Ottobre 2014 - Come Erode

   

Nel vangelo di Luca troviamo scritto:

"Erode, il tetrarca, udì parlare di tutti quei fatti; ne era perplesso, perché alcuni dicevano:

«Giovanni è risuscitato dai morti»; altri dicevano: «È apparso Elia»; e altri: «È risuscitato uno degli antichi profeti».

Ma Erode disse: «Giovanni l'ho fatto decapitare; chi è dunque costui del quale sento dire queste cose?»

E cercava di vederlo." (Luca 9:7-9)

 

Durante il periodo in cui Gesù Cristo visse fisicamente sulla terra, imperava nella Giudea un certo Erode.

 Nel vangelo di Luca, si dice che egli, udendo parlare dei segni miracolosi era perplesso.

L’espressione “era perplesso” descrive uno stato di profonda (e non manifesta) incredulità!

Davanti all’udire della testimonianza di Cristo e della Sua opera, il cuore dell’uomo incredulo è perplesso …

non riesce a credere.

 

Egli cercava di vederlo, ma il “cercare di vederlo” di Erode è un cercare intriso di mera curiosità che rimarrà insoddisfatta fino a che, non sarà “necessario” farsi vedere (senza più parlare in quanto egli aveva di fatto rifiutata la Parola udita), per portare a termine il disegno benevolo del Padre, in tale occasione Erode diede piena dimostrazione di quella mancanza di fede e di timore di Dio che era dentro di lui:

"Quando Pilato udì questo, domandò se quell'uomo fosse Galileo.

Saputo che egli era della giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode,

che si trovava anch'egli a Gerusalemme in quei giorni.

Quando vide Gesù, Erode se ne rallegrò molto, perché da lungo tempo desiderava vederlo,

 avendo sentito parlare di lui; e sperava di vedergli fare qualche miracolo.

Gli rivolse molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla.

Or i capi dei sacerdoti e gli scribi stavano là, accusandolo con veemenza.

Erode, con i suoi soldati, dopo averlo vilipeso e schernito, lo vestì di un manto splendido, e lo rimandò da Pilato.

In quel giorno, Erode e Pilato divennero amici; prima infatti erano stati nemici."

(Luca 23:6-12)

 

Questa è la dimostrazione pratica di quanto Gesù disse nella parabola del “ricco e Lazzaro” per bocca di Abraamo:

Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre,

perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose,

 e non vengano anche loro in questo luogo di tormento".

Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli".

Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno".

Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti,

non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

(Luca 16:27-31)

 

Quanti oggi “vogliono vedere”, ma sono pochi, sempre meno che “credono alle cose udite”.

 

L’apostolo Paolo scriveva in modo chiaro:

"Così la fede vien dall'udire e l'udire si ha per mezzo della parola di Cristo."

(Romani 10:17)

 

Gesù stesso dirà ai Suoi discepoli:

"Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete;

perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti,

e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti."

(Matteo 24:23-24)

 

Non cercare di appagare “l’occhio”, presta fede alla Parola:

"Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!"

(Ebrei 4:7)

 

Gianni Marinuzzi

 

 

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