Avvicinati al monte Sion
Tanto
spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».
Voi vi siete
invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme
celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei
primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli
spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al
sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.
Badate di non
rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli,
quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra,
molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal
cielo; la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa
promessa: «Ancora una volta farò
tremare non solo la terra, ma anche il cielo».
Or questo «ancora
una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose
fatte perché sussistano quelle che non sono scosse.
Perciò,
ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo
a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!
Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.
(Ebrei 12:18-29)
Una volta descritti:
l’autore vuole in ultimo, come
settimo motivo di perseveranza, fare apprezzare ai fratelli scoraggiati,
quale è la loro maggiore
responsabilità in quanto sono stati
avvicinati al monte Sion, il monte
di Dio, alla presenza di una realtà celeste, eterna, immutabile e gloriosa,
ed il credente che si disinteressa dei magnifici privilegi a sua
disposizione non onora Dio ed attira su di sé il Suo castigo.
Allora il
SIGNORE disse a Mosè: «Va' dal
popolo, santificalo oggi e domani; fa' che si lavi le vesti.
Siano pronti per il terzo
giorno; perché il terzo giorno
il SIGNORE scenderà in presenza di
tutto il popolo sul monte Sinai.
Tu fisserai
tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: "Guardatevi
dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte
sarà messo a morte. Nessuna mano
dovrà toccare il colpevole: questo sarà lapidato o trafitto con frecce;
animale o uomo che sia, non dovrà
vivere!" Quando il corno suonerà a distesa, allora essi potranno salire
sul monte».
E
Mosè scese dal monte verso il
popolo; santificò il popolo, e
quelli si lavarono le vesti. Mosè disse al popolo: «Siate
pronti fra tre giorni; non avvicinatevi a donna».
Il terzo
giorno,
come fu mattino, ci furono tuoni, lampi, una fitta nuvola sul monte e si udì
un fortissimo suono di tromba. Tutto
il popolo che era nell'accampamento tremò. Mosè fece uscire il popolo
dall'accampamento per condurlo a incontrare Dio; e si fermarono ai piedi del
monte. Il monte Sinai era tutto
fumante, perché il SIGNORE vi era disceso in mezzo al fuoco; il fumo saliva
come il fumo di una fornace, e tutto il monte tremava forte.
Il suono della
tromba si faceva sempre più forte; Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una
voce. Il SIGNORE dunque scese sul
monte Sinai, in vetta al monte; e il SIGNORE chiamò Mosè sulla vetta del
monte, e Mosè vi salì.
Il SIGNORE
disse a Mosè: «Scendi, avverti solennemente il popolo di non fare irruzione
verso il SIGNORE per guardare, altrimenti molti di loro periranno.
Anche
i sacerdoti che si avvicinano al
SIGNORE, si santifichino,
affinché il SIGNORE non si avventi
contro di loro».
Mosè disse al
SIGNORE: «Il popolo non può salire
sul monte Sinai, poiché tu ce lo hai vietato dicendo: "Fissa dei limiti
intorno al monte, e santificalo"».
Ma il SIGNORE
gli disse: «Va', scendi; poi risalirai insieme ad Aaronne. Ma i sacerdoti e
il popolo non facciano irruzione per salire verso il SIGNORE, affinché egli
non si avventi contro di loro.
Mosè scese
verso il popolo e glielo disse.
Allora Dio
pronunciò tutte queste parole:
«Io sono il
SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa
di schiavitù.
Non avere
altri dèi oltre a me.
Non farti
scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù
sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e
non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso;
punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta
generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima
generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non
pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non
riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del
giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo
lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non
fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia,
né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che
abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la
terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno;
perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.
Onora tuo
padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che
il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
Non uccidere.
Non commettere
adulterio.
Non rubare.
Non attestare
il falso contro il tuo prossimo.
Non concupire
la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il
suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna
del tuo prossimo».
Or tutto il
popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte
fumante. A tal vista, tremava e stava lontano.
E disse a
Mosè: «Parla tu con noi e noi ti ascolteremo; ma non ci parli Dio,
altrimenti moriremo». (Esodo 19:10 /
20:19)
Questo passo ci descrive tutta
la solennità del momento in cui Dio
ha dato la Legge a Mosè e il timore di Dio che pervadeva ogni uomo presente
all’avvenimento.
L’autore della lettera, proprio facendo riferimento a
questo evento, prende spunto per evidenziare come
chi ascolta oggi la voce di Dio sia
maggiormente responsabile di quelli che Lo udirono in quell’occasione in
quanto il Nuovo Patto è più solenne del Vecchio Patto e il Nuovo Mediatore
sia molto più qualificato del vecchio mediatore.
***
Tanto
spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».
Il settimo motivo di perseveranza
nella fede, è tratto dalla dimostrata
superiorità del nuovo Patto
sull'antico.
Esso è la
realtà delle antiche promesse, perchè
rivela la grazia di Dio in Cristo ed è perciò
definitivo.
La Legge, o il Vecchio Patto, aveva uno scopo ben preciso, far conoscere lo
stato di peccato all’uomo, e fu data per mezzo di un mediatore, Mosè (figura
di Gesù Cristo, mediatore del Nuovo Patto):
Perché dunque
la legge?
Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie
alla quale era stata fatta la promessa; e
fu promulgata per mezzo di angeli,
per mano di un mediatore.
(Galati 3:19)
Giovanni ci scrive:
Poiché
la legge è stata data per mezzo di
Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
(Giovanni 1:17)
Durante
l’enunciazione di questo primo patto, il popolo tremava tutto;
ma anche Mosè, il mediatore,
era preso da spavento dinanzi ai
fenomeni terribili che accompagnavano la rivelazione.
***
E’ significativo che l’autore descriva e metta in contrapposizione come:
-
il primo patto (Antico
Patto transitorio) sia stato accompagnato da
manifestazioni sensoriali,
come il “toccare con mano”, il “vedere” o il “sentire”;
-
il secondo patto
(Nuovo Patto definitivo) sia invece accompagnato da
manifestazioni spirituali
che sfuggono alla sensazioni carnali;
-
il secondo patto
(Nuovo Patto definitivo) sia accompagnato da segni di
benedizione (alla
città del Dio vivente, la
Gerusalemme celeste, alla festante
riunione delle miriadi angeliche,
all'assemblea dei primogeniti
che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti
dei giusti resi perfetti, a
Gesù, il mediatore del nuovo patto e al
sangue dell'aspersione).
Il carattere del nuovo Patto è simboleggiato nel
monte di Sion e nella
Gerusalemme celeste, dove
Dio abita con il Suo
popolo, dove
governa il
Sacerdote Perfetto ed Eterno,
dove
festeggiano le miriadi di angeli,
dove
sono raccolti gli
spiriti dei “giusti antichi”
e dove
tutta la chiesa (resa
più giusta di Abele) troverà cittadinanza ed il promesso riposo.
Tutto ci parla di una situazione
festosa e di
gioia, la caratteristica che
possiamo notare studiando gli atti degli apostoli, in tutte le chiese
primitive e nei nuovi convertiti, nonostante la persecuzione che subivano:
Tutti quelli
che credevano stavano insieme
e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni, e li
distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
E
ogni giorno andavano assidui e
concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro
cibo insieme, con gioia e semplicità
di cuore, lodando Dio e
godendo il favore di tutto il popolo.
Il Signore
aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.
(Atti 2:44-47)
Essi dunque se
ne andarono via dal sinedrio,
rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il
nome di Gesù.
E ogni giorno,
nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto
messaggio che Gesù è il Cristo. (Atti
5:41-42)
Strada
facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua.
E l'eunuco
disse: «Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»
[Filippo
disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».
L'eunuco
rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».]
Fece fermare
il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo
lo battezzò.
Quando
uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e
l'eunuco, continuando il suo viaggio
tutto allegro, non lo vide più. (Atti
8:36-39)
Gli stranieri,
udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio;
e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.
E la Parola
del Signore si diffondeva per tutta la regione.
Ma i Giudei
istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando
una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro
territorio.
Allora essi,
scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio,
mentre i discepoli erano pieni di
gioia e di Spirito Santo. (Atti
13:48-52)
Poi
annunciarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa
sua.
Ed egli li
prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito
fu battezzato lui con tutti i suoi.
Poi li fece
salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e
si rallegrava con tutta la sua
famiglia, perché aveva creduto in Dio.
(Atti 16:32-34)
Ma questo
stato di gioia e beatitudine non sminuisce minimamente la più alta solennità
della situazione!
…
avvicinati al monte Sion
Sion
è nel linguaggio dei profeti
il monte dell'Eterno, al quale
hanno accesso solo i giusti:
Avverrà, negli
ultimi giorni, che il monte della
casa del SIGNORE si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di
sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso.
Molti popoli
vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al
monte del SIGNORE, alla casa del
Dio di Giacobbe; Egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi
sentieri».
Da Sion,
infatti, uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola del SIGNORE.
(Isaia 2:2-3)
Chi salirà al
monte del SIGNORE? Chi potrà stare nel suo luogo santo?
L'uomo
innocente di mani e puro di cuore,
che non eleva l'animo a vanità e non giura con il proposito di ingannare.
Egli riceverà
benedizione dal SIGNORE, giustizia dal Dio della sua salvezza.
(Salmo 24:3-5)
O SIGNORE, chi
dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte?
Colui che è
puro e agisce con giustizia, e dice la verità come l'ha nel cuore; che non
calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il
suo prossimo.
Agli occhi
suoi è spregevole il malvagio,ma egli onora quelli che temono il SIGNORE. Se
anche ha giurato a suo danno, non cambia; non dà il suo denaro a usura, né
accetta regali a danno dell'innocente.
(Salmo 15:1-5)
Sion
è anche
il monte della Casa del Signore
dove Dio raccoglie tutti coloro che sono Suoi e dove abita e regna nella
persona del Suo Unto,
il monte della Sua Santità:
“Sono io”,
dirà, “che ho stabilito il mio re
sopra Sion, il mio monte santo”.
(Salmo 2:6)
O SIGNORE, chi
dimorerà nella tua tenda? Chi
abiterà sul tuo santo monte? (Salmo
15:1)
Lo straniero
che si è unito al SIGNORE
non dica: «Certo, il SIGNORE mi escluderà dal suo popolo!»
Né dica
l'eunuco:
«Ecco, io sono un albero secco!»
Infatti così
parla il SIGNORE circa gli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che
sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno al mio patto:
«Io darò loro,
nella mia casa e dentro le mie mura,
un posto e un nome, che avranno
più valore di figli e di figlie;
darò loro un nome eterno, che non perirà più.
Anche
gli stranieri che si saranno uniti
al SIGNORE per servirlo, per
amare il nome del SIGNORE, per
essere suoi servi,tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi
dal profanarlo e si atterranno al mio patto,
io li condurrò sul mio monte santo e
li rallegrerò nella mia casa di preghiera; i loro olocausti e i loro
sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché
la mia casa sarà chiamata una casa
di preghiera per tutti i popoli».
(Isaia
56:3-7)
Su di esso
siede la città di Gerusalemme da cui
uscirà la Parola di Dio, che sarà il centro del regno di Dio, dove Dio
abiterà con il suo popolo durante il millennio (cfr.
Apocalisse 14:1) e nei nuovi
cieli e nella nuova terra (cfr Apocalisse 21:1-22:21).
Questo è
quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!
… avvicinati ... alla città del Dio
vivente, la Gerusalemme celeste,
In contrapposizione alle città edificate dagli uomini
malvagi dove prolifera il peccato (Ninive, Babilonia…), nella
Gerusalemme celeste, la Città
di Dio ci sarà la Giustizia.
È celeste
perchè non appartiene a questo mondo passeggero, ma ai nuovi cieli ed
alla nuova terra, al «mondo futuro»
Ebrei 13:14.
E’ la “patria migliore” che
hanno aspettato tutti coloro che, a partire da Abramo, hanno sperato in Dio,
hanno confidato nelle Sue promesse ed hanno creduto alla Sua Parola.
Questo è
quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!
… avvicinati… …alla festante riunione
delle miriadi angeliche,
La prima serie di creature elencate sono le
miriadi angeliche, o anche i
“santi angeli”, quelle
creature celesti che gioiscono per il ravvedimento degli uomini e aspettano
con impazienza la manifestazione della Gloria di Dio:
Così, vi dico,
v'è gioia davanti agli angeli di Dio
per un solo peccatore che si ravvede. (Luca 15:10)
Ma quanto a
quel giorno e a quell'ora nessuno li sa,
neppure gli angeli del cielo,
neppure il Figlio, ma il Padre solo.
(Matteo 24:36)
Queste
miriadi angeliche festanti
partecipano alla adorazione dell’Agnello:
E vidi, e udii
voci di molti angeli intorno al trono,
alle creature viventi e agli anziani; e il
loro numero era di miriadi di
miriadi, e migliaia di migliaia.
Essi dicevano
a gran voce: «Degno è l'Agnello, che
è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la
forza, l'onore, la gloria e la lode». (Apocalisse
4:11-12)
E sono i principali esecutori dei
giudizi del mondo apostata (cfr i sette sigilli, le sette trombe e le
sette coppe dell’Apocalisse).
… avvicinati… all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei
cieli
Avvenne che il
povero morì e fu portato dagli
angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto.
E nell'Ades,
essendo nei tormenti, alzò gli occhi e
vide da lontano Abraamo, e Lazzaro
nel suo seno; ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda
Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua,
perché sono tormentato in questa fiamma".
Ma Abraamo
disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e
che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu
sei tormentato.
Oltre a tutto
questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che
vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi".
(Luca 16:22-26)
… avvicinati… a Dio
Giovanni stesso ci dice:
Nessuno ha mai
visto Dio;
l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto
conoscere. (Giovanni 1:18)
Paolo, scrivendo a Timoteo dichiara:
Ma tu, uomo di
Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore,
la costanza e la mansuetudine.
Combatti il
buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato
chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede
in presenza di molti testimoni.
Al cospetto di
Dio che dà vita a tutte le cose, e di Cristo Gesù
che rese testimonianza davanti a Ponzio Pilato con quella bella confessione
di fede, ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia,
irreprensibile, fino all'apparizione
del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal
beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che
possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun
uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen.
(1 Timoteo 6:11-16)
L’avvicinarsi
a Dio è quindi un privilegio dato solo e solamente a coloro che sono rigenerati
mediante una nuova creazione,
una nascita nuova “dall’alto”…
…dichiarati Giusti, Santi, privi di
Peccato, Immacolati… …possiamo ricordare le caratteristiche della Sposa
dell’Agnello:
Rallegriamoci
ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze
dell'Agnello e la sua sposa si è preparata.
Le è stato
dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono
le opere giuste dei santi. (Apocalisse
19:7-8)
… avvicinati… al giudice di tutti
Perciò, o
uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare
gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose.
Ora noi
sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a
verità.
Pensi tu, o
uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di
scampare al giudizio di Dio?
Oppure
disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua
costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?
Tu, invece,
con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un
tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio
di Dio.
Egli renderà a
ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel
fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a
quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità
ubbidiscono all'ingiustizia.
Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e
poi sul Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo
prima e poi al Greco; perché davanti
a Dio non c'è favoritismo. (Romani
2:1-11)
Per i membri del popolo di Dio oppressi, spogliati, calunniati, questo
giusto giudizio di tutti è una lieta prospettiva.
Noi dobbiamo
sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com'è giusto, perché la vostra
fede cresce in modo eccellente, e l'amore di ciascuno di voi tutti per gli
altri abbonda sempre di più; in modo che noi stessi ci gloriamo di voi nelle
chiese di Dio, a motivo della vostra
costanza e fede in tutte le vostre persecuzioni e nelle afflizioni che
sopportate.
Questa è una
prova del giusto giudizio di Dio, perché siate riconosciuti degni del regno
di Dio, per il quale anche soffrite.
Poiché è
giusto da parte di Dio rendere a quelli che vi affliggono, afflizione; e a
voi che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù apparirà dal
cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante,
per far vendetta di coloro che non
conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore
Gesù.
Essi saranno
puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria
della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei
suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto,
perché la nostra testimonianza in mezzo a voi è stata creduta.
(2 Tessalonicesi 1:3-10)
Oltre al concetto del Giudizio Finale, che sancirà la
condanna inappellabile di tutti coloro che hanno rifiutato il “sangue
dell’aspersione” del sacrificio di Gesù Cristo,
l’Agnello di Dio che toglie il
Peccato del mondo (cfr Giovanni 1:29), dobbiamo considerare che
tutti compariremo davanti al
tribunale di Dio e di Cristo:
Nessuno di noi
infatti vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso; perché, se
viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore.
Sia dunque che
viviamo o che moriamo, siamo del Signore.
Poiché a
questo fine Cristo è morto ed è tornato in vita: per essere il Signore sia
dei morti sia dei viventi.
Ma tu, perché
giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello?
Poiché
tutti compariremo davanti al
tribunale di Dio; infatti sta scritto:
«Come
è vero che vivo»,
dice il Signore, «ogni ginocchio
si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio».
Quindi
ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
(Romani 14:7-12)
Per questo
ci sforziamo di essergli graditi,
sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo.
Noi tutti
infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno
riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene
sia in male. (2 Corinzi 5:9-10)
Paolo, come tutti i cristiani aspettano con impazienza l’apparizione del
Figlio di Dio, confidando nelle promesse di Dio in Cristo Gesù:
Quanto a me,
io sto per essere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è
giunto.
Ho combattuto
il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.
Ormai
mi è riservata la corona di
giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel
giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua
apparizione. (2 Timoteo 4:6-8)
Questo è
quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!
… avvicinati… agli spiriti dei giusti resi perfetti
Questa schiera di
spiriti dei giusti resi perfetti,
potrebbe riferirsi a coloro che in qualche modo la Scrittura definisce in
qualche modo “giusti”:
…affinché
ricada su di voi tutto il sangue
giusto sparso sulla terra, dal
sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia,
che voi uccideste fra il tempio e l'altare
(Matteo 23:35)
Per fede
Abele offrì a Dio un sacrificio
più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa
testimonianza che egli era giusto,
quando Dio attestò di gradire le sue
offerte; e per mezzo di essa,
benché morto, egli parla ancora.
(Ebrei 11:4)
Enoc visse
sessantacinque anni e generò Metusela.
Enoc, dopo
aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e
figlie.
Tutto il tempo
che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni.
Enoc camminò
con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese.
(Genesi 5:21-24)
Noè fu uomo
giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio.
(Genesi 6:9)
…se salvò
il giusto Lot che era
rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati (quel
giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva, quando abitava tra di loro,
si tormentava ogni giorno nella sua
anima giusta a motivo delle loro opere inique)…
(2 Pietro 2:7-8)
C'era nel
paese di Uz un uomo che si chiamava
Giobbe.
Quest'uomo era
integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.
(Giobbe 1:1)
Davide aveva
fatto ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE,
e non si era scostato in nulla dai suoi comandamenti per tutto il tempo
della sua vita, salvo nel fatto di
Uria, l'Ittita. (1 Re 15:5)
Asa fece ciò
che è giusto agli occhi del SIGNORE, come aveva fatto Davide suo padre:
eliminò dal paese quelli che si prostituivano, fece sparire tutti gl'idoli
che i suoi padri avevano fatti, e destituì pure dalla dignità di regina sua
madre Maaca, perché lei aveva innalzato un'immagine ad Astarte; Asa abbatté
l'immagine e la bruciò presso il torrente Chidron.
Tuttavia gli
alti luoghi non furono eliminati, sebbene il cuore d'Asa fosse interamente
per il SIGNORE, durante tutta la sua vita.
(1 Re 15:11-14)
Giosafat,
figlio di Asa,
cominciò a regnare sopra Giuda il quarto anno di Acab, re d'Israele.
Giosafat aveva
trentacinque anni quando cominciò a regnare, e regnò venticinque anni a
Gerusalemme. Il nome di sua madre era Azuba, figlia di Sili.
Egli imitò in
ogni cosa la condotta di Asa suo padre, e non se ne allontanò; fece quel che
è giusto agli occhi del SIGNORE.
Tuttavia gli
alti luoghi non scomparvero; il popolo offriva ancora sacrifici e profumi
sugli alti luoghi. (1 Re 22:41-44)
E il SIGNORE
disse a Ieu:
«Perché tu hai eseguito puntualmente
ciò che è giusto ai miei occhi, e hai fatto alla casa di Acab tutto
quello che desideravo, i tuoi figli sederanno sul trono d'Israele fino alla
quarta generazione». (2 Re 10:30)
Il terzo anno
di Osea, figlio d'Ela, re d'Israele, cominciò a regnare
Ezechia, figlio di Acaz, re di
Giuda. Aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove
anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abi, figlia di Zaccaria.
Egli fece ciò
che è giusto agli occhi del SIGNORE, proprio come aveva fatto Davide suo
padre.
Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e
fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; perché fino a quel
tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso; lo chiamò Neustan.
Egli mise la
sua fiducia nel SIGNORE, Dio d'Israele; e fra tutti i re di Giuda che
vennero dopo di lui o che lo precedettero, non ve ne fu nessuno simile a lui.
Si tenne unito
al SIGNORE, non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che il SIGNORE
aveva dati a Mosè.
Il SIGNORE fu
con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese.
(2 Re 18:1-7)
Giosia
aveva otto anni quando cominciò a regnare, e regnò trentun anni a
Gerusalemme. Sua madre si chiamava Iedida, figlia di Adaia, da Boscat.
Egli fece ciò
che è giusto agli occhi del SIGNORE, e camminò in tutto e per tutto per la
via di Davide suo padre,
senza
scostarsene né a destra né a sinistra. (2
Re 22:1-2)
Giuseppe
(“padre” di Gesù Cristo),
suo marito, che era uomo giusto
e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente.
(Matteo 1:19)
C'era un uomo,
di nome Giuseppe, che era membro del
Consiglio, uomo giusto e buono, il quale non aveva acconsentito alla
deliberazione e all'operato degli altri.
Egli era di
Arimatea, città della Giudea, e
aspettava il regno di Dio.
Si presentò a
Pilato e chiese il corpo di Gesù.
(Luca 23:50-52)
…e sicuramente molti altri tra i quali gli eroi della fede ricordati al
capitolo 11: Abele, Enoc, Noè,
Abramo, Sara, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Raab, Gedeone, Barac,
Sansone, Iefte, Davide, Samuele,
i profeti tutti, perché sta scritto:
il giusto
vivrà per fede
(Galati 3:11 – Abacuc 2:4)
Ma tutti
costoro, non “furono perfetti”,
anzi molti di loro furono molto lontani dal concetto di perfezione etica e
morale, ma attraverso l’atto di fede
che dimostrarono verso la Parola di Dio,
sono stati “resi
perfetti”.
La prospettiva di essere riuniti ai “giusti”, è particolarmente lieta ma non
vi è in queste parole allusione alcuna ad una invocazione dei santi;
tutt'altro, il giusto Davide ci ricorda:
SIGNORE,
ascolta la mia preghiera, porgi orecchio alle mie suppliche; nella tua
fedeltà e nella tua giustizia, rispondimi, e
non chiamare in giudizio il tuo
servo, perché nessun vivente sarà trovato giusto davanti a te.
(Salmo 143:1-2)
Giacomo ricorda anche a noi che abbiamo creduto, quale è la volontà di Dio
per noi e ci rivela anche quale sia l’effetto benefico delle prove di fede:
Fratelli miei,
considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove
svariate, sapendo che la prova della
vostra fede produce costanza.
E
la costanza compia pienamente
l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla
mancanti. (Giacomo 1:3-4)
Questo è
quello che ha reso possibile il Nuovo Patto garantito dal suo Mediatore!
… avvicinati… a Gesù,
il mediatore del nuovo patto
L’autore della lettera, pone a questo punto la giusta enfasi, su
Colui che è la Perfezione di ogni
cosa, il mediatore di questo Nuovo Patto, definitivo.
Se tutta la schiera degli spiriti
dei giusti sono stati “resi perfetti”,
non è così per Gesù Cristo, che
fu dichiarato Giusto
dagli uomini e soprattutto da Dio
che dichiarò ne certificò la perfezione
risuscitandolo dai morti:
Uomini d'Israele, ascoltate queste parole!
Gesù il Nazareno, uomo che Dio
ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio
fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo,
quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di
Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma
Dio lo risuscitò, avendolo
sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che
egli fosse da essa trattenuto.
Infatti Davide dice di lui: "Io
ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi,
perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso.
Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia
lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; perché tu
non lascerai l'anima mia nell'Ades,
e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione.
Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita. Tu mi
riempirai di gioia con la tua presenza".
Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli
morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d'oggi tra di noi.
Egli dunque,
essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul
suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, previde la
risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel
soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la
decomposizione.
Questo Gesù,
Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.
Egli dunque,
essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo
Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.
Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli
stesso dice: «Il
Signore ha detto al mio Signore: "Siedi alla mia destra, finché io abbia
posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi"».
Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele
che Dio ha costituito Signore e
Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
(Atti 2:22-36)
Il Dio di
Abraamo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il
suo servo
Gesù,
che voi metteste nelle mani di Pilato e rinnegaste davanti a lui, mentre
egli aveva giudicato di liberarlo.
Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che
vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che
Dio ha risuscitato dai morti. Di
questo noi siamo testimoni. E, per la fede nel suo nome, il suo nome ha
fortificato quest'uomo che vedete e conoscete; ed è la fede, che si ha per
mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi
tutti.
Ora, fratelli,
io so che lo faceste per ignoranza, come pure i vostri capi.
Ma ciò che Dio
aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo
avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera.
(Atti 3:13-18)
Tutta la vita
di Gesù fu una vita di espressione totale di fede in Dio,
dalla Sua nascita (assistito solamente da Dio), alla Sua morte (Padre
nelle Tue mani rimetto lo Spirito mio) passando per tutto il trascorso
dove dimostrò la totale dipendenza
da Dio e da nessun altro!
Egli dichiarò
apertamente più volte la Sua totale
dipendenza dal Padre e la Sua totale sottomissione alla Sua volontà, come
atto sublime di Fede totale:
Il
mio cibo è fare la volontà di colui
che mi ha mandato, e compiere l'opera sua.
(Giovanni 4:34)
Io non posso
fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto,
perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha
mandato. (Giovanni 5:30)
Come il popolo di Israele non poteva
avvicinarsi al monte Sinai se non attraverso Mosè, il mediatore
dell’Antico Patto provvisorio, così nessuno può
avvicinarsi al monte Sion se non
attraverso Gesù Cristo, il mediatore del Nuovo Patto definitivo.
Questo
“avvicinarsi” non sarebbe possibile se non attraverso questo mediatore: Gesù
Cristo uomo, Paolo lo certifica così:
Infatti c'è un
solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo,
che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti…
(1 Timoteo 2:5-6)
L’autore della lettera, evidenzia come
l’essere mediatore di questo Nuovo
Patto sia di gran lunga superiore rispetto all’essere mediatore del patto
provvisorio:
Ora però
Egli ha ottenuto un ministero tanto
superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale
egli è mediatore. (Ebrei 8:6)
Per questo
egli è mediatore di un nuovo patto.
La sua morte è
avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto,
affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa.
(Ebrei 9:15)
Questo
Mediatore del Nuovo Patto, è il soggetto della nostra lode, il centro
dell’adorazione, e la cena del Signore è
il simbolo di questo evento che noi celebriamo in memoria di Lui:
Poiché ho
ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore
Gesù, nella notte in cui fu tradito,
prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio
corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».
Nello stesso
modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il
nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in
memoria di me.
Poiché ogni
volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la
morte del Signore, finché egli venga».
(1 Corinzi 11:23-26)
… avvicinati… al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue
d'Abele.
Questa espressione ci porta a considerare che
l’aspersione con il sangue di
Cristo, non è una aspersione “visibile” all’occhio umano, è
una aspersione fatta alla presenza
di Dio stesso (come Abele), ma
a differenza del sangue di Abele che chiede vendetta (Genesi
4:10), il Sangue di Gesù Cristo
offre il perdono (Matteo 26:28)!
Questa aspersione ha innumerevoli effetti benefici, possiamo citarne i più
salienti:
-
è
una aspersione che
ci perdona i peccati:
…questo è il
mio sangue, il sangue del patto, il
quale è sparso per molti per il perdono dei peccati.
(Matteo 26:28)
-
è
una aspersione che
ci purifica da ogni peccato:
Ma se
camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con
l'altro, e il sangue di Gesù, suo
Figlio, ci purifica da ogni peccato.
(1 Giovanni 1:7)
-
è
una aspersione che
ci riscatta da un vano modo di vivere:
…sapendo che
non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete
stati riscattati dal vano modo di
vivere tramandatovi dai vostri padri, ma
con il prezioso sangue di Cristo,
come quello di un agnello senza difetto né macchia.
(1 Pietro 1:18-19)
-
è
una aspersione che
ci da accesso alla presenza di Dio e
ci permette di avere una buona coscienza:
Avendo dunque,
fratelli, libertà di entrare nel
luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e
vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la
sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio,
avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede,
avendo i cuori aspersi di
quell'aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo
lavato con acqua pura.
(Ebrei 10:19-22)
***
Or questo «ancora
una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose
fatte perché sussistano quelle che non sono scosse.
Alla descrizione della superiorità del nuovo Patto, il quale rivela più
completamente l'amore di Dio e le realtà eterne e beate che sono lo scopo
ultimo del Suo disegno, segue una solenne ammonizione a
non rifiutare d'ascoltare Colui che
parla.
Ovviamente Colui che parla
è Dio per mezzo di Gesù, il
Rivelatore del nuovo Patto come l’autore stesso ci scrive:
Dio,
dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per
mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni
ha parlato a noi per mezzo del
Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale
ha pure creato i mondi.
Egli, che è
splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene
tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la
purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi
altissimi. (Ebrei 1:1-3)
Gesù è
definito da Giovanni “la Parola”:
Nel principio
era la Parola, la Parola era con Dio, e
la Parola era Dio.
Essa era nel
principio con Dio.
Ogni cosa è
stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è
stata fatta.
In lei era la
vita, e la vita era la luce degli uomini.
La luce
splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta…
…E
la Parola è diventata carne e ha
abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo
contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Giovanni gli
ha reso testimonianza,
esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui
che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla
sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"».
Poiché la
legge è stata data per mezzo di Mosè;
la grazia e la verità sono venute
per mezzo di Gesù Cristo.
Nessuno ha mai
visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha
fatto conoscere. (tratto da Giovanni
1:1-18)
Il rifiutare
d’ascoltare Colui che parla, può
essere sfacciato e palese quando uno esprime un secco rifiuto, ma il verbo
tradotto come “non
rifiutare d'ascoltare” (παραιτεω) significa letteralmente
“ricusare”: «domandare una cosa da qualcuno» (cfr
Ebrei 12:19; Atti 25:11), ma
significa
anche “domandare scusa”, o “scusarsi
di un rifiuto”.
Possiamo così associare, questo “rifiuto di ascoltare” alla parabola di
Gesù:
Gesù gli
disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; e all'ora della cena,
mandò il suo servo a dire agli invitati: "Venite,
perché tutto è già pronto".
Tutti insieme
cominciarono a scusarsi.
Il primo gli
disse: "Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di
scusarmi".
Un altro
disse: "Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di
scusarmi".
Un altro
disse: "Ho preso moglie, e perciò non posso venire".
Il servo tornò
e riferì queste cose al suo signore.
Allora il
padrone di casa si adirò
e disse al suo servo: "Va' presto per le piazze e per le vie della città, e
conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi".
Poi il servo
disse: "Signore, si è fatto come hai comandato e c'è ancora posto".
Il signore
disse al servo: "Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a
entrare, affinché la mia casa sia piena.
Perché io vi dico che nessuno di
quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena"».
(Luca 14:16-24)
È colpevole
chi rifiuta di ascoltare la voce di Dio!
Chi respinge
o “fa orecchio da mercante” alla voce di Dio che gli parla non sarà tenuto
per innocente o per ignorante!
Chi
respinge la voce di Dio che gli parla nel Figlio,
che gli rivela l'Amore e
la Grazia del Padre non
disgiunte dalla santità, che gli apre
largamente i tesori della Verità
ponendo in luce la Vita e l'eternità,
come potrebbe scampare al Giusto
Giudice?
Ricordiamo la
fine di coloro che rifiutano di ascoltare:
La saggezza
grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli incroci
affollati essa chiama, all'ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi
discorsi:
«Fino a
quando, ingenui, amerete l'ingenuità? Fino a quando gli schernitori
prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza?
Volgetevi ad ascoltare la mia
correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò
conoscere le mie parole.
Poiché,
quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano
nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia
correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure,
mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi
piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un
uragano e vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.
Allora mi
chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi
troveranno.
Poiché hanno
odiato la scienza, non hanno scelto il timore del SIGNORE,
non hanno voluto sapere i miei
consigli e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto
della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli.
Infatti il
pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli stolti li fa
perire; ma chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di
nessun male».
(Proverbi 1:20-33)
Abbiamo poi l’esempio negativo di coloro che
rifiutarono di ascoltare un mediatore inferiore a Gesù Cristo e la fine che
fecero, riflettiamo quindi bene quale peggior fine dovranno subire coloro
che
rifiutano d’ascoltare Colui che parla
***
Abbiamo
ricevuto un regno che non può essere scosso,
questo stato di cose perfetto non sarà più soggetto ad alcuno
sconvolgimento, perché
tutto è compiuto,
Gesù Cristo ha vinto!
Ricordiamo ciò che disse l’angelo a Giovanni e la adorazione rivolta
all’Agnello:
Ma uno degli
anziani mi disse: «Non piangere; ecco,
il leone della tribù di Giuda, il
discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli».
(Apocalisse 5:5)
Essi cantavano
un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei
degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato
e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua,
popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti;
e regneranno sulla terra».
E vidi, e udii
voci di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani;
e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.
Essi dicevano
a gran voce: «Degno è l'Agnello, che
è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la
forza, l'onore, la gloria e la lode».
E tutte le
creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte
le cose che sono in essi, udii che dicevano: «A
colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria
e la potenza, nei secoli dei secoli».
Le quattro
creature viventi dicevano: «Amen!»
E gli anziani
si prostrarono e adorarono. (Apocalisse
5:9-14)
Gesù disse:
Cercate
piuttosto il suo regno,
e queste cose vi saranno date in più.
Non temere,
piccolo gregge;
perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.
(Luca 12:31-32)
Le porte
della città di Dio, della Gerusalemme celeste, sono aperte in Cristo a tutti
i peccatori pentiti.
A noi sta il
ricevere da Dio con fede e
riconoscenza, come si riceve un dono di infinito valore,
il regno che non sarà mai scosso.
Ed è con questa riconoscenza che
offriamo a Dio il nostro culto in modo a lui gradito
per le mani del nostro Sommo
Sacerdote Gesù Cristo!
Il culto che
i cristiani rendono a Dio ha per anima la riconoscenza.
Alla
riconoscenza non deve essere mai
disgiunti, nel nostro culto, i sentimenti di una
riverenza
di chi teme di offendere il Dio
santo ed il timore
di chi sente tutto il suo nulla
davanti all'Onnipotente, riconoscendo la Sua Santità e la Sua avversione
contro il peccato (è un fuoco
consumante!).
Paolo dice: “con
timore e tremore” (cfr 2 Corinzi 7:15; Efesini 6:5; Filippesi 2:12).
La ragione di
questi sentimenti sta nel carattere santo di Dio che non può tollerare il
peccato e che giudicherà i peccatori ribelli.
Dio è l'Iddio
della grazia, ma è anche l'Iddio della Santità e della Giustizia,
per questo dobbiamo esercitiamo con
riverenza e timore tutto
quanto ci è stato affidato da Lui (i doni, l’autorità spirituale,
l’amministrazione della giustizia).
La “cristianità adultera” di tutti i tempi ha invece sfoggiato spesso
atteggiamenti di arroganza
spirituale, irriverenza e assoluta mancanza di timore nei confronti della
Parola di Dio e della Sua Autorità!
L’essere
l’oggetto dell’Amore di Dio, l'avere ricevuto tanti benefici per mezzo di
Cristo suscita in noi un nuovo cantico di gratitudine.
La nostra
stessa vita deve essere tutta un culto di riconoscenza.
Paolo enfatizza questo scrivendo:
Vi esorto
dunque, fratelli, per la misericordia di Dio,
a presentare i vostri corpi in
sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto
spirituale.
(Romani 12:1)
Che tutto questo sia reale nella nostra vita!