I riguardi personali
Viviamo in un mondo dove siamo continuamente soggetti a valutazioni
imparziali, di parte, dettate da diverse forme di favoritismo e questo
produce tanta sofferenza, delusione, confusione ed inquina quella che è
l’amministrazione della giustizia.
Il cristiano,
vivendo in questo mondo è
influenzato da questa cultura malsana, a volte, prigioniero del proprio
opportunismo “carnale”, non riesce spesso a liberarsi da questi
comportamenti portando, anche tra i fratelli, gli effetti negativi
conseguenti.
Vogliamo applicarci a conoscere il pensiero di Dio su questo comportamento,
come ha cercato di farne comprenderne la iniquità e le conseguenze derivanti
da tali atteggiamenti.
Capiremo così quanto questo sia
estremamente dannoso questo comportamento, per tutti, anche per quelli
che momentaneamente sembrano “beneficiarne”, ma soprattutto vogliamo vedere
alla luce della Parola e del carattere stesso di Dio, come dobbiamo condurci
per non subire e non far subire ad altri i danni di questa attitudine
non conforme alla Giustizia.
Possiamo leggere la proclamazione del carattere Giusto di Dio, già
nell’occasione della consegna delle nuove tavole della Legge a Mosè:
Il SIGNORE discese nella nuvola, si fermò con lui e proclamò il nome del
SIGNORE.
Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: «Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio
misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà, che
conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona
l'iniquità, la trasgressione e il peccato
ma non terrà il colpevole per
innocente; che punisce l'iniquità dei padri sopra i figli e sopra i
figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!»
(Esodo 34:5-7)
Ancora nella Legge troviamo scritto come colui che aveva il compito di
amministrare la Giustizia doveva guardarsi dall’avere
riguardi personali:
Ascoltate le cause dei vostri fratelli, e
giudicate con giustizia le
questioni che uno può avere con il
fratello o con lo straniero che abita da lui.
Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo
come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio…
(Deuteronomio 1:16-17)
Il pensiero di Dio, in questo comandamento, era di non avere riguardi
personali di alcun genere (nativo del paese o straniero) o di ceto sociale
(piccolo o grande),
perché il giudizio appartiene a Dio!
E quando gli israeliti amministravano la Giustizia dovevano amministrarla
con i Suoi metodi.
Nominerai dei giudici e dei magistrati in tutte le città che il SIGNORE, il
tuo Dio, ti dà, tribù per tribù; ed
essi giudicheranno il popolo con giustizia.
Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali e non prenderai
nessun regalo, perché il regalo acceca gli occhi dei savi e corrompe le
parole dei giusti.
La giustizia, solo la giustizia seguirai,
affinché tu viva e possegga il paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
(Deuteronomio 16:18-20)
Il popolo nella terra promessa doveva essere amministrato con giustizia,
solo con giustizia.
Il Signore, che conosce il cuore dell’uomo identifica subito il problema, sa
che
attraverso i riguardi personali si
può pervertire il diritto, così come l’accettare i regali
acceca gli occhi dei savi e corrompe
le parole dei giusti.
Non sempre i “regali” sono pacchetti incartati con il fiocchetto…
…spesso possono essere forme di
indulgenza verso comportamenti non corretti, che ci copriamo a vicenda (tra
compiacenti) ma che condanniamo con spietatezza e discriminazione verso
altri (meno compiacenti).
Il re Giosafat, applicando gli insegnamenti del Signore, fece dei severi
avvertimenti a coloro che erano chiamati ad amministrare la giustizia nel
popolo di Israele:
Giosafat rimase a Gerusalemme; poi fece di nuovo un viaggio in mezzo al
popolo, da Beer-Sceba alla regione montuosa di Efraim, riconducendoli al
SIGNORE, Dio dei loro padri.
Stabilì dei giudici nel paese, in tutte le città fortificate di Giuda, città
per città, e disse ai giudici: «Badate
bene a quello che fate; poiché voi amministrate la giustizia, non per
servire un uomo ma per servire il
SIGNORE, il quale sarà con voi negli affari della giustizia. Ora,
il timor del SIGNORE sia in voi;
agite con prudenza, poiché
presso il SIGNORE, nostro Dio, non
c'è perversità, né favoritismi, né si prendono regali».
(2 Cronache 19:4-7)
Giobbe, che parlò di Dio secondo verità (cfr Giobbe 42:8) disse ai suoi
accusatori:
Certo Egli vi riprenderà
severamente, se nel vostro segreto avete dei riguardi personali.
(Giobbe 13:10)
E Dio, in effetti lo fece.
Anche Eliù, che parlò anch’egli rettamente disse:
Lasciate che io parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno;
poiché
adulare io non so; se lo facessi, il
mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo.
(Giobbe 32:10)
Eliù sapeva bene che un atteggiamento di parzialità sulla Giustizia di Dio,
avrebbe portato gravi conseguenze per la sua persona.
Salomone infatti scriveva:
Non è bene, in giudizio, avere riguardi personali.
Chi dice all'empio: «Tu sei giusto», i popoli lo malediranno, lo esecreranno
le nazioni.
Ma quelli che sanno punire se ne
troveranno bene, e su loro scenderanno benedizione e prosperità.
(Proverbi 24:23-25)
La bilancia falsa è un abominio al Signore, ma il peso giusto gli è gradito.
(Proverbi 11:1)
I sacerdoti israeliti avevano avuta la fiducia di Dio nell’amministrare la
Giustizia ma non seppero condursi in modo degno della fiducia loro affidata
da Dio.
Questo portò a sentirsi dire queste parole di maledizione:
Il mio patto con lui (Levi) era un patto di vita e di pace, cose che io gli
diedi, perché mi temesse; egli mi temette e tremò davanti al mio nome.
La legge di verità era nella sua bocca, non si trovava perversità sulle sue
labbra; camminava con me nella pace e nella rettitudine e molti ne allontanò
dal male.
Infatti le
labbra del sacerdote sono le custodi
della scienza e dalla sua bocca si ricerca la legge, perché egli è il
messaggero del SIGNORE degli eserciti.
Ma voi vi siete sviati, avete fatto
inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi», dice il
SIGNORE degli eserciti.
«Anch'io vi renderò spregevoli e
abietti agli occhi di tutto il popolo, perché non osservate i miei
insegnamenti e avete dei riguardi personali quando applicate la legge».
(Malachia 2:5-9)
***
I contemporanei di Gesù, nonostante la loro incredulità e malignità, non
poterono che confermare l’integrità di Gesù in questo:
Maestro, noi sappiamo che sei
sincero e insegni la via di Dio
secondo verità, e non hai
riguardi per nessuno, perché non
badi all'apparenza delle persone.
(Matteo 22:16)
Gesù
è l’immagine del Dio invisibile (cfr Giovanni 1:18 /
Colossesi 1:15), in Lui vi è tutta la pienezza della Deità (cfr
Colossesi 2:9) e pertanto
personifica il carattere di Dio, di quel Dio che fin dall’inizio non ebbe
riguardi personali davanti alla caduta dell’uomo e della donna, la
creatura più amata di tutta la Sua creazione,
davanti al Suo più grande nemico personificato dal serpente antico.
Anche in quella triste, importantissima e determinante occasione Egli non
agì con parzialità, addebitò le responsabilità a ciascuno secondo Giustizia,
non “coprendo” o “falsando” le cose, come magari avremo fatto noi nella
nostra “carnalità”.
Dio, nel Suo infinito senso di Giustizia, condannò quello che era da
condannare con tutta la severità necessaria, e provvide nel Suo infinito
Amore a pagare il prezzo della colpa…
… questa è Giustizia e Amore senza favoritismi!
I Suoi insegnamenti erano così coerenti con la Sua condotta e con il
carattere di Dio:
Perché chiunque fa cose malvagie
odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano
scoperte; ma chi mette in
pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate,
perché sono fatte in Dio.
(Giovanni 3:20-21)
Perciò chiunque ascolta queste
mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha
costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla
roccia.
E chiunque ascolta queste mie
parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha
costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno
fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata
grande.
(Matteo 7:24-27)
Chi
dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti
al Padre mio che è nei cieli.
Ma chiunque mi rinnegherà
davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei
cieli.
(Matteo 10:32-33)
A chiunque parli contro il
Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a
chiunque parli contro lo Spirito
Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.
(Matteo 12:32)
Poiché chiunque avrà fatto la
volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre.
(Matteo 12:50)
E chiunque riceve un bambino
come questo nel nome mio, riceve me.
(Matteo 18:5)
E chiunque avrà scandalizzato
uno di questi piccoli che credono, meglio sarebbe per lui che gli fosse
messa al collo una macina da mulino e fosse gettato in mare.
(Marco 9:42)
E chiunque avrà lasciato case, o
fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio
nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna.
(Matteo 19:29)
Chiunque
si innalzerà sarà abbassato e
chiunque si abbasserà sarà innalzato.
(Matteo 23:12)
Anche gli apostoli, da buoni discepoli hanno insegnato in tal senso:
Perciò, chiunque mangerà il pane
o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e
il sangue del Signore.
(1 Corinzi 11:27)
Chiunque
odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se
stesso la vita eterna.
(1 Giovanni 3:15)
Questa imparzialità caratterizzerà anche i tempi della fine:
Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: “Chiunque
adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o
sulla mano, egli pure berrà il
vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà
tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello.”
Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli.
Chiunque
adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha
riposo né giorno né notte.
(Apocalisse 14:9-11)
E sarà confermata nei nuovi cieli e nella nuova terra:
Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro,
perché il tempo è vicino.
Chi
è ingiusto continui a praticare l'ingiustizia;
chi è impuro continui a essere
impuro; e chi è giusto continui
a praticare la giustizia, e chi
è santo si santifichi ancora».
«Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a
ciascuno secondo le sue opere.
Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.
Beati quelli che lavano le loro
vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte
della città! Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli
idolatri e chiunque ama e
pratica la menzogna. Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi
queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di
Davide, la lucente stella del mattino».
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni».
E chi ode, dica: «Vieni».
Chi
ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.
Io lo dichiaro a chiunque ode le
parole della profezia di questo libro: se
qualcuno vi aggiunge qualcosa,
Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se
qualcuno toglie qualcosa dalle
parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte
dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo
libro.
(Apocalisse 22:10-191)
***
Le problematiche concernenti i riguardi personali le troviamo già agli
albori della Chiesa.
Possiamo notare come furono sollevati dei problemi di riguardi personali e
favoritismi:
-
Un primo evento fu quello di Anania e Saffira, dove Pietro si dimostrò
imparziale nel giudicare il male e punire i due bugiardi, senza cercare
attenuanti di sorta in quanto (fratelli giovani nella fede) o altro
(l’opportunità comunque di avere un’offerta utile per l’avanzamento della
Parola) (cfr Atti 5:1-11)
-
Un secondo evento fu quello che portò alla istituzione dei Diaconi:
In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli,
sorse un mormorio da parte degli
ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate
nell'assistenza quotidiana.
(Atti 6:1)
Gli apostoli,
avrebbero potuto minimizzare il problema, mettendo magari l’accento sulla
immaturità dei fratelli, invece si
dimostrarono saggi ed umili in quella occasione,
riconobbero evidentemente il
problema e presero dei provvedimenti
di equità che furono approvati dai fratelli,
facendo anche comprendere che la
predicazione della Parola di Dio era più importante di tali questioni
assistenziali (che comunque gli apostoli non mettevano mai in secondo piano,
come ordinato anche a Paolo e Barnaba – cfr Galati 2:10), contribuendo così
alla crescita della Chiesa in modo armonico ed allontanando così i malumori.
***
Giacomo, prendendo spunto da quanto evidentemente avvenne nella chiesa
primitiva, nella sua lettera “certifica” gli atteggiamenti di parzialità
come dei ragionamenti malvagi ed un
peccato condannato dalla Legge:
Fratelli miei, la vostra fede nel
nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da
favoritismi.
Infatti, se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d'oro, vestito
splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete
riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: «Tu, siedi qui al
posto d'onore»; e al povero dite: «Tu, stattene là in piedi», o «siedi in
terra accanto al mio sgabello», non
state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a
ragionamenti malvagi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto quelli che sono
poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che
ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero!
Non sono forse i ricchi quelli che vi opprimono e vi trascinano davanti ai
tribunali? Non sono essi quelli che bestemmiano il buon nome che è stato
invocato su di voi?Certo, se adempite la legge regale, come dice la
Scrittura: «Ama il tuo prossimo
come te stesso», fate bene; ma
se avete riguardi personali, voi
commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori.
Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto
solo, si rende colpevole su tutti i punti.
(Giacomo 2:1-10)
Giacomo in questo brano mette in evidenza alcuni aspetti fondamentali che
faremmo bene a tenere saldi nella nostra mente e nel nostro cuore:
-
La fede ed i favoritismi sono incompatibili,
non possono coesistere se non creando problemi, proprio come la carne e lo
Spirito;
-
La stima reciproca tra fratelli basata sui valori vani di questo mondo
(ricchezza, prestigio, ceto sociale, razza, mere abitudini culturali ecc)
allontana la visione corretta del regno di Dio e dell’Opera di Cristo nel
fratello o nella sorella.
Chi riconosce Gesù Cristo come proprio Signore, deve considerare
l’appartenenza a Lui un tale onore da eclissare o addirittura annientare
tutti gli altri “metodi di stima” carnali e
commette un peccato, fallendo
lo scopo (il rendere onore a Dio stesso ed alla Sua opera).
Proprio come il
camminare secondo la carne
produce delle
opere maledette, così il
condursi con spirito di parte (che è un modo di vivere secondo la carne),
produce le stesse opere:
… fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie,
discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze,
orge e altre simili cose…
(Galati 5:19-21)
Riconosciamo in queste opere le conseguenze
derivanti dagli insegnamenti e dalla cattiva amministrazione della Giustizia
e della disciplina influenzata dai favoritismi tra i fratelli?
Consideriamo invece come una fede
immune da favoritismi (che
equivale a camminare secondo lo Spirito) porti dei frutti di Giustizia:
… amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine,
autocontrollo…
(Galati 5:22)
Questo è il frutto dell’esercitare una fede priva di favoritismi!
***
Dobbiamo imparare due concetti fondamentali:
LA SALVEZZA E’ DATA A TUTTI GLI UOMINI SENZA RIGUARDI PERSONALI
L’apostolo Pietro, nonostante la sua resistenza a riconoscere il piano di
Dio aperto a tutti gli uomini, esclamò in casa di Cornelio:
Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In
verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque
nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto
messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo.
Egli è il Signore di tutti.
(Atti 10:34-36)
Giovanni, nel suo Vangelo, in un passo tra i più conosciuti ci conferma la
universalità della salvezza offerta a Dio:
E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio
dell'uomo sia innalzato, affinché
chiunque crede in lui abbia vita eterna.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia vita eterna.
(Giovanni 3:15-16)
Ancora Giovanni scrive:
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita;
chi crede in me, anche se muore,
vivrà; e chiunque vive e crede
in me, non morirà mai. Credi tu questo?»
(Giovanni 11:25-26)
Io sono venuto come luce nel mondo, affinché
chiunque crede in me non rimanga
nelle tenebre.
(Giovanni 12:46)
Pietro e Paolo nelle loro evangelizzazioni diranno più volte:
Di lui attestano tutti i profeti che
chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo
nome.
(Atti 10:43 cfr con Atti 2:21 / 3:23 / 13:39)
LA GIUSTIZIA VA AMMINISTRATA SENZA RIGUARDI PERSONALI
L’apostolo Paolo, nella sua prima lettera all’amato Timoteo, parlando del
come rapportarsi con i vari fratelli della chiesa (anziani, assistenze delle
vedove, accuse contro gli anziani ecc…
…lo esorta proprio ad avere un atteggiamento libero da pregiudizi e
favoritismi:
Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, perché anche gli altri
abbiano timore.
Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di
osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità.
(1 Timoteo 5:20-21)
Paolo, oltre ad insegnare queste cose fu coerente nell’applicarle,
riprendendo pubblicamente Pietro, il
grande apostolo, davanti a tutti, per il suo comportamento “di parte” in
occasione della sua visita alla chiesa di Antiochia:
Ma quando Cefa venne ad Antiochia,
gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che
fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non
giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a
separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a
simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba
fu trascinato dalla loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non camminavano
rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti:
«Se tu, che sei giudeo, vivi alla maniera degli stranieri e non dei Giudei,
come mai costringi gli stranieri a vivere come i Giudei?»
(Galati 2:11-14)
Paolo dimostrò praticamente che la sua fede era immune da favoritismi, egli
ha agito con Pietro come avrebbe agito con qualsiasi altro fratello che
stava sbagliando.
Per questo è credibile nei suoi insegnamenti!
***
Lo stesso apostolo Pietro, che:
- riconobbe davanti a Cornelio ed i suoi familiari il carattere di Dio nel
non avere riguardi personali;
- comprese evidentemente il rimprovero di Paolo;
ci esorta a vivere la santità cristiana e ad amministrare tra di noi
l’esortazione reciproca a santità di vita, con la stessa imparzialità:
Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e
abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della
rivelazione di Gesù Cristo.
Come figli ubbidienti, non
conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza;
ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la
vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate
santi, perché io sono santo».
E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo
l'opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro
soggiorno terreno;
sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il
prezioso sangue di Cristo, come
quello di un agnello senza difetto né macchia.
Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato
negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che lo ha
risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la
vostra speranza siano in Dio.
Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità
per giungere a un sincero amor
fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, perché siete
stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante
la parola vivente e permanente di Dio.
Infatti, «ogni carne è come
l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba.
L'erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in
eterno».
E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata.
(1 Pietro 1:13-25)
Pietro ci ricorda che
la condotta passata, ossia il
modo di vivere secondo la carne, è definita come
vana, cioè senza alcun
fine elevato, senza alcun risultato morale utile e buono, perchè non avente
come fondamento la conoscenza del vero Dio e della sua volontà.
Come potremo fare le nostre valutazioni ancora influenzati da quel metodo
“fallimentare”?
Pietro, in questo passo, ci ricorda inoltre una cosa che faremmo bene a non
dimenticare:
-
Il nostro Padre è anche il nostro
Giudice (Valutatore), ed un
Giudice (Valutatore) assolutamente imparziale,
senza riguardi personali,
verso grandi o piccoli, poveri o ricchi, giudei o gentili;
-
l'essere Suoi figli implica una maggiore consapevolezza della responsabilità
che abbamo davanti agli occhi di
Colui che giudica
(valuta) secondo l'opera di
ciascuno, non secondo le apparenze o la professione o il nome o
la discendenza.
Noi stimiamo le persone con il solo valore che conta,
il prezioso sangue di Cristo,
è questa l’unica discriminante nelle nostre valutazioni, il valore del
fratello è il prezioso sangue di Gesù Cristo versato per lui.
La nostra stima per il fratello è accresciuta dall’onore che egli porta a
Dio con la sua dedizione nel compiere la Sua volontà,
in questo abbiamo anche l’insegnamento pratico di Gesù stesso:
Sua madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo; ma non potevano avvicinarlo
a motivo della folla.
Gli fu riferito: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori, e vogliono
vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e i
miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in
pratica».
(Luca 8:19-21)
Questo modo di valutare i
fratelli lo troviamo vissuto dagli apostoli:
-
Nella scelta dei diaconi:
…fratelli, cercate di trovare fra di
voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di
Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico.
(Atti 6:3)
-
Nel riconoscere i fratelli:
Salutate Apelle, che ha dato buona
prova in Cristo.
(Romani 16:10)
-
Nel riconoscere i falsi fratelli:
E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono
alla verità: uomini dalla mente
corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede.
(2 Timoteo 3:8)
***
Cari fratelli noi siamo chiamati ad
esortarci reciprocamente a santità di vita:
Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e
incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma
esortatevi a vicenda ogni giorno,
finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la
seduzione del peccato.
(Ebrei 3:13)
…badando prima di tutto a se stessi:
Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato…
(Galati 6:1)
Ma siamo
chiamati a fare questo senza alcun
tipo di favoritismo e senza
riguardi personali,
altrimenti falliremo nel nostro compito che ci è stato affidato
reciprocamente e daremo adito a conseguenze nefaste per la chiesa e per la
testimonianza:
-
pervertiremo la giustizia insegnando praticamente che la Giustizia di Dio
non è uguale per tutti e può essere suscettibile di “aggiustamenti”;
-
presenteremo un Dio che fa favoritismi secondo gli affetti, gli interessi,
le affinità di qualsiasi genere;
-
saremo meno credibili e sarà meno credibile la nostra testimonianza;
-
provocheremo malumori e discordie, ire, contese, divisioni e altre simili
cose.
Un brutto sintomo di questa “malattia dormiente” è quando si sente dire:
”Bisogna valutare caso per caso…” o altre simili scusanti… …non è vero!
La Verità è una e non si “adatta” ai vari casi,
così come il Vangelo è uno e non ci sono “altri vangeli”.
E’ indubbio che quello che ci spinge nella carne ad esercitare la parzialità
è “il
piacere agli uomini o il cercare il loro favore”, imitiamo in questo
l’apostolo Paolo (come ci insegna lui stesso in quanto imitatore di Cristo):
Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio?
Oppure cerco di piacere agli uomini?
Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.
(Galati
1:10)
Paolo scriveva così ai fratelli di Tessalonica:
Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi
e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.
Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più.
(1 Tessalonicesi 4:1)
Facciamo nostra questa esortazione… …senza riguardi personali!
Ricordiamoci che davanti a Dio:
- nessuno è troppo “piccolo” o “insignificante” per la Sua attenzione!
- nessuno è troppo “peccatore” per il Suo perdono!
- nessuno è troppo “grande” per la Sua Maestà!
- nessuno è troppo “forte” per la Sua Potenza!
Egli vede le cose dall’alto del Suo trono ed ha una visione completamente
diversa da quella che possiamo vedere da questa vita terrena:
Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le
mie vie»,
dice il SIGNORE.
Come i cieli sono alti al di sopra
della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.
(Isaia 55:8-9)
Che, ripieni del Suo Spirito, possiamo sempre “vedere” le cose come le vede
Lui… senza riguardi personali!