L'utilità della Scrittura

 

 

La Scrittura è un meraviglioso dono di Dio,

·         cosa ne facciamo?

·         utilizziamo questo dono?

·         ne facciamo un uso corretto?

 

Nella prima lettera di Paolo ai corinzi, l’apostolo dimostra come sia importante riconoscere i doni spirituali, ,ma insegna anche come utilizzarli in modo corretto.

Un “non uso” o “un uso sbagliato” di un dono, anziché servire per l’edificazione può essere distruttivo!

Dobbiamo quindi esaminare quale sia il nostro approccio con la Parola di Dio!

 

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 L’APPROCCIO ALLA PAROLA DI DIO IN SENSO GENERALE

L’approccio dell’uomo con la Parola di Dio è sempre stato “problematico”…

Fin dai tempi dell’Eden:

Hai forse mangiato del frutto dell'albero, che ti avevo comandato di non mangiare? (Genesi 3:11)

Ancora oggi tutto quello che Dio dice sembra debba essere provato, dimostrato, accettato dalla nostra cultura, ,sottoposto alla ragione, mentre tutto quello che dice il mondo (ed il principe di questo mondo) viene accettato senza alcun pregiudizio o esame.

Eppure Dio ha parlato, nei tempi, in molti modi ed in molte maniere, ed in ultimo ha parlato per mezzo di Suo Figlio:

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. (Ebrei 1:1-2)

 

Gesù Cristo ha parlato ai Suoi tempi terreni ed ha poi delegato la Sua Parola ai Suoi apostoli scelti:

Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno.

Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Santificali nella verità: la tua parola è verità.

Come tu hai mandato me nel mondo, anch'io ho mandato loro nel mondo.

Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità.
Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola.
(Giovanni 17:14-20)

 

e questa parola apostolica è giunta fino a noi nella Scrittura neotestamentaria.

Ora noi abbiamo a nostra disposizione la Scrittura completa, come ci approcciamo ad Essa?

E’ sintomatico quello che Gesù disse ai due discepoli sulla via di Emmaus, in preda allo sconforto per non aver creduto alla Parola profetica:          

O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! (Luca 24:25)

 

Davanti alla Scrittura, abbiamo anche noi un atteggiamento scettico?

I motivi possono essere i più disparati:

- la Scrittura non è più attuale,

- la Scrittura non è più sostenibile culturalmente,

- la Scrittura non è da prendere alla “lettera”, (per non dire “sul serio”)

 Davanti alle profetizzate difficoltà degli ultimi tempi, come ci approcciamo noi alla Scrittura?

 

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L’APPROCCIO ALLA PAROLA DI DIO DELL’UOMO NATURALE

E L’INSEGNAMENTO PER L’UOMO DI DIO

 Paolo scriveva così al discepolo Timoteo:

Circa l’incredulità ed il materialismo del mondo:

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati!  (2 Timoteo 3:1-5)

 

L’atteggiamento che Paolo esorta a mantenere di fronte a queste cose è:

- allontanati da costoro,

- sopporta le sofferenze che ne conseguono e persevera:

Tu invece hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia pazienza, il mio amore, la mia costanza, le mie persecuzioni, le mie sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra.

Sai quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.

Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.

Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. (2 Timoteo 3:10-17)

 

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L’APPROCCIO ALLA PAROLA DI DIO DELL’UOMO RELIGIOSO

E L’INSEGNAMENTO PER L’UOMO DI DIO

 

Circa l’incredulità e l’allontanamento della verità dei “religiosi”:

verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.  (2 Timoteo 4:3-4)

 

L’atteggiamento che Paolo esorta a mantenere di fronte a queste cose è:

Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio. (2 Timoteo 4:5)

 

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L’APPROCCIO ALLA PAROLA DI DIO DELL’UOMO DI DIO

Paolo scrive questa lettera al suo amato Timoteo, discepolo fedele e nel quale egli ha investito molto.

Paolo prossimo al martirio, intende con questa lettera, lasciare il proprio testamento spirituale al suo amato discepolo.

E’ perfettamente conscio che i tempi per una persecuzione massiccia si stanno preparando e, nel timore dei possibili scoraggiamenti, intende rafforzare la fede di Timoteo affinché l’Opera del Signore possa proseguire anche per suo mezzo.

 

Scrive questa lettera da una prigione dove è rinchiuso e dove ha sperimentato tutto il peggio che un uomo possa sperimentare, la solitudine, la persecuzione, l’abbandono di tutti (anche dei fratelli in fede), “vede” avvicinarsi ormai la sua esecuzione capitale, possiamo vedere questo nelle sue parole:

Tu sai questo: che tutti quelli che sono in Asia mi hanno abbandonato, tra i quali Figello ed Ermogene (2 Timoteo 1:15)

 

Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto.

Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.

Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.

Cerca di venir presto da me, perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n'è andato a Tessalonica.

Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia.

Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero. Tichico l'ho mandato a Efeso.

Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene.

Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere.

Guàrdati anche tu da lui, perché egli si è opposto violentemente alle nostre parole.

Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato! Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte, affinché per mezzo mio il messaggio fosse proclamato e lo ascoltassero tutti i pagani; e sono stato liberato dalle fauci del leone.

Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste.

A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (2 Timoteo 4:6-18)

 

In un contesto di persecuzione, di sofferenza, Paolo vuole incoraggiare il suo discepolo Timoteo a continuare l’Opera di Dio, senza timori, senza paure in un mondo ostile.

Non nasconde niente al suo discepolo, anzi lo preavverte di tutte le aspre difficoltà ed esperienze amare che dovrà affrontare, ma gli presenta Colui che è sovrano, la cui Parola può compiere un Opera sublime in lui.

 

Paolo, nella lettera ispirata dallo Spirito Santo, incoraggia Timoteo a:

- fortificarsi in vista della prova:

Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. (2 Timoteo 2:1-2)

- soffrire anch’egli per il Vangelo:

Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù,

Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.

(tratto da 2 Timoteo 2:3-7)

- ricordarsi di Gesù Cristo risorto dai morti

Prima di esortare Timoteo, Paolo gli scrive di ricordarsi di Gesù Cristo, e della Sua risurrezione, trovando in questo e nell’amore per le anime, gli “stimoli” per perseverare:

Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata.

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2 Timoteo 2:8-13)

 

Questo perché è fondamentale che la Forza Timoteo non la ricerchi in sé stesso, ma in Gesù Cristo, la Parola di Dio fatta carne.

Timoteo non deve quindi farsi influenzare dai propri pensieri, dalle circostanze più o meno favorevoli, ma solo ed esclusivamente dalla Parola di Dio.

 

Timoteo non deve sprecare energie in cose futili:

evita le chiacchiere profane. (2 Timoteo 2:16)

Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro.

Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese. (2 Timoteo 2:22-23)

 

Timoteo deve presentarsi come uomo approvato davanti a Dio, predicando la Parola in modo retto:

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità. (2 Timoteo 2:15)

 

In ogni modo a concentrarsi sullo scopo del Vangelo: la salvezza delle anime:

Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.  (2 Timoteo 2:10)

 

Tutto questo, trovando forze ed energia nella Parola di Dio, ,la stessa Parola trasmessa a noi dagli apostoli, da coloro che sono di dodici fondamenti delle mura della nuova Gerusalemme, la Sposa dell’Agnello, la Città Santa (cfr. Apocalisse 21)

 

Quella Parola che è quella espressione divina capace di compiere il pensiero di Dio stesso:

-          Dio ha creato i cieli e la terra con la Parola. (cfr Genesi 1 e 2)

-          Dio ha pronunciato la Legge: Allora Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto. (Esodo 20:1)

-          Dio ha parlato ai profeti dell’Antico Patto dando loro precise istruzioni e precise profezie.

-          La Parola di Dio è stata fatta carne nella persona di Gesù Cristo:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.  Essa era nel principio con Dio.

Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.

La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.

È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. (Giovanni 1:1-14)

 

La testimonianza scritta dagli apostoli, dai testimoni oculari, scelti da Gesù Cristo, è pervenuta a noi nella Scrittura, quella Scrittura che è la Parola di Dio:

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.

Egli (La Parola), che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:1-3)

 

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LA PAROLA DI DIO E’ UTILE

Ora noi abbiamo la Parola di Dio nelle mani sotto forma scritta e Paolo ricorda a Timoteo che questa Scrittura è ispirata da Dio.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.  (2 Timoteo 3:17)

 

Il termine “ispirata” non è da confondere con il termine attuale che significa “suggerita”, ma è letteralmente “respirata”.

Tutta la Parola di Dio, (ogni scrittura) è il respiro di Dio, è quell’”alito vitale”, che porta vita nell’uomo!

Quando leggiamo la Scrittura dobbiamo sentire il respiro di Dio!

Tutta la Parola di Dio, (ogni scrittura) è uscita dalla bocca di Dio!

 

Anche Pietro ci parla della origine divina della Scrittura:

Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. (2 Pietro 1:20-21)

 

Allora dobbiamo farci delle domande:

-          La Scrittura è la nostra autorità?

-          La Scrittura è la nostra priorità?

-          La Scrittura è il nostro punto di riferimento?

-          La Scrittura, la conosciamo? E’ l’oggetto dei nostri studi?

-          E se la Scrittura non proviene da un'interpretazione personale, perché noi la vogliamo interpretare sulla base dei nostri parametri? (la cultura, il “progresso”, l’attualità)

 

Davide ci dice che la Parola di Dio (la Legge) è perfetta:

La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice. (Salmo 19:7)

 

Anche Giacomo ce lo garantisce:

Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. (Giacomo 1:25)

 Se noi non ci fondiamo e non ci nutriamo costantemente della Parola perfetta la nostra “crescita” non potrà essere perfetta, completa, saremo costantemente mancanti di quella conoscenza che ci rende liberi e forti spiritualmente, in grado di poter bene operare.

 

Pietro ci dice che la Parola di Dio (la Parola profetica) è salda:

Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. (2 Pietro 1:19)

 

Se noi non ci fondiamo e non ci nutriamo costantemente della Parola profetica la nostra vita non sarà salda, saremo costantemente vittima di “venti di dottrina” e non potremo crescere in modo sano verso Colui che è il capo, cioè Cristo:

Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. (Efesini 4:10-15)

 

Gesù stesso, il nostro supremo esempio, la “Parola fatta carne” (cfr Giovanni 1:14), superò la tentazione e scacciò il diavolo (cfr Luca 4), proprio contrastando i suoi “fendenti”, con “la spada dello Spirito che è la Parola di Dio” (cfr Efesini 6:17).

 

Chi saremo noi per non fare altrettanto?

Siamo forse più forti di Lui?

Come possiamo trascurare una così perfetta, salda Parola divina?

Essa dovrebbe essere l’oggetto dei nostri pensieri in ogni momento, dovrebbe essere il nostro “manuale” in ogni istante della nostra vita, davanti ad ogni scelta, situazione, ,è per questo che dobbiamo conoscerla, studiarla, farla nostra, viverla, lasciarci trasformare e rinnovare da Essa,.

 

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. (2 Timoteo 3:17)

 

Tornando al nostro testo, Paolo in questa lettera vuole ricordare a Timoteo la indispensabile utilità della Scrittura in tutti gli aspetti del ministero che egli deve svolgere, difatti nelle esortazioni di Paolo a Timoteo, troviamo che egli deve:

 - insegnare:

Tu dunque, figlio mio, fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. (2 Timoteo 2:1)

 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità. (2 Timoteo 2:14-15)

 

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.

Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà. (2 Timoteo 2:24-26)

 Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.

Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.

Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio. (2 Timoteo 4:1-5)

Senza la Scrittura non possiamo conoscere Dio.

 

- riprendere, correggere ed educare alla giustizia:

La Scrittura è utile a rigettare l’errore e a riprendere colui che persiste nell’errore e nel peccato, infatti già nella prima lettera a Timoteo, Paolo ordinava così:

Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, perché anche gli altri abbiano timore. (1 Timoteo 5:20)

 

La riprensione è poi seguita dalla correzione, ovvero a rimettere nella giusta strada e ad educare alla giustizia (perché dobbiamo riconoscere che siamo stati male educati alla Giustizia):

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà. (2 Timoteo 2:24-26)

 Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. (2 Timoteo 4:1-2)

 

Paolo scrive a Timoteo che ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

 

Senza assimilare la Scrittura, l’uomo di Dio, rimane incompleto e impreparato nell’operare, ci rendiamo conto di questo?

 

Consideriamo che qui Paolo parla di “uomini di Dio”, non sta parlando di pagani,

 

SE SIAMO UOMINI DI Dio…

QUAL’E’ LA NOSTRA POSIZIONE DAVANTI ALLA PAROLA DI DIO?

 

Se la Scrittura non è per noi la nostra priorità assoluta, noi saremo degli uomini di Dio che cadono spesso e volentieri nell’errore, camminiamo in sentieri deviati dalla retta via e saremo dei figli maleducati.

Pensiamo ed applichiamo questi concetti ai nostri figli, ,saremo felici di avere dei figli così?

Gesù disse durante il sermone sulla montagna:

Voi dunque siate perfetti (completi), come è perfetto il Padre vostro celeste. (Matteo 5:48)

 

E dichiarò: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (Matteo 24:35)

 

Giacomo scrive che l’Opera di Dio in noi ci rende, perfetti, completi, di nulla mancanti (cfr Giacomo 1:4), ma come si può realizzare questo se trascuriamo la Parola di Dio?

 

Se vogliamo “operare bene”, dobbiamo nutrirci, assimilare, vivere la Parola di Dio; solo così potremo essere ben preparati per ogni opera buona.

 

Paolo nelle sue lettere mette sempre in relazione una sana dottrina con un “buon operare”:

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. (Colossesi 1:9-12)

 

Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera. Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola. (2 Tessalonicesi 2:15-17)

 

Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta.

Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.

Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto, uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni.

Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore».

In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona. (2 Timoteo 2:14-21)

 

Lo scopo della Scrittura è anche questo per gli uomini di Dio, la salvezza delle anime, non solo nel senso di rinascere, ma quello di essere “sanati” (“guarigione” e “salvezza” in greco hanno la stessa radice “sozo”), e la “salvezza delle anime” è come dire la “guarigione delle anime”, rendere l’uomo “completo”, non “martoriato dalla lebbra del peccato” e capaci di servire, “preparato per operare bene”.

 

Paolo scriveva agli efesini:

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.

Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (Efesini 2:8-10)

 Ma senza vivere nella Parola di Dio non potremo portare a termine in modo dignitoso quelle “buone opere preparate da Dio affinché le pratichiamo”.

 

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LA PAROLA DI DIO E’ UTILE ANCHE NELLA GRAZIA

 Ma qualcuno potrà obiettare, ma noi siamo nella Grazia, sì ma la Grazia è una Grazia che insegna qualcosa:

Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.

Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. (Tito 2:11-14)

 

La Grazia di Dio, quindi ci insegna a:

a.    Rinunciare alla empietà

b.    Rinunciare alle passioni mondane per vivere in questo mondo:

- Moderatamente

- Giustamente

- In modo santo

- Aspettando la beata Speranza e l’apparizione della Gloria del nostro Grande Dio e Salvatore Cristo Gesù.

 

a.        Rinunciare alla empietà

Paolo scriveva nello stesso periodo a Timoteo circa il mistero della pietà:

Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria. (1 Timoteo 3:16)

                       

Se la pietà è descritta come la manifestazione di Gesù Cristo in carne, la Sua giustificazione nello Spirito, la Sua apparizione agli angeli, la Sua predicazione fra le nazioni, il fatto che sia creduto nel mondo e la Sua elevazione in Gloria, possiamo facilmente capire cos’è l’empietà:

 

La manifestazione in carne di Cristo

La manifestazione in carne dell’Anticristo

La Sua giustificazione dello Spirito

La sua attitudine al peccato che conduce a morte

La Sua apparizione agli angeli

La Sua apparizione ai demoni

La Sua predicazione fra le nazioni

La predicazione dell’ Anticristo

E stato creduto nel mondo

E’ stato creduto nel mondo

La Sua elevazione in Gloria  

La sua elevazione in gloria

 

D’altronde Paolo scriveva così ai tessalonicesi:

Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.

E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta.

La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.

Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati. (2 Tessalonicesi 2:7-12)

 

La Grazia di Dio quindi ci insegna quindi come prima cosa a rinunciare a tutto questo...

Il non rinunciare a questo significa:

- essere influenzati ancora dallo spirito dell’anticristo;

- il subire quello stato di confusione, di continuo dubbio circa il nostro cammino, la nostra posizione in Cristo, che sperimentiamo quando “non rinunciamo all’empietà”

- il “non sperimentare” la nostra vittoria in Cristo!

Il rinunciare all’empietà non è solo un fatto mentale, è uno “stile di vita” molto pratico, risultante dalla Parola della Grazia assimilata per fede.

 

b.        Rinunciare alle passioni mondane (mondane concupiscenze)

Dopo aver rinunciato ad una vita condotta dallo spirito dell’anticristo, la Grazia ci insegna anche a rinunciare alle mondane concupiscenze.

Le mondane concupiscenze sono tutte quelle “ambizioni”, “voglia di possedere”, cose che ci “legano” a questo mondo e ci frustrano e occupano le nostre menti e tutti le nostre energie.

 

La concupiscenza toglie la gioia del Signore:

L'accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il popolo fu presa da concupiscenza; e anche i figli d'Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire: «Chi ci darà da mangiare della carne? (Numeri 11:4)

 

Ben diverso è l’insegnamento di Paolo:

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.

Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. (1 Timoteo 6:6-10)

 

La concupiscenza è uno degli elementi che produce il peccato:

Giacomo infatti scriveva:

Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.

Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.(Giacomo 1:13-15)

 

Per questo Giovanni scrive:

Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui.

Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. (1 Giovanni 2:15-17)

 

La Parola della Grazia, assimilata per fede ci insegna a rinunciare alle mondane concupiscenze, e questo nuovo “stile di vita”, ci porta a fare un uso corretto delle cose del mondo, alle quali non siamo chiamati a non farne uso (l’apostolo ci dice di “vivere in questo mondo”), ma a non dedicare la nostra vita per le sue “ricchezze”.

 

Alla luce di questi insegnamento dobbiamo quindi guardare alle cose del mondo con nuovi occhi.

Le nostre scelte di vita, (amore, scuola, lavoro, hobbies, tempo libero, ) dovrebbero essere fatte non sui valori vani di questo mondo, ma alla luce della nostra nuova vita in Cristo.

Dovremo forse chiederci, quando immaginiamo il nostro futuro lavoro:

Quale potrebbe essere un lavoro che mi permetta di guadagnare il giusto e avere tempo ed energie da dedicare al Signore?

Dovremo magari pensare, quando immaginiamo la compagna della nostra vita ( se non riusciamo a vivere senza legami matrimoniali ):

Come vorrei che fosse la mia/o compagna/o di vita? Quali doti cerco?

Questo nuovo stile di vita, ci porta a vivere in questo mondo, guardando oltre la nostra stessa vita, ad “investire” nella Vita Eterna, e quindi fare un uso di questo mondo:

- moderato, quindi strettamente necessario”, senza mai lasciarci dominare;

- giusto, evitando accuratamente tutto quanto è ingiusto e ci porta lontano dal pensiero di Cristo;

- in modo santo, ovvero separato, mai vivere in questo mondo come essendo del mondo, ma da “forestieri e pellegrini”, proprio come gli esempi di fede descritti nella lettera agli ebrei:

Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.

Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi!

Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città. (Ebrei 11:13-16)

 

- aspettando la beata Speranza e l’apparizione della Gloria del nostro Grande Dio e Salvatore Cristo Gesù.

 

La Grazia di Dio ci insegna quindi a vivere in una attesa continua dell’unica cosa che conta, che ci porterà la piena consolazione e stato di beatitudine, che nulla sulla terra può darci.

 

Una Grazia di Dio che non insegna queste cose, che ci lascia indifferenti davanti al nostro peccato, che non ci insegna a rinunciare alle nostre concupiscenze, è una grazia volta in dissolutezza, ,e dobbiamo vegliare su questo perché Giuda ci parla apertamente di questo rischio, ,tra quelli che sono in mezzo a noi:

Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.

questi visionari contaminano la carne nello stesso modo (come gli angeli decaduti e come gli abitanti di Sodoma e Gomorra), disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità.

parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.

Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno.

Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse.

sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.

(tratto da Giuda 4-19)

 

***

CONCLUSIONE

Isaia profetizzava così contro l’Israele infedele:

            Alla legge! Alla testimonianza!» (Oggi diremmo “ALLA SCRITTURA”)

Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!

Andrà peregrinando per il paese, affranto, affamato; quando avrà fame, si irriterà, maledirà il suo re e il suo Dio; volgerà lo sguardo in alto, lo volgerà verso terra, ed ecco, non vedrà che difficoltà, tenebre, oscurità piena d'angoscia; sarà sospinto in mezzo a fitte tenebre. (Isaia 8:20-22)

 Paolo esorta così i fratelli di Filippi:

Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita, in modo che nel giorno di Cristo io possa vantarmi di non aver corso invano, né invano faticato. (Filippesi 2:14-16)

 

Dio ci ha benedetto di ogni benedizione spirituale, nei luoghi celesti, nella persona di Gesù Cristo, la Parola fatta carne, cosa ne faremo noi?

Sarà Essa l’unico scopo della nostra vita?

Sarà Essa il nostro riferimento assoluto?

Sarà Essa la priorità assoluta?

 

Siamo uomini di Dio?

Se siamo uomini di Dio, come consideriamo la Sua Parola?

 

Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,

che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori;

ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.

(l’attaccamento alla Parola di Dio)

Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli,

il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce;

e tutto quello che fa, prospererà.

(Le buone opere preparate da Dio)

(Salmo 1:1-3)

 

Gianni Marinuzzi