Il segreto della felicità

 

 

Dio ha sempre fatto di tutto per rendere felice la Sua creatura.

Il Suo amore e le Sue attenzioni per l’uomo sono sempre stati diretti a dare alla Sua creatura il pieno godimento ed il massimo della felicità.

Egli ha creato l’uomo a Sua immagine, conforme alla Sua somiglianza e conosce profondamente come è fatto e cosa può renderlo felice.

Dio ha donato all’uomo la felicità derivante dalla capacità di amare (Dio creò l’uomo maschio e femmina), con la possibilità di procreare, di vivere il rapporto matrimoniale benedetto in tutte le sue sfaccettature.

Dio ha donato all’uomo la felicità e la soddisfazione derivanti dal quel sano dominio sul creato.

Dio ha donato all’uomo la felicità e la soddisfazione derivanti dal nutrimento con il corretto uso del creato.

“Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.

Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra».

Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento.

A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento».

E così fu. Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.” (Genesi 1:26-31)

 

Nell’Eden l’uomo aveva a disposizione tutto quello che oggi rincorre invano, uno stato di beatitudine… …amore, cibo e soddisfazione, e non ultimo la presenza continua di Dio!

Il vero problema è che l’uomo non ha voluto credere che quello che Dio proponeva fosse la vera felicità!

E dalla caduta è purtroppo sempre stato così! L’uomo però continua a cercare la felicità a tastoni, come un cieco e pensa di trovarla inseguendo “le cose” che pensa potrebbero renderlo felice, anziché “il soggetto” che è in grado di renderlo felice.

Una figura emblematica di questa illusoria ricerca, Gesù la descrive in una sua parabola:

 “La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?"

E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:16-20)

Gesù definisce questo uomo ricco “stolto”, proprio come l’uomo che dice nel suo cuore: ”non c’è Dio!” (cfr Salmo 14:1)

Solo un uomo stolto, può pensare di essere felice senza Dio attaccandosi alla vanità delle ricchezze!

Nonostante la caduta dell’uomo, la sua posizione “maledetta”, Dio non ha smesso di dargli precise istruzioni su come vivere in uno stato di felicità, di beatitudine, seppur parziale ed in attesa di quella definitiva.

Anche le prescrizioni contenute nella Legge dell’Antico Patto tendevano a questo:

 “Osserva e ascolta tutte queste cose che ti comando, affinché tu sia felice, e i tuoi figli dopo di te, quando avrai fatto ciò che è bene e giusto agli occhi del SIGNORE tuo Dio.” (Deuteronomio 12:28)

Più che mai nel Nuovo Patto le indicazioni sono precise:

“Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.” (Giacomo 1:25)

Il Salmo 1, è il salmo che ci rivela il segreto della vera felicità, ci rivela le indicazioni per raggiungerla e ci rivela profeticamente lo stato di beatitudine che l’uomo pio godrà.

Questo salmo, ci rivela anche la fine di coloro che invece non hanno timore di Dio, che non credono che la felicità che offre Dio sia vera e che corrono dietro alla vanità.

 “Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.

Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.

Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.

Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina.” (Salmo 1)

 

In questo salmo notiamo prima di tutto una struttura divisa in tre sezioni:

*       L’uomo pio, il suo vivere e la sua destinazione

*       L’uomo empio, il suo vivere e la sua destinazione

*       La conoscenza suprema di Dio

I due uomini sono apparentemente uguali, l’unica cosa che li distingue è il timore di Dio, la “pietà”!

 

Tutti e due sono sulla stessa “terra”, ma come vedremo:

*       uno risulterà “pesante”, carico di acqua, stabile, ben piantato, con delle radici profonde, destinato ad essere un albero fruttifero;

*       l’altro è invece “secco”, leggero, in balia del vento, senza radice, destinato ad essere disperso dal vento.

L’uomo pio, il suo vivere e la sua destinazione.

Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.

E’ felice, è beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio di coloro che non hanno timore di Dio!

In questo mondo vi sono due consigli, quello di Dio e quello degli empi, ovvero di coloro che non avendo timore di Dio sono stati influenzati dal pensiero satanico di vedere in Dio un tiranno e non un Signore buono e amorevole.

L’uomo deve scegliere se camminare con Dio o camminare secondo il consiglio degli empi.

Non è necessario uccidere qualcuno per camminare secondo il consiglio degli empi.

Gli empi (contrario di pii) sono coloro che “non hanno timore di Dio”, ed il loro consiglio è semplicemente quello di “vivere come se Dio non ci fosse”.

Non è necessario affermare che “Dio non esiste” per dichiararsi atei, basta vivere secondo il consiglio degli empi!

Il “camminare” significa il “condursi”, il vivere.

L’uomo, nella sua vita segue un cammino… …anche noi seguiamo un cammino… …il nostro cammino segue il consiglio degli empi?

A chi prestiamo attenzione?

Chi influenza le nostre scelte?

Stiamo comminando verso la felicità duratura o verso quella virtuale ed illusoria?

Nel mondo antidiluviano abbiamo un bell’esempio, quello di Enoc, di lui è detto:

 “Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela.

Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie.

Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni.

Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese.” (Genesi 5:21-24)

 “Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio.

Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” (Ebrei 11:5-6)

La citazione del libro degli ebrei, proprio in riferimento ad Enoc, ci rivela che egli ebbe fede, in un mondo corrotto che fu subito dopo giudicato con il diluvio, e questa sua fede fu ricompensata con una testimonianza ed una modalità che spetterà solo ad un soggetto per ogni epoca:

*       Enoc per il mondo antidiluviano

*       Elia per l’Antico Patto

*       Gesù Cristo

*       la Sposa di Cristo per il nuovo patto

 

“Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.”

E’ felice, è beato l’uomo che non si ferma nella via dei peccatori…

Nel nostro cammino, noi attraversiamo tante vie, noi viviamo in un mondo pieno di peccato, la nostra felicità non sarà intaccata se noi non ci fermiamo.

Fermarsi significa, “prenderne parte”,  condividere”, “viverne con soddisfazione”, “ricercarne la comunione”, per finire per “farne parte”.

Gesù mangiava con i peccatori e per questo fu giudicato male dai religiosi di allora, ma Lui non si fermava sulla loro via.

La via dei peccatori, ci dice Gesù che è una strada spaziosa ed affollata:

 

“Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa.” (Matteo 7:13)

Nella via dei peccatori si gode di tanta compagnia, troppa compagnia, talmente abbondante da non sentire più la voce di Dio.

Gesù mangiava con i peccatori e per questo fu giudicato male dai religiosi di allora, ma la notte si ritirava fuori dalla città: “Di giorno Gesù insegnava nel tempio; poi usciva e passava la notte sul monte detto degli Ulivi.” (Luca 21:37)

I grandi profeti di Dio, non ultimo Giovanni il battista, vivevano nel deserto, lontano dalle masse.

La folla che percorre la via dei peccatori non ci fa sentire la voce di Dio!

La nostra visione su questo mondo deve essere quella del pellegrino, di colui che attraversa una terra straniera, con l’obiettivo di raggiungere la sua patria.

 

“Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima, avendo una buona condotta fra i pagani, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà.” (1 Pietro 2:11-12)

 

“Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.”

Il “sedersi” sta a significare il diventarne “amico”, condividerne la compagnia, condividerne “gli scherni”.

Il “sedersi” sta a significare anche l’appartenenza, il fare parte di un gruppo.

Dove ci sediamo?

 

“Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte.”

Ecco la differenza!

In antitesi al:

*       camminare secondo il consiglio degli empi

*       fermarsi nella via dei peccatori

*       sedersi in compagni degli schernitori

 

L’uomo che ha il timore di Dio:

*       trova il suo diletto (prova piacere, entusiasmo, passione, soddisfazione) nella legge del Signore (la Sua Parola)

*       medita su quella legge giorno e notte (sempre)

 

Davide fu un uomo che nonostante i tanti errori commessi, visse nel timore di Dio, e proprio lui scrisse Salmi del seguente tenore:

 

“Chi è l'uomo che teme il SIGNORE? Dio gl'insegnerà la via che deve scegliere.” (Salmo 25:12)

“Beato l'uomo che teme il SIGNORE e trova grande gioia nei suoi comandamenti.” (Salmo 112:1)

 

“Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.”

Proprio come una pianta che si è abbeverata di acqua pura in abbondanza, proprio in virtù di questa sua attitudine, egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà.

Che bella immagine!

Lo stato di FELICITA’ supremo dell’uomo che ha timore di Dio è simboleggiato proprio dallo stato di salute che manifesta con evidenza quasi sfacciata questo albero, che ha il privilegio di abbeverarsi continuamente ed ininterrottamente da questa risorsa di acqua pura.

Un albero del genere non teme nulla!

Un albero del genere è ripieno di acqua che fa arrivare fino alla punta di tutte le sue foglie, è imbevuto, è stabile!

E’ scritto che egli “sarà”!

E’ vero non “è ancora”, ma il suo destino è quello, ora magari l’albero è piccolo, poco più che una pianticella, magari è appena germogliato… …ma cosa importa! Il suo destino è quello!

 

Giovanni scriveva così:

“Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.” (1 Giovanni 3:2)

 

Questa splendida descrizione si rifà esplicitamente a due visioni profetiche particolari concernenti il Fiume che sgorga dal tempio di Dio:

 

Egli mi ricondusse all'ingresso della casa; ed ecco delle acque uscivano sotto la soglia della casa, dal lato d'oriente; perché la facciata della casa guardava a oriente; le acque uscite di là scendevano dal lato meridionale della casa, a mezzogiorno dell'altare.

Poi mi condusse fuori per la via della porta settentrionale e mi fece fare il giro, di fuori, fino alla porta esterna, che guarda a oriente; ed ecco, le acque scendevano dal lato destro.

Quando l'uomo fu uscito verso oriente, aveva in mano una cordicella e misurò mille cubiti; mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle calcagna.

Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano alle ginocchia. Misurò altri mille cubiti, e mi fece attraversare le acque, ed esse mi arrivavano sino ai fianchi.

Ne misurò altri mille: era un torrente che io non potevo attraversare, perché le acque erano ingrossate; erano acque che bisognava attraversare a nuoto: un torrente che non si poteva guadare.

Egli mi disse: «Hai visto, figlio d'uomo?»

Poi mi ricondusse sulla riva del torrente. Tornato che vi fu, ecco che sulla riva del torrente c'erano moltissimi alberi, da un lato e dall'altro.

Egli mi disse: «Queste acque si dirigono verso la regione orientale, scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; quando saranno entrate nel mare, le acque del mare saranno rese sane.

Avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce; poiché queste acque entreranno là; quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque arriverà il torrente.

Dei pescatori staranno sulle rive del mare; da En-Ghedi fino a En-Glaim si stenderanno le reti; vi sarà pesce di diverse specie come il pesce del mar Grande, e in grande abbondanza. Ma le sue paludi e le sue lagune non saranno rese sane; saranno abbandonate al sale.

Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall'altro, crescerà ogni specie d'alberi fruttiferi le cui foglie non appassiranno e il cui frutto non verrà mai meno; ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque escono dal santuario; quel loro frutto servirà di cibo, e quelle loro foglie di medicamento». (Ezechiele 47:1-12)

“Poi mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.

In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all'anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni.” (Apocalisse 22:1-2)

L’uomo empio, il suo vivere e la sua destinazione

Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.

Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

Gli empi non sono necessariamente uomini “cattivi”.

Gli empi sono semplicemente uomini che non hanno timore di Dio, uomini per cui la legge del Signore non è un “diletto”, anzi  è “insopportabile” e si guardano bene dal meditarla!

Preferiscono camminare seguendo i consigli della massa simile a loro, preferiscono fermarsi, anzi dimorare sulla via dei peccatori, vi trovano ampia soddisfazione, preferiscono sedersi in compagnia di coloro che scherniscono gli uomini pii o la legge di Dio.

Poveri stupidi! Non si rendono conto che sono secchi, senza umore vitale! Stanno comminando verso un destino illusorio!

 

“Non così gli empi, anzi sono come pula che il vento disperde.

Perciò gli empi non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.”

Proprio come una pianta che non si è abbeverata di acqua, diventeranno secchi come la pula, ovvero l’involucro dei chicchi dei cereali e di altre piante che si stacca durante la trebbiatura, secco, leggero, volatile, inutile… …destinato ad essere disperso.

Giovanni il battista disse di Gesù:

“Egli ha in mano il suo ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile.” (Luca 3:17)

Che immagine!

Lo stato di INFELICITA’ supremo dell’uomo che non ha timore di Dio è simboleggiato proprio dallo stato di morte, di futilità che manifesta con evidenza quasi sfacciata la pula, destinata ad essere separata, trattata come rifiuto ed infine bruciata!

A differenza dello stato dell’uomo pio che “sarà”, la pula “è” così, è uno stato già presente, il suo stato di “secchezza” è già evidente, non abbeverandosi alle acque della Parola di Dio, il suo stato è già di morte, è solo il suo destino finale che sarà manifestato a suo tempo!

Il salmista dice che non reggeranno davanti al giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti, il “non reggere” denota tutta la loro fragilità, la loro inconsistenza, tipica dell’involucro vuoto, senza sostanza!

Così come gli empi non reggeranno davanti al giudizio (alla pesatura) per la loro “leggerezza inconsistente”, così i peccatori non reggeranno nell’assemblea dove regna la Giustizia, non hanno sopportato la sana dottrina, ora non possono reggere il peso della Giustizia!

E pensare che:

“Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.” (Genesi 2:7)

Dio, nel principio riempì della Sua sostanza l’uomo, gli diede il Suo Spirito… …ora l’uomo empio è solo un involucro vuoto

Giovanni scriveva così:

 

“E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apocalisse 20:15)

“Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.” (Matteo 25:41)

 

La conoscenza suprema di Dio

Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina.

L’uomo pio può contare sulla guida del SIGNORE!

Nell’antico patto il popolo di Dio doveva seguire le prescrizioni della Legge come “educatore” per seguire la via di Dio, ora nel nuovo patto firmato con il sangue del Signore Gesù Cristo, abbiamo una guida sicura da seguire:

 

“Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?

Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via».

Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?»

Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:2-6)

 

Il Signore conosce perfettamente la via:

Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.” (Matteo 11:27)

Poiché il SIGNORE conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina.

Come Gesù Cristo è la via dei giusti, il nemico di Dio, l’anticristo è la via degli empi, di coloro che non hanno timore di Dio, proprio come la loro guida! Chi segue l’anticristo farà la sua stessa fine!

L’uomo riceverà la esatta retribuzione di ciò che ha voluto seguire, vivere, condividere… …Dio è GIUSTO!

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!” (Ebrei 4:7)

 

“La saggezza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli incroci affollati essa chiama, all'ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi discorsi: «Fino a quando, ingenui, amerete l'ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza?

Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole.

Poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.

Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno.

Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE,  non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.

Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa perire; ma chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male». (Proverbi 1:20-31)

Come abbiamo visto, questo salmo ci rivela il segreto della vera felicità, ci rivela le indicazioni per raggiungerla e ci rivela profeticamente lo stato di beatitudine che l’uomo pio godrà, ma il cristiano rigenerato dallo Spirito Santo può trarre ancora uno splendido incoraggiamento da questi insegnamenti.

L’apostolo Paolo, nel suo insegnamento ha più volte parlato delle due nature che convivono nell’uomo rigenerato e ancora vivente su questa terra, leggiamo cosa scriveva ai Romani:

 

Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato.

Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.

Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me.

Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.

(Romani 7:14-25)

 

Paolo ci rivela che noi abbiamo due nature, proprio come il cereale che è costituito dall’involucro esterno e dal frutto ( o seme ) interno, la parte viva del cereale, la parte utile, la parte migliore, la parte nutriente, la parte vivificante è il frutto, l’involucro non serve a nulla!

 

Proprio così siamo noi, Paolo dice altresì che:

 

“Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno.

Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2 Corinzi 4:16-18)

 

“Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.” (Efesini 3:14-19)

 

Il processo di santificazione è proprio il processo di separazione progressiva da questo involucro, il non prestare più attenzione all’involucro, a quello che è destinato a diventare pula.

Proprio per questo Paolo scriveva così al suo figlio spirituale Timoteo:

“l'esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura.” (1Timoteo 4:8)

Il processo di santificazione è il non metter più le energie per nutrire questa parte esterna che ha solo l’utilità di accompagnare il frutto interno alla giusta maturazione, l’attenzione che occorre prestarle è limitata solo a questo.

Il continuare a prestare attenzione all’involucro esteriore serve solo a prolungare ed accentuare, nel figlio di Dio lo stato di infelicità temporanea, destinata a scomparire quando saremo “trasformati”.

 

Un uomo felice è un cristiano che, avendo compreso la profonda ricchezza di quell’uomo interiore che per grazia di Dio è nato dentro di sé, non presta più attenzione ai bisogni dell’uomo naturale, se non finalizzati a far vivere meglio possibile questa uomo interiore che prende sempre più forma divina fino a giungere alla maturazione che il nostro Dio riterrà giusta per noi!

Un uomo felice è un cristiano che si fida di Dio!

Che prende i Suoi insegnamenti non come un fardello ma come un giogo leggero da portare, sapendo che se il Signore ha dato quegli insegnamenti, sono per il suo bene, per il suo progresso, non per legarlo o fargli perdere qualcosa o tendergli un tranello (cfr 1 Corinzi 7:35).

Che beve copiosamente la Parola di Dio, ne fa il suo nutrimento, la sua forza, si riempie della sua vitalità, senza chiedersi nulla, perché sa che quell’acqua è pura, viene direttamente dal trono di Dio e porta VITA!

Un uomo così sarà Benedetto e porterà Benedizione intorno a sé!

 

“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

“Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.

In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.” (2 Pietro 1:3-11)

 

“Provate e vedrete quanto il SIGNORE è buono! Beato l'uomo che confida in lui.” (Salmo 34:8)

 

Gianni Marinuzzi