Due tipi di sapienza:
La sapienza che sale dal basso e la SAPIENZA che scende dall'alto
Dal momento che
il peccato è entrato nel mondo,
tutto è diventato
corruttibile, ovvero
non più come Dio lo aveva concepito…
…tutto ciò che
era Buono, pur mantenendo la forma di buono, è stato intaccato
dalla corruzione ed è destinato a produrre
il Male, la Scrittura dice:
Noi sappiamo che siamo da Dio, e
che tutto il mondo giace sotto il
potere del maligno.
(1 Giovanni 5:19)
Lo sappiamo vero?
A volte sembra di no, perché se ci stupiamo di quando vediamo il male
intorno a noi, non dovrebbe sorprenderci come non sorprendeva gli apostoli
che esortavano lucidamente i primi cristiani.
…la Vita, pur mantenendo la forma di vita terrena, è stata perduta e la stessa
vita terrena è destinata a cedere
alla Morte, per questo il Signore disse al popolo di Israele:
Io prendo oggi a testimoni contro di
voi il cielo e la terra, che io ti ho
posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione;
scegli dunque la vita, affinché tu
viva…
(Deuteronomio 30:19)
…ogni cosa è stata
intaccata dalla corruzione, e pur mantenendo la forma originaria esteriore,
si corrompe
progressivamente, la realtà di questo è davanti ai nostri occhi ogni giorno, il
fallimento, la manifestazione della corruzione è poi manifesta con la morte,
con tutte quelle che sono le conseguenze del peccato dell’uomo:
il non riconoscere Dio e il non
ringraziarLo (cfr Romani 1:18 e segg.)
Così ogni cosa buona ha il suo falso, che assomiglia
al buono esteriormente, come le banconote false, ma in realtà non ha valore,
è ingannevole, rovina e avvelena il mercato e la società…
E il Signore ha
voluto insegnare da subito questo ai Suoi dando delle Leggi che inculcassero all’uomo
il concetto del puro e dell’impuro, del santo e del profano, di
saper
riconoscere ed
apprezzare
le cose pure e scartare ed abbandonare le cose impure, quale
preparazione a riconoscere
il PURO per eccellenza ed allontanarsi dalla sua falsa copia
che sarà pienamente manifestata alla fine dei tempi... l’anticristo!
Questa realtà la
vediamo quindi in moltissimi aspetti della nostra vita e non ultimo nella
sapienza…
*******
Un proverbio secolare (di questo mondo) dice:
Il giovane cammina più veloce ma il
vecchio conosce la strada.
E la lettura di questo proverbio mi ha fatto
riflettere, spesso questo sembra essere vero, o meglio sembrava essere vero
nel tempo passato quando le cose cambiavano molto più lentamente di come
stanno cambiando da un secolo a questa parte, ma poi riflettendo sugli
insegnamenti della
Parola di Dio, mi sono reso conto che questo poteva anche essere ritenuto vero per ciò
che comunque era l’esperienza o una sapienza umana, terrena, ma non per
quanto riguarda
la Sapienza che
viene da Dio, infatti il giovane Eliù dichiarava già 4000 anni fa circa davanti a
Giobbe ed ai suoi tre amici più vecchi di lui:
Io sono giovane
d'età e voi siete
vecchi; perciò mi sono tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio
pensiero.
Dicevo: "Parleranno i giorni, il gran numero degli anni insegnerà la saggezza".
Ma quel che rende
intelligente l'uomo è lo spirito, è il soffio dell'Onnipotente.
Non quelli di lunga
età sono saggi, né i vecchi sono quelli che comprendono il giusto.
(Giobbe 32:6-9)
…e infatti sarà proprio lui ad
aprire la strada
alla Parola di Dio che
convincerà Giobbe e lo porterà ad un
ravvedimento ed un rinnovamento completo della sua persona e
della sua posizione.
Dobbiamo quindi considerare innanzi tutto di quale
tipo di sapienza parliamo, perché è fondamentale riconoscere che
non tutta la
sapienza è la Sapienza di Dio.
Ci viene sicuramente in aiuto la Scrittura, ed in
particolare un passo della lettera di Giacomo.
La lettera di Giacomo è scritta
ai fratelli di
origine israelitica che erano dispersi nel mondo, infatti la dedica iniziale è proprio:
Giacomo, servo di Dio e del Signore
Gesù Cristo, alle dodici tribù che
sono disperse nel mondo: salute.
(Giacomo 1:1)
Evidentemente Giacomo, che era anziano della chiesa
che era in Gerusalemme (cfr Atti 15), aveva particolarmente a cuore i suoi
fratelli di origine giudaica e sapendo della loro dispersione nel mondo a
causa della persecuzione iniziata ai tempi del martirio di Stefano, si
preoccupava di
confortarli e istruirli sul come
condursi in un territorio straniero, pieno di tradizioni di
origine pagana.
Nella sua lettera, molto pratica, Giacomo, innanzi
tutto evidenzia agli occhi dei fratelli quale è
il valore delle
prove e delle tentazioni che stanno affrontando (cfr Giacomo 1:2-12), quale è
la loro origine (cfr Giacomo 1:13-21) e quale deve essere
la loro condotta
nelle prove (cfr Giacomo 1:22-28).
Poi prosegue nell’esortarli a
fuggire la
tentazione pagana del favoritismo, tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio, al di
là della loro situazione terrena e nella chiesa del Signore non ci devono
essere divisioni dettate da aspetti personali...
chi è nato da Dio
ha la mente di Cristo e deve ragionare come ragiona Dio! (cfr Giacomo 2:1-13)
Tratta poi della
vitalità della fede
manifestata in modo pratico
per non cadere in uno stato di
sterilità
spirituale o peggio ancora
in un inganno circa
la genuinità della fede stessa (cfr Giacomo 2:14-26).
Come quarto argomento di esortazione tratta dell’autocontrollo che il cristiano deve esercitare, iniziando dal
saper
dominare la propria lingua sotto ogni aspetto, dal voler far esibizione della
propria conoscenza al nuocere al prossimo, fino a paragonare il nostro
parlare, al frutto stesso di cosa siamo veramente (cfr Giacomo 3:1-12) in
quanto dice che non è “normale” (non dev’essere così) che
dalla medesima bocca escono benedizioni
e maledizioni.
Come
dimostrazione pratica di
autocontrollo Giacomo pone quindi come riflessione questo passo che abbiamo letto, dove
invita ad esaminare individualmente la sapienza che viene manifestata nella
condotta di ciascuno per
verificarne la genuinità,
l’origine, si perché qui Giacomo sta anteponendo
due tipi di
sapienza, una che viene dal basso (la
sapienza del mondo) e l’altra che viene dall’alto (la Sapienza di Dio).
Giacomo infatti scrive nella sua lettera:
Dalla medesima bocca escono benedizioni
e maledizioni.
Fratelli miei, non
dev'essere così.
La sorgente getta forse dalla medesima
apertura il dolce e l'amaro?
Può forse, fratelli miei, un fico
produrre olive, o una vite fichi?
Neppure una sorgente salata può dare
acqua dolce.
Chi fra voi è
saggio e intelligente?
Mostri con la buona
condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.
Ma se avete nel
vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non
mentite contro la verità.
Questa non è la
saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica.
Infatti dove c'è
invidia e contesa, c'è disordine e ogni cattiva azione.
La saggezza che
viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di
misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.
Il frutto della
giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.
Da dove vengono le
guerre e le contese tra di voi?
Non derivano forse dalle passioni che
si agitano nelle vostre membra?
Voi bramate e non avete; voi uccidete e
invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete,
perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per
spendere nei vostri piaceri.
O gente adultera,
non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?
Chi dunque vuol
essere amico del mondo si rende nemico di Dio.
(Giacomo 3:10 / 4:4)
Chi fra voi è
saggio e intelligente?
Mostri con la buona
condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.
Il termine
“saggio” (sophos) è un aggettivo che descrive
una persona ricca di principi e
capacità morali che la mettono in grado di affrontare i problemi pratici
della vita.
(La Sapienza di Dio)
Il termine “intelligente” (epistemon) e un aggettivo che descrive
colui che è in grado di comprendere
intellettualmente e scientificamente.
(La Conoscenza di Cristo, Cristo ce Lo ha fatto conoscere – cfr Giovanni
1:18)
Noi sappiamo che
il principio della
saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza (Proverbi 9:10)
Quindi dobbiamo subito porre due importanti
riferimenti:
-
non possiamo parlare di
Sapienza che viene dall’alto se
questa non è prodotta da un sano
timore di Dio (per questo non dobbiamo cadere nella superficialità
spirituale).
-
non possiamo parlare di
Intelligenza spirituale se questa
non scaturisce da una corretta
conoscenza di Gesù Cristo (per questo è fondamentale attenersi alla sana
dottrina).
E dobbiamo anche ammettere (e sapere) che esistono
sapienze ed
intelligenze diverse da quelle che vengono da Dio con le quali dobbiamo confrontarci sia con gli altri
e sia con noi stessi, in quanto siamo comunque immersi in un mondo che
propone
una sua sapienza ed una sua intelligenza che se non sono da Dio, vengono da
un'altra parte...
E queste
diverse sapienza e
intelligenza di origine pagana sono evidentemente presenti, anche nel mezzo della Chiesa (fino a che essa non
sarà rapita) e Giacomo, giustamente preoccupato degli effetti devastanti che
producono,
mette in guardia i fratelli circa i
risultati funesti del condursi secondo questi principi, per questo chiede di manifestare i frutti prodotti
in una
buona condotta:
…mostri con la
buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.
La Saggezza e l’Intelligenza spirituale
non sono concetti astratti, teorici, filosofici, sono esattamente il motore delle nostre stesse
azioni, della nostra condotta!
Con questa esortazione Giacomo vuole fare riflettere i fratelli
sull’effettivo bisogno di considerare che
chi ha il desiderio di farsi avanti
per insegnare agli altri (cosa buona, come l’aspirare all’ufficio di
anziano, cfr 1 Timoteo 3:1) si stima
necessariamente più savio e più istruito di loro;
ma questa buona opinione di sé non
basta;
bisogna
provare che si possiede la vera
sapienza, con i fatti,
con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.
Paolo infatti insegnava così:
Certa è questa parola: Se uno aspira all'ufficio di vescovo, desidera
un'opera buona.
Bisogna
dunque che il vescovo
sia irreprensibile, marito di
una sola moglie, sobrio, assennato, costumato, ospitale, atto ad insegnare, non
dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non amante del
danaro che governi bene la
propria famiglia e tenga i figliuoli in sottomissione e in tutta riverenza (che
se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della
chiesa di Dio?), che non sia novizio, affinché, divenuto gonfio d'orgoglio, non cada
nella condanna del diavolo.
Bisogna
inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori,
affinché non cada in vituperio e nel laccio del diavolo.
(1 Timoteo 3:1-7)
Giacomo è preciso in questa esortazione in quanto si rivolge in particolare
a dei fratelli che venivano dal giudaismo dove
era considerata importante la “sola
conoscenza della Legge” a volte
fine a se stessa senza un
risvolto pratico, come scrive anche Paolo nella lettera ai romani:
Ora, se tu ti chiami Giudeo, ti
riposi sulla legge, ti vanti in Dio, conosci la sua volontà, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo
istruito dalla legge, e
ti persuadi di essere guida dei
ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore
degli insensati, maestro dei fanciulli,
perché hai nella legge la formula
della conoscenza e della verità; come
mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso?
Tu che predichi: «Non rubare!» rubi?
Tu che dici: «Non commettere adulterio!» commetti adulterio?
Tu che detesti gli idoli, ne spogli i templi?
Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge?
Infatti, com'è scritto: «Il nome di
Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri».
(Romani 2:17-24)
Giacomo sta qui insegnando che
chi aspira a questa buona cosa,
deve però necessariamente dare buona
prova pratica della sua conoscenza dimostrando che la sapienza cristiana
si “materializza” nella buona condotta e
con
le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza,
si,
con
mansuetudine
perché questo differenziava la
religiosità tradizionale farisaica dalla vita di fede e sottomissione
dimostrata dal Signore Gesù Cristo:
…imparate da me,
perche' io son mansueto ed umile di
cuore…
(Matteo 11:29)
e che deve necessariamente caratterizzare i Suoi discepoli:
Ricorda loro
che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti,
pronti a fare ogni opera buona, che
non dicano male di nessuno, che non siano litigiosi,
che siano miti, mostrando grande gentilezza verso tutti gli uomini.
Perché
anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni
sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia,
odiosi e odiandoci a vicenda. Ma
quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini
sono stati manifestati, egli
ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia,
mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito
Santo, che egli ha sparso
abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché,
giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita
eterna.
Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste
cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a
opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini.
(Tito 3:1-8)
Conformemente a questo insegnamento anche Pietro esorta così:
Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti
quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma
fatelo con mansuetudine e rispetto,
e avendo la coscienza pulita; affinché quando sparlano di voi, rimangano
svergognati quelli che calunniano la
vostra buona condotta in Cristo.
(1 Pietro 3:15-16)
Come per riconoscere i falsi profeti dobbiamo riconoscerli dai loro frutti e
non dalla loro apparenza, così è per la falsa sapienza:
Guardatevi dai
falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma
dentro sono lupi rapaci. Li
riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o
fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo
fa frutti cattivi. Un albero buono
non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni, li
riconoscerete dunque dai loro frutti.
(tratto da Matteo 7:15-20)
*******
Ma se avete nel
vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non
mentite contro la verità.
Questa non è la
saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica.
Infatti dove c'è
invidia e contesa, c'è disordine e ogni cattiva azione.
Ma…
C’è un ma, ovvero una riflessione personale che
Giacomo pone
a coloro che si stimano saggi ed
intelligenti…
…se avete nel vostro
cuore…
È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché
è dal di dentro, dal cuore degli
uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri,
cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia,
stoltezza.
Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo…
(Marco 7:20-23)
Il cuore
è la sorgente delle azioni umane, ed
è dunque quello che abbiamo nel cuore che determina la nostra condotta.
Se quindi, chi si reputa
saggio (una persona ricca di principi e capacità morali che la mettono in grado di
affrontare i problemi pratici della vita)
e intelligente
(che è in grado di comprendere intellettualmente e
scientificamente),
invece di
mostrare con la
buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza,
è animato da sentimenti (che procedono dal suo cuore) opposti alle
caratteristiche proprie dello Spirito Santo, questo, pur pensando di essere
più saggio e intelligente di altri,
non è nelle condizioni morali necessarie per portare
con frutto la sua attività.
Se invece della
mansuetudine (caratteristica di Gesù Cristo), abbiamo nel cuore
amara gelosia e spirito di contesa
(caratteristica tipica dei capi religiosi opposti a Gesù), non c’è proprio
alcun motivo di vantarsi, anzi
si sta mentendo alla Verità,
ovvero si sta proclamando una vana conoscenza tradendone gli stessi insegnamenti,
proprio come scriveva Paolo ai romani!
Abbiamo ben presente cosa animava e come si comportavano i religiosi ai
tempi di Gesù e dei primi anni della Chiesa:
Pilato domandò loro: Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo?
Poiché egli sapeva che glielo avevano
consegnato per invidia.
(Matteo 27:17-18)
Ad Antiochia di Pisidia:
…il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udir la parola di
Dio. Ma
i Giudei, vedendo le moltitudini, furon
ripieni d'invidia, e bestemmiando
contradicevano alle cose dette da Paolo.
(Atti 13:44-45)
A Tessalonica:
…alcuni di loro furon persuasi, e si unirono a Paolo e Sila; e così fecero
una gran moltitudine di Greci pii, e non poche delle donne principali.
Ma i Giudei, mossi da invidia,
presero con loro certi uomini malvagi fra la gente di piazza; e raccolta una
turba, misero in tumulto la città.
(Atti 17:4-5)
E Gesù stesso apostrofò così i capi religiosi del suo tempo:
Voi siete figli del diavolo, che è
vostro padre, e volete fare i
desideri del padre vostro.
Egli è stato omicida fin dal principio e
non si è attenuto alla verità, perché
non c'è verità in lui.
Quando dice il falso, parla di quel che
è suo perché è bugiardo e padre della
menzogna.
(Giovanni 8:44)
LA SAPIENZA CHE SALE DAL BASSO
LA SUA ORIGINE:
Giacomo sta insegnando che questo
tipo di sapienza, non fonda le sue radici nel
timore di Dio,
non scende dall’alto (come
dono dello Spirito Santo), ma è
invece:
- terrena: ovvero tipica del
mondo, coerente con la mente ottenebrata degli increduli, di coloro che
vivono nella cecità spirituale, non si preoccupa che di costruire una gloria
terrena che soddisfi la carne (polvere
della terra), quindi non è
in grado di affrontare i problemi pratici della vita
(spirituale) in quanto è capace di
agire con lo scopo di soddisfare i desideri del corpo terreno, non porta
con sé alcun pensiero (tantomeno frutto) del futuro celeste,
non ha nulla di nobile e di divino,
non è né un aiuto né una luce.
- animale: invece di essere il
dono dello Spirito di Sapienza, essa è letteralmente psichica procedente
dall'anima considerata come sede
della vita inferiore degli appetiti ed istinti che l'uomo ha in comune con
le bestie, non si preoccupa che di costruire una gloria terrena
che soddisfi la sua carnalità (anima
terrena), quindi non è
in grado di affrontare i problemi pratici della vita
(spirituale) in quanto è capace di
pensare con lo scopo di soddisfare i desideri dell’animo umano che ha perso
il soffio vitale di Dio (simile alle bestie,
animale), non porta con sé
alcun pensiero (tantomeno frutto) del futuro celeste,
non ha nulla di nobile e di divino,
non è né un aiuto né una luce.
- diabolica: invece di essere il
dono dello Spirito Santo che conduce alla santità, alla bontà, alle
compassioni di Dio, questa sapienza è demoniaca nella
sua origine e nella sua ispirazione piena di odio, di malvagità, di invidia
e di orgoglio, non si preoccupa che di costruire una gloria terrena
in favore del suo padrone, quindi
non è
in grado di affrontare i problemi pratici della vita
(spirituale) in quanto è capace di
pensare con la mente diabolica, non porta con sé alcun pensiero
(tantomeno frutto) del futuro celeste,
non ha nulla di nobile e di divino,
non è né un aiuto né una luce.
Paolo scriveva così ai romani:
Infatti quelli che sono secondo la
carne, pensano alle cose della carne (corpo terreno);
invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.
Ma
ciò che brama la carne
(anima, psiche)
è morte,
mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; infatti
ciò che brama la carne (diabolica)
è inimicizia contro Dio,
perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e
quelli che sono nella carne (corpo,
anima e spirito) non possono piacere a Dio.
(Romani 8:5)
E i portatori di questa
sapienza terrena, animale e diabolica
non sono solo quelli del mondo, gli apostoli tutti ci mettono in guardia
verso questi personaggi che si trovano all’interno della chiesa e che
fanno uso del gregge di Dio per
soddisfare le proprie carnali concupiscenze di denaro, gloria personale,
soddisfazioni di vario genere:
Paolo parlò chiaramente di questi già davanti ai fratelli anziani di Efeso a
Mileto, ordinando loro di
vegliare a proposito e ad
ammonirsi reciprocamente:
Io so che dopo la mia partenza
si introdurranno fra di voi lupi
rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche
tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trascinarsi dietro i discepoli.
Perciò
vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno,
non ho cessato di ammonire
ciascuno con lacrime.
(Atti 20:29-31)
…quello che faccio lo farò ancora per
togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un'occasione per mostrarsi
uguali a noi in ciò di cui si vantano.
Quei tali sono
falsi apostoli, operai
fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo.
Non c'è da
meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.
Non è dunque cosa
eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di
giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.
(2 Corinzi 11:12-15)
…ci sono alcuni che vi turbano e
vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Ma anche se noi o un angelo dal cielo
vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia
anatema.
Come abbiamo già detto, lo ripeto di
nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che
avete ricevuto, sia anatema.
Vado forse cercando
il favore degli uomini (con una sapienza che viene dal basso),
o quello di Dio (con una Sapienza che viene dall’alto)?
Oppure
cerco di piacere agli uomini
(con una sapienza che
viene dal basso)?
Se cercassi ancora di
piacere agli uomini, non sarei
servo di Cristo
(perché ciò che brama la carne è
inimicizia contro Dio).
(Galati 1:7-10)
Nella loro
cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà
aspettare.
(2 Pietro 2:3)
E Pietro
descrive le loro
aspirazioni paragonandoli a Balaam:
Essi
trovano il loro piacere nel gozzovigliare in pieno giorno; sono
macchie e vergogne; godono dei loro
inganni mentre partecipano ai vostri banchetti.
Hanno occhi pieni
d'adulterio e non possono smetter di peccare; adescano le anime instabili;
hanno il cuore esercitato alla
cupidigia; sono figli di maledizione! Lasciata la strada diritta, si
sono smarriti seguendo la via di
Balaam, figlio di Beor, che amò
un salario di iniquità, ma fu ripreso per la sua prevaricazione:
un'asina muta, parlando con voce umana, represse la follia del profeta.
Costoro
sono fonti senz'acqua e nuvole sospinte dal vento; a loro è
riservata la caligine delle tenebre.
Con
discorsi pomposi e vuoti adescano,
mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si
erano appena allontanati da coloro che vivono nell'errore;
promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della
corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.
(2 Pietro 2:13-16)
Anche Giuda li descrive nello stesso modo:
…questi visionari
contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e
parlano male delle dignità, parlano in maniera oltraggiosa di quello che
ignorano, e si corrompono in tutto
ciò che sanno per istinto, come
bestie prive di ragione.
Guai a loro! Perché si
sono incamminati per la via di Caino,
e per amor di lucro si sono gettati nei
traviamenti di Balaam, e sono
periti per la ribellione di Core.
Essi
sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi
senza ritegno, pascendo se stessi;
nuvole senza acqua, portate qua e
là dai venti; alberi d'autunno senza
frutti, due volte morti,
sradicati; onde furiose del mare,
schiumanti la loro bruttura; stelle
erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno, sono dei
mormoratori, degli scontenti;
camminano secondo le loro passioni;
la loro bocca proferisce cose
incredibilmente gonfie, e
circondano d'ammirazione le persone per interesse.
Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò
che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi
dicevano: «Negli ultimi tempi vi
saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».
Essi sono quelli
che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.
(Giuda 8-19)
LE SUE CARATTERISTICHE:
…invidia e contesa…
Quando si fa sfoggio di
una sapienza che viene dal basso e con essa si vuole cercare di
“edificare” (a volte anche inconsapevolmente), si contribuisce all’opera del
nemico:
Se qualcuno insegna una dottrina
diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e
alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma
si fissa su questioni e dispute di
parole, dalle quali nascono
invidia, contese, maldicenza,
cattivi sospetti, acerbe
discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali
considerano la pietà come una fonte di guadagno.
La pietà, con animo contento del
proprio stato, è un grande guadagno.
Infatti non abbiamo portato nulla nel
mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di
che coprirci, saremo di questo contenti.
Invece quelli che
vogliono arricchire
(in particolare sfruttando il gregge)
cadono vittime di tentazioni, di
inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini
nella rovina e nella perdizione.
Infatti
l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi
si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.
(1 Timoteo 6:3-10)
Il servitore di Dio, davanti a questi personaggi malvagi (magari a loro
insaputa), deve essere sobrio e determinato e condursi con
mansuetudine e buona condotta:
…ricerca
la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore
con un cuore puro.
Evita inoltre le dispute stolte e insensate,
sapendo che generano contese.
Il servo del Signore non deve litigare,
ma deve essere mite con tutti,
capace di insegnare, paziente.
Deve
istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio
conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati
in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri
perché facessero la sua volontà.
(2 Timoteo 2:22-26)
Il “buttarsi nella mischia” per
risolvere
una disputa (anche di carattere dottrinale), non è consigliabile
ad un servo del Signore; è invece consigliato
l’allontanamento, proprio
come davanti ai profeti corrotti degli ultimi tempi:
Or sappi questo: negli ultimi giorni
verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del
denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati,
irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati,
senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi,
amanti del piacere anziché di Dio,
aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.
Anche da costoro allontànati!
(2 Timoteo 3:1-5)
E l’esortazione di Paolo a Timoteo davanti a questa triste realtà è la
perseveranza nella sana dottrina:
Tu, invece,
persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la
certezza, sapendo da chi le hai
imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle
sacre Scritture, le quali possono
darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.
Ogni Scrittura è
ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare
alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni
opera buona (secondo la Sapienza che viene dall’alto).
(2 Timoteo 3:14-17)
La fedeltà dell’uomo di Dio non potrà cambiare la storia, ma lui è tenuto a
restare fedele:
Molti li seguiranno
nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata.
(2 Pietro 2:2)
Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che
deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno:
predica la parola,
insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole,
convinci, rimprovera, esorta
con ogni tipo di insegnamento e
pazienza.
Infatti
verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per
prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie
voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle
favole.
Ma tu sii vigilante
in ogni cosa,
sopporta le sofferenze, svolgi il
compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio.
(2 Timoteo 4:1-5)
IL SUO FRUTTO:
Il frutto che porterà questo tipo di sapienza è il
disordine ovunque, invece
di
affrontare i problemi pratici della vita,
ne subirà gli eventi
funesti e li farà subire a coloro che li ascoltano, invece di
comprendere intellettualmente e scientificamente il piano di salvezza di
Dio e la Sua volontà, resterà confuso, e confonderà gli altri, ricordiamo
cosa scrive Paolo a Timoteo, circa gli uomini che si ispirano a questo tipo
di sapienza:
…gli
uomini malvagi e gli impostori
andranno di male in peggio,
ingannando gli altri ed essendo
ingannati.
(2 Timoteo 3:13)
IL SUO SCOPO:
Lo scopo della saggezza terrena, animale e diabolica è edificare se stessi a
discapito degli altri, la sua finalità è il dominio sul prossimo, proprio
come satana, tutto ciò che la muove è il profondo desiderio di
autocompiacimento, sopraffazione e rovina del prossimo a proprio vantaggio!
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LA SAPIENZA CHE VIENE DALL’ALTO
La saggezza che
viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di
misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.
Il frutto della
giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.
La
Sapienza che viene dall’alto, pur
essendo esteriormente simile a quella che viene da basso (proprio come Gesù
Cristo che fu trovato esteriormente come un uomo), ha
origine, caratteristiche e frutto
completamente opposti:
LA SUA ORIGINE:
- essa
viene dall’alto, da Dio,
scende come lo Spirito Santo, “non
sale dalla terra” (come la bestia e le creature demoniache descritte
nel Libro della Rivelazione di Gesù Cristo).
Giobbe nel pieno
della sua prova fa una riflessione:
Ma la
saggezza, dove trovarla? Dov'è il luogo dell'intelligenza?
L'uomo non ne sa la
via, non la si trova sulla terra dei viventi. (NON E’ TERRENA)
L'abisso dice: "Non è in me"; il mare
dice: "Non sta da me".
(NON E’ DIABOLICA)
Non la si ottiene
in cambio d'oro, né la si
compra a peso d'argento.
Non la si acquista con l'oro di Ofir, con l'ònice
prezioso e con lo zaffiro.
L'oro e il vetro non reggono al suo
confronto, non la si dà in cambio di vasi d'oro fino.
Non si parli di corallo, di cristallo;
la saggezza vale più delle perle.
Il topazio d'Etiopia non può starle a
confronto, l'oro puro non ne controbilancia il valore.
(NON HA UN VALORE TERRENO)
Da dove viene
dunque la saggezza? Dov'è il luogo dell'intelligenza?
Essa è nascosta
agli occhi di ogni vivente, è celata agli
uccelli del cielo.
L'abisso e la morte dicono: “Ne abbiamo
avuto qualche sentore".
Dio solo conosce la
via che vi conduce,
egli solo sa il luogo dove risiede,
perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra, perch'egli
vede tutto quello che è sotto i cieli.
Quando regolò il peso del vento e fissò
la misura delle acque, quando diede una legge alla pioggia e tracciò la
strada al lampo dei tuoni, allora la
vide e la rivelò, la stabilì e anche l'investigò.
E disse all'uomo: "Ecco,
temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza"».
(Giobbe 28:12-28)
E il saggio
Salomone chiude il suo libro di riflessioni con questa frase:
Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché
questo è il tutto per l'uomo.
(Ecclesiaste 12:15)
Nella sua lettera
Giacomo dichiara che proprio perché la Sapienza è così preziosa,
non la si ottiene in cambio di
niente,
non ha prezzo, Essa
è un dono di Dio,
un preziosissimo dono che Egli dà a
chiunque la chiede con fede:
Se poi
qualcuno di voi manca di saggezza,
la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli
sarà data.
Ma la chieda con
fede, senza dubitare;
perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta
qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è
di animo doppio, instabile in tutte le sue vie.
(Giacomo 1:5-8)
1) Il primo e più
importante è la purezza.
Giacomo scrive che
anzitutto è pura, come un
metallo preziosissimo, non può contenere alcuna impurità, ne diminuirebbe
drasticamente il valore.
La Sapienza che viene dall’alto non è
pacifica, mite, conciliante, piena di
misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia,
a prescindere,
anzitutto è pura, non cede a
compromessi di sorta; la Verità è verità e la menzogna è menzogna, non ci
sono vie di mezzo!
Una sapienza che
tende ad “accomodare”, non è la Sapienza che viene dall’alto, questa non è
intransigenza o spietatezza verso il prossimo, ma verso la menzogna.
Purtroppo si è
caduti nell’errore grossolano di pensare di amare il peccatore tollerando il
peccato, finendo per amare il peccato!
Si tollera il fratello debole, non si tollera il peccato.
Si ama il prossimo, si ama il peccatore, non si ama il peccato!
Purtroppo stiamo pagando il prezzo di
anni di “buonismo” che ha indebolito la chiesa occidentale, il peccato è
ampiamente tollerato, quasi giustificato se non addirittura venduto come
“maturità spirituale”, follia pura!
La prima lettera ai
corinzi dovrebbe fare scuola circa questa “carnalità” nella chiesa del
Signore che porta l’apostolo Paolo a rimproverare severamente i fratelli di
Corinto che tolleravano il peccato
e prendere decisioni drastiche nei confronti di colui che
contaminava la purezza del corpo di Cristo.
Consci di questa
caratteristica della Sapienza che viene dall’Alto, ascoltiamo cosa scrive
Giacomo riguardo al nostro approccio con i Suoi insegnamenti:
Perciò,
deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la
parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.
Ma
mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi
stessi.
Perché, se uno è ascoltatore della
parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale
in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica
com'era.
Ma
chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della
libertà, e in essa persevera,
non sarà un ascoltatore smemorato ma
uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.
(Giacomo 1:21-25)
2) La Sapienza che viene
dall’alto è
pacifica…
In opposto alle
invidie ed alle contese (frutto della sapienza terrena, carnale e
diabolica), la Sapienza che viene
dall’alto è amante della Pace,
ricerca la Pace e sa che la Pace si può conseguire con la sincerità, la
onestà, la giustizia e per queste cose si adopera, per
l’utile comune, senza favoritismi
(che porterebbero alle invidie ed alle gelosie).
Per questo Paolo
esorta spesso in tal senso:
Ora a ciascuno è data la manifestazione
dello Spirito
(la Sapienza)
per il bene comune. (1
Corinzi 12:7)
Cerchiamo dunque di conseguire
le cose che contribuiscono alla pace
e alla reciproca edificazione.
(Romani 14:19)
…fratelli, rallegratevi, ricercate la
perfezione, siate consolati, abbiate
un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d'amore e di pace sarà con
voi.
(2 Corinzi 13:11)
3) La Sapienza che viene
dall’alto è
mite…
La mitezza è quella
caratteristica che è molto simile all’autocontrollo, all’equilibrio, a non
cadere negli eccessi, sappiamo che una delle caratteristiche di Dio è che è
lento all’ira (cfr Esodo 34:6), e così è della Sua Sapienza.
Inoltre Essa è mite
perché tende all’equità verso il prossimo, tiene conto delle ragioni e delle
circostanze,
egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere
(cfr Salmo 103:14).
La mitezza non è
debolezza, né ingiustizia, è una giustizia “saggia” figlia di quell’Amore
paziente, benigno... che non addebita
il male... che crede ogni cosa, spera ogni cosa (cfr
1 Corinzi 13).
4) La Sapienza che viene
dall’alto è
conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti…
La Sapienza che
viene dall’alto è quella che cerca sempre di venire in accordo convincendo
della bontà di Essa stessa, non si ostina nel sostenere le proprie posizioni
senza farle comprendere… abbiamo un meraviglioso esempio nella profezia del
profeta Isaia, dove il Signore chiama il popolo infedele a discutere con Lui
per convincerlo:
“Che m'importa dei vostri numerosi
sacrifici?”, dice il SIGNORE; «io sono sazio degli olocausti di montoni e
del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei
capri, io non lo gradisco.
Quando venite a presentarvi davanti a
me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili?
Smettete di portare offerte inutili;
l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare
riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne.
L'anima mia odia i vostri noviluni e le
vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare.
Quando stendete le mani, distolgo gli
occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le
vostre mani sono piene di sangue.
Lavatevi, purificatevi, togliete
davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il
male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso,
fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova!
“Poi
venite, e discutiamo”, dice il SIGNORE; “anche se i vostri peccati
fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero
rossi come porpora, diventeranno come la lana.
Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese;
ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada”; poiché la
bocca del SIGNORE ha parlato.
(Isaia 11:20)
Il frutto della Sapienza è buono!
Buono perché
procede direttamente dalla fonte della Bontà, da Colui che ci ha creato, che
conosce tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere felici, nelle Sue
direttive non c’è inganno, ci sono buoni frutti ed in abbondanza:
…Io sono venuto
perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
(Giovanni 10:10)
Non facciamo come
il figlio prodigo che dovette arrivare a pascere i porci e ad essere ridotto
in fin di vita per riconoscere questo:
Quanti servi di mio
padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
(Luca 15:17)
6) La Sapienza che viene
dall’alto è
imparziale…
La Sapienza di Dio
è senza parzialità, cioè senza far distinzioni fra persona e persona, per
Lei non ci sono i ricchi ed i poveri di questo mondo, i saggi e gli
ignoranti di questo mondo, i giudei o gli stranieri, non applica “diverse
giustizie” a seconda dell’influenza che una persona ha davanti a Dio, tutti
questi pensieri sono pensieri che sono dettati dalla sapienza che sale dal
basso, che crea invidie e contese e che porta alla confusione!
La Sapienza che
scende dall’alto è uguale per tutti, Essa chiama bene il bene e male il male, senza
riguardi personali, proprio come chiedeva di esprimersi Eliù per descrivere
il pensiero di Dio per Giobbe:
Lasciate che io
parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno; poiché adulare io non so; se lo
facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo.
(Giobbe 32:21-22)
Lo stesso fu
riconosciuto di Gesù dai suoi stessi oppositori:
Maestro, noi sappiamo che sei sincero e
insegni la via di Dio secondo verità,
e non hai riguardi per nessuno, perché
non badi all'apparenza delle persone.
(Matteo 22:16)
Pietro lo riconobbe
davanti alla conversione della famiglia di Cornelio:
In verità
comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque
nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
(Atti 10:34-35)
E Giacomo spiega
come l’avere riguardi personale sia effettivamente un peccato, in quanto non
si adempie la Giustizia di Dio:
…se
avete riguardi personali, voi
commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori.
(Giacomo 2:9)
L’avere riguardi
personali è una delle caratteristiche dei falsi dottori:
Sono dei mormoratori, degli scontenti;
camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose
incredibilmente gonfie, e circondano
d'ammirazione le persone per interesse.
(Giuda 16)
7) La Sapienza che viene
dall’alto è
senza ipocrisia.
Lo scopo di questo incarico è l'amore
che viene da un cuore puro, da una
buona coscienza e da una fede sincera.
(1 Timoteo 1:5)
Ricordo infatti
la fede sincera che è in te…
(2 Timoteo 1:5)
L'amore sia senza
ipocrisia.
(Romani 12:9)
Noi non diamo
nessun motivo di scandalo affinché il nostro servizio non sia biasimato; ma in ogni
cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande
costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse,
nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni;
con purezza, con conoscenza, con
pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero;
con un parlare veritiero, con la potenza di Dio; con le armi della
giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nell'umiliazione, nella
buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure
veritieri; come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi,
eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; come afflitti,
eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non
avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!
(2 Corinzi 6:3-10)
IL SUO FRUTTO:
La Sapienza che scende dall’alto
produce un frutto di Giustizia, anzi
frutti di Giustizia, come di ce Paolo:
…prego che il vostro amore abbondi
sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare
le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di
Cristo, ricolmi di frutti di
giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
(Filippesi 1:9-11)
Questo
frutto di Giustizia è un
frutto che cresce da un seme divino, coltivato
in
un buon terreno (un
cuore disponibile ad accoglierlo interamente nell’intimo), con la buona
tecnica dell’agricoltura divina, nella
Pace del Signore, ovvero
nella pratica di tutto quel che è
giusto verso Dio e verso gli uomini.
Questo
frutto di Giustizia (che
equivale alla perfezione morale),
si semina
nella pace, con
disposizioni pacifiche di
bontà, di amore per le anime, con mezzi pacifici che convincano le menti e
persuadano i cuori (non con sentimenti di orgogliosa superiorità, di
intolleranza, di arroganza, tipici della sapienza che sale dal basso).
Solo
coloro che si adoperano per la Pace,
che
fuggono le contese e le chiacchiere
profane (cfr 2 Timoteo 2:16), possono
seminare con successo questo frutto di
Giustizia.
Ma per produrre questo frutto di Giustizia,
devono farsi carico della
correzione che accompagna questa Sapienza:
Sopportate queste
cose per la vostra correzione.
Dio vi tratta come
figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?
Ma se siete esclusi da quella
correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e
non figli.
Inoltre abbiamo avuto per correttori i
nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo
forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita?
Essi infatti ci correggevano per pochi
giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene,
affinché siamo partecipi della sua santità.
È vero che
qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in
seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono
stati addestrati per mezzo di essa.
(Ebrei 12:7-11)
Perché non esistono doti morali
carnali che sono paragonabili a quelle della Sapienza che viene dall’alto,
non sarà il nostro carattere mite, equilibrato, il nostro “flemma”
carnale che potrà seminare questo frutto di Giustizia…
possiamo essere umanamente molto assomiglianti a queste
caratteristiche, ma non lo saremo mai internamente, perché
nella nostra carne non abita alcun
bene (cfr Romani 7:18), tantomeno la capacità di produrlo!
Dobbiamo invece essere
trasformati mediante il rinnovamento
della nostra mente, per conoscere per esperienza quale sia la volontà di
Dio, la buona, gradita e perfetta volontà
(Romani 12:2), cambiare il nostro
modo di pensare (ravvederci),
adoperarci per compiere la Sua volontà (convertirci),
solo così possiamo essere partecipi
di questo meraviglioso campo di Giustizia di Dio!
IL SUO SCOPO:
Lo scopo della Saggezza divina è edificare il Corpo di Cristo abbassando ed
umiliando se stessi, manifestando così
la infinitamente varia sapienza di Dio,
abbracciandola con tutta la Chiesa,
proprio come il nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato e ci ha mostrato
per primo, tutto ciò che la muove è il profondo desiderio di vedere crescere
la Chiesa per la Gloria di Dio!
Per questo Paolo più volte chiede a Dio la capacità di manifestare, per
mezzo della Chiesa la Grazia di Dio:
…affinché i principati e le potenze nei luoghi
celesti conoscano oggi, per mezzo
della chiesa, la infinitamente
varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato
mediante il nostro Signore, Cristo Gesù…
…per
questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni
famiglia nei cieli e sulla terra prende nome,
affinché
egli vi dia, secondo le ricchezze
della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito
suo, nell'uomo interiore, e faccia sì
che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori,
perché, radicati e fondati nell'amore,
siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la
larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di
conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi
di tutta la pienezza di Dio.
(tratto da Efesini 3:10-19)