Dio ha sempre voluto e vuole rapportarsi con la Sua creatura.
Prima della caduta nel peccato (nel fallimento della fiducia), Dio aveva con
il capolavoro della Sua creazione, un rapporto diretto, libero:
Dio il SIGNORE
prese dunque l'uomo
e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.
(Genesi 2:15)
Dio il SIGNORE,
con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse
all'uomo. (Genesi 2:22)
…udirono
la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della
sera;
e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli
alberi del giardino. (Genesi 3:8)
Con la caduta nel peccato (o meglio
lo stato di peccato
perché il peccato non è un atto è
uno stato che ci porta a
compiere atti peccaminosi), si è eretta una vera e propria barriera
separatrice ed invalicabile tra Dio e l’uomo, rompendo così ogni rapporto
tra il Creatore e la Sua creatura:
Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per
salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma
le vostre iniquità vi hanno separato
dal vostro Dio;
i vostri peccati gli hanno fatto
nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.
(Isaia
59:1)
Egli però non è un dio che ama stare lontano dalla Sua creatura, non è
nemmeno un dio astratto, la Sua volontà è di essere assolutamente reale,
vicino… molto più vicino di quanto noi possiamo pensare ed immaginare!
Egli ha accompagnato il Suo popolo Israele, con il quale ha stretto un Patto
Antico, ed è stato loro vicino con la Sua Parola, con la Legge, con la
manifestazione attraverso atti miracolosi impressionanti e attraverso i
profeti, difatti l’autore della lettera agli ebrei dice:
Dio, dopo aver
parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei
profeti…
(Ebrei 1:1)
Ora parla a noi mediante la Sua Parola fatta carne:
…in questi ultimi giorni
ha parlato a noi per mezzo del
Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale
ha pure creato i mondi.
Egli, che è
splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene
tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la
purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi
altissimi. (Ebrei 1:2-3)
Egli ha preparato nel dettaglio ogni cosa affinchè il cristiano (seguace,
discepolo di Cristo), potesse avere con Lui un rapporto reale, spirituale,
in attesa di manifestare corporalmente e pienamente ogni cosa al momento
della completa redenzione.
Questa opera è
compiuta nella persona completa di Dio che si manifesta a noi nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo:
L’Opera del
Padre:
Benedetto sia il Dio e
Padre del nostro Signore Gesù
Cristo, che ci ha benedetti di ogni
benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
In lui ci ha
eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e
irreprensibili dinanzi a lui, avendoci
predestinati nel suo amore a essere
adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno
benevolo della sua volontà, a lode
della gloria della sua grazia,
che ci ha concessa nel suo amato Figlio.
(Efesini
1:3-6)
Ci ha benedetti
(non ci benedirà) pertanto siamo oggi chiamati a
vivere da benedetti, non da
poveracci o maledetti.
La
benedizione è nei luoghi celesti in Cristo
(siamo chiamati a vivere per fede nei luoghi celesti)
Se abbiamo
Cristo abbiamo tutto, se non abbiamo Cristo non abbiamo niente!
Ci ha
eletti (Dio si è
appartato un popolo,
Su che base?
La scelta non è arbitraria, non è discriminatoria (Dio è di tutti)
Dio è sovrano, l’uomo è responsabile di se stesso.
L’elezione è stabilita prima della fondazione del mondo (prescienza e
preconoscenza di Dio) e la salvezza di tutti gli uomini è la volontà di Dio:
Questo è buono e gradito davanti a
Dio, nostro Salvatore,
il quale vuole che tutti gli uomini
siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
(1 Timoteo 2:4 )
Ci ha predestinati ad essere adottati
come suoi
figli.
Dio non ha predestinati gli uni a salvezza e gli altri a perdizione, ma ha
predestinati i santi e gli eletti ad essere adottati come Suoi figli ad
immagine di Suo Figlio.
Giovanni ci dichiara:
…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13)
E Paolo conferma:
Or sappiamo che
tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono
chiamati secondo il suo disegno.
Perché quelli
che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine
del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e
quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li
ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.
(Romani 8:28)
Ci ha elargito
Tutta
quest’opera del Padre, scaturisce
dall’amore che Egli ha per noi:
Vedete
quale amore ci ha manifestato il
Padre, dandoci di essere
chiamati figli di Dio! E tali siamo.
Per questo il
mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
(1 Giovanni 3:1)
Un amore che
proviene da Se stesso in modo unilaterale,
non da noi:
In questo è l'amore:
non che noi abbiamo amato Dio, ma
che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio
propiziatorio per i nostri peccati.
(1 Giovanni 4:10)
***
L’Opera del Figlio:
Poiché in lui noi abbiamo la
redenzione mediante il
suo sangue, la remissione de'
peccati, secondo le ricchezze della sua grazia; della quale Egli è
stato abbondante in verso noi, dandoci ogni sorta di sapienza e di
intelligenza, col farci conoscere
il mistero della sua volontà, giusta il disegno benevolo ch'Egli
avea già prima in se stesso formato, per tradurlo in atto nella pienezza dei
tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un sol capo, in Cristo, tutte le
cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra.
In lui, dico, nel quale siamo pur
stati fatti eredi, a ciò
predestinati conforme al proposito di Colui che opera tutte le cose secondo
il consiglio della propria volontà, affinché fossimo a lode della sua
gloria, noi, che per i primi abbiamo sperato in Cristo.
(Efesini
1:7-12)
Ci ha redenti
Lo schiavo,
senza alcun diritto, sotto il giogo di satana,
è stato
comprato da Cristo mediante il Suo sacrificio.
Paolo ci dichiara:
Poiché siete
stati comprati a caro prezzo. (1
Corinzi 6:20)
Anche Pietro ci dichiara:
Ma voi siete una generazione eletta, un real
sacerdozio, una gente santa, un
popolo che Dio s'è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui
che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua maravigliosa luce;
(1 Pietro 2:9)
E l’adorazione delle quattro creature viventi e dei ventiquattro anziani
rivolta all’Agnello è chiara:
Quand'ebbe preso il libro,
le quattro creature viventi e i
ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con
una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei
santi.
Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei
degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché
sei stato immolato e hai acquistato
a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno
sulla terra». (Apocalisse 5:8-11)
Ci ha
rimesso i nostri peccati (ci ha
perdonati)
satana è l’accusatore dei fratelli ma il Signore ha cancellati i nostri
misfatti
Il termine “remissione”
significa “pagamento del debito”,
quindi Dio ha pagato il nostro debito causato dal nostro stato di peccato.
Per meglio comprendere quest’opera possiamo vedere cosa prevedeva l’anno di
remissione nella Legge:
Alla fine di ogni settennio celebrerete
l'anno di remissione.
Ecco la regola di questa remissione:
ogni creditore sospenderà il suo
diritto relativo al prestito fatto al suo prossimo;
non esigerà il pagamento dal suo
prossimo o dal fratello, quando si sarà proclamato l'anno di remissione
in onore del SIGNORE.
Potrai esigerlo dallo straniero, ma
sospenderai il tuo diritto su ciò
che tuo fratello avrà di tuo.
Così, non vi
sarà nessun povero in mezzo a voi, poiché il SIGNORE senza dubbio ti
benedirà nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà in eredità, perché tu
lo possegga.
Soltanto,
ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo Dio, avendo cura di
mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti do.
Il SIGNORE tuo
Dio ti benedirà, come ti ha promesso;
tu farai dei prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito;
dominerai su molte nazioni ed esse non domineranno su di te.
Se ci sarà in
mezzo a voi
in una delle città del paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà,
un fratello bisognoso,
non indurirai il tuo cuore e non
chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi
gli aprirai largamente la mano e
gli presterai tutto ciò che gli serve per la necessità in cui si trova.
Guàrdati
dall'accogliere nel tuo cuore un cattivo pensiero
che ti faccia dire: «Il settimo anno, l'anno di remissione, è vicino!», e ti
spinga ad essere spietato verso il
tuo fratello bisognoso, così che non gli darai nulla; poiché egli
griderebbe al SIGNORE contro di te, e un peccato sarebbe su di te.
Dagli
generosamente;
e quando gli darai, non te ne dolga il cuore; perché, a motivo di questo,
il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedirà
in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano.
Poiché i
bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comandamento
e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che
è nel tuo paese. (Deuteronomio
15:1-11)
Questa è l’opera che Gesù Cristo ha compiuto per noi pagando il nostro
debito causato dal peccato, Paolo parla di questo nella sua lettera ai
fratelli di Roma:
Ma ora,
liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra
santificazione e per fine la vita eterna; perché
il salario del peccato è la morte,
ma il dono di Dio è la vita eterna
in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani
6:22-23)
Gesù Cristo ha
affrancato il debito del nostro peccato, per questo ci rinnova, sotto una
veste nuova e completa questo comandamento.
Alla luce di questa rivelazione possiamo meglio comprendere la parabola di
Gesù:
Perciò il regno
dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
Avendo
cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di
diecimila talenti.
E poiché quello
non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui
con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato.
Perciò il
servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza
con me e ti pagherò tutto".
Il signore di
quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Ma quel servo,
uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e,
afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!"
Perciò il
conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti
pagherò".
Ma l'altro non
volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito.
I suoi
conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire
al loro signore tutto l'accaduto.
Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo
malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne
supplicasti; non dovevi anche tu
aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"
E il suo
signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse
pagato tutto quello che gli doveva.
Così vi farà
anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio
fratello». (Matteo 18:23-35)
Paolo scriverà così agli efesini:
Via da voi ogni
amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di
cattiveria!
Siate invece
benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda
come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
(Efesini 4:31-32)
Ci ha fatto
conoscere (ci ha illuminati)
Il cieco non può vedere
la realtà, Gesù guarisce la
nostra cecità, ovvero ci da la vera conoscenza di Dio.
Nel principio
era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.
Essa era nel
principio con Dio. (cfr Genesi 1:3)
Ogni cosa è
stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è
stata fatta.
In lei era la
vita, e la vita era la luce degli uomini.
La luce splende
nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.
Vi fu un uomo
mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per
rendere testimonianza alla luce,
affinché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli stesso non era la luce, ma venne per
rendere testimonianza alla luce.
La vera luce
che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.
Egli era nel
mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha
conosciuto.
È venuto in
casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno
ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè
che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di
carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.
E la Parola è diventata carne e ha abitato per un
tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la
sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo:
"Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me.
Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"».
Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè;
la grazia e la
verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
Nessuno ha mai
visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha
fatto conoscere. (Giovanni 1:1-18)
Ci ha fatti
eredi
In Cristo siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo.
Paolo dice che tutto è nostro (ora siamo eredi della
sua Grazia, quando sarà
manifestato Cristo diverremo eredi della sua
Gloria).
Il termine “eredi” ci risulta difficile comprenderlo se attribuito a eredi
di Dio.
Umanamente si diventa eredi in conseguenza di una morte, ma Dio è la Vita,
non “muore”!
Ma
in realtà Gesù Cristo uomo è morto, ma è anche
risorto, e noi, nella Sua morte siamo diventati suoi eredi, ovvero siamo i
diretti beneficiari della Sua ricchezza!
Paolo scriveva così ai romani:
Se siamo figli,
siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo,
se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:17)
E confermava a Tito:
Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo
amore per gli uomini sono stati manifestati,
egli ci ha salvati non per opere
giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della
rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso
abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore,
affinché, giustificati dalla sua
grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.
(Tito 3:4-7)
***
L’Opera dello Spirito Santo:
In lui voi pure, dopo aver udito la parola della
verità, l'evangelo della vostra salvazione, in lui avendo creduto,
avete ricevuto il suggello dello
Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra
eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s'è acquistati, a lode
della sua gloria. (Efesini
1:13-14)
Ci ha sigillati
Siamo “marchiati”
per Dio, siamo
Questo marchio è una enorme garanzia e privilegio.
Il nemico di Dio, il principe di questo mondo, potrà scagliare contro di noi
tutti i suoi dardi infuocati, ma la nostra vita è nascosta in Cristo Gesù,
protetta da Lui:
Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste
nel peccare; ma colui che nacque da
Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.
Noi sappiamo
che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.
Sappiamo pure
che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui
che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù
Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
(1 Giovanni 5:18-20)
Questo sigillo è un sigillo di garanzia che nessuno può rimuovere.
Per comprendere meglio la
sicurezza di questo sigillo
possiamo vedere come solo l’Agnello
immolato potrà togliere i sette sigilli del rotolo della rivelazione del
giorno del Signore al capitolo 6.
Questa garanzia è quella che ci conforta sulla sicurezza del nostro cammino
verso la casa del Padre:
E ho questa
fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a
compimento
fino al giorno di Cristo Gesù. (Filippesi
1:16)
Per questo Gesù disse:
Le mie pecore
ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la
vita eterna e non periranno mai
e nessuno le rapirà dalla mia mano.
(Giovanni 10:27-28)
E Paolo conferma, paragonando “il fratello” al domestico altrui:
Chi sei tu che
giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda
il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché
il Signore è potente da farlo stare
in piedi. (Romani 14:4)
Lo Spirito
Santo compie anche un’opera di giudizio,
Gesù, parlando ai discepoli della venuta del Consolatore disse:
«Ma ora vado a
colui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?"
Invece, perché
vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore.
Eppure, io vi
dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne
vado, non verrà a voi il Consolatore;
ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto,
convincerà il mondo quanto al
peccato, alla giustizia e al giudizio.
Quanto al
peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al
Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo
mondo è stato giudicato. (Giovanni 16:5-11)
Ma per coloro che sono in Cristo, la promessa è diversa:
«Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e
io pregherò il Padre, ed Egli vi
darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre,
lo Spirito
della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.
Non vi lascerò
orfani; tornerò da voi.
Ancora un po',
e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi
vivrete.
In quel giorno
conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi.
Chi ha i miei
comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre
mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Giuda (non
l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al
mondo?»
Gesù gli rispose: «Se
uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo
da lui e dimoreremo presso di lui.
(Giovanni 14:15-23)
Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora
alla vostra portata; quando però
sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la
verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi
annuncerà le cose a venire.
Egli mi
glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho
detto che prenderà del mio e ve lo
annuncerà. (Giovanni 16:12-15)
E gli scritti degli apostoli sono tutto quanto lo Spirito Santo ha detto e
manifestato loro!
Lo Spirito
Santo ha compiuto in noi un’opera meravigliosa,
che possiamo ammirare nell’annuncio dell’angelo a Maria, e notare nelle
promesse, tutta l’opera del “figlio di Dio” che è stato creato in noi:
Lo Spirito
Santo verrà su di te
e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche
colui che nascerà sarà chiamato
Santo, Figlio di Dio. (Luca
1:35)
Giovanni ci scrive:
Carissimi, ora
siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo.
Sappiamo che
quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli
è. (1 Giovanni 3:2)
***
Avendo Dio,
mediante questa opera compiuta nella
Sua persona completa, ristabilito un rapporto così meraviglioso con i
Suoi figli, ora abbiamo libero accesso a Lui, e questo dialogo tra Padre e
figlio, si “materializza” con la preghiera:
La potenza
della preghiera:
Questo mezzo di comunicazione è molto di più di un
semplice “parlare con Dio”,
è un rapportarsi con il Dio dell’universo,
adorarLo, chiedere, ricevere risposte, confidare, intercedere, portare
davanti al Suo trono… …certi della Sua onnipotenza e della Sua onniscienza.
La potenza della preghiera è tutta da scoprire, può
arrivare al trono della grazia, nei luoghi celesti e nei luoghi terreni,
senza confine, Giacomo ci ricorda:
…la preghiera del giusto ha una grande
efficacia. (Giacomo 5:16)
Paolo ci dà anche una buona indicazione circa i modi e l’oggetto delle
nostre preghiere:
Per questo motivo
piego le ginocchia davanti al Padre,
dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli
vi dia, secondo le ricchezze della
sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo,
nell'uomo interiore, e faccia sì che
Cristo abiti per mezzo della fede
nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore,
siate resi capaci di abbracciare con
tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la
profondità dell'amore di Cristo e
di conoscere questo amore che
sorpassa ogni conoscenza, affinché
siate ricolmi di tutta la pienezza
di Dio.
Or a colui che
può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel
che domandiamo o pensiamo,
a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei
secoli dei secoli. Amen. (Efesini 3:14-21)
Paolo prega
con umiltà e sottomissione (piega le
ginocchia), lo stare in preghiera è soprattutto un atto di sottomissione.
Gesù ci ha dato un bellissimo esempio nel giardino del Getsemani:
Padre, se vuoi,
allontana da me questo calice!
Però non la mia
volontà, ma la tua sia fatta. (Luca
22:42)
Nella
preghiera scopriamo la vera posizione che c’è tra Dio e l’uomo.
Come è diversa
la preghiera di Gesù o quella di Paolo dalle “preghiere”
di certi
pseudo “uomini di dio”,
dove sembra
piuttosto che Dio sia a servizio della volontà umana!
Paolo prega
davanti
al Padre,
riconosce materialmente la
presenza del Padre.
Gesù stesso insegnò ai Suoi discepoli a pregare così:
Padre nostro
che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia
fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.
Dacci oggi il
nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo
rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci
dal maligno."
(Matteo 6:9-13)
Paolo prega per la salute spirituale (potentemente
fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore),
essendo convinto della onnipotenza di Dio.
I bisogni
spirituali sono superiori a quelli materiali.
Le nostre “liste di preghiera”, sono spesso colme di “bisogni” materiali che
noi sottoponiamo al Signore affinchè vengano soddisfatti, magari pensando
che una volta risolti questi, potremo meglio dedicarci a quelli spirituali…
…che illusione!
Gesù disse proprio il contrario:
Cercate prima
il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.
(Matteo 6:33)
Paolo scriveva così:
…non
faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di
condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù,
cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
(Atti 20:24)
Paolo prega affinché
Cristo abiti, per mezzo della fede
nei cuori dei credenti.
Non si riferisce alla presenza
di Cristo promessa da Lui (in qualità di ospite), ma che Egli sia
il padrone della casa.
La felicità del credente dipende da quanto Cristo influenza la propria vita.
Cristo che
abita in noi, deve avere accesso a
tutte le stanze del nostro cuore.
Ad un ospite si mostra solitamente “il salotto”, la parte più appariscente,
più comoda della casa.
Ma quando
Cristo abita in noi, Lui
deve poter entrare in cucina, nella
camera da letto, nel bagno, nel ripostiglio… …in tutte quelle camere in
disordine… che forse non vorremmo mai mostrare a nessuno.
Solo dando libero accesso a tutte le parti del nostro essere, Cristo abiterà
in noi, altrimenti il nostro rapporto con Lui sarà un rapporto formale,
religioso, magari educato ma poco onesto e sincero!
Paolo prega affinché i
credenti
conoscano l’Amore di Cristo in tutta la sua dimensione.
L’Amore non è solo un sentimento, è un impegno, è rinuncia , è sacrificio.
Giovanni, nella lettera alla
chiesa di Efeso ( Apocalisse 2:4 ), per mezzo dell’Angelo del Signore
rimprovererà proprio l’abbandono del
primo amore.
L’Amore di
Dio, sopravanza ogni conoscenza ed ogni intelligenza.
Non basterà tutta la vita terrena e solo nel compimento di tutte le cose,
potremo capire l’Amore di Dio.
Quell’amore
che umanamente è incomprensibile, è
l’oggetto dei pensieri di ogni Figlio di Dio che si chiede tante volte il
perché!
Davanti
all’Amore di Dio, ogni nostro sentimento di amore, anche il più elevato e
generoso, impallidisce miseramente.
Paolo prega
affinché i credenti siano ripieni di tutta la pienezza di Dio.
Il desiderio
di Dio è quello di riempirci della Sua pienezza
(è un Dio geloso), il risultato sarà
una vita di vittoria e di potenza.
La pienezza dello Spirito Santo, dipende da Dio (Lo Spirito Santo riempie) e
dipende dall’uomo (siate ripieni).
Paolo scriveva così:
E non v'inebriate di vino; esso porta alla
dissolutezza; ma siate ripieni dello
Spirito, parlandovi con salmi ed inni e canzoni spirituali, cantando e
salmeggiando col cuor vostro al Signore; rendendo del continuo grazie d'ogni
cosa a Dio e Padre, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo; sottoponendovi
gli uni agli altri nel timore di Cristo.
(
Efesini 5:18-21 )
La pienezza dello Spirito Santo, Paolo la paragona e la contrappone
all’ubriachezza.
L’ubriaco perde il controllo di se ed è controllato
dal vino,
il credente perde il controllo di se ed è controllato
da Dio.
Non è una esperienza legata a manifestazioni soprannaturali.
E’ una
esperienza continua e giornaliera.
La pienezza non trasforma i credenti in
superuomini ma
da all’uomo la vera dignità spirituale.
La pienezza dello Spirito Santo non è da confondersi con il battesimo dello
Spirito Santo.
Il battesimo dello Spirito Santo è l’atto di Dio che ci fa entrare nel corpo
di Cristo (la conversione) avviene una volta sola.
La pienezza
dello Spirito Santo è una atto che si ripete e dipende dalla crescita e
dall’esperienza del credente.
La pienezza
dello Spirito Santo non dipende dall’anzianità
di servizio, non è il tempo che ci fa crescere nella fede, ma la
applicazione e la nutrizione dell’uomo interiore.
La pienezza va desiderata.
La pienezza si
ottiene con l’obbedienza, con la confessione e l’abbandono dei peccati
(che interrompono la comunione con Dio),
con
svuotamento del nostro essere da tutto ciò che è in contrasto con
***
CONCLUSIONE
Abbiamo quindi potuto vedere come il cristiano deve rapportarsi con Dio.
Come Dio, nella sua Persona completa compie un’opera meravigliosa nel cuore
del cristiano.
Come il figlio di Dio, per mezzo della preghiera si rapporta con Dio in
umiltà e sottomissione, mettendo prima di ogni cosa il regno di Dio e la Sua
giustizia.
Tutto questo avrà degli inevitabili riflessi sulla nostra vita, sui nostri
rapporti con i fratelli, nella famiglia e nei confronti del mondo, Gesù
infatti disse:
Voi siete il
sale della terra;
ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a
nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la
luce del mondo.
Una città posta
sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per
metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa
luce a tutti quelli che sono in casa.
Così risplenda
la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e
glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
(Matteo 5:13-16)