, ma per Lui no” e il ladrone che persiste nella sua empietà!

Esiste chi “accetta il perdono di Cristo” e chi “non accetta il perdono di Cristo”!

 

Quel PERDONO offerto da Gesù si “attiva” solo con il “ravvedimento”, ovvero con il riconoscimento del proprio stato di peccato, proprio come ammette il ladrone ravveduto, che non fa altro che riconoscere la evidente differenza tra la sua ingiustizia e la Giustizia di Cristo, afferra il PERDONO offerto in questo modo così autentico e si aggrappa alla potenza di Gesù Cristo come l’unica ancora di salvezza!

Dalle labbra di questo ladrone sembrano uscire le parole del Salmo 130:

O SIGNORE, io grido a te da luoghi profondi!

Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente al mio grido d'aiuto!

Se tieni conto delle colpe, Signore, chi potrà resistere?

Ma presso di te è il perdono, perché tu sia temuto.

Io aspetto il SIGNORE, l'anima mia lo aspetta; io spero nella sua parola. (Salmo 130:1-5)

 

Per chi si ravvede in questo modo Gesù ha una PROMESSA: Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso.

Gesù non promette altro, non promette vita facile, non promette prosperità insperate in questo mondo, non promette successo e gloria, non riscatta nemmeno la vita terrena del ladrone, egli morirà in croce… …promette il paradiso!

Non sappiamo molto del paradiso… …il Signore non ce ne ha parlato molto a causa della nostra incredulità, Gesù infatti ebbe a dire:

Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? (Giovanni 3:12)

 

Ma Paolo, che pregustò, per Grazia di Dio qualcosa del paradiso, ci ha lasciato scritto:

Bisogna vantarsi? Non è una cosa buona; tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.

Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo.

So che quell'uomo (se fu con il corpo o senza il corpo non so, Dio lo sa) fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili che non è lecito all'uomo di pronunciare.

(2 Corinzi 12:1-4)

 

Paolo sta dicendo che il paradiso non si può raccontare con termini umani…

…è troppo meraviglioso.

L’apostolo Giovanni ha provato a descriverlo negli ultimi due capitoli del libro dell’Apocalisse con tutte le limitazioni umane… …ma una cosa è certa: sarà MERAVIGLIOSO, oltre ogni aspettativa!

Per questo Paolo, scrivendo ai fratelli di Filippi, si esprimeva così:

Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi.

(Filippesi 1:23-24)

Chi è quell’uomo sano di mente, che non sia su un letto di dolore costretto a subire atroci sofferenze (che non era il caso di Paolo), che può preferire morire a vivere?

Solo un uomo che ha intravisto la Gloria futura!

 

***

Presso la croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena.

Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!»

Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.

(Giovanni 19:25-27)

 

La terza Parola che Gesù pronuncia sulla croce, è l’esortazione alla comunione fraterna.

Gesù sta qui istituendo ufficialmente la Famiglia Spirituale in terra.

Alla croce di Cristo si parla di comunione fraterna in Cristo!

Già la sera prima, durante la cena pasquale aveva ordinato ai discepoli:

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Giovanni 15:17)

 

Ma ora lega in modo “familiare” i vincoli fraterni, la mutua assistenza, la cura reciproca tra Giovanni l’unico discepolo rimasto alla croce e Maria sua madre.

Questo è un monito per noi, come consideriamo i nostri fratelli in fede, la “comune assemblea” visibile intorno a noi?

Il salmista, già durante l’antico Patto diceva:   

Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme!

È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d'Aaronne, che scende fino all'orlo dei suoi vestiti; è come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno.  (Salmo 133)

 

Come viviamo il nostro rapporto con la chiesa locale, siamo di quelli che desideriamo vivamente stare insieme per crescere, esortarsi, istruirsi ed ammonirsi a vicenda, o desideriamo altro?

Già l’autore della lettera agli ebrei, avvertendo questa malsana tendenza, scriveva:

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno. (Ebrei 10:24-25)

 

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Questa è l’ultima Parola che Gesù in croce ha per gli uomini, per loro c’è:

-  PERDONO offerto a tutti

-  PROMESSA per chi accetta il perdono

-  Appello alla COMUNIONE FRATERNA per chi ha ricevuto la promessa e continua a vivere in questo mondo.

Da ora in poi  le Parole di Gesù concernono solamente il Suo sacrificio espiatorio.

 

***

E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»

(Matteo 27:46)

 

La quarta Parola di Gesù è per se stesso crocifisso.

Le Parola centrale del Suo messaggio in croce, è la Sua offerta, il centro di tutta la Scrittura, il centro della storia umana, il perno centrale di tutto il messaggio della Parola di Dio, infatti sta scritto:

Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio.

In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.

(Colossesi 1:13-20)

 

Ma questa frase ci lascia perplessi… …Dio abbandona Suo Figlio?

Dio, che è Amore per definizione in tutta la Sua essenza… …abbandona Suo Figlio?

Quel Figlio che fino all’ultimo è stato l’esempio perfetto di sottomissione alla volontà divina, l’immagine perfetta del Dio invisibile, al Quale nulla era impedito in forza della sua perfetta unità con il Padre… …Dio lo abbandona?

Eppure troviamo nella Parola queste promesse:

Il SIGNORE sarà un rifugio sicuro per l'oppresso, un rifugio sicuro in tempo d'angoscia; quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perché, o SIGNORE, tu non abbandoni quelli che ti cercano. (Salmo 9:9-10)

Il SIGNORE cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo. (Deuteronomio 31:8)

Qualora mio padre e mia madre m'abbandonino, il SIGNORE mi accoglierà.

(Salmo 27:10)

 

Ma troviamo anche scritto:

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha ubbidito.

Perciò li abbandonai alla durezza del loro cuore, perché camminassero secondo i loro piani. (Salmo 81:11-12)

 

L’abbandono di Dio è la più cruda ed l’estrema punizione che spetta all’empio, anche Paolo richiama questo concetto scrivendo ai romani:

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.

Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.

Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati.

Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.

(Romani 1:18-32)

 

Dio ha abbandonato Gesù, che si era caricato di tutto il nostro peccato, ora per Gesù è giunto il momento di bere il calice… …l’abbandono di Dio a causa del peccato… …è la maledizione incarnata… …è il maledetto che è appeso al legno (cfr Galati 3:13).

E Dio, che non ha riguardi personali… …lo abbandona!

 

***

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era già compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete».

C'era lì un vaso pieno d'aceto; posta dunque una spugna, imbevuta d'aceto, in cima a un ramo d'issopo, l'accostarono alla sua bocca.

(Giovanni 19:28-29)

 

E’ arrivato il momento di bere!

Non lo era prima, c’erano altre Parole da dire… …Parole di Vita!

Ora si, è il momento di bere il calice della sofferenza, quel calice di cui Gesù parlava ai Suoi discepoli:

Gesù rispose: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere?»

Essi gli dissero: «Sì, lo possiamo».

Egli disse loro: «Voi certo berrete il mio calice; ma quanto al sedersi alla mia destra e alla mia sinistra, non sta a me concederlo, ma sarà dato a quelli per cui è stato preparato dal Padre mio». (Matteo 20:22-23)

 

Quello stesso calice di cui parlava a Dio nel Getsemani:      

Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice!

Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi. (Matteo 26:39)

 

Quello stesso calice che noi ricordiamo nella Cena del Signore:

Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. (1 Corinzi 11:25)

 

Quello stesso calice di benedizione per noi (cfr 1 Corinzi 10:16), è stato di maledizione per Lui!

 

***

Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È compiuto!»

E, chinato il capo, rese lo spirito.

(Giovanni 19:30)

Giovanni introduce questa sesta Parola dicendo: Quando Gesù ebbe preso l'aceto.

E’ COMPIUTO!

Quando Gesù beve il calice della maledizione, firma il Patto Eterno!

Si sente il fracasso della testa del serpente schiacciata!

E’ LA VITTORIA!               E’ IL TRIONFO!

 

Gesù attendeva con apprensione questo momento:

Vi è un battesimo del quale devo essere battezzato; e sono angosciato finché non sia compiuto! (Luca 12:50)

 

Gesù è venuto per compiere questo atto di giustizia divina:

Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.

Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto.

Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli.

Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli. (Matteo 5:17-20)

 

Ed è proprio con la stessa fedeltà che Gesù ha compiuto questo Patto, porterà a compimento l’Opera in noi:

Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti.

(Efesini 1:22-23)

 

Colui che aveva sete… …ha bevuto il calice della maledizione ed ora E’ COMPIUTO e può veramente dissetare chiunque ha sete:

Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine.

A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita. (Apocalisse 21:6)

 

***

Era circa l'ora sesta, e si fecero tenebre su tutto il paese fino all'ora nona; il sole si oscurò.

La cortina del tempio si squarciò nel mezzo.

Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio».

Detto questo, spirò.

(Luca 23:45-46)

 

Ora che l’Opera è compiuta, Gesù può “rendere lo spirito”, può addormentarsi nelle mani del Padre!

Gesù rese lo spirito, non morì per cause naturali… …decise di morire, Egli disse:

Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi.

Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me.

Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla.

Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio. (Giovanni 10:17-18)

 

Con questa Parola Gesù ha voluto dichiarare:

-  la Sua completa dipendenza da Dio, nella vita e nella morte;

-  la Sua totale fiducia in Dio, nella vita e nella morte.

 

Pietro lo dipinge così:

Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti. (1 Pietro 2:23-24)

 

***

Queste sono le sette Parole di Grazia di Gesù Cristo (sette è il numero della completezza), a totale compimento della missione affidatagli nella sua prima venuta.

 

***

Egli è stato fedele in ogni cosa… …la Parola ci dice che Egli verrà una seconda volta, ma con una missione totalmente diversa… … giudizio, vendetta, purificazione… …la Parola non sarà più una Grazia ma una Spada… …con la medesima fedeltà:

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco.

Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.

I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.

Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.

Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.

Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente.

E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.

Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole. Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite! Radunatevi per il gran banchetto di Dio; per mangiare carne di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d'ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi».

E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito.

Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine.

Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.

Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.           (Apocalisse 19:11-21)

 

Sarà un ritorno con tutta un’altra missione.

Non ci sarà più Grazia, ma Giustizia, una Giustizia eseguita con tutta la severità, contro coloro che non si sono ravveduti dal loro stato di peccato, che non hanno confessato, come il ladrone redento, il proprio peccato ed hanno abbracciato il PERDONO offerto da Cristo.

Ascoltiamo l’esortazione solenne dell’autore della lettera agli ebrei:

Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?

Questa, dopo essere stata annunciata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà. (Ebrei 2:1-4)

 

E consideriamo con attenzione l’estremo invito di Gesù:

Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere.

Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.

Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città!

Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna.

Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese.

Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino».

Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni».

E chi ode, dica: «Vieni».

Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.

(Apocalisse 22:12-17)

 

***

Ora, o re, siate saggi;
lasciatevi correggere, o giudici della terra.
Servite il SIGNORE con timore,
e gioite con tremore
.
Rendete omaggio al figlio,
affinché il SIGNORE non si adiri
e voi non periate nella vostra via,
perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare.
Beati tutti quelli che confidano in lui!

(Salmo 2:10-12)

Gianni Marinuzzi