Comunione e trasformazione

 

  

Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele».

E Mosè rimase lì con il SIGNORE quaranta giorni e quaranta notti; non mangiò pane e non bevve acqua.

E il SIGNORE scrisse sulle tavole le parole del patto, i dieci comandamenti.

Poi Mosè scese dal monte Sinai.

Egli aveva in mano le due tavole della testimonianza quando scese dal monte.

Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentre egli parlava con il SIGNORE.

Aaronne e tutti i figli d'Israele guardarono Mosè, e videro che la pelle del suo viso era tutta raggiante.

Perciò ebbero paura di avvicinarsi a lui.

Ma Mosè li chiamò, e Aaronne e tutti i capi della comunità tornarono a lui, e Mosè parlò loro.

Dopo questo, tutti i figli d'Israele si avvicinarono, ed egli impose loro tutto quello che il SIGNORE gli aveva detto sul monte Sinai.

Quando Mosè ebbe finito di parlare con loro, si mise un velo sulla faccia.

Ma quando Mosè entrava alla presenza del SIGNORE per parlare con lui, si toglieva il velo, finché non tornava fuori; poi tornava fuori e diceva ai figli d'Israele quello che gli era stato comandato.

I figli d'Israele, guardando la faccia di Mosè, vedevano la sua pelle tutta raggiante; Mosè si rimetteva il velo sulla faccia, finché non entrava a parlare con il SIGNORE.

(Esodo 34:27-35)

 

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Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele».

Il Signore ha fatto un Patto e quando Egli fa un Patto lo fa con una persona e poi le benedizioni si allargano anche ad altri.

Egli fa un Patto con Mosè, ma questo Patto è anche per il popolo di Israele.

 

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E Mosè rimase lì con il SIGNORE quaranta giorni e quaranta notti; non mangiò pane e non bevve acqua.

E il SIGNORE scrisse sulle tavole le parole del patto, i dieci comandamenti.

Alla presenza del Signore avvengono sempre cose soprannaturali, Mosè riesce a sopravvivere quaranta giorni e quaranta notti senza mangiare e senza bere.

La presenza di Dio è sufficiente per il suo nutrimento e la sua sete.

Questa è anche una prova di fedeltà per Mosè, Egli comprende così che "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"

(Matteo 4:4)

 

Anche Gesù Cristo uomo, ebbe questa esperienza, al termine della quale seppe resistere alle tentazioni di satana.

 

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Poi Mosè scese dal monte Sinai.

Egli aveva in mano le due tavole della testimonianza quando scese dal monte.

Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentre egli parlava con il SIGNORE.

Se siamo alla presenza di Dio, il nostro volto cambia, diventa glorioso, senza che noi ce ne accorgiamo… …Mosè non sapeva… …ma la trasformazione avviene anche se non lo sappiamo, anche se non lo vediamo!

E’ lo Spirito Santo che compie in noi questa trasformazione, senza che noi ce ne accorgiamo, noi dobbiamo solo stare alla presenza di Dio!

 

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Aaronne e tutti i figli d'Israele guardarono Mosè, e videro che la pelle del suo viso era tutta raggiante.

Perciò ebbero paura di avvicinarsi a lui.

Aaronne e tutti i figli di Israele, guardando Mosè trasformato, ebbero paura di avvicinarsi a lui, perché vedevano Dio stesso, la Sua Gloria.

Mosè risplendeva della Gloria di Dio… ma lui non lo sapeva!

 

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Ma Mosè li chiamò, e Aaronne e tutti i capi della comunità tornarono a lui, e Mosè parlò loro.

Dopo questo, tutti i figli d'Israele si avvicinarono, ed egli impose loro tutto quello che il SIGNORE gli aveva detto sul monte Sinai.

Quando Mosè ebbe finito di parlare con loro, si mise un velo sulla faccia.

Ma quando Mosè entrava alla presenza del SIGNORE per parlare con lui, si toglieva il velo, finché non tornava fuori; poi tornava fuori e diceva ai figli d'Israele quello che gli era stato comandato.

I figli d'Israele, guardando la faccia di Mosè, vedevano la sua pelle tutta raggiante; Mosè si rimetteva il velo sulla faccia, finché non entrava a parlare con il SIGNORE.

Mosè trasmette loro l’ordine di Dio.

Da questo momento Mosè indosserà il velo davanti al popolo come segno di sottomissione a Dio e come protezione verso il popolo, che non doveva soffermare il proprio sguardo sulla persona di Mosè (cfr 2 Corinzi 3:.13), ma su Dio stesso.

 

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E’ interessante notare, in parallelo a questa trasformazione del volto di Mosè, l’esperienza opposta di Sansone:

Dalila, visto che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dire loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora i prìncipi dei Filistei salirono da lei, e portarono con sé il denaro.

Lei lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò.

Allora lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!» Egli, svegliatosi dal sonno, disse: «Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò».

Ma non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui.

I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. Ed egli girava la macina nella prigione.

(Giudici 16:18-21)

 

Mosè, stando alla presenza di Dio nell’ubbidienza, non sapeva che il suo volto si stava trasformando conformemente alla Gloria di Dio.

Nello stesso modo, Sansone vivendo nella disubbidienza, non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.

Entrambi non sapevano… …ma la loro trasformazione è opposta, la differenza stava nella ubbidienza o nella disubbidienza a Dio!

Mosè incuteva timore di Dio, Sansone finirà per fare il buffone per i filistei per dare onore ai loro dei e solo un ultimo suo ravvedimento lo portò a mostrare per un ultima volta la Gloria di Dio:

Intanto, la capigliatura che gli avevano tagliata cominciava a ricrescergli.

Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un grande sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi.

Dicevano: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico».

Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico, colui che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti di noi».

Nella gioia del loro cuore, dissero: «Chiamate Sansone, ché ci faccia divertire!»

Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a fare il buffone in loro presenza.

Lo posero fra le colonne; Sansone disse al ragazzo che lo teneva per mano: «Lasciami, che io possa toccare le colonne sulle quali poggia la casa, e mi appoggi a esse».

La casa era piena di uomini e donne; e tutti i prìncipi dei Filistei erano lì; e c'erano sul tetto circa tremila persone, fra uomini e donne, che stavano a guardare mentre Sansone faceva il buffone.

Allora Sansone invocò il SIGNORE e disse: «SIGNORE mio Dio, ti prego, ricòrdati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o Dio, perché io mi vendichi in un colpo solo dei Filistei, per la perdita dei miei due occhi».

Sansone tastò le due colonne di mezzo, che sostenevano la casa; si appoggiò a esse: all'una con la destra, all'altra con la sinistra e disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!» Si curvò con tutta la sua forza e la casa crollò addosso ai prìncipi e a tutto il popolo che c'era dentro; così quelli che uccise mentre moriva furono di più di quanti ne aveva uccisi durante la sua vita.

(Giudici 16:22-30)

 

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L’apostolo Paolo, proprio prendendo esempio dall’esperienza di Mosè ci da una importante rivelazione:

Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito?

Se, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia.

Anzi, quello che nel primo fu reso glorioso, non fu reso veramente glorioso, quando lo si confronti con la gloria tanto superiore del secondo; infatti, se ciò che era transitorio fu circondato di gloria, molto più grande è la gloria di ciò che è duraturo.

Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza,  e non facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul volto, perché i figli d'Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio.

Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d'oggi, quando leggono l'antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito.

Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso.

Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà.

E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito.

(2 Corinzi 3:7-18)

Matteo Armillotta