L'inganno dei sensi - l'udito

 

  

I nostri sensi ci trasmettono ciò che noi consideriamo normalmente la realtà.

L’uomo materialista per definizione, crede esclusivamente a ciò che percepisce con i propri sensi e orgogliosamente sfoggia questa sua “scelta di saggezza” dichiarando che lui “crede solo a ciò che vede e tocca”.

Ma senza entrare (per ora) nel campo spirituale è bene ricordarci che i nostri sensi non riescono a trasmetterci la realtà in tutta la sua variegata ampiezza e profondità; basta pensare che:

- il nostro udito ci fa percepire solo una limitata parte di suoni (pensiamo agli ultrasuoni ed infrasuoni): infatti siamo in grado di percepire suoni entro un determinato intervallo di frequenze e pressione sonora;

- la nostra vista ci fa percepire solo una limitata ampiezza di colori che sono compresi in quello che la fisica chiama “lo spettro visibile” (pensiamo ai colori infrarossi ed ultravioletti invisibili alla nostra vista);

- il nostro olfatto non ci fa percepire tutti gli odori; alcuni gas in determinate quantità risultano inodori (per esempio il gas metano, inodore all’olfatto umano e reso percepibile solo con l’aggiunta di un altro gas: il mercaptano);

- il nostro gusto non percepisce ogni tipo di sapore e alcune sostanze a noi risultano prive di gusto a causa delle nostre papille gustative sensibili solo a determinati tipi di sapori;

- il nostro tatto percepisce lo stato solido e liquido ma non percepisce lo stato gassoso, o comunque la nostra sensibilità al tatto è condizionata da molteplici fattori (lo stato dei nervi percettori, il freddo…)

 

Pertanto (anche parlando a livello puramente materiale) non è certamente saggio credere solamente a ciò che si tocca e si vede o che comunque percepiamo con i nostri sensi.

La Parola di Dio ci insegna poi che questo tipo di saggezza è diabolica (ispirata da satana) e lo scopo ultimo di questo malsano modo di ragionare è l’alzarsi orgogliosamente contro Gesù Cristo (quindi contro Dio).

Dio definisce un uomo che ragiona così nel suo intimo, come uno stolto, un uomo che non è in grado di ragionare:

  Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio».   (Salmo 14:1)

L’apostolo Paolo, parlando ai fratelli di Corinto (che si vantavano della loro saggezza che esaltava la loro immagine e la loro apparenza) dichiara:

In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa.

Voi guardate all'apparenza delle cose…    (2 Corinzi 10:3-7)

Da credenti in Cristo, dobbiamo quindi imparare progressivamente a “diffidare” dei nostri sensi ed in questo studio potremo considerare come effettivamente dobbiamo cambiare completamente il nostro modo di pensare, di credere, di vivere nella realtà delle cose.

Infatti Paolo esortava (e ci esorta) questi fratelli di Corinto, proprio in tal senso:

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo (come ci fanno percepire i nostri sensi carnali), il nostro uomo interiore (spirituale) si rinnova di giorno in giorno.

Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.  (2 Corinzi 4:16-18)

 

Il Signore infatti si rivela e dà potenza alle cose che (secondo i nostri sensi) non sono:

Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono…   (1 Corinzi 1:28)

Perché il Signore ha per noi dei programmi assolutamente fuori dalla nostra capacità di immaginare, pensare e sentire:

Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano…   (1 Corinzi 2:9)

E la fede è la dimostrazione proprio di questo:

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.   (Ebrei 11:1-3)

 

Dobbiamo quindi cominciare a considerare che:

Il nostro corpo terreno è soggetto alla corruzione… tutto il nostro corpo.

Giacomo ci porta un esempio che dovremmo ricordarci sempre:

Che cos'è infatti la vostra vita?  Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.   (Giacomo 4:14)

E tali sono, per consistenza i nostri sensi… ed i nostri ragionamenti (se non sono illuminati dalla conoscenza e dalla saggezza di Dio)!

Infatti quando l’uomo muore, tutto ciò che non ha più vita (e se ne va con la salma del defunto) fa parte della natura che è sotto la schiavitù della corruzione, ciò che è salvato è solamente ciò che sopravvive alla morte (l’uomo nuovo spirituale creato da Dio in Cristo Gesù grazie alla nuova nascita) e che sarà rivestito di un nuovo corpo non soggetto alla corruzione quando Gesù Cristo sarà manifestato:

…come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste… Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità.   (tratto da 1 Corinzi 15:49-53)

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.   (1 Giovanni 3:2)

Se questo è ciò che sappiamo, dobbiamo forse rivedere il rapporto che abbiamo con il nostro corpo, con i nostri sensi (le nostre sensazioni alle quali diamo spesso troppa rilevanza), con il nostro discernimento, con tutto ciò che percepiamo attraverso i nostri sensi e che riteniamo (umanamente parlando) tangibile e logico.

In realtà Gesù spese non poche parole su questi argomenti.

Andando al principio possiamo subito notare come i nostri sensi hanno ceduto alle parole del serpente antico:

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»

La donna (L’UDITO) rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”».

Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò (LA VISTA) che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere (LA VISTA) e che l’albero era desiderabile (L’OLFATTO) per acquistare conoscenza; prese (IL TATTO) del frutto, ne mangiò (IL GUSTO) e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.   (Genesi 3:1-6)

In questo passo possiamo notare come i sensi di Eva, sollecitati dal dubbio insinuato dalle parole serpente, sono diventati tutti alleati del nemico di Dio.

Il ragionamento umano che “metabolizza tutti i risultati dei dati che ci trasmettono i nostri sensi” si chiama discernimento.

 

Per questo Salomone scriveva così:

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.

Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.   (Proverbi 3:5-6)

Perché la Scrittura ci insegna che nel momento che l’essere umano ha utilizzato il proprio corpo per dare ascolto a satana, l’intero corpo è caduto sotto la sua schiavitù che conduce alla morte, come insegna Paolo:

Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell'ubbidienza che conduce alla giustizia?   (Romani 6:16)

 

Consci dunque dell’inganno dei nostri sensi (soggetti all’influenza del peccato), dobbiamo imparare a sottometterli continuamente alla volontà di Dio; questo “sforzo” si chiama santificazione e controllo del proprio corpo; Paolo infatti ci esorta in tal senso:

…sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.

Parlo alla maniera degli uomini, a causa della debolezza della vostra carne; poiché, come già prestaste le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità per commettere l'iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione.

Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. Quale frutto dunque avevate allora?

Di queste cose ora vi vergognate, poiché la loro fine è la morte.

Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.   (Romani 6:17-23)

Anche questo “sforzo” rientra in qualche modo tra le caratteristiche necessarie per essere un vero discepolo di Gesù Cristo:

…ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.  (Luca 14:33)

Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.

Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.

Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù.

Perché questa è la volontà di Dio:

che vi santifichiate,

che vi asteniate dalla fornicazione,

che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio;

che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari;

perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima.

Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.

Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito.   (1 Tessalonicesi 4:1-8)

Dobbiamo quindi imparare veramente a ragionare con la mente di Cristo!

Ma cosa vuole dire nella pratica?

Proviamo a vederlo analizzando i nostri sensi:

 

L’UDITO

Dal momento della caduta nella corruzione e nella schiavitù, l’orecchio naturale dell’uomo è rivolto a sentire la voce del suo padrone ma rimane sempre nella insoddisfazione:

Ogni cosa è in travaglio, più di quanto l'uomo possa dire; l'occhio non si sazia mai di vedere e l'orecchio non è mai stanco di udire.   (Ecclesiaste 1:8)

Prova di questa realtà è la curiosità che gli abitanti di Atene dimostrarono nell’areopago:

E anche alcuni filosofi epicurei e stoici conversavano con lui.

Alcuni dicevano: «Che cosa dice questo ciarlatano?»

E altri: «Egli sembra essere un predicatore di divinità straniere», perché annunciava Gesù e la risurrezione.

Presolo con sé, lo condussero su nell'Areòpago, dicendo: «Potremmo sapere quale sia questa nuova dottrina che tu proponi? Poiché tu ci fai sentire cose strane. Noi vorremmo dunque sapere che cosa vogliono dire queste cose».

Or tutti gli Ateniesi e i residenti stranieri non passavano il loro tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare novità.   (Atti 17:18-21)

 

Il Signore (che si era appartato un popolo per potere, da questo, fare nascere il Messia promesso), ha cercato di fare volgere l’orecchio del popolo verso di Lui, fin dalla chiamata dalla schiavitù d’Egitto:

Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce.  (Esodo 15:26)

Per fare comprendere come l’ascoltare qualcuno significava diventarne schiavo, il Signore diede una bella immagine simbolica nella Legge:

…se lo schiavo fa questa dichiarazione: "Io amo il mio padrone, mia moglie e i miei figli; io non voglio andarmene libero"; allora il suo padrone lo farà comparire davanti a Dio, lo farà accostare alla porta o allo stipite; poi il suo padrone gli forerà l'orecchio (come segno di ubbidienza totale alla sua voce) con una lesina ed egli lo servirà per sempre.   (Esodo 21:5-6)

Anche nei rituali sacerdotali, l’orecchio del sacerdote (servo di Dio) doveva essere purificato con il sangue di una vittima innocente:

Sgozzerai il montone, prenderai del suo sangue e lo metterai sull'estremità dell'orecchio destro d'Aaronne e sull'estremità dell'orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull'alluce del loro piede destro, e spargerai il sangue sull'altare, tutto intorno.   (Esodo 29:20)

 

Ma il popolo di Israele si dimostrò un popolo “duro di orecchi” per la voce di Dio e per la voce dei Suoi messaggeri i profeti:

…essi non ascoltarono, non prestarono orecchio, ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio, e invece di andare avanti si sono voltati indietro. Dal giorno che i vostri padri uscirono dal paese d'Egitto fino a oggi, io vi ho mandato tutti i miei servi, i profeti, ve li ho mandati ogni giorno, fin dal mattino; ma essi non mi hanno ascoltato, non hanno prestato orecchio; hanno irrigidito il collo; si sono comportati peggio dei loro padri.

Di' loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; chiamali, ma essi non ti risponderanno. Perciò dirai loro: "Questa è la nazione che non ascolta la voce del SIGNORE, del suo Dio…    (Geremia 7:24-28)

 

Questa “sordità spirituale” fu la causa scatenante del giudizio di Dio sul popolo di Israele, come Daniele, il profeta grandemente amato, confessò davanti a Dio:

Feci la mia preghiera e la mia confessione al SIGNORE mio Dio, e dissi:

"O Signore, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e serbi la misericordia verso quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti!

Noi abbiamo peccato, ci siamo comportati iniquamente, abbiamo operato malvagiamente, ci siamo ribellati e ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue prescrizioni.

Non abbiamo dato ascolto ai profeti, tuoi servi, che hanno parlato in nome tuo ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.

A te, o Signore, la giustizia; a noi la confusione della faccia in questo giorno, agli uomini di Giuda, agli abitanti di Gerusalemme e a tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove li hai dispersi per le infedeltà che hanno commesse contro di te.

O SIGNORE, a noi la confusione della faccia, ai nostri re, ai nostri prìncipi e ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te.

Al Signore, che è il nostro Dio, appartengono la misericordia e il perdono; poiché noi ci siamo ribellati a lui e non abbiamo ascoltato la voce del SIGNORE, del nostro Dio, per camminare secondo le sue leggi che egli ci aveva date mediante i profeti suoi servi.

Sì, tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è sviato per non ubbidire alla tua voce.

Così su di noi sono riversate le maledizioni e le imprecazioni che sono scritte nella legge di Mosè, servo di Dio, perché noi abbiamo peccato contro di lui.

Egli ha messo in pratica le parole che aveva pronunciate contro di noi e contro i nostri governanti, facendo venire su di noi un male così grande, che sotto il cielo non è mai accaduto nulla di simile a quello che è stato fatto a Gerusalemme.

Come sta scritto nella legge di Mosè, questo disastro ci è piombato addosso; tuttavia, non abbiamo implorato il favore del SIGNORE, del nostro Dio.

Non ci siamo ritirati dalla nostra iniquità e non siamo stati attenti alla sua verità.

Il SIGNORE ha vigilato su questa calamità e ce l'ha fatta venire addosso; perché il SIGNORE, il nostro Dio, è giusto in tutto quello che ha fatto, ma noi non abbiamo ubbidito alla sua voce.

Ora, o Signore nostro Dio, che conducesti il tuo popolo fuori dal paese d'Egitto con mano potente e ti facesti una fama che hai ancora oggi, noi abbiamo peccato e abbiamo agito malvagiamente…     (Daniele 9:4-15)

 

Venne poi Gesù il Messia, ma anche a Lui non diedero ascolto perché non potevano a causa della loro natura:

Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo; ma ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio; Abraamo non fece così. Voi fate le opere del padre vostro».

Essi gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio».

Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono venuto da me, ma è lui che mi ha mandato. Perché non comprendete il mio parlare?

Perché non potete dare ascolto alla mia parola.

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.

Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.

A me, perché io dico la verità, voi non credete.

Chi di voi mi convince di peccato?

Se dico la verità, perché non mi credete?

Chi è da Dio ascolta le parole di Dio.

Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio».    (Giovanni 8:39-47)

 

Ma Egli dimostrò (guarendo la sordità naturale, che di conseguenza rende difficile anche il parlare) di poter guarire la sordità spirituale (una vera e propria malattia spirituale):

Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani.

Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!»

E gli si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene.

Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare».   (Marco 7:32-37)

 

Gesù è veramente l’Otorino spirituale di cui l’uomo ha disperatamente bisogno, ed Egli ha rivolto a tutti una santa chiamata rivolta a tutti gli uomini:

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti…    (1 Timoteo 2:4-6)

 

Ma la reazione dell’uomo davanti all’ascolto della Parola di Dio può essere diversamente vissuto, come insegnò Gesù nella parabola del seminatore:

Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo:

«Il seminatore uscì a seminare.

Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono.

Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì.

Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono.

Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno.   Chi ha orecchi oda».   (Matteo 13:3-9)

 

Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore!

Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada.

Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato.

Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa.

Ma quello che ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta.   (Matteo 13:18-23)

 

Ascoltare e comprendere la Voce del Signore è fondamentale per un cristiano ma nello stesso tempo è naturale per chi veramente Gli appartiene:

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.   (Giovanni 10:27-28)

 

L’ascolto della Voce del Signore (e l’applicazione pratica di Essa) porta grandi benedizioni:

  - ci sigilla con Lo Spirito Santo e diventiamo veramente Suoi Servitori:

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.   (Efesini 1:13-14)

Perché Lo Spirito Santo è dato solo a coloro che Gli ubbidiscono:

Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono.   (Atti 5:32)

 

- accresce la fede: …la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Cristo.  (Romani 10:17)

 

  - ci preserva da dolori e rovinose cadute: Chi presta attenzione alla parola se ne troverà bene, e beato colui che confida nel SIGNORE!   (Proverbi 16:30)

A differenza di coloro che non ascoltano:

perché tu non abbia a gemere quando verrà la tua fine, quando la tua carne e il tuo corpo saranno consumati; e tu non dica: «Come ho fatto a odiare la correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione? Come ho fatto a non ascoltare la voce di chi m'insegnava, e a non porgere l'orecchio a chi m'istruiva?...

L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato. Egli morirà per mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia.  (tratto da Proverbi 5:11-23)

 

Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia. Assomiglia a un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta un'alluvione, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto smuoverla perché era stata costruita bene.

Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, assomiglia a un uomo che ha costruito una casa sul terreno, senza fondamenta; la fiumana l'ha investita, e subito è crollata; e la rovina di quella casa è stata grande.   (Luca 6:47-49)

 

E ascoltare veramente (mettere in pratica) la Parola di Cristo:

- compie la Volontà di Dio in noi:  In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.   (Giovanni 5:24)

  - rende felice la nostra vocazione: …chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.   (Giacomo 1:25)

 

Perché siamo stati creati per compiere le buone opere che Dio ha preparate per noi: infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.  (Efesini 2:10)

 

  Facciamo nostra l’esperienza di Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro:

Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua.

Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.

Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».   (Luca 10:38-42)

 

DOVE RIVOLGIAMO QUINDI LE NOSTRE ORECCHIE?

 

SIAMO FELICI NEL COMPIERE LA VOLONTA’ DI DIO?

 

L’autore alla lettera gli ebrei ci lascia una solenne esortazione:

Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?  (Ebrei 2:1-3)

 

Come cristiani in un mondo pagano dobbiamo fare sempre molta attenzione a chi ascoltiamo; purtroppo le “distrazioni” sono tante, ma noi siamo esortati a fermarci e perseverare continuamente nel nostro ascolto della Parola di Dio:

…gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati.

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.   (2 Timoteo 3:13-16)

 

Perché negli ultimi tempi:

- ci sarà una epidemia di “dermatiti del canale uditivo”:

verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.   (2 Timoteo 4:3-4)

Pertanto, come nati di nuovo, come servi di proprietà di Dio impariamo a vivere in modo degno di quello che siamo e non camminiamo più come camminano i pagani:

Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore.

Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile.

Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo.

Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici (stimolate dai nostri sensi carnali); a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo (sensibile alla Parola di Dio) che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.   (Efesini 4:17-24)

  

 

Gianni Marinuzzi