Due tipi di sapienza:

La sapienza che sale dal basso e la SAPIENZA che scende dall'alto

 

 

Dal momento che il peccato è entrato nel mondo, tutto è diventato corruttibile, ovvero non più come Dio lo aveva concepito

…tutto ciò che era Buono, pur mantenendo la forma di buono, è stato intaccato dalla corruzione ed è destinato a produrre il Male, la Scrittura dice:

Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. (1 Giovanni 5:19)

 

Lo sappiamo vero?  A volte sembra di no, perché se ci stupiamo di quando vediamo il male intorno a noi, non dovrebbe sorprenderci come non sorprendeva gli apostoli che esortavano lucidamente i primi cristiani.

 

la Vita, pur mantenendo la forma di vita terrena, è stata perduta e la stessa vita terrena è destinata a cedere alla Morte, per questo il Signore disse al popolo di Israele:

Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva… (Deuteronomio 30:19)

 

ogni cosa è stata intaccata dalla corruzione, e pur mantenendo la forma originaria esteriore, si corrompe progressivamente, la realtà di questo è davanti ai nostri occhi ogni giorno, il fallimento, la manifestazione della corruzione è poi manifesta con la morte, con tutte quelle che sono le conseguenze del peccato dell’uomo: il non riconoscere Dio e il non ringraziarLo (cfr Romani 1:18 e segg.)

 

Così ogni cosa buona ha il suo falso, che assomiglia al buono esteriormente, come le banconote false, ma in realtà non ha valore, è ingannevole, rovina e avvelena il mercato e la società…

E il Signore ha voluto insegnare da subito questo ai Suoi dando delle Leggi che inculcassero all’uomo il concetto del puro e dell’impuro, del santo e del profano, di saper riconoscere ed apprezzare le cose pure e scartare ed abbandonare le cose impure, quale preparazione a riconoscere il PURO per eccellenza ed allontanarsi dalla sua falsa copia che sarà pienamente manifestata alla fine dei tempi... l’anticristo!

 

Questa realtà la vediamo quindi in moltissimi aspetti della nostra vita e non ultimo nella sapienza…

 

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Un proverbio secolare (di questo mondo) dice:

            Il giovane cammina più veloce ma il vecchio conosce la strada.

 

E la lettura di questo proverbio mi ha fatto riflettere, spesso questo sembra essere vero, o meglio sembrava essere vero nel tempo passato quando le cose cambiavano molto più lentamente di come stanno cambiando da un secolo a questa parte, ma poi riflettendo sugli insegnamenti della Parola di Dio, mi sono reso conto che questo poteva anche essere ritenuto vero per ciò che comunque era l’esperienza o una sapienza umana, terrena, ma non per quanto riguarda la Sapienza che viene da Dio, infatti il giovane Eliù dichiarava già 4000 anni fa circa davanti a Giobbe ed ai suoi tre amici più vecchi di lui:

Io sono giovane d'età e voi siete vecchi; perciò mi sono tenuto indietro e non ho ardito esporvi il mio pensiero.

Dicevo: "Parleranno i giorni, il gran numero degli anni insegnerà la saggezza".

Ma quel che rende intelligente l'uomo è lo spirito, è il soffio dell'Onnipotente.

Non quelli di lunga età sono saggi, né i vecchi sono quelli che comprendono il giusto. (Giobbe 32:6-9)

 

…e infatti sarà proprio lui ad aprire la strada alla Parola di Dio che convincerà Giobbe e lo porterà ad un ravvedimento ed un rinnovamento completo della sua persona e della sua posizione.

Dobbiamo quindi considerare innanzi tutto di quale tipo di sapienza parliamo, perché è fondamentale riconoscere che non tutta la sapienza è la Sapienza di Dio.

Ci viene sicuramente in aiuto la Scrittura, ed in particolare un passo della lettera di Giacomo.

La lettera di Giacomo è scritta ai fratelli di origine israelitica che erano dispersi nel mondo, infatti la dedica iniziale è proprio:

Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute. (Giacomo 1:1)

 

Evidentemente Giacomo, che era anziano della chiesa che era in Gerusalemme (cfr Atti 15), aveva particolarmente a cuore i suoi fratelli di origine giudaica e sapendo della loro dispersione nel mondo a causa della persecuzione iniziata ai tempi del martirio di Stefano, si preoccupava di confortarli e istruirli sul come condursi in un territorio straniero, pieno di tradizioni di origine pagana.

Nella sua lettera, molto pratica, Giacomo, innanzi tutto evidenzia agli occhi dei fratelli quale è il valore delle prove e delle tentazioni che stanno affrontando (cfr Giacomo 1:2-12), quale è la loro origine (cfr Giacomo 1:13-21) e quale deve essere la loro condotta nelle prove (cfr Giacomo 1:22-28).

Poi prosegue nell’esortarli a fuggire la tentazione pagana del favoritismo, tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio, al di là della loro situazione terrena e nella chiesa del Signore non ci devono essere divisioni dettate da aspetti personali... chi è nato da Dio ha la mente di Cristo e deve ragionare come ragiona Dio! (cfr Giacomo 2:1-13)

Tratta poi della vitalità della fede manifestata in modo pratico per non cadere in uno stato di sterilità spirituale o peggio ancora in un inganno circa la genuinità della fede stessa (cfr Giacomo 2:14-26).

Come quarto argomento di esortazione tratta dell’autocontrollo che il cristiano deve esercitare, iniziando dal saper dominare la propria lingua sotto ogni aspetto, dal voler far esibizione della propria conoscenza al nuocere al prossimo, fino a paragonare il nostro parlare, al frutto stesso di cosa siamo veramente (cfr Giacomo 3:1-12) in quanto dice che non è “normale” (non dev’essere così) che dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni.

Come dimostrazione pratica di autocontrollo Giacomo pone quindi come riflessione questo passo che abbiamo letto, dove invita ad esaminare individualmente la sapienza che viene manifestata nella condotta di ciascuno per verificarne la genuinità, l’origine, si perché qui Giacomo sta anteponendo due tipi di sapienza, una che viene dal basso (la sapienza del mondo) e l’altra che viene dall’alto (la Sapienza di Dio).

 

Giacomo infatti scrive nella sua lettera:

 

Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni.

Fratelli miei, non dev'essere così.

La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l'amaro?

Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi?

Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce.

Chi fra voi è saggio e intelligente?

Mostri con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.

Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità.

Questa non è la saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica.

Infatti dove c'è invidia e contesa, c'è disordine e ogni cattiva azione.

La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.

Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.

Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi?

Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra?

Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.

O gente adultera, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?

Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. (Giacomo 3:10 / 4:4)

 

 E l’origine della sapienza che mostriamo si manifesta nei suoi frutti pratici, non nelle espressioni teoriche, ma nella condotta, infatti giunge a dire:

Chi fra voi è saggio e intelligente?

Mostri con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.

 Giacomo formula qui una domanda retorica: Chi fra voi è saggio e intelligente?

 

Il termine “saggio” (sophos) è un aggettivo che descrive una persona ricca di principi e capacità morali che la mettono in grado di affrontare i problemi pratici della vita.

 

(La Sapienza di Dio)

Il termine “intelligente” (epistemon) e un aggettivo che descrive colui che è in grado di comprendere intellettualmente e scientificamente.

 

(La Conoscenza di Cristo, Cristo ce Lo ha fatto conoscere – cfr Giovanni 1:18)

Noi sappiamo che il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza (Proverbi 9:10)

Quindi dobbiamo subito porre due importanti riferimenti:

- non possiamo parlare di Sapienza che viene dall’alto se questa non è prodotta da un sano timore di Dio (per questo non dobbiamo cadere nella superficialità spirituale).

 

- non possiamo parlare di Intelligenza spirituale se questa non scaturisce da una corretta conoscenza di Gesù Cristo (per questo è fondamentale attenersi alla sana dottrina).

 

E dobbiamo anche ammettere (e sapere) che esistono sapienze ed intelligenze diverse da quelle che vengono da Dio con le quali dobbiamo confrontarci sia con gli altri e sia con noi stessi, in quanto siamo comunque immersi in un mondo che propone una sua sapienza ed una sua intelligenza che se non sono da Dio, vengono da un'altra parte...

E queste diverse sapienza e intelligenza di origine pagana sono evidentemente presenti, anche nel mezzo della Chiesa (fino a che essa non sarà rapita) e Giacomo, giustamente preoccupato degli effetti devastanti che producono, mette in guardia i fratelli circa i risultati funesti del condursi secondo questi principi, per questo chiede di manifestare i frutti prodotti in una buona condotta:

 

…mostri con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.

 

La Saggezza e l’Intelligenza spirituale non sono concetti astratti, teorici, filosofici, sono esattamente il motore delle nostre stesse azioni, della nostra condotta!

Con questa esortazione Giacomo vuole fare riflettere i fratelli sull’effettivo bisogno di considerare che chi ha il desiderio di farsi avanti per insegnare agli altri (cosa buona, come l’aspirare all’ufficio di anziano, cfr 1 Timoteo 3:1) si stima necessariamente più savio e più istruito di loro; ma questa buona opinione di sé non basta; bisogna provare che si possiede la vera sapienza, con i fatti, con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza.

Paolo infatti insegnava così:

Certa è questa parola: Se uno aspira all'ufficio di vescovo, desidera un'opera buona. 

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato, costumato, ospitale, atto ad insegnare, non dedito al vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non amante del danaro che governi bene la propria famiglia e tenga i figliuoli in sottomissione e in tutta riverenza (che se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?), che non sia novizio, affinché, divenuto gonfio d'orgoglio, non cada nella condanna del diavolo. 

Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, affinché non cada in vituperio e nel laccio del diavolo. (1 Timoteo 3:1-7)

 

Giacomo è preciso in questa esortazione in quanto si rivolge in particolare a dei fratelli che venivano dal giudaismo dove era considerata importante lasola conoscenza della Legge” a volte fine a se stessa senza un risvolto pratico, come scrive anche Paolo nella lettera ai romani:

Ora, se tu ti chiami Giudeo, ti riposi sulla legge, ti vanti in Dio, conosci la sua volontà, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo istruito dalla legge, e ti persuadi di essere guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli insensati, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità; come mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso?

Tu che predichi: «Non rubare!» rubi? 

Tu che dici: «Non commettere adulterio!» commetti adulterio?

Tu che detesti gli idoli, ne spogli i templi? 

Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge? 

Infatti, com'è scritto: «Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri». (Romani 2:17-24)

 

Giacomo sta qui insegnando che chi aspira a questa buona cosa, deve però necessariamente dare buona prova pratica della sua conoscenza dimostrando che la sapienza cristiana si “materializza” nella buona condotta e con le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza,  si, con mansuetudine perché questo differenziava la religiosità tradizionale farisaica dalla vita di fede e sottomissione dimostrata dal Signore Gesù Cristo:

…imparate da me, perche' io son mansueto ed umile di cuore (Matteo 11:29)

 

e che deve necessariamente caratterizzare i Suoi discepoli:

Ricorda loro che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti, pronti a fare ogni opera buona, che non dicano male di nessuno, che non siano litigiosi, che siano miti, mostrando grande gentilezza verso tutti gli uomini. 

Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.

Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini. (Tito 3:1-8)

 

Conformemente a questo insegnamento anche Pietro esorta così:

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. (1 Pietro 3:15-16)

 

Come per riconoscere i falsi profeti dobbiamo riconoscerli dai loro frutti e non dalla loro apparenza, così è per la falsa sapienza:

Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni, li riconoscerete dunque dai loro frutti. (tratto da Matteo 7:15-20)

 

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Ma se avete nel vostro cuore amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità.

Questa non è la saggezza che scende dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica.

Infatti dove c'è invidia e contesa, c'è disordine e ogni cattiva azione.

 

Ma…

C’è un ma, ovvero una riflessione personale che Giacomo pone a coloro che si stimano saggi ed intelligenti

 

se avete nel vostro cuore…

 Giacomo conosce e ricorda il principio posto da Gesù:

È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. 

Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo… (Marco 7:20-23)

 

Il cuore è la sorgente delle azioni umane, ed è dunque quello che abbiamo nel cuore che determina la nostra condotta.

Se quindi, chi si reputa saggio (una persona ricca di principi e capacità morali che la mettono in grado di affrontare i problemi pratici della vita) e intelligente (che è in grado di comprendere intellettualmente e scientificamente), invece di mostrare con la buona condotta le sue opere compiute con mansuetudine e saggezza, è animato da sentimenti (che procedono dal suo cuore) opposti alle caratteristiche proprie dello Spirito Santo, questo, pur pensando di essere più saggio e intelligente di altri, non è nelle condizioni morali necessarie per portare con frutto la sua attività.

Se invece della mansuetudine (caratteristica di Gesù Cristo), abbiamo nel cuore amara gelosia e spirito di contesa (caratteristica tipica dei capi religiosi opposti a Gesù), non c’è proprio alcun motivo di vantarsi, anzi si sta mentendo alla Verità, ovvero si sta proclamando una vana conoscenza tradendone gli stessi insegnamenti, proprio come scriveva Paolo ai romani!

Abbiamo ben presente cosa animava e come si comportavano i religiosi ai tempi di Gesù e dei primi anni della Chiesa:

Pilato domandò loro: Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo?

Poiché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia. (Matteo 27:17-18)

 

Ad Antiochia di Pisidia:

…il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udir la parola di Dio. Ma i Giudei, vedendo le moltitudini, furon ripieni d'invidia, e bestemmiando contradicevano alle cose dette da Paolo. (Atti 13:44-45)

 

A Tessalonica:

…alcuni di loro furon persuasi, e si unirono a Paolo e Sila; e così fecero una gran moltitudine di Greci pii, e non poche delle donne principali. 

Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro certi uomini malvagi fra la gente di piazza; e raccolta una turba, misero in tumulto la città. (Atti 17:4-5)

 

E Gesù stesso apostrofò così i capi religiosi del suo tempo:

Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.

Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.

Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna. (Giovanni 8:44)

 

LA SAPIENZA CHE SALE DAL BASSO

 

LA SUA ORIGINE:

Giacomo sta insegnando che questo tipo di sapienza, non fonda le sue radici nel timore di Dio, non scende dall’alto (come dono dello Spirito Santo), ma è invece:

 

- terrena: ovvero tipica del mondo, coerente con la mente ottenebrata degli increduli, di coloro che vivono nella cecità spirituale, non si preoccupa che di costruire una gloria terrena che soddisfi la carne (polvere della terra), quindi non è in grado di affrontare i problemi pratici della vita (spirituale) in quanto è capace di agire con lo scopo di soddisfare i desideri del corpo terreno, non porta con sé alcun pensiero (tantomeno frutto) del futuro celeste, non ha nulla di nobile e di divino, non è né un aiuto né una luce.

 

- animale: invece di essere il dono dello Spirito di Sapienza, essa è letteralmente psichica procedente dall'anima considerata come sede della vita inferiore degli appetiti ed istinti che l'uomo ha in comune con le bestie, non si preoccupa che di costruire una gloria terrena che soddisfi la sua carnalità (anima terrena), quindi non è in grado di affrontare i problemi pratici della vita (spirituale) in quanto è capace di pensare con lo scopo di soddisfare i desideri dell’animo umano che ha perso il soffio vitale di Dio (simile alle bestie, animale), non porta con sé alcun pensiero (tantomeno frutto) del futuro celeste, non ha nulla di nobile e di divino, non è né un aiuto né una luce.

 

- diabolica: invece di essere il dono dello Spirito Santo che conduce alla santità, alla bontà, alle compassioni di Dio, questa sapienza è demoniaca nella sua origine e nella sua ispirazione piena di odio, di malvagità, di invidia e di orgoglio, non si preoccupa che di costruire una gloria terrena in favore del suo padrone, quindi non è in grado di affrontare i problemi pratici della vita (spirituale) in quanto è capace di pensare con la mente diabolica, non porta con sé alcun pensiero (tantomeno frutto) del futuro celeste, non ha nulla di nobile e di divino, non è né un aiuto né una luce.

 

Paolo scriveva così ai romani:

Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne (corpo terreno); invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.

Ma ciò che brama la carne (anima, psiche) è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; infatti ciò che brama la carne (diabolica) è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne (corpo, anima e spirito) non possono piacere a Dio. (Romani 8:5)

 

E i portatori di questa sapienza terrena, animale e diabolica non sono solo quelli del mondo, gli apostoli tutti ci mettono in guardia verso questi personaggi che si trovano all’interno della chiesa e che fanno uso del gregge di Dio per soddisfare le proprie carnali concupiscenze di denaro, gloria personale, soddisfazioni di vario genere:

Paolo parlò chiaramente di questi già davanti ai fratelli anziani di Efeso a Mileto, ordinando loro di vegliare a proposito e ad ammonirsi reciprocamente:

Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli.

Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime. (Atti 20:29-31)

 

quello che faccio lo farò ancora per togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un'occasione per mostrarsi uguali a noi in ciò di cui si vantano.

Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo.

Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.

Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. (2 Corinzi 11:12-15)

 

ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.

Vado forse cercando il favore degli uomini (con una sapienza che viene dal basso), o quello di Dio (con una Sapienza che viene dall’alto)?

Oppure cerco di piacere agli uomini (con una sapienza che viene dal basso)?

Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo (perché ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio). (Galati 1:7-10)

 

Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all'opera e la loro rovina non si farà aspettare. (2 Pietro 2:3)

 

E Pietro descrive le loro aspirazioni paragonandoli a Balaam:

Essi trovano il loro piacere nel gozzovigliare in pieno giorno; sono macchie e vergogne; godono dei loro inganni mentre partecipano ai vostri banchetti.

Hanno occhi pieni d'adulterio e non possono smetter di peccare; adescano le anime instabili; hanno il cuore esercitato alla cupidigia; sono figli di maledizione! Lasciata la strada diritta, si sono smarriti seguendo la via di Balaam, figlio di Beor, che amò un salario di iniquità, ma fu ripreso per la sua prevaricazione: un'asina muta, parlando con voce umana, represse la follia del profeta.

Costoro sono fonti senz'acqua e nuvole sospinte dal vento; a loro è riservata la caligine delle tenebre.

Con discorsi pomposi e vuoti adescano, mediante i desideri della carne e le dissolutezze, quelli che si erano appena allontanati da coloro che vivono nell'errore; promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto. (2 Pietro 2:13-16)

 

Anche Giuda li descrive nello stesso modo:

…questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.

Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.

Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno, sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse.

Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni».

Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito. (Giuda 8-19)

 

LE SUE CARATTERISTICHE:

 

…invidia e contesa…

Quando si fa sfoggio di una sapienza che viene dal basso e con essa si vuole cercare di “edificare” (a volte anche inconsapevolmente), si contribuisce all’opera del nemico:

Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno.

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.

Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Invece quelli che vogliono arricchire (in particolare sfruttando il gregge) cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione.

Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. (1 Timoteo 6:3-10)

 

Il servitore di Dio, davanti a questi personaggi malvagi (magari a loro insaputa), deve essere sobrio e determinato e condursi con mansuetudine e buona condotta:

ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro.

Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese.

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.  

Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà. (2 Timoteo 2:22-26)

 

Il “buttarsi nella mischia” per risolvere una disputa (anche di carattere dottrinale), non è consigliabile ad un servo del Signore; è invece consigliato l’allontanamento, proprio come davanti ai profeti corrotti degli ultimi tempi:

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza.  Anche da costoro allontànati! (2 Timoteo 3:1-5)

 

E l’esortazione di Paolo a Timoteo davanti a questa triste realtà è la perseveranza nella sana dottrina:

Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (secondo la Sapienza che viene dall’alto). (2 Timoteo 3:14-17)

 

La fedeltà dell’uomo di Dio non potrà cambiare la storia, ma lui è tenuto a restare fedele:

Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata. (2 Pietro 2:2)

 

Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.

Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.

Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio. (2 Timoteo 4:1-5)

 

IL SUO FRUTTO:

 …disordine e ogni cattiva azione

Il frutto che porterà questo tipo di sapienza è il disordine ovunque, invece di affrontare i problemi pratici della vita, ne subirà gli eventi funesti e li farà subire a coloro che li ascoltano, invece di comprendere intellettualmente e scientificamente il piano di salvezza di Dio e la Sua volontà, resterà confuso, e confonderà gli altri, ricordiamo cosa scrive Paolo a Timoteo, circa gli uomini che si ispirano a questo tipo di sapienza:

gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati. (2 Timoteo 3:13)

 

IL SUO SCOPO:

Lo scopo della saggezza terrena, animale e diabolica è edificare se stessi a discapito degli altri, la sua finalità è il dominio sul prossimo, proprio come satana, tutto ciò che la muove è il profondo desiderio di autocompiacimento, sopraffazione e rovina del prossimo a proprio vantaggio!

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LA SAPIENZA CHE VIENE DALL’ALTO

 

La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.

Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.

 

La Sapienza che viene dall’alto, pur essendo esteriormente simile a quella che viene da basso (proprio come Gesù Cristo che fu trovato esteriormente come un uomo), ha origine,  caratteristiche e frutto completamente opposti:

 

LA SUA ORIGINE:

- essa viene dall’alto, da Dio, scende come lo Spirito Santo, “non sale dalla terra” (come la bestia e le creature demoniache descritte nel Libro della Rivelazione di Gesù Cristo).

 

Giobbe nel pieno della sua prova fa una riflessione:

Ma la saggezza, dove trovarla? Dov'è il luogo dell'intelligenza?

L'uomo non ne sa la via, non la si trova sulla terra dei viventi. (NON E’ TERRENA)

L'abisso dice: "Non è in me"; il mare dice: "Non sta da me". (NON E’ DIABOLICA)

Non la si ottiene in cambio d'oro, né la si compra a peso d'argento.

Non la si acquista con l'oro di Ofir, con l'ònice prezioso e con lo zaffiro.

L'oro e il vetro non reggono al suo confronto, non la si dà in cambio di vasi d'oro fino.

Non si parli di corallo, di cristallo; la saggezza vale più delle perle.

Il topazio d'Etiopia non può starle a confronto, l'oro puro non ne controbilancia il valore.

(NON HA UN VALORE TERRENO)

Da dove viene dunque la saggezza? Dov'è il luogo dell'intelligenza?

Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo.

L'abisso e la morte dicono: “Ne abbiamo avuto qualche sentore".

Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede, perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra, perch'egli vede tutto quello che è sotto i cieli.

Quando regolò il peso del vento e fissò la misura delle acque, quando diede una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni, allora la vide e la rivelò, la stabilì e anche l'investigò.

E disse all'uomo: "Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza"». (Giobbe 28:12-28)

 

E il saggio Salomone chiude il suo libro di riflessioni con questa frase:

Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo. (Ecclesiaste 12:15)

 

Nella sua lettera Giacomo dichiara che proprio perché la Sapienza è così preziosa, non la si ottiene in cambio di niente, non ha prezzo, Essa è un dono di Dio, un preziosissimo dono che Egli dà a chiunque la chiede con fede:

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.

Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie. (Giacomo 1:5-8)

 

 LE SUE CARATTERISTICHE:

 La sua origine divina si manifesta nelle caratteristiche che la contraddistinguono:

 

1) Il primo e più importante è la purezza.

Giacomo scrive che anzitutto è pura, come un metallo preziosissimo, non può contenere alcuna impurità, ne diminuirebbe drasticamente il valore.

La Sapienza che viene dall’alto non è pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia, a prescindere, anzitutto è pura, non cede a compromessi di sorta; la Verità è verità e la menzogna è menzogna, non ci sono vie di mezzo!

 

Una sapienza che tende ad “accomodare”, non è la Sapienza che viene dall’alto, questa non è intransigenza o spietatezza verso il prossimo, ma verso la menzogna.

Purtroppo si è caduti nell’errore grossolano di pensare di amare il peccatore tollerando il peccato, finendo per amare il peccato!

Si tollera il fratello debole, non si tollera il peccato.

Si ama il prossimo, si ama il peccatore, non si ama il peccato!

Purtroppo stiamo pagando il prezzo di anni di “buonismo” che ha indebolito la chiesa occidentale, il peccato è ampiamente tollerato, quasi giustificato se non addirittura venduto come “maturità spirituale”, follia pura!

La prima lettera ai corinzi dovrebbe fare scuola circa questa “carnalità” nella chiesa del Signore che porta l’apostolo Paolo a rimproverare severamente i fratelli di Corinto che tolleravano il peccato e prendere decisioni drastiche nei confronti di colui che contaminava la purezza del corpo di Cristo.

Consci di questa caratteristica della Sapienza che viene dall’Alto, ascoltiamo cosa scrive Giacomo riguardo al nostro approccio con i Suoi insegnamenti:

Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.

Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.

Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era.

Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. (Giacomo 1:21-25)

 

2) La Sapienza che viene dall’alto è pacifica…

In opposto alle invidie ed alle contese (frutto della sapienza terrena, carnale e diabolica), la Sapienza che viene dall’alto è amante della Pace, ricerca la Pace e sa che la Pace si può conseguire con la sincerità, la onestà, la giustizia e per queste cose si adopera, per l’utile comune, senza favoritismi (che porterebbero alle invidie ed alle gelosie).

Per questo Paolo esorta spesso in tal senso:

Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito (la Sapienza) per il bene comune. (1 Corinzi 12:7)

 

Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. (Romani 14:19)

 

…fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d'amore e di pace sarà con voi. (2 Corinzi 13:11)

 

3) La Sapienza che viene dall’alto è mite…

La mitezza è quella caratteristica che è molto simile all’autocontrollo, all’equilibrio, a non cadere negli eccessi, sappiamo che una delle caratteristiche di Dio è che è lento all’ira (cfr Esodo 34:6), e così è della Sua Sapienza.

Inoltre Essa è mite perché tende all’equità verso il prossimo, tiene conto delle ragioni e delle circostanze, egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere (cfr Salmo 103:14).

La mitezza non è debolezza, né ingiustizia, è una giustizia “saggia” figlia di quell’Amore paziente, benigno... che non addebita il male... che crede ogni cosa, spera ogni cosa (cfr 1 Corinzi 13).

 

4) La Sapienza che viene dall’alto è conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti…

La Sapienza che viene dall’alto è quella che cerca sempre di venire in accordo convincendo della bontà di Essa stessa, non si ostina nel sostenere le proprie posizioni senza farle comprendere… abbiamo un meraviglioso esempio nella profezia del profeta Isaia, dove il Signore chiama il popolo infedele a discutere con Lui per convincerlo:

“Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?”, dice il SIGNORE; «io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate; il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri, io non lo gradisco.

Quando venite a presentarvi davanti a me, chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili?

Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne.

L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare.

Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue.

Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova!

“Poi venite, e discutiamo”, dice il SIGNORE; “anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana. Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese; ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada”; poiché la bocca del SIGNORE ha parlato. (Isaia 11:20)

 

Il frutto della Sapienza è buono!

Buono perché procede direttamente dalla fonte della Bontà, da Colui che ci ha creato, che conosce tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere felici, nelle Sue direttive non c’è inganno, ci sono buoni frutti ed in abbondanza:

…Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. (Giovanni 10:10)

 

Non facciamo come il figlio prodigo che dovette arrivare a pascere i porci e ad essere ridotto in fin di vita per riconoscere questo:

Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! (Luca 15:17)

 

6) La Sapienza che viene dall’alto è imparziale…

La Sapienza di Dio è senza parzialità, cioè senza far distinzioni fra persona e persona, per Lei non ci sono i ricchi ed i poveri di questo mondo, i saggi e gli ignoranti di questo mondo, i giudei o gli stranieri, non applica “diverse giustizie” a seconda dell’influenza che una persona ha davanti a Dio, tutti questi pensieri sono pensieri che sono dettati dalla sapienza che sale dal basso, che crea invidie e contese e che porta alla confusione!

La Sapienza che scende dall’alto è uguale per tutti, Essa chiama bene il bene e male il male, senza riguardi personali, proprio come chiedeva di esprimersi Eliù per descrivere il pensiero di Dio per Giobbe:

Lasciate che io parli senza riguardi personali, senza adulare nessuno; poiché adulare io non so; se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo. (Giobbe 32:21-22)

 

Lo stesso fu riconosciuto di Gesù dai suoi stessi oppositori:

Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno, perché non badi all'apparenza delle persone. (Matteo 22:16)

 

Pietro lo riconobbe davanti alla conversione della famiglia di Cornelio:

In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. (Atti 10:34-35)

 

E Giacomo spiega come l’avere riguardi personale sia effettivamente un peccato, in quanto non si adempie la Giustizia di Dio:

se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori. (Giacomo 2:9)

 

L’avere riguardi personali è una delle caratteristiche dei falsi dottori:

Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d'ammirazione le persone per interesse. (Giuda 16)

 

7) La Sapienza che viene dall’alto è senza ipocrisia.

 La Sapienza che viene dall’alto è vera, sincera, non falsa, ed è vera e sincera per tutti nello stesso modo, senza maschere, così sono coloro che ne fanno uso nella fede e nell’amore:

Lo scopo di questo incarico è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. (1 Timoteo 1:5)

 

Ricordo infatti la fede sincera che è in te (2 Timoteo 1:5)

 

L'amore sia senza ipocrisia. (Romani 12:9)

 

Noi non diamo nessun motivo di scandalo affinché il nostro servizio non sia biasimato; ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con un parlare veritiero, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa! (2 Corinzi 6:3-10)

 

IL SUO FRUTTO:

 …Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace

 

La Sapienza che scende dall’alto produce un frutto di Giustizia, anzi frutti di Giustizia, come di ce Paolo:

…prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Filippesi 1:9-11)

 

Questo frutto di Giustizia è un frutto che cresce da un seme divino, coltivato in un buon terreno (un cuore disponibile ad accoglierlo interamente nell’intimo), con la buona tecnica dell’agricoltura divina, nella Pace del Signore, ovvero nella pratica di tutto quel che è giusto verso Dio e verso gli uomini.

Questo frutto di Giustizia (che equivale alla perfezione morale), si semina nella pace, con disposizioni pacifiche di bontà, di amore per le anime, con mezzi pacifici che convincano le menti e persuadano i cuori (non con sentimenti di orgogliosa superiorità, di intolleranza, di arroganza, tipici della sapienza che sale dal basso).

Solo coloro che si adoperano per la Pace, che fuggono le contese e le chiacchiere profane (cfr 2 Timoteo 2:16), possono seminare con successo questo frutto di Giustizia.

Ma per produrre questo frutto di Giustizia, devono farsi carico della correzione che accompagna questa Sapienza:

Sopportate queste cose per la vostra correzione.

Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?

Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli.

Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita?

Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità.

È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa. (Ebrei 12:7-11)

 

Perché non esistono doti morali carnali che sono paragonabili a quelle della Sapienza che viene dall’alto, non sarà il nostro carattere mite, equilibrato, il nostro “flemma” carnale che potrà seminare questo frutto di Giustizia…  possiamo essere umanamente molto assomiglianti a queste caratteristiche, ma non lo saremo mai internamente, perché nella nostra carne non abita alcun bene (cfr Romani 7:18), tantomeno la capacità di produrlo!

Dobbiamo invece essere trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente, per conoscere per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà (Romani 12:2), cambiare il nostro modo di pensare (ravvederci), adoperarci per compiere la Sua volontà (convertirci), solo così possiamo essere partecipi di questo meraviglioso campo di Giustizia di Dio!

 

IL SUO SCOPO:

 

Lo scopo della Saggezza divina è edificare il Corpo di Cristo abbassando ed umiliando se stessi, manifestando così la infinitamente varia sapienza di Dio, abbracciandola con tutta la Chiesa, proprio come il nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato e ci ha mostrato per primo, tutto ciò che la muove è il profondo desiderio di vedere crescere la Chiesa per la Gloria di Dio!

Per questo Paolo più volte chiede a Dio la capacità di manifestare, per mezzo della Chiesa la Grazia di Dio:

affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù…

per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. (tratto da Efesini 3:10-19)

 

Gianni Marinuzzi