L’incontro sportivo della vita
Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia,
state in questa maniera saldi nel Signore, o diletti!
(Filippesi 4:1)
Nella affettuosa lettera che Paolo scrive ai fratelli di Filippi, egli
li definisce (oltre ad altri bellissimi aggettivi)
“corona
mia”, che strana espressione!
Per comprendere meglio il significato di tale termine, dobbiamo
sicuramente comprendere cosa rappresentava la chiesa di Filippi per
Paolo ed entrare nel merito dell’esperienza che l’apostolo fece a
Filippi (cfr Atti 16):
- Dobbiamo innanzi tutto sapere che
la Chiesa di Filippi è la prima
chiesa europea, per la prima volta, l’evangelo è giunto in Europa.
- Lidia, la donna di Tiatiri
che Paolo incontrò presso il luogo di preghiera/lavatoio fuori porta a
Filippi, è la prima donna
convertita in Europa.
- A Filippi Paolo dovette
affrontare una donna indovina posseduta che lo “benediceva”
distraendo l’attenzione degli uditori dal Signore.
- A Filippi Paolo dovette subire
le ire dei padroni della donna indovina che si concretizzarono nelle
vergate
in pubblico e nella
conseguente carcerazione nella cella più segreta della casa del
carceriere.
- A Filippi Paolo, nella cella
più interna, legato con i ceppi ai piedi, insieme a Sila
cantava e pregava, lodando Dio
che li liberò in modo soprannaturale e questo portò alla conversione del
carceriere e di tutta la sua famiglia.
- A Filippi Paolo difese con
dignità la sua persona davanti alle autorità prima di lasciare i
fratelli.
Paolo sostenette una vera e propria lotta spirituale, vinta…
…la corona dei filippesi è sua!
Paolo era un uomo estremamente pratico,
tutto ciò che sapeva lo applicava nella sua vita e lo viveva in modo
pratico… …nulla era solo teoria e nei suoi insegnamenti si è spesso
soffermato sulla similitudine della vita cristiana ad
un combattimento sportivo…
…ed è questo che vogliamo oggi approfondire,
l’atleta spirituale,
nella speranza che non rimanga
solo un insegnamento teorico ma che possiamo realizzarlo praticamente
nella nostra vita.
***
L’atleta deve essere allenato
Chiunque fa l'atleta è temperato
in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona
corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.
Io quindi corro
così; non in modo incerto;
lotto al pugilato, ma
non come chi batte l'aria; anzi,
tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù,
perché non avvenga che, dopo
aver predicato agli altri, io stesso
sia squalificato.
(1 Corinzi 9:25-27)
…l'atleta è temperato in ogni cosa
- Non si può pensare di affrontare una gara,
un combattimento sportivo (in particolare un incontro di
pugilato),
senza allenamento… …eppure sono fermamente
convinto che nella nostra vita spirituale non ci preoccupiamo quasi mai
di “andare in palestra ad allenarci”.
- Non si può pensare di affrontare una gara,
un combattimento sportivo (in particolare un incontro di
pugilato),
senza pensare di “subire dei pugni”… eppure
sono fermamente convinto che nella nostra vita spirituale
sottovalutiamo molto il fatto che abbiamo un
avversario davanti, ben allenato, che farà
di tutto per sbatterci a terra in modo da vincere l’incontro.
Molte volte pensiamo di poter affrontare il nostro
combattimento in modo “un po’ troppo agevole” e che al suono
della campana il nostro avversario scappi dal ring, o vada KO da solo o
al massimo al nostro primo attacco crolli stremato…
che ingenui!
Ed è così che perdiamo le nostre battaglie…
o peggio ancora, che rinunciamo a combattere illudendoci di potere
vincere… ”se non salgo mai sul ring a combattere
non perderò mai”… è vero…
ma non vincerò nemmeno mai!
Il Signore Gesù, in una delle Sue promesse più importanti per il nostro
cammino in questo mondo, ci ha detto chiaramente:
Nel mondo avrete tribolazione;
ma fatevi coraggio, io ho vinto
il mondo
(Giovanni 16:33)
Giustamente noi diamo molta enfasi alla promessa che Egli
ha vinto il mondo,
ma non dibbiamo nemmeno dimenticarci che
nel mondo avremo tribolazione.
Infatti Paolo lo ricordava a Timoteo come cosa scontata:
Del resto, tutti quelli che
vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
(2 Timoteo 3:12)
E Pietro scrivendo ai fratelli perseguitati del suo tempo ricordava:
Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi,
come se vi accadesse qualcosa di
strano. (1
Pietro 4:12)
Se vogliamo vivere in questo mondo senza subire la tribolazione e la
persecuzione possiamo scegliere di vivere “come se fossimo del mondo”,
ma non consideriamoci dei discepoli di Gesù Cristo:
Or molta gente andava con lui;
ed egli, rivolto verso la folla disse:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli,
i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio
discepolo.
E chi non porta la sua croce e
non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a
calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?
Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la
possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui,
dicendo: "Quest'uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto
terminare".
Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non
si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui
che gli viene contro con ventimila?
Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede
di trattare la pace.
Così dunque ognuno di voi, che
non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.
Il sale, certo, è buono; ma se anche il sale diventa insipido, con che
cosa gli si darà sapore? Non serve né per il terreno, né per il concime;
lo si butta via.
Chi ha orecchi per udire oda».
(Luca 14:25-35)
Facciamo quindi le nostre valutazioni!
Un modo di
temprare il nostro corpo è anche quello di evitare di
lagnarci per ogni cosa; un buon atleta o
soldato è capace di resistere al dolore, alla
fatica…
Immaginiamo un corridore che durante la corsa si lamenta del dolore che
sente per gli sforzi… o meglio ancora, un pugile che si lamenta
continuamente di ogni pugno preso durante il combattimento… sarebbe
quanto meno ridicolo se non avvilente!
Possiamo invece ricordare le facce dei pugili durante gli incontri,
gonfie di tumefazioni, a volte grondanti di sangue alle quali gli atleti
non fanno alcun caso.
… Paolo, scrivendo dal carcere di Roma ai fratelli esternava non il suo
stato di carcerato, incatenato… ma la sua Gioia:
Del resto, fratelli miei,
rallegratevi nel Signore.
Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose,
e ciò è garanzia di sicurezza
per voi.
(Filippesi 3:1)
Rallegratevi sempre nel Signore.
Ripeto: rallegratevi.
(Filippesi 4:4)
… se riprendiamo quanto diceva Pietro ai fratelli che erano
perseguitati, possiamo notare anche questo aspetto:
Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi,
come se vi accadesse qualcosa di
strano.
Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo,
perché anche al momento della
rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito
di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi.
Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui;
ma se uno soffre come cristiano,
non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.
(1 Pietro 4:12-16)
…Io quindi corro
così; non in modo incerto;
Paolo scrive queste parole a dei fratelli greci che conoscevano bene le
olimpiadi, ammiravano le gesta atletiche di questi uomini idolatrati dal
pubblico pagano per le loro performance sportive… un po' come oggi.
Ma prende questo esempio per dimostrare loro come un uomo di Dio debba
porsi davanti alla propria vocazione.
Immaginiamo di vedere un centometrista che si prepara per la sua gara
olimpica, schierato sulla pista, allo starter, tutti i corridori corrono
verso il traguardo e lui si gira intorno e cerca di capire dove correre…
parte… si ferma… cambia direzione… immaginiamo che figura!
Questo accade
spiritualmente quando non si è ben compreso lo scopo della corsa
cristiana, quando non si è fissato lo sguardo sul
traguardo, per questo l’autore della lettera agli ebrei ci
scrive:
Anche noi, dunque,
poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni,
deponiamo ogni peso e il peccato
che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara
che ci è proposta, fissando lo
sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.
Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce,
disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la
sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate
perdendovi d'animo.
(Ebrei 12:1-3)
Lo sguardo di chi vuole vincere è quindi
fissato su Gesù Cristo, ma
su quale Gesù?
Sul Gesù che ci rivela la Parola di Dio, non sul Gesù che abbiamo
imparato dalla tradizione religiosa (un Gesù semplicemente morto in
croce)…, Paolo dice addirittura:
…e se anche abbiamo conosciuto
Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.
(2 Corinzi 5:16)
…è il Gesù
glorificato che ci rivela la Parola di Dio è quel Gesù che ci
viene presentato nella Sua Gloria:
Rivelazione di Gesù Cristo,
che Dio gli diede…
(Apocalisse 1:1)
…il
testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della
terra.
A lui che
ci ama, e ci ha liberati dai
nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei
sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei
secoli dei secoli. Amen.
Ecco, egli viene con le nuvole e
ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e
tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen. «Io sono
l'alfa e l'omega», dice il
Signore Dio, «colui che è, che
era e che viene, l'Onnipotente».
(Apocalisse 1:5-8)
Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai sette
candelabri, uno simile a un
figlio d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una
cintura d'oro all'altezza del petto.
Il suo capo e i suoi capelli
erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come
fiamma di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente,
arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi
acque. Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva
una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando
risplende in tutta la sua forza.
(Apocalisse 1:12-16)
Come poi si rivela alle sette chiese.
…un Agnello in piedi, che
sembrava essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che
sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.
Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono.
Quand'ebbe preso il libro, le
quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti
all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di
profumi, che sono le preghiere
dei santi.
Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù,
lingua, popolo e nazione, e ne
hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla
terra».
E vidi, e udii voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani;
e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.
Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza,
le ricchezze, la sapienza, la
forza, l'onore, la gloria e la lode».
E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e
nel mare, e tutte le cose che sono in essi,
udii
che dicevano: «A colui che siede
sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la
potenza, nei secoli dei secoli».
Le quattro creature viventi dicevano: «Amen!»
E gli anziani si prostrarono e
adorarono.
(Apocalisse 5:6-14)
È il Gesù che apre i sette sigilli
che danno inizio al “giorno del Giudizio del Signore”
(cfr Apocalisse 6:1 / 8:5)
E’ il Gesù che ordina i giudizi
preliminari sulla terra… (cfr Apocalisse 8:6 / 11:19)
E’ il Gesù schierato in battaglia…
Poi guardai e vidi l'Agnello
che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano
centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome
di suo Padre scritto sulla fronte.
(Apocalisse 14:1)
E’ il Gesù
che ordina i sette terribili giudizi
(cfr Apocalisse 16-18)
E’ il Gesù
delle nozze dell’Agnello (cfr
Apocalisse 19:1-10)
E’ il Gesù della seconda venuta…
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui
che lo cavalcava si chiama
Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome
che nessuno conosce fuorché lui.
Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di
Dio.
Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed
erano vestiti di lino fino bianco e puro.
Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni;
ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino
dell'ira ardente del Dio onnipotente.
E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E
SIGNORE DEI SIGNORI.
(Apocalisse 19:11-16)
E’ il Gesù che ritorna…
«Ecco, sto per venire. Beato
chi custodisce le parole della profezia di questo libro».
(Apocalisse 22:7)
Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo,
sia che ne partiamo.
Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al
tribunale di Cristo,
affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era
nel corpo, sia in bene sia in male.
(2 Corinzi 5:9-10)
A cui Paolo si riferisce scrivendo a Timoteo:
Ormai mi è riservata la corona di giustizia che
il Signore, il giusto giudice,
mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli
che avranno amato la sua apparizione.
(2 Timoteo 4:8)
Un atleta che vuole vincere, si prepara…
-
…innanzi tutto si mette a correre con abiti idonei, anzi, dobbiamo dire
che gli atleti greci, proprio per non avere ostacoli nei loro movimenti,
correvano nudi, forse proprio per questo troviamo qui scritto:
…deponiamo
ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge.
Immaginiamo il centometrista di prima correre con un cappotto addosso ed
un armadio sulle spalle?
-
Poi si allena, studia gli avversari, la pista, il traguardo, uno scarso
allenamento ci porterà a
correre in modo incerto,
E se siamo sinceri, quante volte ci troviamo a fare queste “magre
figure” a causa del nostro scarsissimo allenamento?
…lotto al pugilato,
ma non come chi batte l'aria
Riprendendo l’immagine dell’atleta, Paolo si auto-definisce un pugile,
arte sportiva molto apprezzata nelle olimpiadi.
Immaginiamo anche in questo caso di vedere un pugile che durante
l’incontro, continua a dare pugni al vento non prendendo mai l’avversario…,
o magari (ancora più avvilente) comincia a colpire il proprio
allenatore, l’arbitro, i giornalisti… immaginiamo che stupore e che
risate intorno al ring ed immaginiamo lo sguardo dell’avversario!
Questo accade
spiritualmente quando non si è ben compreso chi è
il nostro avversario, per questo Paolo ci ricorda:
…il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro
i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di
tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi
celesti.
(Efesini 6:12)
Un atleta che vuole vincere, si prepara…
-
…innanzi tutto si allena duramente,
studia la tecnica di attacco e
si prepara a saper “incassare”
i colpi che inevitabilmente prenderà durante l’incontro, per questo
troviamo qui scritto:
…
tratto duramente il mio corpo
Immaginiamo il pugile che si prepara all’incontro, esile, non allenato,
oppure grasso e ubriaco.
-
…si prepara anche psicologicamente ad
affrontare l’avversario.
Guardando le fasi preliminari di un incontro di pugilato, vediamo spesso
i contendenti che sfoggiano i propri muscoli, guardano l’avversario in
modo intimidatorio… questo fa parte del
combattimento, può incutere paura e
se un pugile non è allenato a non subire queste pressioni, al suono del
gong andrà a terra come una pera cotta!
Siamo preparati al combattimento spirituale?
Se siamo sinceri, quante volte ci troviamo a fare queste “magre figure”
a causa del nostro scarsissimo allenamento?
…tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù
Se vogliamo invertire la tendenza nei nostri combattimenti spirituali
dobbiamo allora prendere coscienza che dobbiamo prepararci.
Paolo dichiara espressamente che
trattava duramente il proprio
corpo, cosa significa questo?
Oggi, anche nel nostro mondo “evangelico”, c’è una sfrenata
rincorsa al benessere interiore (ed esteriore)
e, ancora più grave, pensando che questa sia una “benedizione
spirituale”.
Questo stato di benessere ci porta ad un
rilassamento che non serve a tenersi in allenamento, anzi… a
dormire… a trasformarci in pappe molli spirituali!
Questa ricerca non è sicuramente quella che
Paolo percorreva e neanche avrebbe mai pensato di cercare e tantomeno di
trovare, possiamo leggere come lui stesso intendeva il suo cammino:
Dai Giudei cinque volte ho
ricevuto quaranta colpi meno uno;
tre volte sono stato battuto con
le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio;
ho passato un giorno e una notte negli abissi marini.
Spesso in viaggio, in pericolo
sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei
connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle
città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra
falsi fratelli; in fatiche e
in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte
nei digiuni, nel freddo e nella nudità.
(2 Corinzi 11:24-27)
E perché anche noi siamo ogni
momento in pericolo?
Ogni giorno sono esposto alla morte;
sì, fratelli, com'è vero che siete il mio vanto, in Cristo Gesù, nostro
Signore.
Se soltanto per fini umani ho
lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho?
Se i morti non risuscitano, «mangiamo
e beviamo, perché domani morremo».
Non v'ingannate: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi».
Ridiventate sobri per davvero e non peccate; perché alcuni non hanno conoscenza di Dio;
lo
dico a vostra vergogna.
(1 Corinzi 15:30-34)
Ci preoccupiamo di
trattare duramente il nostro
corpo al fine di essere allenati in vista del nostro combattimento
spirituale?
Paolo scriveva così al suo discepolo Timoteo:
…esèrcitati invece alla pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa,
avendo la promessa della vita presente e di quella futura.
Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata
(infatti per questo fatichiamo e combattiamo):
abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini,
soprattutto dei credenti.
(1 Timoteo 4:7-10)
Sopporta anche tu le sofferenze,
come un buon soldato di Cristo Gesù.
Uno che va alla guerra non s'immischia in faccende della vita civile,
se vuol piacere a colui che lo ha arruolato.
Allo stesso modo quando uno
lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le
regole.
(2 Timoteo 2:3-6)
- Sopporta anche tu le
sofferenze
Un atleta o soldato ben allenato ed addestrato è in grado di sopportare
le sofferenze.
Per questo, come abbiamo visto altre volte le “svariate prove” sono un
salutare allenamento:
Fratelli miei, considerate una
grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate,
sapendo che la prova della
vostra fede produce costanza.
E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi,
perché siate perfetti e
completi, di nulla mancanti.
(Giacomo 1:2-4)
- non s'immischia in faccende della vita civile
Un atleta o soldato ben allenato ed addestrato
non si distrae con la vita
mondana, non “spreca energie”.
Paolo spiega questo suo sano atteggiamento proprio nella lettera
ai fratelli di Filippi:
Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla
perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui
sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.
Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma
una cosa faccio: dimenticando le
cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti,
corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione
di Dio in Cristo Gesù.
(Filippesi 3:10-14)
La chiesa dovrebbe essere la palestra…
dove è presente un ring di allenamento al
fine di prepararci a vicenda… ma spesso quel ring diventa un vero e
proprio ring da combattimento… a volte la
finzione diventa realtà!
Tra fratelli possiamo e dobbiamo tenerci in allenamento…
questo avviene confortandoci, ammonendoci,
riprendendoci a vicenda, a volte anche lottando l’uno contro l’altro,
perché no, ma ben sapendo che combattiamo dalla
stessa parte e ci stiamo allenando per il vero combattimento
che
non è contro sangue e carne, ma
contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo
mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono
nei luoghi celesti.
(cfr Efesini 6:12)
…lo riduco in schiavitù
Paolo
si è sempre dichiarato un uomo libero e tale era, ma al fine di poter
“controllare” il proprio corpo in ogni cosa, era
consapevole che doveva auto-disciplinarsi, proprio come un
atleta.
Un atleta che si sta preparando per “l’incontro della vita”, segue un
rigidissima dieta, si sottopone volontariamente a durissimi allenamenti…
si riduce in schiavitù pur essendo libero, ma sa
che se non si allena duramente difficilmente vincerà l’incontro!
In termini spirituali, questo significa che pur essendo
liberi in
Cristo, se vogliamo vincere le nostre battaglie spirituali
dobbiamo in qualche modo “darci delle regole
disciplinari”, non finalizzate all’ottenimento della salvezza
(pensiero religioso), ma finalizzate a vivere una
vita spirituale di sano combattimento.
Per fare questo in modo sanno, Paolo da un buon consiglio ai credenti
della Galazia:
Io dico: camminate secondo lo
Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.
Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha
desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che
non potete fare quello che vorreste.
(Galati 5:16)
…perché non avvenga che,
dopo aver predicato agli altri, io stesso
sia squalificato.
Qualsiasi incontro sportivo ha delle regole,
anche la corsa e il pugilato non fanno eccezione:
-
Partecipare ad una gara di velocità, significa partire al momento
giusto, correre dentro la mia corsia di pista…
-
Lottare al pugilato non vuole dire “fare
a pugni”, ci sono delle precise regole di combattimento
Queste regole vanno conosciute e rispettate,
la prima regola è una vita fedele alla Parola (conoscenza),
coerente con quello che si dichiara (rispetto delle regole),
e condotta con la sola forza che dà lo Spirito Santo, potremmo
oggi dire “non doparsi”.
Paolo con questa espressione vuole proprio evidenziare
la fedeltà, la coerenza e la fonte che devono
avere le nostre parole ed i nostri fatti… …altrimenti
rischiamo
una squalifica!
L’apostolo Paolo è sicuramente un ottimo esempio
di uomo di fede perfettamente
concentrato sul suo obiettivo: la salvezza
delle anime e portare a termine nel migliore dei modi l’incarico
ricevuto da Gesù Cristo sulla via di Damasco, che
correva con coerenza e con la forza dello Spirito Santo.
Alla fine dei suoi giorni egli potrà dire:
Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della
mia partenza è giunto.
Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato
la fede.
Ormai mi è riservata la corona
di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel
giorno; e non solo a me, ma anche
a tutti quelli che avranno amato
la sua apparizione.
(2 Timoteo 4:6-8)
Queste sono le parole di un buon atleta o un buon soldato che sa di
avere messo tutto quanto aveva per la causa.
***
Come possiamo dare una vera svolta alla nostra vita per essere dei buoni
atleti e soldati di Cristo?
Innanzi tutto dobbiamo desiderarlo e poi
dobbiamo “impegnarci”:
Voi,
per questa stessa ragione,
mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la
virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo;
all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà
l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno
né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.
Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo
dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra
vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.
In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno
eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
(2 Pietro 1:5-11)
Paolo scrive così ai romani:
Se siamo figli, siamo anche eredi;
eredi di Dio e coeredi di Cristo,
se veramente soffriamo con lui,
per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:17)
Noi abbiamo inoltre una bellissima notizia, la nostra Vittoria finale è
certa,
questo ci deve dare quella serenità di affrontare le nostre battaglie
con la consapevolezza che il nostro nemico è comunque destinato a
soccombere nello scontro finale, e lui questo lo sa molto bene!
Paolo, proprio parlando delle “botte” che possiamo prendere scrive così:
Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il
proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche
tutte le cose con lui?
Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.
Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è
risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione,
l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Com'è scritto: «Per
amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati
come pecore da macello».
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui
che ci ha amati.
Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati,
né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità,
né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in
Cristo Gesù, nostro Signore.
(Romani 8:31-39)
Giovanni ci conforta con una domanda ed una risposta:
Chi è che vince
il mondo, se non colui che crede
che Gesù è il Figlio di Dio?
(1 Giovanni 5:5)
Credere in qualcosa vuole dire considerarlo VERO e REALE, se io credo di
avere una “Ferrari”, la desidero vedere, provare, usare… cosa penseremmo
di una persona che dice di avere una
Ferrari ma non è mai andato a vederla e non desidera andarci, non l’ha
mai provata, usata… penseremmo o che è uno stupido
o che in realtà non ce l’ha!
Crediamo che Gesù è il Figlio di Dio?
Come influenza questa “fede” la nostra vita?
Se crediamo che Gesù è il Figlio di Dio, crediamo alle Sue Parole?
Come influenzano queste la nostra vita?
Facciamo attenzione a non illuderci:
Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo
voi stessi.
Perché, se uno è ascoltatore
della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua
faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va,
e subito dimentica com'era.
Ma chi
guarda attentamente nella legge
perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà
un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà
felice nel suo operare.
(Giacomo 1:22-25)
***
Il libro dell’apocalisse ci riporta più volte delle promesse per coloro
che vincono:
A chi vince
io darò da mangiare dell'albero
della vita, che è nel paradiso di Dio.
(Apocalisse 2:7)
Chi vince non sarà colpito dalla morte seconda.
(Apocalisse 2:11)
A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla
quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo
riceve.
(Apocalisse 2:17)
A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine,
darò potere sulle nazioni,
ed egli le reggerà con una
verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla, come anch'io
ho ricevuto potere dal Padre mio; e gli darò la stella del mattino.
(Apocalisse 2:26-28)
Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il
suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al
Padre mio e davanti ai suoi angeli.
(Apocalisse 3:5)
Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non
ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome
della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da
presso il mio Dio) e il mio nuovo nome.
(Apocalisse 3:12)
Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho
vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.
(Apocalisse 3:21)
E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le
cose».
Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e
aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio
e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua
della vita.
Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.
Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i
fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro
parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte
seconda».
(Apocalisse 21:5-8)
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Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi
è più grande di colui che è nel mondo.
(1 Giovanni 4:4)
Gianni Marinuzzi