Gesù calma la tempesta

 

 

 

Un giorno egli salì su una barca con i suoi discepoli, e disse loro: «Passiamo all'altra riva del lago». E presero il largo.

Mentre navigavano, egli si addormentò; e si abbatté sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d'acqua, ed essi erano in pericolo.

I discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, Maestro, noi periamo!» Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti, che si calmarono, e si fece bonaccia.

Poi disse loro: «Dov'è la vostra fede?»

Ma essi, impauriti e meravigliati, dicevano l'uno all'altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli ubbidiscono?» (Luca 8:22-25)

 

Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono.

Ed ecco si sollevò in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva.

E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore, salvaci, siamo perduti!»

Ed egli disse loro: «Perché avete paura, o gente di poca fede?»

Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia.

E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?» (Matteo 8:23-27)

 

In quello stesso giorno, alla sera, Gesù disse loro: «Passiamo all'altra riva».

E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca.

C'erano delle altre barche con lui.

Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva.

Egli stava dormendo sul guanciale a poppa.

Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che noi moriamo?»

Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia.

Egli disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»

Ed essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: «Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?» (Marco 4:35-41)

 

***

 Dalla lettura dei capitoli precedenti questo avvenimento, possiamo notare che questa è la prima prova alla quale sono sottoposti i nostri dodici discepoli.

Fino ad allora hanno visto segni miracolosi operati da Gesù, hanno sentito le Parole del sermone sul monte (con l’esempio delle due case… vento, piogge… (cfr Matteo 7:24-29), ma la loro fede non è ancora stata messa alla prova.

La prova della fede è fondamentale e nessun figlio di Dio può considerarsi esente da questo esercizio.

Giacomo scrive in modo chiaro:

Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

 

Dio sa molto bene che la nostra futura perfezione è una diretta conseguenza della prova della nostra fede!

Nel Suo infinito amore Egli segue con molta attenzione queste situazioni e gioisce per noi!

Un padre o una madre che vedono il proprio figlio neonato provare a stare in piedi da solo, sono attenti al suo precario equilibrio ma gioiscono vedendo i suoi progressi e sapendo che questo esercizio (nonostante le prime rovinose cadute) porterà il loro figlio ad una sana crescita e progressiva autonomia!

Come sarebbe triste non vedere il proprio figlio camminare in modo indipendente… eppure quando vogliamo allontanare la prova, per assurdo sembrerebbe che desideriamo proprio questo!

La prova non è un rischio, non è un salto nel vuoto, è un momento di crescita!

Giacomo ci dice addirittura di “gioirne”!

Come sono diversi i nostri pensieri da quelli di Dio!

"Infatti io so i pensieri che medito per voi", dice il SIGNORE: "pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza." (Geremia 29:11)

 "Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE.

«Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri." (Isaia 55:8-9)

 

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 "Un giorno egli salì su una barca con i suoi discepoli, e disse loro: «Passiamo all'altra riva del lago». E presero il largo."

 In questa prima prova, Gesù accompagna i Suoi discepoli (ci sarà una seconda prova successivamente nella quale i discepoli si troveranno “da soli” in mezzo alla tempesta).

Gesù fa un passo alla volta… è con loro fisicamente nella barca.

 

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 "Mentre navigavano, egli si addormentò; e si abbatté sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d'acqua, ed essi erano in pericolo."

 Abbiamo qui una scena interessante e istruttiva.

I discepoli sono ridotti all’estremo, sono alla fine del­le risorse.

La tempesta è violenta, la barca è piena d’ac­qua, il Signore dorme... …ma dorme in modo incosciente?

I discepoli, da buoni israeliti conoscevano sicuramente il Salmo 121:

Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto?

Il mio aiuto vien dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra.

Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà.
Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà.

Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra.

Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte.

Il SIGNORE ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua.

Il SIGNORE ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre.

 

Se, sganciati da ogni agitazione, consideriamo i fatti con obiettività, nulla ci pare più assurdo dell’incredulità.

Nella scena della tempesta, l’incredulità dei discepoli è irragionevole.

Proprio per questo Giacomo continua il suo insegnamento sulle prove così:

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. (Giacomo 1:5)

 

Era mai possibile che la barca affon­dasse con sopra il Figlio di Dio?

 Gesù aveva loro detto che era sua intenzione “passare all’altra riva del lago”, non di “affondare nel lago in tempesta”, sarebbe stata smentita una Parola di Dio?

 

Ma la paura era grande perché le onde minacciavano d’inghiottire la fragile imbarcazione.  Dal punto di vista umano erano persi, la situazione era disperata.

Un cuore incredulo ragiona sempre così; esso guarda alle circostanze lasciando Dio da parte.

La fede, invece, guarda a Dio e considera le circostanze alla luce della sua Parola.

Che differenza!

La fede entra in attività quando l’uo­mo è all’estremo, semplicemente perché in quel caso c’è un’opportunità per Dio.

Alla fede piace concentrarsi in Dio e trovarsi dove per la creatura c’è il vuoto, per la­sciare che il Creatore spieghi la sua gloria.

I discepoli avrebbero potuto addormentarsi vicino al loro divino Maestro, anche in mezzo alla tempesta.

Era solo l’incredulità che li teneva in affanno; non riusciva­no a trovare riposo.

Ma i discepoli erano stanchi, e il Signore lo sapeva; l’autore della lettera agli ebrei scrive che Egli conosce le nostre debolezze e le nostre infermità, «poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato» (Ebrei 4:15).

Il Signore, uomo come noi, dormiva cullato dalle onde del mare; c’era il Creatore dei cieli, della terra e dei mari in quella barca, nella persona di questo umile Servitore disprezzato e stanco. Che mistero!

A volte può sembrarci che il Signore dorme… ma ricordiamoci sempre che Egli non dorme e non sonnecchia…

Gesù insegnerà loro successivamente:

«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani.

Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire.

Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che il Figlio dell'uomo sia venuto.

Un discepolo non è superiore al maestro, né un servo superiore al suo signore.

Basti al discepolo essere come il suo maestro e al servo essere come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone, quanto più chiameranno così quelli di casa sua!

Non li temete dunque; perché non c'è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba essere conosciuto.

Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti.

E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro.

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.

Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. (Matteo 10:16-31)

 

La prova che affrontano i nostri discepoli è molto simile a quella che descrive qui Gesù, i venti di dottrine “strane” alzano i popoli (le acque) che sembrano affondare la nostra vita (la barca di legno)… ..sono in pericolo… ma potrebbe affondare una barca dove sopra vi è il Figlio dell’Altissimo? Il creatore dei cieli e della Terra?il Signore è con noi, sembra dormire… ma Egli in qualsiasi momento può destarsi e ha ogni autorità su ogni cosa… sosteniamo la prova, ne usciremo più costanti e più completi!

La fede dei discepoli avrebbe dovuto fondarsi sulla Parola detta dal Maestro: “passiamo all’altra riva”, e nonostante il vento, l’acqua, fosse anche stata la perdita della barca di legno (la propria vita terrena), loro sarebbero arrivati sull’altra riva… …l’ha detto Gesù Cristo!

Anche noi, figli di Dio, rigenerati dallo Spirito Santo, potremmo mai essere sopraffatti dalle onde alzate dai venti?

Paolo a tale proposito scriverà:

Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo. (Romani 8:18)

 "Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno." (Romani 8:28)

 "Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà?

Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».

Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. " (Romani 8:31-39)

 

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 "I discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, Maestro, noi periamo!» Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti, che si calmarono, e si fece bonaccia."

 E’ interessante che Marco ci fa notare che “c’erano altre barche con loro”, i nostri discepoli intenti a mantenere a galla la propria barca non si preoccupano degli altri… … noi periamo!

Il cieco egoismo dei discepoli increduli è imbarazzante!

Nel loro momento di concitazione dubitano dell’Amore del loro Maestro per loro (probabilmente non immaginano nemmeno che Gesù si possa preoccupare anche degli altri), Marco scrive che dissero: Maestro, non t'importa che noi moriamo?»

L’apparente indifferenza del nostro Signore ci fa dubitare della Sua attenzione verso di noi, quante volte succede e invece siamo noi a dimenticarci degli altri, delle altre barche!!!

Leggiamo nel Salmo dei figli di Core proprio questo sentimento:

Risvègliati! Perché dormi, Signore? Dèstati, non respingerci per sempre!

Perché nascondi il tuo volto e ignori la nostra afflizione e la nostra oppressione? Poiché l'anima nostra è abbattuta nella polvere; il nostro corpo giace per terra.

Ergiti in nostro aiuto, liberaci nella tua bontà. (Salmo 44:23-26)

 

La attenzione, bontà e la fedeltà di Dio vengono messe in discussione!

Eppure citiamo il Salmo:

Io ti celebrerò tra i popoli, o Signore, ti loderò tra le nazioni, perché grande fino al cielo è la tua bontà, e la tua fedeltà fino alle nuvole. (Salmo 57:9-10)

 

Le circostanze (qualunque esse siano) non modificano, nè alterano la bontà e la fedeltà di Dio!

I discepoli destano il Maestro che dormiva… …è questo l’unico buono esempio che danno i discepoli… ... eppure il Signore, dopo aver risposto alla loro preghiera di disperazione li riprende:

***

 

"Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti, che si calmarono, e si fece bonaccia. Poi disse loro: «Dov'è la vostra fede?» "

 Egli, innanzi tutto calma la tempesta per loro e per tutte le altre barche che erano con loro nel lago! La Bontà e la fedeltà di Dio è una benedizione per tutti!

Il Signore conosce la loro ancora instabile fede, ne ha compassione, non prosegue una prova che al momento non sono in grado di reggere, il primo passo, la prima prova può bastare così… sarebbe inutile proseguire.

E invece il momento di aiutarli a leggere la prova!

Che amore paterno dimostra qui il nostro Signore!

La risposta alla domanda posta dal Maestro la danno gli stessi discepoli nel loro stupore… non hanno ancora capito Chi hanno davanti… ma lo capiranno… superando altre prove!

Così è della nostra vita, non disprezziamo i momenti di prova, cerchiamo di viverli nell’ottica del nostro Signore!

Cosa devo imparare?

Cosa mi manca per essere costante e completo?

Cosa devo conoscere meglio di Te?

Sono queste le domande che possiamo porci nei momenti di prova!

Non dubitiamo mai della bontà e della fedeltà del nostro Signore, sarebbe un insulto, chiediamo piuttosto la saggezza di capire il significato e la benedizione che c’è dietro la prova!

"Beato l'uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l'amano." (Giacomo 1:12)

 

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 "Ma essi, impauriti e meravigliati, dicevano l'uno all'altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli ubbidiscono?»"

 L’atteggiamento consequenziale dei discepoli è il ritratto perfetto dell’incredulità che Gesù ha letto nei loro cuori.

La paura e la meraviglia sono molto lontani da quella fede che Gesù mostrerà davanti alla tomba di Lazzaro:

Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito.

Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato.    (Giovanni 11:41-42)

 

O come il rigenerato Paolo, sensibile alla voce di Dio, durante il naufragio presso Malta:

Dopo che furono rimasti per lungo tempo senza mangiare, Paolo si alzò in mezzo a loro, e disse: «Uomini, bisognava darmi ascolto e non partire da Creta, per evitare questo pericolo e questa perdita. Ora però vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave.

Poiché un angelo del Dio al quale appartengo, e che io servo, mi è apparso questa notte, dicendo: "Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te".

Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto.

Dovremo però essere gettati sopra un'isola». (Atti 27:21-26)

 

Gli stessi discepoli, una volta convertiti non proveranno più questi sentimenti davanti alle risposte di Dio.

Ci spaventano e ci meravigliano noi le risposte di Dio alle nostre preghiere?

E’ imbarazzante per Gesù far loro rilevare come in realtà non abbiano ancora fede in Lui.

Anche noi possiamo ascoltare per tanto tempo la Parola di Dio.

Essa dovrebbe portarci a “confessare il Suo Nome” e a dichiararLo “Figlio del Dio Altissimo”, ma noi…

Tommaso arrivò a confessarlo solo dopo la risurrezione!

E noi?

Ricordiamoci che sta scritto:

se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.

 (Romani 10:9-10)

 

Il Signore sa di cosa abbiamo bisogno e prepara con estrema cura amorevole tutte le prove da superare, dosa perfettamente la nostra poca forza, ci prepara, ci allena, ci fa crescere verso la perfetta statura di Cristo.

Il Signore pensa per noi… …per il nostro bene.

Le prove sono opportunità che il Signore ci dà per crescere, ricordiamocelo sempre quando siamo sottoposti a situazioni che non riusciamo a capire… il Signore sta lavorando.

Giobbe dovette superare una durissima prova. Giacomo lo richiama nella sua lettera:

"Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente.

Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso."  (Giacomo 5:11)

 

Anche qui vediamo come le parole costanza e pazienza sono strettamente legate alla prova.

Eliù, davanti all’amico Giobbe provato gli disse:

"Si grida per le molte oppressioni, si alzano lamenti per la violenza dei grandi; ma nessuno dice: "Dov'è Dio, il mio Creatore, che nella notte ispira canti di gioia, che ci fa più intelligenti delle bestie dei campi e più saggi degli uccelli del cielo?"

Là gridano, ma egli non risponde, a motivo della superbia dei malvagi.

Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l'Onnipotente non ne fa caso; e tu, quando dici che non lo scorgi, la tua causa gli sta davanti; sappilo aspettare!"  (Giobbe 35:9-14)

 

Come scrive Giacomo:

"…sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.  (Giacomo 1:2-4)

Gianni Marinuzzi