La Scrittura

 

  

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra. Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.  (2 Timoteo 3:10-17)

 

***

 Paolo scrive questa lettera al suo amato Timoteo, discepolo fedele e nel quale egli ha investito molto.

Paolo prossimo al martirio, intende con questa lettera, lasciare il proprio testamento spirituale al suo amato discepolo.

E’ perfettamente conscio che i tempi per una persecuzione massiccia si stanno preparando e, nel timore dei possibili scoraggiamenti, intende rafforzare la fede di Timoteo affinchè l’Opera del Signore possa proseguire anche per suo mezzo.

Scrive questa lettera da una prigione dove è rinchiuso e dove ha sperimentato tutto il peggio che un uomo possa sperimentare, la solitudine, la persecuzione, l’abbandono di tutti (anche dei fratelli in fede), “vede” avvicinarsi ormai la sua esecuzione capitale, possiamo vedere questo nelle sue parole:

Tu sai questo: che tutti quelli che sono in Asia mi hanno abbandonato, tra i quali Figello ed Ermogene (2 Timoteo 1:15)

 

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

Cerca di venir presto da me, perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n'è andato a Tessalonica.

Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia.

Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero. Tichico l'ho mandato a Efeso.

Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene.

Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere. Guàrdati anche tu da lui, perché egli si è opposto violentemente alle nostre parole.

Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato! Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato liberato dalle fauci del leone.

Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

(2 Timoteo 4:6-18)

 

In un contesto di persecuzione, di sofferenza, Paolo vuole incoraggiare il suo discepolo Timoteo a continuare l’Opera di Dio, senza timori, senza paure in un mondo ostile.

Non nasconde niente al suo discepolo, anzi lo preavverte di tutte le aspre difficoltà ed esperienze amare che dovrà affrontare, ma gli presenta Colui che è sovrano, la cui Parola può compiere un Opera sublime in lui.

Paolo, nella lettera ispirata dallo Spirito Santo, incoraggia Timoteo a:

- fortificarsi in vista della prova:

Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.  (2 Timoteo 2:1-2)

- soffrire anch’egli per il Vangelo:

Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.

Uno che va alla guerra non s'immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato.

Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.

Il lavoratore che fatica dev'essere il primo ad avere la sua parte dei frutti.

Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.  (2 Timoteo 2:3-7)

- ricordarsi di Gesù Cristo

Prima di esortare Timoteo, Paolo gli scrive di ricordarsi di Gesù Cristo, e della Sua risurrezione, trovando in questo e nell’amore per le anime, gli “stimoli” per perseverare:

Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata.

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.  (2 Timoteo 2:8-13)

Questo perché è fondamentale che la Forza Timoteo non la ricerchi in sé stesso, ma in Gesù Cristo, la Parola di Dio fatta carne.

 

Timoteo non deve quindi farsi influenzare dai propri pensieri, dalle circostanze più o meno favorevoli, ma solo ed esclusivamente dalla Parola di Dio.

- non sprecare energie in cose futili:

            evita le chiacchiere profane,  (2 Timoteo 2:16)

 

Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro.

Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese(2 Timoteo 2:22-23)

- presentarsi come uomo approvato davanti a Dio, predicando la Parola in modo retto:

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.  (2 Timoteo 2:15)

 

In ogni modo a concentrarsi sullo scopo del Vangelo: la salvezza delle anime:

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

(2 Timoteo 2:10)

Tutto questo, trovando forze ed energia nella Parola di Dio, trasmessa a noi dagli apostoli, da coloro che sono di dodici fondamenti delle mura della nuova Gerusalemme, la Sposa dell’Agnello, la Città Santa (cfr Apocalisse 21)

 

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 La Parola di Dio è quella espressione divina capace di compiere il pensiero di Dio stesso:

-          Dio ha creato i cieli e la terra con la Parola. (cfr Genesi 1 e 2)

-          Dio ha pronunciato la Legge:

Allora Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto…

(Esodo 20:1)

-          Dio ha parlato ai profeti dell’Antico Patto dando loro precise istruzioni e precise profezie….

-          La Parola di Dio è stata fatta carne nella persona di Gesù Cristo:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.  Essa era nel principio con Dio.

Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre(Giovanni 1:1-14)

 

La testimonianza scritta dagli apostoli, dai testimoni oculari, scelti da Gesù Cristo, è pervenuta a noi nella Scrittura, quella Scrittura che è la Parola di Dio:

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.  (Ebrei 1:1-3)

 

Ora noi abbiamo la Parola di Dio nelle mani sotto forma scritta e Paolo ricorda a Timoteo che questa Scrittura è ispirata da Dio…

Il termine “ispirata” non è da confondere con il termine attuale che significa “suggerita”, ma è letterarlmente “respirata”.

Tutta la Parola di Dio, (ogni scrittura) è il respiro di Dio, è quell’”alito vitale”, che porta vita nell’uomo!

Tutta la Parola di Dio, (ogni scrittura) è uscita dalla bocca di Dio!

 

Anche Pietro ci parla della origine divina della Scrittura:

Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.  (2 Pietro 1:20-21)

 

Ci sono stati dei momenti nei quali Dio, a causa del perdurare ostinato dello stato di peccato di persone alle quali Egli una volta parlava, non ha parlato più…, e questo silenzio di Dio ha avuto delle conseguenze devastanti:

            Ma Dio dice all'empio:

«Perché vai elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto, tu che detesti la disciplina e ti getti dietro alle spalle le mie parole?

Se vedi un ladro, ti diletti della sua compagnia, e ti fai compagno degli adùlteri.

Abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua trama inganni.

Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre.

Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.

Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché io non vi laceri e nessuno vi liberi. Chi mi offre come sacrificio il ringraziamento, mi glorifica, e a chi regola bene il suo comportamento, io farò vedere la salvezza di Dio».   (Salmo 50:16-23)

 

Il salmista Asaf ci fa comprendere una cosa fondamentale, il silenzio di Dio, porta l’uomo a farsi un dio a propria immagine e somiglianza!

Se noi non osserviamo la Parola di Dio, la facciamo “tacere” non ascoltandola, noi ci faremo un immagine di Dio completamente errata, non saremo noi ad essere trasformati nella Sua stessa immagine (cfr 2 Corinzi 3:18), ma sarà quel “dio” falso che diventerà a nostra immagine!

 Allora dobbiamo farci delle domande:

-          La Scrittura è la nostra priorità?

-          La Scrittura è il nostro punto di riferimento?

-          La Scrittura… …la conosciamo? E’ l’oggetto dei nostri studi?

 

Davide ci dice che la Parola di Dio (la Legge) è perfetta:

La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima;

la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice.  (Salmo 19:7)

 

Se noi non ci fondiamo e non ci nutriamo costantemente della Parola la nostra “crescita” non potrà essere perfetta, completa, saremo costantemente mancanti di quella conoscenza che ci rende liberi e forti spiritualmente, in grado di poter bene operare.

 

 Anche Giacomo ce lo garantisce:

Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.  (Giacomo 1:25)

 

La Parola di Dio ( le cose udite) è ferma, molto più delle “parole degli angeli”:

Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?

Questa, dopo essere stata annunciata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.  (Ebrei 2:1-4)

 Se noi non ci fondiamo e non ci nutriamo costantemente della Parola la nostra vita non sarà stabile, saremo costantemente catturati dal dubbio ed oggetto di continuo stato di confusione.

 

Pietro ci dice che la Parola di Dio (la Parola profetica) è salda:

Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.   (Salmo 19:7)

 

Se noi non ci fondiamo e non ci nutriamo costantemente della Parola la nostra vita non sarà salda, saremo costantemente vittima di “venti di dottrina” e non potremo crescere in modo sano verso Colui che è il capo, cioè Cristo:

Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.  (Efesini 4:10-15)

 

Gesù stesso, il nostro supremo esempio, la “Parola fatta carne” (cfr Giovanni 1:14), superò la tentazione e scacciò il diavolo (cfr Luca 4), proprio contrastando i suoi “fendenti”, con “la spada dello Spirito che è la Parola di Dio” (cfr Efesini 6:17).

Chi saremo noi per non fare altrettanto?

Siamo forse più forti di Lui?

Come possiamo trascurare una così perfetta, ferma, salda Parola divina?

Essa dovrebbe essere l’oggetto dei nostri pensieri in ogni momento, dovrebbe essere il nostro “manuale” in ogni istante della nostra vita, davanti ad ogni scelta, situazione… …è per questo che dobbiamo conoscerla, studiarla, farla nostra, viverla, lasciarci trasformare e rinnovare da Essa….

 

***

 Tornando al nostro testo, Paolo in questa lettera vuole ricordare a Timoteo la indispensabile utilità della Scrittura in tutti gli aspetti del ministero che egli deve svolgere, difatti nelle esortazioni di Paolo a Timoteo, troviamo che egli deve:

- insegnare:

Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.   (2 Timoteo 2:1)

 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta. Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.   (2 Timoteo 2:14-15)

 Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.   (2 Timoteo 2:24-26)

 Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio. (2 Timoteo 4:1-5)

 

Senza la Scrittura non possiamo conoscere Dio.

 - riprendere, correggere ed educare alla giustizia:

 La Scrittura è utile a rigettare l’errore e a riprendere colui che persiste nell’errore e nel peccato, infatti già nella prima lettera a Timoteo, Paolo ordinava così:

Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, perché anche gli altri abbiano timore.   (1 Timoteo 5:20)

 

La riprensione è poi seguita dalla correzione, ovvero a rimettere nella giusta strada e ad educare:

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.   (2 Timoteo 2:24-26)

 Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.   (2 Timoteo 4:1-2)

 

Paolo scrive a Timoteo che ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

 Senza assimilare la Scrittura, l’uomo di Dio, rimane incompleto e impreparato nell’operare, ci rendiamo conto di questo?

 

Consideriamo che qui Paolo parla di “uomini di Dio”, non sta parlando di pagani…

 quanti “uomini di Dio” trascurano lo studio della Parola di Dio?

 quanti “uomini di Dio” non vivono la Parola di Dio e non la prendono sul serio?

 quanti “uomini di Dio” pensano che la Parola di Dio non sia più attuale e ne insegnano una “diversa”? 

quanti “uomini di Dio” pensano che la Parola di Dio non sia più “UTILE”?

 

Se la Scrittura non è per noi la nostra priorità assoluta, noi saremo degli uomini di Dio che cadono spesso e volentieri nell’errore, camminiamo in sentieri deviati dalla retta via e siamo figli maleducati.   Pensiamo ed applichiamo questi concetti ai nostri figli… saremo felici di avere dei figli così?

 

Gesù disse durante il sermone sulla montagna:   Voi dunque siate perfetti (completi), come è perfetto il Padre vostro celeste.   (Matteo 5:48)

E dichiarò:  Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.   (Matteo 24:35)

 

Giacomo scrive che l’Opera di Dio in noi ci rende, perfetti, completi, di nulla mancanti (cfr Giacomo 1:4), ma come si può realizzare questo se trascuriamo la Parola di Dio?

Se vogliamo “operare bene”, dobbiamo nutrirci, assimilare, vivere la Parola di Dio; solo così potremo essere ben preparati per ogni opera buona.

Paolo nelle sue lettere mette sempre in relazione una sana dottrina con un “buon operare”:

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.  (Colossesi 1:9-12)

 

Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera. Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola.  (2 Tessalonicesi 2:15-17)

 

Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta. Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità. Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto, uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni. Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore».

In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona.

(2 Timoteo 2:21)

 

Lo scopo della Scrittura è proprio questo per gli uomini di Dio, la salvezza delle anime, non solo nel senso di rinascere, ma quello di essere “sanati” (“guarigione” e “salvezza” in greco hanno la stessa radice “sozo”), e la “salvezza delle anime” è come dire la “guarigione delle anime”, rendere l’uomo “completo”, non “martoriato dalla lebbra del peccato” e capaci di servire, “preparato per operare bene”.

Paolo scriveva agli efesini:

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.   (Efesini 2:8-10)

 

Ma senza vivere nella Parola di Dio non potremo portare a termine in modo dignitoso quelle “buone opere preparate da Dio affinchè le pratichiamo”.

 Dio ci ha benedetto di ogni benedizione spirituale nella persona di Gesù Cristo, la Parola fatta carne, cosa ne faremo noi?

 Sarà Essa l’unico scopo della nostra vita?

 Sarà Essa il nostro riferimento assoluto?

 Sarà Essa la priorità assoluta?

 Siamo uomini di Dio?

 Se siamo uomini di Dio, come consideriamo la Sua Parola?

 

***

 Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,

che non si ferma nella via dei peccatori;

né si siede in compagnia degli schernitori;

ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE,

e su quella legge medita giorno e notte.

(l’attaccamento alla Parola di Dio)

Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli,

il quale dà il suo frutto nella sua stagione,

e il cui fogliame non appassisce;

e tutto quello che fa, prospererà.

(Le buone opere)

(Salmo 1:1-3)

 

Gianni Marinuzzi