Il Dio Onnipotente
Noi tutti sappiamo che il nostro Dio è il Dio Onnipotente…
nella Sua Onnipotenza Egli è capace di fare cose che noi non siamo
nemmeno in grado di sperare.
Vogliamo incoraggiarci nel vedere nella
Scrittura che è utile ad insegnare, a
riprendere, a correggere e ad educare alla Giustizia affinchè siamo completi
e ben preparati per ogni opera buona (cfr 2 Timoteo 3:16-17), come
Dio è capace, nella Sua onnipotenza di cambiare lo stato delle cose che a
noi sembrano essere tragiche… drammaticamente immutabili… in
opportunità di crescita e di testimonianza alla Sua Gloria!
Ovviamente la Scrittura è piena di avvenimenti dove Dio si è manifestato
nella Sua onnipotenza… abbiamo innumerevoli esempi in tal senso…
prendiamo solo alcuni di questi per incoraggiarci:
- nella vita dei patriarchi: di Abramo; di Giacobbe e di Giuseppe
- nella vita di Gedeone
- nella vita di Davide
- L’onnipotenza di Dio in Cristo Gesù
- Il nostro rapporto con il Dio Onnipotente
***
L’ONNIPOTENTE NELLA VITA DEI PATRIARCHI
L’ONNIPOTENTE NELLA VITA DI ABRAMO
La prima volta che Dio si presenta all’uomo nella Sua qualità di
Onnipotente è ad Abramo:
Quando Abramo fu d'età di novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli
disse: 'Io sono l'Iddio onnipotente;
cammina alla mia presenza e sii integro;
(Genesi 17:1 versione Luzzi)
E nella Vita di Abramo Egli si manifestò come il Dio delle cose impossibili…
da un uomo ed una donna vecchi e sterili (per età entrambi e per
natura lei)… Dio operò un grande miracolo… fece uscire una innumerevole
discendenza benedetta… Dio manifesta la Sua Onnipotenza… nell’impotenza… ed
è scritto:
Egli, sperando contro speranza,
credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli
era stato detto: «Così sarà la tua
discendenza».
Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva
quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre;
davanti alla promessa di Dio non
vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a
Dio, pienamente convinto che
quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo.
Perciò gli fu messo in conto come
giustizia.
(Romani 4:18-22)
L’ONNIPOTENTE NELLA VITA DI GIACOBBE E DI GIUSEPPE
Fino al tempo di Mosè, tutti i patriarchi conoscevano il Signore solo
sotto questo aspetto, ed un bellissimo esempio della onnipotenza di
Dio lo troviamo anche nella storia di Giacobbe e di Giuseppe:
Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; allora
questi lo odiarono più che mai.
Egli disse loro: «Ascoltate, vi prego, il sogno che ho fatto. Noi stavamo
legando dei covoni in mezzo ai campi, ed ecco che il mio covone si alzò e
restò diritto; i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli
s'inchinarono davanti».
Allora i suoi fratelli gli dissero: «Regnerai forse tu su di noi o ci
dominerai?»
E l'odiarono ancor di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho
fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano
davanti a me».
Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli
disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua
madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?»
I suoi fratelli erano invidiosi di lui,
ma suo padre serbava dentro di sé queste parole.
Or i fratelli di Giuseppe erano andati a pascolare il gregge del padre a
Sichem.
Israele disse a Giuseppe: «I tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem. Vieni,
ti manderò da loro». Egli rispose: «Eccomi».
Israele gli disse: «Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se tutto
procede bene con il gregge; poi torna a dirmelo».
Così lo mandò dalla valle di Ebron, e Giuseppe arrivò a Sichem.
Mentre andava errando per i campi un uomo lo trovò; e quest'uomo lo
interrogò, dicendo: «Che cerchi?»
Egli rispose: «Cerco i miei fratelli; ti prego, dimmi dove sono a pascolare
il gregge».
Quell'uomo gli disse: «Sono partiti di qui, perché li ho uditi che dicevano:
"Andiamocene a Dotan"». Giuseppe andò quindi in cerca dei suoi fratelli e li
trovò a Dotan.
Essi lo videro da lontano e, prima che egli fosse vicino a loro,
complottarono per ucciderlo.
Dissero l'uno all'altro: «Ecco, il sognatore arriva! Forza, uccidiamolo e
gettiamolo in una di queste cisterne; diremo poi che una bestia feroce l'ha
divorato e vedremo che ne sarà dei suoi sogni».
Ruben udì e lo liberò dalle loro mani dicendo: «Non togliamogli la vita».
Poi Ruben aggiunse: «Non spargete sangue; gettatelo in quella cisterna che è
nel deserto, ma non lo colpisca la vostra mano».
Diceva così per liberarlo dalle loro mani e restituirlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua
veste, della veste lunga con le maniche, che aveva addosso, lo presero e lo
gettarono nella cisterna. La cisterna era vuota, non c'era acqua.
Poi si sedettero per mangiare e, alzando gli occhi, videro una carovana
d'Ismaeliti che veniva da Galaad, con i suoi cammelli carichi di aromi, di
balsamo e di mirra, che scendeva in Egitto.
Giuda disse ai suoi fratelli: «Che ci guadagneremo a uccidere nostro
fratello e a nascondere il suo sangue? Su, vendiamolo agl'Ismaeliti e non lo
colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne». I suoi
fratelli gli diedero ascolto.
Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero
salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a
quegl'Ismaeliti.
Questi condussero Giuseppe in Egitto.
Ruben tornò alla cisterna; ed ecco, Giuseppe non era più nella cisterna.
Allora egli si stracciò le vesti, tornò dai suoi fratelli e disse: «Il
ragazzo non c'è più, e io, dove andrò?»
Essi presero la veste di Giuseppe, scannarono un becco e intinsero la veste
nel sangue.
Poi mandarono uno a portare al padre loro la veste lunga con le maniche e
gli fecero dire: «Abbiamo trovato questa veste; vedi tu se è quella di tuo
figlio, o no».
Egli la riconobbe e disse: «È la veste di mio figlio. Una bestia feroce l'ha
divorato; certamente Giuseppe è stato sbranato».
Allora Giacobbe si stracciò le vesti, si vestì di sacco, e fece cordoglio di
suo figlio per molti giorni.
Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo;
ma egli rifiutò di essere consolato,
e disse: «Io scenderò con cordoglio da mio figlio, nel soggiorno dei morti».
E suo padre lo pianse.
Intanto quei Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale
del faraone, capitano delle guardie.
(Genesi 37:5-36)
Siamo davanti ad una esperienza tragica… drammaticamente dominata dalla
cattiveria umana su tutti i fronti… parzialità… …invidia… odio…
all’interno di una stessa famiglia… fino al punto di premeditare l’omicidio…
spesso noi sottovalutiamo l’invidia… pensiamo sia un “peccato veniale” ma è
una manifestazione del peccato estremamente pericolosa.
Non dobbiamo sottovalutare l’invidia,
questa manifestazione dello stato di caduta dell’uomo… sembra così
“inoffensivo”… in realtà è la fonte di devastanti conseguenze, nel Libro dei
proverbi troviamo scritto che
l'invidia è la carie delle ossa
(Proverbi 14:30).
L’Ecclesiaste ci descrive come
l’invidia nasca dal desiderio
di confrontarsi con i successi degli altri per volerli superare:
Ho anche visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano
invidia dell'uno contro l'altro.
Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
(Ecclesiaste 4:4)
Fu per
invidia che i dottori della
Legge consegnarono Gesù a Pilato:
Perché egli sapeva che glielo
avevano consegnato per invidia.
(Matteo 27:18)
Fu sempre per
invidia che i dottori della
Legge misero le mani addosso agli apostoli:
Il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè la setta dei
sadducei, si alzarono, pieni di
invidia, e misero le mani sopra gli apostoli e li gettarono nella prigione
pubblica.
(Atti 5:17-18)
Fu ancora per
invidia che i giudei si
opponevano alla predicazione di Paolo:
Ma i Giudei, vedendo la folla,
furono pieni di invidia e,
bestemmiando, contraddicevano le
cose dette da Paolo.
(Atti 13:45)
Ma i Giudei, mossi da invidia,
presero con loro alcuni uomini malvagi tra la gente di piazza; e, raccolta
quella plebaglia, misero in subbuglio la città; e, assalita la casa di
Giasone, cercavano di trascinare
Paolo e Sila davanti al popolo.
(Atti 17:5)
Paolo ricorda a Tito, come anche loro, prima della conversione erano
soggetti a questa attitudine:
Perché anche noi un tempo eravamo
insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di
piaceri, vivendo nella cattiveria e
nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
(Tito 3:3)
E Pietro ci esorta, nel nostro camminare in novità di vita a sbarazzarci
delle invidie:
Sbarazzandovi
di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia,
delle invidie e di ogni
maldicenza…
(1 Pietro 2:1)
Ma tornando a Giuseppe, possiamo apprezzare come Dio, anche in queste
circostanze tragiche si dimostrò capace di cambiare il suo destino… …i
fratelli lo vendettero come schiavo ai madianiti…
ma
Dio lo portò molto in alto:
Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano
delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che ce l'avevano
condotto.
Il SIGNORE era con Giuseppe:
a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano.
Il suo padrone vide che il SIGNORE era con lui e che il SIGNORE gli faceva
prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva.
Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui
e si occupava del servizio personale di Potifar,
il quale lo fece maggiordomo della
sua casa e gli affidò l'amministrazione di tutto quello che possedeva.
Dal momento che l'ebbe fatto maggiordomo della sua casa e gli ebbe affidato
tutto quello che possedeva, il
SIGNORE benedisse la casa dell'Egiziano per amore di Giuseppe; la
benedizione del SIGNORE si posò su tutto ciò che egli possedeva, in casa e
in campagna.
Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe;
non s'occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava.
(Genesi 39:1-6)
Giuseppe dovette poi passare,
per Volontà di Dio (dietro le azioni di satana) per
una scuola di umiltà e di dipendenza
da Dio che lo porterà a saper perdonare i suoi fratelli e
conquistarli con un rapporto privo
di qualsiasi ombra di invidia… odio… pensieri malvagi!
Giuseppe dichiarò ai suoi fratelli una assoluta Verità:
Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo
in bene
per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo
numeroso.
(Genesi 50:20)
Giacobbe pianse Giuseppe morto… (egli
rifiutò di essere consolato, e disse: «Io scenderò con cordoglio da mio
figlio, nel soggiorno dei morti)… mai avrebbe immaginato
non solo di rivedere Giuseppe…
ma di vedere i figli di Giuseppe:
Israele guardò i figli di Giuseppe e disse: «Questi, chi sono?»
Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che Dio mi ha dati qui».
Ed egli disse: «Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò».
Gli occhi d'Israele erano annebbiati per l'età e non ci vedeva più.
Giuseppe li fece avvicinare a lui ed egli li baciò e li abbracciò.
Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere il tuo volto ed
ecco che Dio mi ha dato di vedere anche la tua prole».
(Genesi 48:8-11)
Questo è il modo come Dio può cambiare ogni cosa… può cambiare il male
in bene!
***
Dio manifesta la Sua onnipotenza quando è evidente a tutti che lo sforzo
dell’uomo sarebbe inutile…
…fino a che questo non avviene Egli non interviene per non confondere e non
rendere vana la testimonianza.
Possiamo vedere questo atteggiamento di Dio nell’esperienza di Gedeone:
Ierubbaal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui, alzatosi
la mattina presto, si accampò presso la sorgente di Carod.
L'accampamento di Madian era a nord di quello di Gedeone, verso la collina
di More, nella valle.
Il SIGNORE disse a Gedeone: «La
gente che è con te è troppo numerosa perché io dia Madian nelle sue mani;
Israele potrebbe vantarsi di fronte a me, e dire: "È stata la mia mano a
salvarmi".
Fa' dunque proclamare questo, in maniera che il popolo l'oda: Chiunque ha
paura e trema se ne torni indietro e si allontani dal monte di Galaad».
E tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila.
Il SIGNORE disse a Gedeone: «La
gente è ancora troppo numerosa; falla scendere all'acqua dove io li
sceglierò per te. Quello del quale ti dirò: Questo vada con te, andrà con
te; e quello del quale ti dirò: Questo non vada con te, non andrà».
Gedeone fece dunque scendere la gente all'acqua; e il SIGNORE gli disse:
«Tutti quelli che leccheranno l'acqua con la lingua, come la lecca il cane,
li metterai da parte; così pure tutti quelli che, per bere, si metteranno in
ginocchio».
Il numero di quelli che leccarono l'acqua, portandosela alla bocca nella
mano, fu di trecento uomini; tutto il resto della gente si mise in ginocchio
per bere l'acqua.
Allora il SIGNORE disse a Gedeone: «Mediante
questi trecento uomini che hanno leccato l'acqua io vi libererò e metterò i
Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno
a casa sua».
I trecento presero i viveri del popolo e le sue trombe; e Gedeone, rimandati
tutti gli altri uomini d'Israele, ciascuno alla sua tenda, trattenne questi
con sé. L'accampamento di Madian era sotto il suo, nella valle.
(Giudici 7:1-8)
***
L’ONNIPOTENTE NELLA VITA DI DAVIDE
Davide esperimentò la onnipotenza di Dio in battaglia…
pur essendo un giovane ed inesperto
guerriero, pur non possedendo
armi idonee, egli sapeva che
l’esito della battaglia non dipende
dall’uomo ma da Dio e fu esemplare il suo combattimento con il
gigante Goliath:
Davide rispose al Filisteo: «Tu
vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io
vengo verso di te nel nome del SIGNORE degli eserciti, del Dio delle
schiere d'Israele che tu hai insultate.
Oggi il SIGNORE ti darà nelle mie mani e io ti abbatterò;
ti taglierò la testa, e darò oggi stesso i cadaveri dell'esercito dei
Filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra;
così tutta la terra riconoscerà che
c'è un Dio in Israele, e tutta
questa moltitudine riconoscerà che il SIGNORE non ha bisogno di spada né di
lancia per salvare; poiché l'esito della battaglia dipende dal SIGNORE
ed egli vi darà nelle nostre mani».
Appena il Filisteo si mosse e si fece avanti per avvicinarsi a Davide, anche
Davide corse verso la linea di battaglia contro il Filisteo; mise la mano
nella sacchetta, prese una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il
Filisteo in fronte; la pietra gli si conficcò nella fronte ed egli cadde con
la faccia a terra.
Così Davide, con una fionda e una pietra, vinse il Filisteo; lo colpì e lo
uccise, senza avere spada in mano.
(1 Samuele 17:45-50)
***
L’ONNIPOTENTE NELL’OPERA DI GESU’ CRISTO
Abbiamo visto come Dio ha saputo intervenire nella vita di Abramo, nella
vita di Giacobbe e di Giuseppe… nella vita di Gedeone… nella vita di Davide…
tutti avvenimenti dove le circostanze della vita sembravano portare verso
un esito tragico senza alcuna possibilità di salvezza… tutte circostanze
dove Dio manifestò la Sua onnipotenza per mezzo di persone che seppero
credere (e si mossero di conseguenza) alle Sue promesse…
si perché credere significa questo… muoversi di conseguenza… altrimenti è un
credere inutile, vano.
Molti credono che Dio opera… pochi ne sono convinti e lo esperimentano!
…ma vogliamo vedere il Miracolo dei miracoli… nel principio della
storia dell’umanità possiamo vedere come l’uomo sia tragicamente caduto:
Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»
Egli rispose: «Ho udito la tua voce
nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».
Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto
dell'albero, che ti avevo comandato di non mangiare?»
L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato
del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato».
Dio il SIGNORE disse alla donna: «Perché hai fatto questo?»
La donna rispose: «Il serpente mi ha
ingannata e io ne ho mangiato».
Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il
maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu
camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. Io
porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di
lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno».
Alla donna disse: «Io moltiplicherò
grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore
partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli
dominerà su di te».
Ad Adamo disse: «Poiché hai dato
ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa
il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per
causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita...
(Genesi 3:9-17)
Siamo nel momento più tragico della storia umana… l’uomo e la donna, le
creature principe di Dio…
hanno paura della Sua voce
perchè hanno fatto spazio a satana
nel loro rapporto con Dio, sono caduti nel peccato… hanno fallito il
loro scopo secondo il piano di Dio rivelato loro.
E’ un momento che sembra essere senza ritorno…
l’uomo è caduto in modo
irrecuperabile… il creato intero è maledetto a causa sua,
l’uomo si è fatto nemico di Dio e
amico di satana… ma anche in
questo momento Dio fa una promessa… una promessa di liberazione:
Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie
di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno…
Spostiamoci in Palestina anni e anni dopo… Gesù in croce pronuncia questa
sua penultima Parola:
Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «È
compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.
(Giovanni 19:30)
Dal punto di vista “umano” abbiamo un Gesù in croce che sta morendo… sta
“delirando”… dal punto di vista “spirituale”
Gesù sta dichiarando il suo trionfo
su satana… …sta
dichiarando il compimento della promessa fatta nel principio… cosa
leggiamo nella Parola di Gesù?
Davanti alla morte del Signore, la reazione dei discepoli è emblematica…
loro hanno perso ogni speranza… Dio deve mandare loro dei messaggeri per
aiutarli a ricordare quello che Gesù stesso aveva loro detto tre giorni
prima:
Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono
al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati.
E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro.
Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a
loro due uomini in vesti risplendenti; tutte
impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché
cercate il vivente tra i morti? Egli
non è qui, ma è risuscitato;
ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, dicendo
che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed
essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». Esse
si ricordarono delle sue parole.
(Luca 24:1-8)
Il ricordo delle Parole del Signore… danno Luce alla Potenza di Dio nelle
Sue promesse!
Quante volte ci dimentichiamo delle
promesse di Dio… noi guardiamo la situazione… disperata… umanamente
irrisolvibile… ma dobbiamo imparare
a ricordare le Promesse di Dio!
Esemplare è anche quanto successe ai due discepoli nella via di Emmaus:
Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome
Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e
parlavano tra di loro di tutte le
cose che erano accadute.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e
cominciò a camminare con loro.
Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano.
Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?»
Ed essi si fermarono tutti tristi.
Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i
forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono
accadute in questi giorni?»
Egli disse loro: «Quali?»
Essi gli risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che
era un profeta potente in opere e in
parole davanti a Dio e a tutto il popolo; come
i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte
e lo hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele;
invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste
cose.
È vero che certe donne tra di noi ci
hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro, non
hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una
visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano
detto le donne;
ma lui non lo hanno visto».
Allora Gesù disse loro: «O insensati
e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non
doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E,
cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture
le cose che lo riguardavano... (Luca
24:13-27)
I due discepoli
che conoscevano Gesù
molto bene non erano dei miscredenti blasfemi…
sapevano e riconoscevano
che:
-
Egli era potente in Parole ed in
Opere…
-
speravano in Lui e nella Sua
liberazione…
-
avevano ricevuto la testimonianza
delle donne circa la Sua resurrezione…
- avevano ricevuto la testimonianza dei fratelli (Giovanni e Pietro)…
…accecati dalla situazione umana e dall’incredulità…
non riconoscevano Gesù risorto
che camminava al loro fianco!
Gesù li rimprovera:
O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno
dette.
Gesù li corregge
con il ricordare le Sue
promesse:
E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le
Scritture le cose che lo riguardavano…
La morte e la resurrezione del Signore Gesù ci insegnano che Dio è Potenza
di Dio e Sapienza di Dio:
…noi predichiamo Cristo crocifisso,
che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma
per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo,
potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché
la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte
degli uomini.
(1 Corinzi 1:23-25)
L’unica potenza in grado di scardinare la porta del cuore umano è Cristo
crocifisso… e risorto… non c’è nulla di più potente e di più sapiente!
Per questo egli è mediatore di un nuovo patto.
La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni
commesse sotto il primo patto,
affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa.(Ebrei
9:15)
E voi, che
un tempo eravate estranei e nemici a
causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora
Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua
morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e
irreprensibili,
se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi
smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato…
(Colossesi 1:21-22)
La morte di Cristo ha fatto si che noi che
eravamo nemici,
per mezzo della sua morte,
siamo stati
riconciliati nel corpo della carne di lui…
La morte di Cristo ha fatto si che noi che
eravamo capaci di pensare e compiere
opere malvagie,
per mezzo della sua morte,
compariremo davanti a Lui santi, senza difetto e irreprensibili…
L’autore della lettera agli ebrei scrive:
Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha
similmente partecipato, per
distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte,
cioè il diavolo, e
liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per
tutta la loro vita.(Ebrei
2:14-15)
Nella morte di Cristo c’è la totale
distruzione di satana… c’è la
nostra liberazione dal timore della morte… c’è la nostra
redenzione… e se Dio ha
trovato un rimedio per la nostra situazione spirituale… non troverà la
soluzione per i problemi “umani” della nostra vita quotidiana!
Gesù compì altri grandi miracoli che dovevano confermare la Sua
testimonianza di Figlio di Dio ed anche in questi avvenimento dimostrò il
Suo essere Onnipotente:
Ricordiamoci di cosa disse a Iairo anche davanti alla dichiarazione di morte
della sua figlia:
Mentr'egli parlava ancora, venne uno dalla casa del capo della sinagoga, a
dirgli: «Tua figlia è morta; non disturbare più il Maestro».
Ma Gesù, udito ciò, rispose a Iairo: «Non
temere; solo abbi fede, e sarà salva».
(Luca 8:49-50)
Gesù disse ancora a Marta davanti al sepolcro di Lazzaro:
Gesù disse: «Togliete la pietra!»
Marta, la sorella del morto, gli
disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».
Gesù le disse: «Non ti ho detto che
se credi, vedrai la gloria di Dio?»
Tolsero dunque la pietra. Gesù,
alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai
esaudito. Io sapevo bene che tu
mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi
circonda, affinché credano che tu mi hai mandato». Detto
questo, gridò ad alta voce: «Lazzaro,
vieni fuori!»
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da
un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».(Giovanni
11:39-44)
CONCLUSIONE
Dio è Onnipotente ed ha compiuto per noi l’Opera… il Miracolo… più
impossibile… sicuramente è anche in grado di risolvere qualsiasi altro
problema… soltanto impariamo a confidare in Lui e nella Sua volontà!
Non è quindi un problema di gravità… di circostanze… di difficoltà… è un
problema di fede e di
sottomissione alla Sua volontà.
Non dobbiamo quindi fissare lo sguardo sulle circostanze apparenti… gravi…
impossibili… dobbiamo esercitare la nostra fede in Lui e nello stesso tempo
essere pronti ad accettare la Sua volontà… qualunque Essa sia!
Un bell’esempio lo possiamo vedere nell’approccio che ebbe un uomo lebbroso
davanti a Gesù all’inizio del Suo ministerio:
Mentre egli si trovava in una di quelle città, ecco un uomo tutto coperto di
lebbra, il quale, veduto Gesù, si gettò con la faccia a terra e lo pregò
dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi
purificarmi».
(Luca 5:1)
Egli riconosceva la onnipotenza di Gesù, ma nello stesso tempo si chiedeva
se Lui “voleva”!
Dio è capace di capovolgere le situazioni più tragiche… di intervenire nelle
circostanze più drammatiche e difficili… e se non lo fa… non lo fa perché è
impotente… non lo fa perché ha un validissimo motivo per non farlo:
Or sappiamo che tutte le cose
cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo
il suo disegno.
(Romani 8:28)
Paolo, scrivendo a Timoteo, descrive come riconobbe l’intervento di Dio in
molte situazioni della sua vita:
Tu
invece hai seguito da vicino il
mio insegnamento, la mia condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia
pazienza, il mio amore, la mia costanza,
le mie persecuzioni, le mie
sofferenze, quello che mi accadde ad Antiochia, a Iconio e a Listra. Sai
quali persecuzioni ho sopportate; e il Signore mi ha liberato da tutte.
(2 Timoteo 3:10-11)
Ma nella stessa lettera sa accettare quando il Signore ha deciso che non è
più necessario “essere liberato”:
Quanto a me, io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia
partenza è giunto.
(2 Timoteo 4:6)
Per questo motivo, proprio Paolo ci comanda:
Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da
saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.
Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la
volontà del Signore.
Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza.
Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici
spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore;
ringraziando continuamente
per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo;
sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
(Efesini 5:15-21)
Qualunque cosa facciate,
in parole o in opere, fate ogni
cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo
di lui.(Colossesi
3:17)
Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare;
in ogni cosa rendete grazie,
perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
(1 Tessalonicesi 5:16-18)