VANGELO DI GESU’ CRISTO SECONDO LUCA

 

GESU’ CRISTO UOMO

 

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 LA PRESENTAZIONE DELL’UOMO

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NASCITA E FANCIULLEZZA DELL’UOMO (1:57 / 2:52)

 

NASCITA DI GESU’ IL CRISTO (2:1-7)

 

L’ADORAZIONE DEI PASTORI (2:8-20)

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Luca (che si è accuratamente informato di ogni cosa dall’origine), racconta con minuziosità di particolari, la nascita dell’Uomo, di Gesù il Cristo.

 

In questo suo racconto descrive:

 

- Luca 2:1-7

il viaggio di Giuseppe e di Maria da Nazaret a Betlemme, viaggio reso necessario da un ordine emanato dall’imperatore di Roma Cesare Augusto circa un censimento generale di tutti gli abitanti dell'impero.

Maria era giunta appena a Betlemme quando le sopravvennero le doglie del parto, ma in conseguenza della molta gente accorsa in quella città, per il medesimo motivo, l'albergo era pieno, e questi umili discendenti della casa reale di Davide furono costretti ad appartarsi in una stalla.

Qui Maria partorì il suo primogenito, e il bambino fu posto a dormire nella mangiatoia presente nella stalla.

 

- Luca 2:8-20

La campagna di Betlemme si presenta come un territorio collinare e gli inverni non sono così miti da permettere di passare la notte all’aperto.

Questa circostanza, presa in connessione con il fatto che la Chiesa primitiva celebrava in primavera la nascita del Signore, costituisce una prova abbastanza forte che il giorno della sua natività non può essere il 25 dicembre (infatti secondo Clemente Alessandrino, l'antica Chiesa d'Alessandria la festeggiava il 20 maggio).

A questo gruppo di pastori, che vegliavano il loro gregge, fu fatto il primo lieto annuncio della nascita del Messia, da un angelo, la cui proclamazione fu seguita da una gloriosa lode alla quale prese parte una moltitudine di angeli.

I pastori si avviarono così a Betlemme per verificare quanto era stato loro esposto, e avendo trovato ogni cosa conforme a quel che l'angelo aveva detto, cominciarono a divulgare il lieto evento.

 

- Luca 2:21

Gesù, sebbene fosse «Dio sopra tutti», come uomo era «sottoposto alla legge» (cfr Galati 4:4), per questo fu circonciso.

Come, nel caso di Giovanni Battista, l'imposizione del nome accompagnò il rito della circoncisione, e gli fu dato il nome di Gesù, il quale ora stato rivelato separatamente sia a Giuseppe che a Maria, e che rappresentava l'opera gloriosa per la quale egli era venuto al mondo.

 

- Luca 2:22-38

La purificazione di Maria era prescritta dalla legge levitica a tutte le donne a motivo della contaminazione contratta per l'infermità della carne soggetta al peccato.

E Maria vi si sottomise come ogni altra donna.

Mentre Maria era intenta a ottemperare a questo obbligo della Legge, il vecchio Simeone, il quale da lungo tempo viveva nella speranza della venuta della «consolazione d'Israele», ispirato dallo Spirito Santo, riconobbe nel bambino Gesù l'oggetto delle sue speranze, e per questo, presolo in braccio, lodò a voce alta il Signore Dio.

Ai suoi rendimenti di grazie successero subito quelli di Anna, una profetessa che proclamò la venuta del Messia.

 

- Luca 2:39-40

Luca non riferisce della visita dei Magi e dei tragici avvenimenti che la gelosia di Erode produsse ma si limita a fare notare che Gesù  cresceva in altezza e statura, sapienza e vigore sotto gli occhi di tutti.

 

- Luca 2:41-52

Giungiamo poi ad un evento interessante: Gesù dodicenne nel tempio.

In questo evento Gesù rivelò a sua madre, per la prima volta, quale era la Sua missione e la Volontà che Egli avrebbe seguito.

Questa lezione non andò perduta per Maria; con molte altre cose antecedenti, essa la serbò nel suo cuore, meditandone il significato.

 

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Nascita di Gesù il Cristo (2:1-7)

 In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.

Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.

Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.

Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

(Luca 2:1-7)

 

In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.

Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.

Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città…

  

In quel tempo… ovvero al tempo della presentazione nel tempio di Giovanni il battista,

 

Cesare Augusto è il nome comune di tutti gli imperatori romani, ma nello specifico l’imperatore in carica si chiamava Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d.C.), pronipote ed erede di Giulio Cesare che a partire dal 27 a.C. si fece chiamare Cesare Augusto.

 Luca ci informa inoltre che questi censimenti erano evidentemente frequenti, infatti egli indica questo come il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.

 Secondo il costume giudaico (e non secondo il costume romano che prevedeva la registrazione presso la residenza) tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città di nascita.

 A differenza di altri popoli, gli ebrei rispettavano oltremodo le loro origini e questa usanza li ha preservati fino ad oggi a non “mescolarsi con gli altri popoli” ma a conservare come pochi altri l’identità.

  

…Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta…

 Dal Vangelo secondo Matteo sappiamo che Giuseppe prese per moglie Maria ma non ebbe con lei rapporti coniugali fino a che ella non partorì Gesù: 

Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.

(Matteo 1:24-25)

 

Come Giuseppe, anche Maria era discendente dalla casa reale di Davide (cfr Luca 1:32) e quindi entrambi si stavano recando a Betlemme per ottemperare agli obblighi imposti.

 Ma tutto questo non avvenne per caso, era una precisa profezia pronunciata per bocca del profeta Michea:

 

Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni.   (Michea 5:1)

 

Non fu per ordine di Cesare Augusto e di Quirinio che Gesù si trovò a nascere a Betlemme, ma fu per la Volontà di Dio che aveva così stabilito e preannunciato ai Suoi servi i profeti, perché è Dio che conduce la storia e perché il Signore, DIO, non fa nulla
senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti
(Amos 3:7).

 

Betlemme significa “Casa del pane” e Gesù insegnerà così:

 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo».

Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?»

Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora essi gli dissero: «Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: "Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"».

Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo».

Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane».

Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. Ma io ve l'ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo».

Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"?»

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

È scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio".

Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.

Perché nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna.

Io sono il pane della vita.

I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono.

Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne».

I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?»

Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui.

Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me.

Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno».

Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga di Capernaum.

(Giovanni 6:27-59)

 

…Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

 Il termine albergo (lett. cataluma) era un luogo di ricovero per viandanti, consistente spesso in due camere, laterali ad una grande stalla senza porte per gli animali al seguito.

 L'albergatore (il khangee), e la sua famiglia ne occupavano una e vi erano ammessi quei fortunati giunti i primi; la seconda era presa da altri viaggiatori arrivati dopo quelli; essendo evidentemente questa già occupata a causa della folla presente in occasione del censimento, Giuseppe e Maria si sistemarono nella parte rurale della casa, la stalla.

 

Gesù (il Pane disceso dal cielo) fu  fasciato (costretto in sembianze umane umili, l’Uomo perfetto) e coricato in una mangiatoia.

 Il re rifiutato dal popolo (cfr Giovanni 1:11) è stato accolto in una stalla, come un essere di poca dignità (Isaia 53:2-3), ma presentato così da Dio come il Pane disceso dal cielo a disposizione di tutti coloro che Lo hanno ricevuto (Giovanni 1:12).

 

Luca era a perfetta conoscenza di questo insegnamento in quanto una base della predicazione di Paolo (cfr Romani 9-11):

 …i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo.

Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo: "Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra"».

Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero.

E la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.

Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio.

Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.  (Atti 13:45-52)

 

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L’adorazione dei pastori (2:8-20)

 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.

E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.

L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».

E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!»

Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro:

«Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere».

Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino.

E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori.

Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.

E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato.

(Luca 2:8-20)

 

In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.

E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore…

 In questa atmosfera semplice ed umile un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro.

 Sicuramente questa manifestazione produsse in questi pastori gran timore!

 Per “gloria del Signore” dobbiamo qui evidentemente intendere quella sfolgorante luce risplendente che fu generalmente il simbolo della presenza del Signore;

 - una luce simile a quella che vide Saulo sulla via di Damasco

 

Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce.

Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?"

Io risposi: "Chi sei, Signore?" Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".

(Atti 22:6-8)

- o quello che vide Mosè sul Sinai:

 

Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!»

Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà».

Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere».

E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

(Esodo 33:18-23)

 

Poi Mosè scese dal monte Sinai.

Egli aveva in mano le due tavole della testimonianza quando scese dal monte.

Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentre egli parlava con il SIGNORE.

Aaronne e tutti i figli d'Israele guardarono Mosè, e videro che la pelle del suo viso era tutta raggiante.

Perciò ebbero paura di avvicinarsi a lui.

Ma Mosè li chiamò, e Aaronne e tutti i capi della comunità tornarono a lui, e Mosè parlò loro.

Dopo questo, tutti i figli d'Israele si avvicinarono, ed egli impose loro tutto quello che il SIGNORE gli aveva detto sul monte Sinai.

Quando Mosè ebbe finito di parlare con loro, si mise un velo sulla faccia.

Ma quando Mosè entrava alla presenza del SIGNORE per parlare con lui, si toglieva il velo, finché non tornava fuori; poi tornava fuori e diceva ai figli d'Israele quello che gli era stato comandato.

I figli d'Israele, guardando la faccia di Mosè, vedevano la sua pelle tutta raggiante; Mosè si rimetteva il velo sulla faccia, finché non entrava a parlare con il SIGNORE.

(Esodo 34:29-35)

 

            - o quello che videro i capi giudei in Stefano prima del suo martirio:

 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il suo viso simile a quello di un angelo.

(Atti 6:15)

 Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio»

(Atti 7:55-56)

 

…L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"»…

 L’angelo rassicura subito i pastori: Non temete…

 Lo scopo dell’angelo non era spaventare i pastori ma portare loro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà…

 Il Signore ha voluto proclamare la buona notizia non per mezzo di grandi uomini di potere, grandi uomini religiosi, ma per mezzo di rozzi pastori.

 

Questa è la meraviglia di Dio, come ci spiega Paolo:

 Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

(1 Corinzi 1:26-29)

 

Questo perché il Signore dice:

 …i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE.

«Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.

(Isaia 55:8-9)

 

Gli angeli non furono mandati ai governanti (troppo impegnati e preoccupati a difendere il loro potere temporale), non furono mandati nemmeno ai capi religiosi (perché essi erano tutt'altro che preparati a riceverli), furono invece inviati ai pastori di Betlemme!

 E il glorioso annuncio è che oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia.

 Il riferimento alla città di Davide è un’ulteriore indicazione profetica, Betlemme era infatti la città nativa di Davide figlio di Isai:

 Il SIGNORE disse a Samuele: …Riempi d'olio il tuo corno e va'; ti manderò da Isai di Betlemme, perché mi sono provveduto un re tra i suoi figli»…

…Samuele dunque fece quello che il SIGNORE gli aveva detto e andò a Betlemme.

(tratto da 1 Samuele 16:1-4)

  

Or Davide era figlio di quell'uomo efrateo di Betlemme di Giuda, che si chiamava Isai.

Questi aveva otto figli e al tempo di Saul era vecchio, molto avanti negli anni.

I tre figli maggiori d'Isai erano andati alla guerra con Saul; essi si chiamavano: Eliab, il primogenito, Abinadab il secondo e Samma il terzo.

Davide era il più giovane; quando i tre maggiori ebbero seguito Saul, Davide partì da Saul e tornò a Betlemme a pascolare le pecore di suo padre.

(1 Samuele 17:12-15)

 

Saul gli chiese: «Ragazzo, di chi sei figlio?»

Davide rispose: «Sono figlio del tuo servo Isai di Betlemme.

(1 Samuele 17:58)

 

All’interno dell’annuncio vi è evidentemente anche un invito a cercarLo, infatti I pastori dovevano andare a Betlemme, cercare nelle case rurali un bambino nato in condizioni d'umiltà e di povertà tali, che i più miserabili del paese non potessero essergli paragonati; un bambino al quale si era negato ricovero in una dimora umana, la cui culla consisteva nella mangiatoia d'una stalla.

 Se i pastori trovavano un bambino corrispondente a queste indicazioni, dovevano riconoscere in lui il Salvatore, il Cristo, il Signore annunciato loro dall'angelo.

 Il segno consisteva nel meraviglioso contrasto fra le grandi cose rivelate riguardo al bambino e l'umile condizione in cui essi lo avrebbero trovato.

 …E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!»…

 Non appena l'angelo ebbe parlato ai pastori, una moltitudine dell'esercito celeste sopraggiunse e lodava Dio.

 Se durante la creazione del mondo in favore dell’uomo. le stelle del mattino cantavano tutte assieme e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia (cfr Giobbe 38:7), quanto più ora moltitudine dell'esercito celeste aveva motivo di lodare Dio per la redenzione dell’uomo che contribuiva alla liberazione dell’intero creato, perché:

 Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio (gli uomini che Egli gradisce); perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.

Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo.

(Romani 8:19-23)

 

Questa espressione di lode ci insegna che:

             - la gloria va a Dio nei luoghi altissimi

             - la pace in terra agli uomini che Egli gradisce

 Non appropriamoci di quello che non dobbiamo appropriarci!

 

Gesù ci ha portato in terra la Pace:

    Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.

(Giovanni 14:27)

 Ma è una pace per gli uomini che Egli gradisce!

 Tutti gli uomini per natura sono nemici di Dio e sotto la sua ira  perché nutrono in cuore timore ed odio pel loro Creatore.

 andi fini dell'incarnazione di Cristo e delle sue sofferenze fu di riconciliare gli uomini col Padre suo e stabilire una pace durevole fra il cielo e la terra:

 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore...  (Romani 5:1)

 

In questo annuncio c’è un forte contrasto che non deve passare inosservato:

 - davanti alla gloria di Dio risplendente,

 - all’annuncio della nascita del Salvatore del mondo, del Cristo di Dio tanto atteso;

 - davanti alla moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio

 

…il segno consiste nel trovare un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia!

 E’ proprio vero che quello che conta davanti a Dio è totalmente opposto a ciò che conta davanti agli uomini!

 

 …Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro:

«Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere».

Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino.

E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori.

  

L’incarico degli angeli è cessato con l’annuncio ai pastori e con le loro lodi… ora tocca ai pastori esercitare la fede nella Parola che il Signore gli ha fatto sapere.

 

Essi esercitarono la loro fede, ovvero:

 - credettero a ciò che era avvenuto (diedero per certa la Parola di Dio);

 - andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia;

 Poi divennero loro stessi testimoni e divulgatori della Buona Notizia ricevuta.

 La condotta dei pastori ci prova inoltre che essi erano uomini che probabilmente aspettavano con ansietà la venuta del Messia.

 

…Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo…

 Il silenzio di Maria è meraviglioso; ella non si esalta per la gloria del momento, ella sa che: Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine (Luca 1:32-33), e sa aspettare i tempi di Dio in silenzio.

  

…E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato…

 I pastori erano ripieni di gioia per la evidenza della verità delle cose state loro annunciate meravigliando tutti quelli che li udivano.

 Una delle meravigliose caratteristiche di Dio è la profezia.

 Il predire l’avvenire è la dimostrazione della Potenza e dell’Autorità di Dio:

 Così parla il SIGNORE, re d'Israele e suo redentore, il SIGNORE degli eserciti: "Io sono il primo e sono l'ultimo, e fuori di me non c'è Dio.

Chi, come me, proclama l'avvenire fin da quando fondai questo popolo antico?

Che egli lo dichiari e me lo provi!

Lo annuncino essi l'avvenire, e quanto avverrà!

Non vi spaventate, non temete!

Non te l'ho io annunciato e dichiarato da tempo?

Voi me ne siete testimoni.

C'è forse un Dio fuori di me?

Non c'è altra Rocca; io non ne conosco nessuna"».

(Isaia 44:6-8)

           

…io confermo la parola del mio servo e realizzo le predizioni dei miei messaggeri; io dico di Gerusalemme: "Essa sarà abitata!"

Delle città di Giuda dico: "Saranno ricostruite e io ne rialzerò le rovine".

Io dico all'abisso: "Fatti asciutto. Io prosciugherò i tuoi fiumi!"

Io dico di Ciro (il re persiano che darà inizio alla ritorno dall’esilio del popolo deportato circa 200 anni dopo gli scritti di Isaia): "Egli è il mio pastore; egli adempirà tutta la mia volontà, dicendo a Gerusalemme: 'Sarai ricostruita!' e al tempio: 'Le tue fondamenta saranno gettate!

(Isaia 44:26-28)

 

E non possiamo non ricordare almeno alcune delle profezie circa il disegno di Dio:

 

            - circa il popolo di Israele:

 Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d'acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli.

Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne.

Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni.

Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio.

Io vi libererò da tutte le vostre impurità; chiamerò il frumento, lo farò abbondare, e non manderò più contro di voi la fame; farò moltiplicare il frutto degli alberi e il prodotto dei campi, affinché non siate più esposti alla vergogna della fame tra le nazioni.

(Ezechiele 36:24-30)

 

La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa.

Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.

Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?»

E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai».

Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE!"

Così dice il Signore, DIO, a queste ossa: "Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE"».

Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre.

Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito.

Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: "Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».

Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo.
Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele.

Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!"

Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele.

Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio!

E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto", dice il SIGNORE».

 (Ezechiele 37:1-15)

 

            - circa il tempo della Grazia:

 Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni.

Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.

(Gioele 2:28-29 – cfr Atti 2:14-21)

 

            - circa il millennio:

 In quel giorno molte nazioni s'uniranno al SIGNORE e diventeranno mio popolo; io abiterò in mezzo a te e tu conoscerai che il SIGNORE degli eserciti mi ha mandato da te.

(Zaccaria 2:10-11)

 

 

 Gianni Marinuzzi