
		
CONOSCERE BENE PER CAMMINARE DEGNAMENTE
	
	
	LA condotta nella CHIESA  
	
camminare nella santità

	
	
	
	Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si 
	comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza 
	ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in 
	loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore. 
	
	
	Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza 
	fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. 
	
	
	Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. 
	
	
	Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la 
	verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta 
	di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a 
	rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e 
	nella santità che procedono dalla verità.
	
	
	Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché 
	siamo membra gli uni degli altri. 
	
	
	Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate 
	posto al diavolo. 
	
	
	Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente 
	con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel 
	bisogno. 
	
	
	Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna 
	buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a 
	chi l'ascolta. 
	
	
	Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati 
	per il giorno della redenzione.
	
	
	Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva 
	con ogni sorta di cattiveria! 
	
	
	Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi 
	a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
	
	
	***
	
	Dopo avere esortato i fratelli a camminare in modo degno della loro 
	vocazione in merito all’Unità in Cristo, quale comportamento degno della 
	vocazione della Chiesa, Paolo esorta ora a camminare in modo altrettanto 
	degno della loro vocazione in merito alla Santità, in quanto Dio è 
	Santo e noi siamo chiamati ad esserlo, secondo il Suo stesso 
	pensiero già indicato nella Legge:
	
	  
	
	
	Siate dunque santi, perché io sono santo.
	
	
	(Levitico 11:45)
	
	
	Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all'azione, state sobri, e 
	abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della 
	rivelazione di Gesù Cristo.
	
	
	Come figli ubbidienti, 
	non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate 
	nell'ignoranza; ma come colui che vi 
	ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, 
	poiché sta scritto: «Siate 
	santi, perché io sono santo». 
	
	(1 Pietro 1:13-16)
	
	
	Essendo la Chiesa, il Corpo di Cristo, la Sua Sposa, essa 
	è santa, casta, così come 
	Paolo stesso l’ha preparata (educata, 
	non è più nell’Ignoranza) 
	nella sana dottrina:
	
	…sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico 
	sposo, per presentarvi come una 
	casta vergine a Cristo. 
	
	(2 Corinzi 11:2)
	
	Ciascun componente di questo corpo, ogni figlio di Dio, è quindi chiamato 
	a vivere in modo degno di questa 
	vocazione, nella santità, non per “diventare santo” ma perché “fa 
	parte di un Corpo santo” (santi non si diventa per propri meriti, santi 
	lo si è in Cristo)! 
	
	Molti pensano che diventare 
	cristiani significa solo 
	abbracciare una religione e 
	cercare di seguire delle regole, ma Paolo, in questi versi, vuole far 
	comprendere ai fratelli di Efeso (e a noi) che
	dal momento che abbiamo la fede in 
	Cristo, abbiamo cominciato una vita nuova che non ha nulla a che vedere con 
	la loro vita precedente!
	
	Egli infatti aveva in precedenza sottolineato che
	essi
	erano entrati a far parte della 
	famiglia di Dio, avendo ricevuto lo Spirito di Dio, e quindi ora 
	(alla luce di questa nuova realtà) 
	non aveva più senso per loro comportarsi come si comportano i pagani. 
	
	Non c’è infatti da stupirsi se coloro che ancora non hanno conosciuto Gesù 
	seguono i loro pensieri vani e vivono in maniera indipendente da Dio, 
	abbandonandosi senza alcun tipo di resistenza alla dissolutezza e 
	all’impurità; non avendo riferimenti morali assoluti (perché ignorano Dio) 
	il loro cuore è duro ed insensibile nei confronti del proprio Creatore. 
	
	Essi non avevano ricevuto in loro la vita che Dio dona a coloro che 
	ripongono la loro fede in Lui.
	
	Ma colui che si è convertito a Cristo è un uomo nuovo! 
	
	Quando Dio, attraverso il suo Spirito, rigenera la vita di chi ripone la sua 
	fede in Lui, l’uomo nuovo è caratterizzato dalla Sua Giustizia e dalla Sua 
	Santità.
	
	
	Chi, nella sua nuova vita, conosce Cristo veramente,
	ascolta la Sua Voce (la Sua 
	Parola)  e
	Lo segue per nutrirsi della 
	Verità 
	(cfr Giovanni 10) e più  ci si nutre 
	della Verità e più si cresce nella conoscenza di Cristo e la mente rinnovata 
	diventa sempre più lucida e si rivela in una vita di obbedienza! 
	
	
	Il mondo 
	(che ci odia perché non ci riconosce)
	ci accusa di avere una mente 
	retrograda, ottusa, ma questi 
	versi ci dicono proprio il contrario, ovvero che
	i credenti sono gli unici che hanno 
	una mente in grado di capire davvero la realtà delle cose perché conoscono 
	Colui che ha creato ogni cosa e comprendono quindi il vero senso della vita. 
	
	Diventare cristiani è quindi molto di più che “abbracciare una religione” e 
	“rispettare delle regole”!
	
	
	***
	
	
	Questo dunque io dico e attesto nel Signore… 
	
	L'apostolo comincia la sua esortazione contrapponendo
	la vita nuova in Cristo (con le 
	sue tendenze e le sue manifestazioni),
	alla vita anteriore vissuta nel 
	peccato.
	
	L’esortazione espressa di seguito non è un “parere” dell’apostolo ma
	
	è una attestazione nel Signore 
	e come tale dobbiamo prenderla!
	
	Si tratta quindi di un precetto 
	apostolico, e Paolo afferma, con questa formula, che egli parla “con 
	autorità”. 
	
	L’ordine apostolico è quindi di obbedire a
	
	questo comandamento.
	
	
	***
	
	
	…non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro 
	pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a 
	motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro 
	cuore. 
	
	
	Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza 
	fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. 
	
	L’esortazione (il comandamento) è finalizzata ad un 
	comportamento figlio di un 
	nuovo modo di pensare, 
	totalmente in opposizione al 
	comportamento dei pagani frutto della vanità 
	
	
	
	dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di 
	Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del 
	loro cuore.
	
	L’antitesi di questo modo di vivere possiamo vederla come un 
	
	
	
	comportamento cristiano condotto da una mente rinnovata (la mente di 
	Cristo), dotati dell’intelligenza illuminata ed illuminante della Parola di 
	Dio, completamente coinvolti nella vita di Dio, a motivo della Conoscenza 
	che è in noi, a motivo del sensibilità di un cuore rinnovato da Dio e per 
	Dio.
	
	Sono i nostri pensieri che ci fanno agire, 
	è sempre così, per questo Gesù, nel Sermone sul Monte (cfr Matteo 5 / 7), 
	spostò l’attenzione degli uditori dal semplice “atto”, al pensiero che stava 
	dietro quell’”atto”, l’uomo naturale “non fa peccati”, è peccatore 
	a partire dai suoi pensieri, quindi commette peccati!
	
	Questa esortazione quindi non dobbiamo prenderla come un insegnamento a 
	vivere “una vita santa” limitatamente ai nostri “atti” sarebbe una 
	guerra persa dall’inizio ed inutile, è invece una esortazione a 
	ragionare con la mente rinnovata 
	dallo Spirito Santo che ci porterà a vivere di conseguenza, Paolo 
	lo scriveva anche ai fratelli di Roma:
	
	Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i 
	vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro 
	culto spirituale. 
	
	Non conformatevi a questo mondo, ma 
	siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché 
	conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e 
	perfetta volontà. 
	
	(Romani 12:1-2)
	
	
	Questo rinnovamento della mente
	ci porterà a considerare quello che pensavamo nella nostra carnalità 
	peccaminosa una vanità di 
	pensiero, ovvero un qualcosa che non ha alcun senso, nessun 
	valore, che non merita il nostro impegno o la nostra attenzione, che 
	sarà invece protesa verso le cose che per noi avranno senso, valore, 
	verso le quali metteremo tutto il nostro impegno e la nostra attenzione.
	
	
	Per questo l’apostolo scriverà di seguito:
	
	Quindi, fratelli, tutte le cose 
	vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, 
	tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche 
	virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. 
	
	(Filippesi 4:8)
	
	
	
	…non comportatevi più come si comportano i pagani…
	
	Letteralmente: “Che 
	non camminiate più”; è la 
	vita abituale di una persona, non il singolo e sporadico episodio.
	
	Per l’apostolo (che aveva la mente di Cristo),
	un cristiano non può vivere in modo 
	abituale nel peccato, non ci resiste, non ci si sentirà mai a suo agio, 
	è significativo come esprime (nella lettera ai galati) il concetto della 
	caduta di un fratello:
	
	Fratelli, se uno viene sorpreso in 
	colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di 
	mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. 
	
	
	(Galati 6:1)
	
	Questo essere “sorpreso” 
	non significa che qualche fratello ci “spia” in continuazione, ma esprime la 
	“sorpresa” come “situazione 
	eccezionale” in cui un fratello può essere “in 
	colpa”.
	
	
	
	…nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata…
	
	La parola “vanità” 
	(gr. mataioteti) indica l’essere
	privo di un utile scopo.
	
	
	I pensieri dei pagani 
	
	sono quindi tutti 
	indirizzati al fallimento nel 
	ricevere la rivelazione di Dio, portano verso mete sperdute e 
	lontane dalla Giustizia e da tutto ciò che è Bontà, lontano da Dio.
	
	E Paolo ci dice che sono i pensieri 
	vani di una mente ottenebrata, 
	ovvero di una mente oscura, che non 
	sa nulla; la mente di uno stolto, 
	di un ignorante cronico e senza speranza!
	
	
	
	L’effetto devastante del seguire la 
	vanità dei propri pensieri è il peccato, le tenebre e la fine del 
	peccatore saranno le tenebre!
	
	Paolo, 
	nella lettera ai romani spiega molto bene l’effetto del peccato sulla mente 
	dell’uomo:
	
	…pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno 
	ringraziato; ma si sono dati a vani 
	ragionamenti e il loro cuore 
	privo d'intelligenza si è ottenebrato. 
	
	
	Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, 
	e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle 
	dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. 
	
	(Romani 1:21-23)
	
	
	Ma Pietro direbbe: 
	
	 
	
	…quali 
	non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà 
	(2 Pietro 3:11)
	
	
	
	Gesù Cristo, la Luce, 
	è venuto per illuminare la mente 
	ottenebrata degli uomini:
	
	
	Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 
	
	Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e 
	senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. 
	
	
	In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. 
	
	
	La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.
	
	Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come 
	testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per 
	mezzo di lui. 
	
	Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.
	
	
	La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. 
	
	Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
	ma il mondo non l'ha conosciuto. 
	È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto;
	ma a tutti quelli che l'hanno 
	ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè 
	che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di 
	carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. 
	
	(Giovanni 1:1-13)
	
	
	
	Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non 
	ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il giudizio è questo: la 
	luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, 
	perché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia 
	la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma 
	chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano 
	manifestate, perché sono fatte in Dio. 
	
	(Giovanni 3:18-21)
	
	
	Gesù 
	
	disse:
	
	
	Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà 
	la luce della vita.
	
	
	(Giovanni 8:12)
	
	
	Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non 
	rimanga nelle tenebre. 
	
	(Giovanni 12:46)
	
	
	Nel momento che gli uomini hanno rifiutato la Luce 
	(inchiodando il Figlio di Dio, La Luce del mondo, sulla croce),
	il Padre ha lanciato un severo 
	monito:
	
	Dall'ora sesta si fecero tenebre su 
	tutto il paese, fino all'ora nona. 
	
	(Matteo 27:45)
	
	
	E la fine di chi rifiuta La Luce è già scritta: 
	
	
	…gli è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno. 
	
	(Giuda 13)
	
	Lo smarrimento morale 
	è la conseguenza del paganesimo e la storia, in tutte le età ed in tutti i 
	paesi, è una storia di quella che l'apostolo chiama “vanità 
	dei loro pensieri”.
	
	Questa storia continua anche oggi, nell’uomo che con il suo “ragionare 
	in modo vano” e sedotto dal fascino del male,
	continua a rifiutare ostinatamente 
	l’appello della grazia di Dio e dell'amore di Cristo.
	
	Come i suoi predecessori, egli finirà per “indurire”; 
	e nel suo indurimento perderà sempre 
	più progressivamente il senso delle cose, brancolando nelle tenebre dell’Ignoranza, 
	restando 
	estraneo
	
	alla vita di Dio e
	morendo nella propria corruzione e 
	del proprio peccato.
	
	
	
	
	…estranei alla vita di Dio a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo 
	dell'indurimento del loro cuore. 
	
	I pagani 
	sono 
	estranei alla vita di Dio, 
	questa frase non vuol dire “estranei alla vita secondo Dio”, ma intende 
	letteralmente “fuori 
	dalla vita di Dio”, ovvero 
	morti, come ha già descritto 
	in precedenza:
	
	Dio ha vivificato anche voi, voi che 
	eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati… 
	
	(Efesini 2:1)
	
	
	Essendo per natura estranei alla vita 
	divina,
	alla vita spirituale
	è normale che si comportino secondo 
	le perversioni della loro mente 
	ottenebrata, infatti essi: 
	
	- 
	ignorano volontariamente la Parola di 
	Dio.
	
	
	
	Poiché, quand'ho chiamato avete 
	rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi
	avete respinto ogni mio consiglio 
	e della mia correzione non ne avete 
	voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe 
	quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà 
	addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano e 
	vi cadranno addosso l'afflizione e l'angoscia.
	
	Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma 
	non mi troveranno. 
	
	Poiché hanno odiato la scienza, non 
	hanno scelto il timore del SIGNORE, non hanno voluto sapere i miei consigli 
	e hanno disprezzato ogni mia correzione, si pasceranno del frutto della 
	loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli. 
	
	Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e la prosperità degli 
	stolti li fa perire… 
	
	(Proverbi 1:24-32)
	
	
	  …il 
	pervertimento degli insensati li uccide 
	e la prosperità degli stolti li fa perire… (Proverbi 1:32)
	
	
	…Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza 
	fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. 
	
	
	Un cuore che ignora volontariamente la Parola di Dio, la Bontà e la Grazia 
	di Dio è un cuore duro, destinato a diventare sempre più duro (perdita 
	di ogni sentimento), sempre più perverso (abbandonato alla dissolutezza 
	più estrema), fino a smettere di battere!
	
	La diretta conseguenza di un cammino 
	(come quello di chi è senza Cristo), basato sul 
	pensiero del “vano”, 
	“dell’inutile”, del “privo di valore”, concepito da una mente priva della 
	conoscenza di Dio in Cristo Gesù (intelligenza 
	ottenebrata), vissuto nella 
	estraneità alla Vita di Dio, 
	con un indurimento persistente
	del cuore a causa del rifiuto 
	volontario di questa Conoscenza, porta l’uomo a 
	
	
	
	perdere 
	
	ogni cognizione di giustizia, di scelte sensate
	(ogni 
	sentimento).
	
	Non penso che dobbiamo sforzarci molto per vedere dove sta andando il nostro 
	mondo, questo progressivo degrado morale si manifesta in un
	
	abbandono (senza 
	freni) 
	alla dissolutezza; perseguire (con 
	cieca ottusità e inclinazione perversa)
	tutto ciò che è vano, inutile, 
	dannoso, di malcostume, di depravato, sotto ogni forma dall’aspetto 
	ambientale (ecologicamente parlando) agli aspetti della salute,
	
	fino a commettere ogni specie di 
	impurità, agli aspetti personali (autocontrollo, deviazioni 
	sessuali), 
	con avidità insaziabile.
	
	
	Guardandoci intorno con onestà, sembra veramente che siamo proprio di fronte 
	
	ad una corsa incontrollata ed incontrollabile verso tutto questo!
	
	
	Paolo 
	dipinge tutta questa situazione, scrivendo ai fratelli di Roma:
	
	
	Perciò Dio li ha abbandonati a 
	passioni infami: infatti le loro 
	donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; 
	similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si 
	sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini 
	con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del 
	proprio traviamento.
	
	
	Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa 
	della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi 
	di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di 
	omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, 
	abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, 
	ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. 
	
	Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose 
	sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le 
	commette. 
	
	(Romani 1:26-32)
	
	
	***
	
	
	Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. 
	
	Dopo aver descritto il progressivo degrado del 
	cammino dei pagani, Paolo 
	ora contrappone in un modo perentorio a quale tipo di cammino
	santo sono chiamati i cristiani, 
	nell’Unità del Corpo.
	
	
	La conoscenza di Gesù Cristo non è quella prima descritta e neppure deve 
	assomigliargli!
	
	
	***
	
	
	Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la 
	verità che è in Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta 
	di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a 
	rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e 
	nella santità che procedono dalla verità.
	
	
	Abbiamo qui una interessante digressione di come
	il Vangelo compie l’Opera nell’uomo:
	
	- il Vangelo va ascoltato (udito)
	
	- il Vangelo va compreso (istruisce)
	
	- Il Vangelo va accettato (mediante l’azione di predisposizione al 
	cambiamento)
	
	
	Vedremo poi che il Vangelo va 
	vissuto, praticato, applicato (Efesini 4:25-32)
	
	
	Per descrivere questo cambio di stile di vita, Paolo usa l’immagine 
	dei vestiti:
	
	
	Un Vangelo (che si chiami Vangelo) insegna a:
	
	- 
	
	
	spogliarsi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici
	
	- 
	
	
	a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire 
	l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio
	
	
	Un Vangelo che non insegna questa trasformazione come necessaria è un 
	inganno, è solo una filosofia di vita;
	il Vangelo della Grazia insegna a 
	vivere in modo santo:
	
	Infatti la grazia di Dio, salvifica 
	per tutti gli uomini, si è manifestata, e
	ci insegna a rinunciare all'empietà 
	e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, 
	giustamente e in modo santo, 
	aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande 
	Dio e Salvatore, Cristo Gesù. 
	
	(Tito 2:11-13)
	
	
	In questo passo Paolo sembra distinguere due fasi della “conoscenza di 
	Cristo”, due fasi che nella stessa lettera che stiamo studiando sono 
	sempre state presenti:
	
	
	1) la conoscenza basilare di Cristo
	
	…gli 
	avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in 
	Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a 
	spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici;
	
	
	2) la piena conoscenza di Cristo
	
	…essere 
	invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo 
	che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono 
	dalla verità.
	
	
	Proviamo ad analizzarle:
	
	1) la conoscenza basilare di Cristo
	
	La conoscenza basilare di Cristo è quella elementare ma fondamentale, 
	utile a rispondere alla Chiamata di Dio…
	
	Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha 
	amati, anche quando eravamo morti nei peccati,
	ci ha vivificati con Cristo (è 
	per grazia che siete stati salvati), e
	ci ha risuscitati con lui e con lui 
	ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi 
	futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha 
	avuta per noi in Cristo Gesù.
	
	Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non 
	viene da voi; è il dono di Dio. 
	
	Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti
	siamo opera sua, essendo stati 
	creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente 
	preparate affinché le pratichiamo. 
	
	(Efesini 2:4-10)
	
	
	Questa conoscenza è quella che ci apre il cielo! 
	
	Senza questa conoscenza sarebbe inutile parlare di altro, è il punto di 
	partenza senza il quale non si arriva da nessuna parte!
	
	
	Mediante questa conoscenza abbiamo 
	dato ascolto e in lui siamo stati istruiti secondo la verità che è in Gesù, 
	abbiamo imparato per quanto concerne la nostra condotta di prima a 
	spogliarci del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici, abbiamo imparato a conoscere Cristo!
	
	Dopo aver rinunciato 
	alla vanità dei nostri pensieri,
	
	abbiamo imparato a conoscere Cristo,
	e le nostre menti non sono 
	più quindi ottenebrate e le 
	nostre vite non sono più estranee alla Vita di Dio!
	
	Questa conoscenza iniziale non è 
	soltanto un qualcosa di “teorico”, l'ammaestramento che gli efesini avevano 
	ricevuto da Paolo era basato sulla Verità spirituale ma era altrettanto 
	estremamente pratico, 
	la Verità che è in Gesù, per 
	Paolo era il motore di tutta la sua 
	vita, non era una “filosofia”, infatti il risvolto pratico è evidente: 
	per quanto concerne la nostra condotta.
	
	
	La Verità che è in Gesù, 
	cambia 
	la condotta di chi crede in 
	Lui e la cambia per una questione di 
	dignità di vocazione!
	
	
	L’uomo nuovo,
	
	creato a immagine di Dio
	
	per fare le opere buone, che Dio ha 
	precedentemente preparate, non riesce a convivere serenamente con 
	gli abiti 
	corrotti
	
	dell’uomo vecchio, egli 
	desidera 
	spogliarsi di quegli abiti, 
	abiti che puzzano di 
	corruzione, di
	
	morte,
	prodotta dal peccato (“il 
	salario del peccato è la morte” cfr Romani 6:23), che si maschera dietro 
	le 
	passioni ingannatrici (prive 
	di Verità).
	
	
	L'uomo vecchio, 
	nella creatura rigenerata, è un 
	usurpatore, e va cacciato in quanto per natura è incline alla
	
	corruzione (alla progressiva 
	rovina) in quanto attratto senza 
	rimedio verso le 
	passioni ingannatrici, ovvero 
	le passioni che “sembrano buone”, 
	“belle a vedersi”, “desiderabili”, ma che ingannano;
	ragiona proprio come Eva:
	
	
	La donna osservò 
	che l'albero era buono per 
	nutrirsi, che era bello da 
	vedere e che l'albero era 
	desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne 
	diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò…
	
	…Il serpente
	mi ha ingannata e io ne ho 
	mangiato 
	
	(tratto da Genesi 3:6-13)
	
	
	Nella descrizione della caduta possiamo apprezzare come l’inganno si 
	nasconde dietro qualcosa di 
	buono, bello e desiderabile, 
	ma contrario a quello che Dio aveva detto!
	
	Paolo 
	
	descrive la totale incompatibilità tra ciò che brama la carne e ciò che 
	brama lo Spirito:
	
	Poiché quelli che son secondo la 
	carne, hanno l'animo alle cose della carne; ma
	quelli che son secondo lo spirito, 
	hanno l'animo alle cose dello spirito.  Perché
	ciò a cui la carne ha l'animo è 
	morte, ma ciò a cui lo spirito ha l'animo, è vita e pace; poiché
	ciò a cui la carne ha l'animo è 
	inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio, e neppure 
	può esserlo; e quelli che sono 
	nella carne, non possono piacere a Dio.  
	(Romani 8:5-8)
	
	
	2) la piena conoscenza di Cristo
	
	…essere 
	invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo 
	che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono 
	dalla verità… 
	
	
	
	Essendo stati chiamati ad una 
	dignitosissima vocazione, siamo inoltre chiamati a
	rivestirci di un abito degno di tale 
	vocazione, ma sia lo svestirci del vecchio abito che il vestirci del 
	nuovo abito, sono atti preceduti da un
	cambiamento interiore:
	
	essere invece rinnovati nello spirito 
	della vostra mente.
	
	Non si tratta qui però solo di “cambiare abito”; si tratta di “cambiare 
	l’uomo”, 
	il vecchio uomo (parte della 
	vecchia creazione) è morto e
	dobbiamo spogliarci del suo modo di 
	pensare (la parte spirituale) e 
	di condursi (la parte pratica).
	
	Siamo chiamati ad 
	essere invece rinnovati nello spirito 
	della vostra mente (la parte spirituale procedente dalla nuova 
	vita), 
	e a rivestire l'uomo nuovo che è 
	creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla 
	verità (la parte pratica). 
	
	In contrapposizione all’uomo vecchio che, per sua stessa natura, 
	segue la vanità dei propri pensieri,
	avendo quindi 
	l’intelligenza ottenebrata ed
	essendo estraneo alla vita di Dio,
	si corrompe seguendo le passioni 
	ingannatrici, Paolo qui mette in evidenza la naturali inclinazione 
	dell’uomo rigenerato che, seguendo 
	gli insegnamenti di Dio, avendo la conoscenza di Cristo ed 
	essendo figlio di Dio, si 
	edifica nella Giustizia e nella Santità che procedono dalla Verità.
	
	Il grosso problema è che se predichiamo solo un messaggio di salvezza che 
	non parte da un sincero ravvedimento, si rischia di indossare l’abito nuovo 
	sopra il vecchio, con delle conseguenze “strane”, non è la intelligenza 
	naturale che va rinnovata, ma è lo Spirito
	che ci dà la intelligenza spirituale rinnovata!
	
	
	E’ significativo come Paolo ha 
	rigettato 
	tutto del suo vecchio uomo:
	
	Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno
	di fronte all'eccellenza della 
	conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; 
	io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare 
	Cristo… 
	
	(Filippesi 3:8)
	
	
	Che triste vedere dei figli di Dio continuare a sfoggiare le “buone” 
	caratteristiche del loro vecchio uomo!
	
	
	L’uomo nuovo
	
	
	
	è creato a immagine di Dio 
	e come tale 
	è predestinato a diventare:
	
	Perché quelli che ha preconosciuti, 
	li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, 
	affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha 
	predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure 
	giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati. 
	
	
	(Romani 8:29-30)
	
	
	Siamo quindi chiamati a vivere in modo degno della nostra vocazione:
	
	…nella giustizia che procede dalla Verità
	
	Ovvero quella rettitudine morale che guida l'uomo nuovo in tutte
	le sue relazioni col prossimo, 
	ma non una 
	giustizia qualunque (secondo 
	il “mio senso di giustizia”), ma una 
	giustizia
	
	che procede dalla Verità!
	
	
	…nella santità che procede dalla Verità
	
	La santità concerne la 
	relazione con Dio e che riassume tutti quanti i sentimenti di fiducia, 
	di adorazione, di amore, di assoluta subordinazione e di totale 
	consacrazione, che abitano nel cuore sincero di un figlio di Dio. 
	
	
	E come possiamo vivere in questa 
	Giustizia e
	
	Santità se non conosciamo la
	
	Verità?
	
	
	E qui siamo chiamati ad una 
	conoscenza più profonda di Cristo!
	
	
	
	Spogliarsi dell’uomo vecchio e rivestire l’uomo nuovo 
	è anche rinunciare al nostro individualismo in favore del Corpo di Cristo!
	
	
	***
	
	
	Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché 
	siamo membra gli uni degli altri. 
	
	
	Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate 
	posto al diavolo. 
	
	
	Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente 
	con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel 
	bisogno. 
	
	
	Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna 
	buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a 
	chi l'ascolta. 
	
	
	Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati 
	per il giorno della redenzione.
	
	
	Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva 
	con ogni sorta di cattiveria!
	
	
	Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi 
	a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
	
	
	Perciò… 
	
	
	- la condizione morale e spirituale del vecchio uomo al quale siamo 
	chiamati a rinunciare nella sua mente ottenebrata e nei suoi abiti
	
	- la condizione morale e spirituale dell’uomo interiore (uomo nuovo) il 
	quale siamo chiamati a rinnovare sempre più nella mente e nei suoi abiti
	
	
	Comportatevi in modo degno della vostra vocazione,
	
	
	l’apostolo elenca qui sei (numero a misura d’uomo, quindi possibile) 
	esempi di “azioni contrapposte” che evidenziano come un uomo rinnovato nella 
	mente dallo Spirito Santo e spogliato dai suoi vecchi abiti e rivestito in 
	modo degno, deve vivere il Corpo di Cristo:
	
	
	
	1)             
	
	
	Nella Verità reciproca
	
	
	2)             
	
	
	Nella Pace reciproca
	
	
	3)             
	
	
	Nella Assistenza reciproca
	
	
	4)             
	
	
	Nell’incoraggiamento reciproco
	
	
	5)             
	
	
	Nella Gioia condivisa reciproca
	
	
	6)             
	
	
	Nell’Amore e Perdono reciproco
	
	
	
	
	
	
	…bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo 
	membra gli uni degli altri 
	
	
	L'apostolo comincia dalla 
	menzogna, ovvero l’opposto 
	della 
	Verità.
	
	Questo perché è la prima cosa che caratterizza
	il diavolo (la menzogna) e
	il Figlio di Dio (la Verità):
	
	  
	Gesù disse del diavolo:
	
	Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri 
	del padre vostro. 
	
	
	Egli 
	è stato omicida fin dal principio e 
	non si è attenuto alla verità, perché
	non c'è verità in lui. 
	
	Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché
	è bugiardo e padre della menzogna.
	
	
	(Giovanni 8:44)
	
	
	Gesù disse di se stesso:
	
	
	Io sono 
	la via, la verità e la vita; 
	nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 
	
	(Giovanni 14:6)
	
	In questi versi Paolo ricorda ai 
	suoi lettori, e quindi anche a noi, 
	diverse cose che possono rattristare Dio:
	
	
	La menzogna 
	è senz’altro una delle cose che rovinano una comunità: 
	
	I credenti fanno parte dello stesso corpo, erano membra dello stesso corpo; 
	essi appartengono a Dio e Cristo è il loro Capo, ma appartengono anche gli 
	uni agli altri. 
	
	Come possiamo vivere insieme se i nostri rapporti non sono caratterizzati da 
	sincerità? 
	
	Qualunque famiglia, qualunque comunità in cui non ci sia sincerità reciproca 
	è destinata a fallire miseramente prima o poi; molti matrimoni infatti 
	naufragano proprio per mancanza di sincerità tra i coniugi.
	
	Come Figli di Dio, siamo chiamati a 
	vivere da tali ed imitare nostro Padre,
	conosciuto per mezzo di Suo Figlio 
	Unigenito e degli insegnamenti ricevuti per mezzo dello Spirito Santo che ha 
	ispirato la Scrittura!
	
	Il 
	dire la verità al nostro prossimo 
	è un dovere che ha un senso logico, 
	perché siamo membra gli uni degli altri.
	
	Non avrebbe alcun senso (oltre a non essere conforme alla Vita di Dio), in 
	quanto siamo un Corpo Unico e all’interno di un unico corpo,
	non ha proprio alcun senso non dirsi 
	la Verità, se non quella di volersi “estraniare dal corpo”!
	
	  
	
	In quest’ottica possiamo comprendere la severità dell’apostolo Pietro con 
	Anania e Saffira:
	
	Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e 
	tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, 
	un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli. 
	
	Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da 
	farti mentire allo Spirito Santo 
	e trattenere parte del prezzo del podere? 
	
	Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato 
	non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa?
	Tu non hai mentito agli uomini ma a 
	Dio».
	
	Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. 
	
	E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose. 
	
	I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo 
	seppellirono.
	
	Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò. 
	
	E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere 
	per tanto?» 
	
	Ed ella rispose: «Sì, per tanto». 
	
	Allora Pietro le disse: «Perché vi 
	siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di 
	quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via 
	anche te». 
	
	Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la 
	trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito. 
	
	Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano 
	queste cose. 
	(Atti 5:1-11)
	
	
	Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento pacifico di tutti 
	gli organi, 
	dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro 
	coinvolge tutto il corpo, se un 
	membro soffre (non dicendo la Verità) 
	tutto il corpo ne risente:
	
	
	Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è 
	onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
	
	
	Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
	
	
	(1 Corinzi 12:26-27)
	
	
	Impegniamoci a dire sempre la verità, in
	
	degno della vocazione che ci è stata 
	rivolta:
	
	
	Il labbro veritiero è stabile per sempre… 
	
	(Proverbi 12:19)
	
	
	
	
	2)             
	
	
	
	Nella Pace reciproca (EVITARE L’AUTOLESIONISMO)
	
	
	…Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non 
	fate posto al diavolo 
	
	
	Paolo 
	
	sta richiamando il Salmo 4:
	
	Quand'io grido, rispondimi, o Dio della mia giustizia; quand'ero in 
	pericolo, tu m'hai liberato; abbi pietà di me ed esaudisci la mia preghiera!
	
	O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria?
	
	Fino a quando amerete vanità e andrete dietro a menzogna? [Pausa]
	
	Sappiate che il SIGNORE si è scelto uno ch'egli ama; il SIGNORE m'esaudirà 
	quando griderò a lui.
	
	
	Tremate e non peccate; sui vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete. 
	[Pausa]
	
	Offrite sacrifici di giustizia, e confidate nel SIGNORE.
	
	Molti van dicendo: «Chi ci farà vedere la prosperità?»
	
	O SIGNORE, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto!
	
	Tu m'hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro 
	grano e il loro mosto abbondano.
	
	In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai 
	abitare al sicuro. 
	
	(Salmo 4)
	
	
	Analizzando il salmo possiamo comprendere il vero significato che ha questa 
	citazione: non addebitare il male ma 
	lasciare a Dio la vendetta.
	
	L'ira degenera in peccato quando medita la vendetta e per evitare che l’ira 
	degeneri in una meditazione della vendetta, l'apostolo dice:
	
	il sole non tramonti sopra la vostra 
	ira; tornate prima 
	possibile nella Pace che da il Signore, sapendo che Egli è sovrano,
	
	e non fate posto al diavolo, 
	ovvero non permettetegli di influenzare le vostre menti per spingervi nella 
	via del male. 
	
	Paolo 
	parla della medesima situazione, in un modo ancora più chiaro, nella lettera 
	scritta ai romani:
	
	
	Non rendete a nessuno male per male. 
	
	Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. 
	
	Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli 
	uomini. 
	
	
	Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; 
	poiché sta scritto: «A me la 
	vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 
	
	Anzi, «se il tuo nemico ha fame, 
	dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu 
	radunerai dei carboni accesi sul suo capo». 
	
	
	Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. 
	
	
	(Romani 12:17-21)
	
	
	Ascoltiamo il Proverbio:
	
	
	Non dire: «Renderò il male»; spera nel SIGNORE, ed egli ti salverà. 
	
	
	(Proverbi 20:22)
	
	
	I credenti possono avere conflitti tra di loro, possono
	
	adirarsi gli uni contro gli 
	altri per qualche motivo, questo è abbastanza inevitabile, a volte 
	addirittura utile:
	
	
	
	  Il ferro forbisce il ferro; 
	così un uomo ne forbisce un altro. 
	
	(Proverbi 27:17)
	
	
	Due membra possono anche trovarsi a “lavorare in opposizione tra loro” 
	(nello stringere qualcosa…) ma se questo diventa continuo il corpo intero ne 
	risente.
	
	Tuttavia la responsabilità dei credenti è quella di risolvere le 
	controversie 
	prima che il sole tramonti 
	ovvero il più presto possibile. 
	
	Infatti quando una controversia non viene risolta subito, subentra il 
	rancore, subentra il peccato, il diavolo riesce a insinuarsi e i rapporti 
	diventano difficili. 
	
	Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento pacifico di tutti 
	gli organi, 
	dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro 
	coinvolge tutto il corpo; se un 
	membro soffre (nel rancore) 
	tutto il corpo ne risente:
	
	
	Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è 
	onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
	
	
	Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
	
	
	(1 Corinzi 12:26-27)
	
	
	Impegniamoci a ricercare e preservare la pace, in modo
	
	degno della vocazione che ci è stata 
	rivolta:
	
	  
	
	
	
	Impegnatevi a cercare la pace con tutti…
	
	
	(Ebrei 12:14)
	
	
	
	
	3)             
	
	
	
	Nella Assistenza reciproca (ADOPERARSI PER IL BENESSERE FISICO)
	
	
	…Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente 
	con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel 
	bisogno 
	
	Anche 
	il furto è qualcosa che
	rattrista Dio e
	rovina i rapporti (quando viene 
	alla luce). 
	
	L’apostolo contrappone qui la generosità e l’attenzione per gli altri con 
	chi “ruba” o “approfitta degli altri”, appropriarsi di qualcosa a cui non si 
	ha diritto (vedi “l’assistenza”), per Paolo equivale a rubare!
	
	Paolo 
	è molto severo su questo argomento, possiamo vedere come rimprovera 
	severamente alcuni fratelli di Tessalonica:
	
	
	Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più, e a cercare 
	di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di
	lavorare con le vostre mani, come vi 
	abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso 
	quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno. 
	
	(1 Tessalonicesi 4:10-12)
	
	
	Fratelli, vi ordiniamo nel nome del 
	nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta 
	disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi. 
	
	Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo 
	comportati disordinatamente tra di voi;
	né abbiamo mangiato gratuitamente il 
	pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno 
	per non essere di peso a nessuno di voi. 
	
	Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come 
	esempio, perché ci imitaste. 
	
	Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che
	se qualcuno non vuole lavorare, 
	neppure deve mangiare. 
	
	Difatti sentiamo che alcuni tra di 
	voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma 
	affaccendandosi in cose futili. 
	
	
	Ordiniamo a quei tali e li esortiamo, nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il 
	proprio pane, lavorando tranquillamente.
	
	Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene. 
	
	
	E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e 
	non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni. 
	
	Però non consideratelo un nemico, ma ammonitelo come un fratello. 
	
	
	(2 Tessalonicesi 3:6-15)
	
	
	L'apostolo condanna qui ogni tipo di furto (anche 
	l’approfittarsi di una situazione)
	infatti 
	il ladro che
	
	non ruba più, permette agli 
	altri di partecipare al frutto del 
	suo onesto lavoro e fa anche lui l'esperienza di quanto sia vero il 
	detto del Maestro:
	
	
	
	  Vi è più gioia nel dare che nel 
	ricevere 
	
	(Atti 20:35)
	
	
	Ogni cristiano deve quindi
	
	lavorare onestamente per 
	essere 
	pronto a dare a chi si trova nel 
	bisogno piuttosto che derubare il prossimo.
	
	Un membro del corpo non deve lavorare in modo da ledere, o mettere in 
	difficoltà, l’altro membro.
	
	Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento di tutti gli organi, 
	dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro 
	coinvolge tutto il corpo, se un 
	membro soffre (per l’egoismo e con l’approfittarsi del prossimo ) 
	tutto il corpo ne risente:
	
	
	Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è 
	onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
	
	
	Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
	
	
	(1 Corinzi 12:26-27)
	
	
	Ricordiamoci che Paolo ha prima scritto:
	
	Da lui tutto il corpo ben 
	collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture,
	trae il proprio sviluppo nella 
	misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso 
	nell'amore. 
	
	(Efesini 4:16)
	
	
	E Paolo stesso era molto attento all’assistenza nella Chiesa, come 
	gli era stato insegnato dagli altri apostoli:
	
	…soltanto
	ci raccomandarono di ricordarci dei 
	poveri, come ho sempre cercato di fare. 
	
	(Galati 2:10)
	
	
	E si fece lui stesso promotore di una colletta per i fratelli di Gerusalemme 
	colpiti da una carestia:
	
	Per ora vado a Gerusalemme, a 
	rendere un servizio ai santi, perché
	la Macedonia e l'Acaia si sono 
	compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di 
	Gerusalemme. 
	
	Si sono compiaciute, ma esse sono anche in debito nei loro confronti; 
	infatti se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni 
	spirituali, sono anche in obbligo di 
	aiutarli con i beni materiali. 
	
	Quando dunque avrò compiuto questo servizio e
	consegnato il frutto di questa 
	colletta, andrò in Spagna passando da voi… 
	
	(Romani 15:25-28)
	
	
	
	
	4)             
	
	
	
	Nell’incoraggiamento reciproco (ADOPERARSI PER IL BENESSERE PSICHICO)
	
	
	…Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna 
	buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a 
	chi l'ascolta. 
	
	Paolo indica come comportamento da evitare è
	un uso scorretto delle parole. 
	
	Viviamo in un mondo in cui questo avviene continuamente senza che nessuno si 
	senta colpevole per questo, 
	
	eppure le parole, se usate in 
	maniera scorretta, possono fare più male di una spada.
	
	Ecco perché questi versi ci spronano ad
	usare le nostre parole per costruire 
	ponti verso gli altri, non per distruggerli. 
	
	Dobbiamo evitare le parole cattive, quelle che possono ferire, ma
	nello stesso tempo non dobbiamo stare 
	zitti quando abbiamo una buona parola, che può essere utile, che può 
	contribuire a rinforzare il nostro rapporto con un’altra persona, o aiutare 
	qualcuno a risolvere un problema.
	
	
	
	Parole di grazia conferiscono grazia!
	
	Impariamo ad usare le parole per costruire, se abbiamo una buona parola 
	diciamola.
	
	
	La lingua 
	
	(dobbiamo necessariamente tenerne conto) 
	è ed è sempre stata una insidia, la parola è la parte dell’Uomo che più lo 
	avvicina (per somiglianza a Dio) ed è diventata (a causa del peccato) la 
	parte che più assomiglia a satana!
	
	
	Gesù 
	disse espressamente:
	
	Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è poi 
	espulso nella latrina? 
	
	Ma ciò che esce dalla bocca viene 
	dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo. 
	
	Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, 
	furti, false testimonianze, diffamazioni. 
	
	
	Queste sono le cose che contaminano l'uomo; 
	ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo. 
	
	(Matteo 15:17-20)
	
	
	Giacomo 
	ci conferma:
	
	…anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, 
	sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere. 
	
	Così anche la lingua è un piccolo 
	membro, eppure si vanta di grandi cose. 
	
	Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! 
	
	Anche la lingua è un fuoco, è il 
	mondo dell'iniquità. 
	
	Posta com'è fra le nostre membra, 
	contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della 
	vita. 
	
	Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è 
	stata domata dalla razza umana; ma 
	la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno 
	mortale. 
	
	Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini 
	che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni 
	e maledizioni. 
	
	
	Fratelli miei, non dev'essere così. 
	
	(Giacomo 3:4-10)
	
	Le 
	parole 
	cattive sono quelle che 
	turbano un buon rapporto, anche nella Chiesa, sono quelle che espongono le 
	inclinazioni malvagie, offendono il pudore e i buoni costumi ed eccitano al 
	male. 
	
	Gli effetti di queste parole sono devastanti e possono essere paragonati a 
	una distruzione, a una rovina, operate nella coscienza individuale che si 
	trasmette alla coscienza comune. 
	
	Paolo è ben conscio di questo, ma proprio perché fa appello al
	nuovo uomo interiore, egli ci 
	ordina di usare la nostra lingua rigenerata in modo
	
	degno della vocazione che ci è stata 
	rivolta per incoraggiare, per
	
	edificare il Corpo di Cristo, 
	per consolidare il fratello!
	
	
	Anche l’apostolo Pietro ci esorta in tal senso:
	
	
	Sbarazzandovi 
	
	di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e
	di ogni maldicenza, come bambini 
	appena nati, desiderate il puro 
	latte spirituale, perché con 
	esso cresciate per la salvezza, 
	se davvero avete gustato che il 
	Signore è buono.     
	
	
	(1 Pietro 2:1)
	
	
	Un corpo sano non lavora contro se stesso!
	
	Il benessere di un corpo passa per un sano funzionamento di tutti gli organi, 
	dobbiamo prendere coscienza di questo, il benessere o malessere di un membro 
	coinvolge tutto il corpo, se un 
	membro soffre (per la maldicenza o un cattivo uso delle parole) 
	tutto il corpo ne risente:
	
	
	Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è 
	onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
	
	
	Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
	
	
	(1 Corinzi 12:26-27)
	
	
	Lamuel, 
	descrivendo la donna virtuosa (figura della Chiesa), tra le altre cose loda 
	la bontà delle sue parole:
	
	
	Apre la bocca con saggezza, e ha sulla lingua insegnamenti di bontà. 
	
	
	(Proverbi 31:26)
	
	Impegniamoci a usare la nostra lingua
	in modo degno della nostra vocazione:
	
	
	  La lingua del giusto è argento 
	scelto 
	
	(Proverbi 10:20)
	
	
	La bocca del giusto fa fiorire la saggezza 
	
	 (Proverbi 10:31)
	
	
	…la lingua dei saggi procura guarigione 
	
	 (Proverbi 12:18)
	
	
	Il labbro veritiero è stabile per sempre 
	
	 (Proverbi 12:19)
	
	
	
	
	  La lingua che calma è un albero 
	di vita 
	(Proverbi 15:4)
	
	
	  …la lingua dolce spezza le ossa
	
	
	 (Proverbi 20:15)
	
	
	Abbiamo degli esempi di 
	incoraggiamento psichico nella Scrittura:
	
	  - Barnaba verso Paolo
	
	  - Aquila e Priscilla verso 
	Apollo
	
	- Gesù verso gli Apostoli
	
	
	
	
	5)             
	
	
	
	Nella Gioia condivisa reciproca (NON ADOPERARSI PER ROVINARE QUELLO CHE 
	CRISTO HA FATTO)
	
	
	
	
	…Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati 
	per il giorno della redenzione.
	
	Il sigillo è una garanzia di buon confezionamento (una unità spirituale 
	integra), l’esortazione (comandamento) è finalizzata a
	non cercare di dividere ciò che Dio 
	ha unito mediante lo Spirito Santo.
	
	Non si può 
	rattristare un oggetto, non 
	possiamo rattristare un’automobile o un tavolo, non possiamo rattristare il 
	vento o la pioggia.
	
	Il fatto che Paolo inviti i suoi 
	lettori a non rattristare lo Spirito Santo di Dio ci fa quindi capire che
	lo Spirito Santo è una persona: Dio 
	stesso in noi.
	
	
	Ma come possiamo rattristare Dio?
	
	Attraverso un comportamento che non onora Dio!
	
	
	Il nostro comportamento può rattristare lo Spirito Santo di Dio che abita in 
	noi.
	
	Perseguiamo quindi le cose che 
	rallegrano Dio 
	perché egli ci ha dato lo Spirito Santo come
	
	un sigillo di garanzia, che 
	testimonia del fatto che Gli apparteniamo e che Egli ci ha destinati a 
	sperimentare una completa redenzione.
	
	
	L'apostolo parla a dei cristiani; a degli individui, quindi, che
	hanno ricevuto lo Spirito Santo. 
	
	Essi, come ha già scritto nelle altre lettere sono
	la dimora, il tempio dello Spirito:
	
	
	Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo
	che è in voi e che avete 
	ricevuto da Dio? 
	
	(1 Corinzi 6:19)
	
	Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se
	lo Spirito di Dio abita veramente in 
	voi. Se qualcuno non ha lo 
	Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.
	
	Ma se Cristo è in voi, 
	nonostante il corpo sia morto a causa del peccato,
	lo Spirito dà vita a causa della 
	giustificazione. 
	
	
	Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, 
	colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri 
	corpi mortali per mezzo del suo 
	Spirito che abita in voi. 
	
	(Romani 8:9-11)
	
	
	L’effetto principale dello Spirito Santo nel credente è la Gioia:
	
	
	  …mentre i discepoli
	erano pieni di gioia e di Spirito 
	Santo. 
	
	(Atti 13:52)
	
	…il regno di Dio non consiste in 
	vivanda né in bevanda, ma è 
	giustizia, pace e gioia nello 
	Spirito Santo. 
	
	(Romani 14:17)
	
	Or il Dio della speranza vi riempia 
	di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella 
	speranza, per la potenza dello 
	Spirito Santo. 
	
	(Romani 15:13)
	
	
	Il frutto dello Spirito 
	invece è amore,
	gioia, pace, pazienza, 
	benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo… 
	
	(Galati 5:22)
	
	Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola 
	in mezzo a molte sofferenze, con la 
	gioia che dà lo Spirito Santo… 
	
	(1 Tessalonicesi 1:6)
	
	
	Ma è evidentemente possibile che lo Spirito Santo,
	
	con il quale siamo stati suggellati 
	per il giorno della redenzione, venga nel nostro cammino terreno, “contristato”, 
	addolorato, disgustato, come se si trovasse costretto a “subire” una 
	compagnia sgradita e questo porta il credente stesso a perdere la Gioia che 
	si ha per lo Spirito Santo!
	
	La Chiesa è il Corpo di Cristo, una realtà dove regna la Gioia; 
	
	impegniamoci a non 
	rattristare lo Spirito Santo di Dio, 
	in 
	modo degno della vocazione che ci è 
	stata rivolta, per vivere la Gioia e per realizzare questo, dobbiamo 
	concentrarci sulle grandi opere di Dio:
	
	
	…cantando e danzando diranno: Tutte 
	le fonti della mia gioia sono in te. 
	
	(Salmi 87:7)
	
	
	Beato l'uomo che teme il SIGNORE e trova grande gioia 
	nei suoi comandamenti. 
	
	(Salmi 112:1)
	
	
	Le tue testimonianze sono la mia gioia; esse sono i miei consiglieri. 
	
	
	(Salmi 119:24)
	
	
	Le tue testimonianze 
	sono la mia eredità per sempre, esse 
	sono la gioia del mio cuore. 
	
	(Salmi 119:111)
	
	
	  
	
	
	
	Il SIGNORE ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia.
	
	
	(Salmi 126:3)
	
	
	Ed in particolare sull’Opera e sulla Persona di Gesù Cristo e sulle Sue 
	Parole, la Sua Immagine, Colui che ce lo ha fatto conoscere:
	
	
	Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra 
	gioia sia completa. 
	
	(Giovanni 15:11)
	
	
	La donna, quando partorisce, prova dolore, perché è venuta la sua ora; ma 
	quando ha dato alla luce il bambino, 
	non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che sia venuta al mondo 
	una creatura umana. 
	
	Così anche voi siete ora nel dolore; ma
	io vi vedrò di nuovo e il vostro 
	cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la vostra gioia… 
	
	…Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome;
	chiedete e riceverete, affinché la 
	vostra gioia sia completa. 
	
	(tratto da Giovanni 16:21-24)
	
	
	Gli effetti di questa Gioia li possiamo leggere nella storia 
	neotestamentaria:
	
	
	E ogni giorno 
	andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e 
	prendevano il loro cibo insieme, con 
	gioia e semplicità di cuore… 
	
	(Atti 2:46)
	
	
	Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, 
	se vi è qualche conforto d'amore, 
	se vi è qualche comunione di Spirito, 
	se vi è qualche tenerezza di affetto 
	e qualche compassione, rendete 
	perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, 
	essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 
	
	(Filippesi 2:1-2)
	
	
	
	Come potremmo, infatti, esprimere a Dio la nostra gratitudine a vostro 
	riguardo, per la gioia che ci date davanti al nostro Dio, 
	mentre notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto 
	e di colmare le lacune della vostra fede? 
	
	(1 Tessalonicesi 3:9-10)
	
	
	Infatti ho provato una grande gioia 
	e consolazione per il tuo amore, perché per opera tua, fratello, il cuore 
	dei santi è stato confortato. 
	
	(Filemone 7)
	
	
	  
	
	
	
	Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella 
	verità.
	
	
	(3 Giovanni 4)
	
	
	Un sano rapporto con Dio e una sana comunione fraterna (basata sui valori 
	spirituali), sono il segreto per una gioiosa vita cristiana, di una Gioia 
	che scaturisce dallo Spirito Santo!
	
	
	
	
	6)             
	
	
	
	Nell’Amore e Perdono reciproco (ADOPERARSI PER LA BUONA SALUTE DEL CORPO)
	
	
	
	
	…Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva 
	con ogni sorta di cattiveria!... 
	
	Paolo contrappone qui la 
	benevolenza (un animo ben 
	disposto all’amore) ad un animo pieno di
	
	amarezza e cruccio, la
	
	misericordia all’ira e il clamore, 
	il 
	perdono reciproco alle parole 
	offensive e alla cattiveria.
	
	L’amarezza 
	e 
	il cruccio, sono quegli stati 
	d’animo che prova l’uomo sotto la maledizione di Dio e che lo “consumano” e
	avvelenano le sue parole (il 
	veleno ci ricorda il morso del serpente)
	e portano naturalmente la persona e meditare una vendetta o comunque 
	sperare nella disgrazia altrui per sentirsi in qualche modo ripagato del 
	torto subito (debito), ma noi siamo chiamati a cacciare via
	
	ogni amarezza, ogni 
	cruccio e ogni sorta di cattiveria, non ci sono 
	giustificazioni o deroghe nel trattenere
	
	un’amarezza, un cruccio o una 
	cattiveria (magari come conseguenza di un torto subito, 
	particolarmente profondo).
	
	
	L’ira 
	
	(o animosità) corrisponde alla collera duratura, 
	il clamore è l’escandescenza violenta tipica della persona 
	esasperata nel suo “covare dentro”, 
	le parole offensive e la cattiveria, sono quelle esternazioni che 
	portano l’uomo a danneggiare il prossimo sotto le più varie forme.
	
	A queste esternazioni 
	(degne di un uomo dedito al male e sotto la influenza del maligno),
	Paolo contrappone quali siano 
	invece le attitudini degne di un 
	cristiano che è parte integrante del Corpo di Cristo:
	
	
	…Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, 
	perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo
	
	
	Siamo figli di Dio e quindi vogliamo imitare nostro Padre, siamo il corpo di 
	Cristo e non possiamo comportarci in modo che il nostro “Capo” non ci 
	comanda, dobbiamo quindi personalmente comportarci
	
	in modo degno della vocazione che ci 
	è stata rivolta, 
	Dio non si stanca di perdonare 
	(cfr Isaia 55:7) e noi?
	
	
	***
	
	
	
	Nella mentalità greca il corpo 
	(la parte materiale) e la mente 
	(la parte spirituale) erano molto “divise”,
	pertanto spesso i nostri fratelli 
	efesini (come tutti gli altri greci, ed in particolare 
	corinzi che erano esposti a dottrine devianti circa la sessualità e 
	la prostituzione “sacra”), facevano 
	molta fatica a comprendere come la dottrina potesse influenzare la condotta 
	di una persona, infatti per un 
	greco di quegli anni era quasi normale accettare il cristianesimo 
	(spiritualmente) e 
	contemporaneamente commettere atti peccaminosi di ogni genere con il corpo 
	senza alcun particolare “rimorso”.
	
	Con tale premessa possiamo comprendere il motivo per cui a Corinto non ci fu 
	una grande reazione di fronte allo scandalo 
	(cfr 1 Corinzi 5), al chiamare in 
	giudizio i fratelli (1 Corinzi 6:1-9)
	o un sistematico “disordine morale” 
	che Paolo dovette severamente redarguire!
	
	La nostra cultura occidentale è molto “greca”, e spesso anche noi rischiamo 
	di vivere una sorta di “doppia vita” 
	(il che in parte è anche vero, in noi convivono l’uomo vecchio e l’uomo 
	nuovo), ma il Corpo di Cristo non è 
	così, è un corpo Santo, è il tempio di Dio!
	
	
	La santità è quindi cosa seria davanti a Dio!
	
	E nell’unità del Corpo non sono ammessi i “non santi”, gli impuri, perché 
	contaminerebbero tutto il corpo!
	
	
	
	Dio ci ha rigenerati 
	per essere un
	Corpo Spirituale dedicato tutto a 
	Lui e creato per compiere le buone opere che ha Lui stesso preparate
	
	
	(facciamo parte del Suo Corpo, la Chiesa) e
	siamo quindi chiamati a vivere
	
	in modo degno della vocazione che ci 
	è stata rivolta!
	
	Per questo Paolo insiste molto 
	nelle lettere ai Corinzi circa la santità del corpo:
	
	
	Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 
	
	
	Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; 
	poiché il tempio di Dio è santo; e 
	questo tempio siete voi. 
	
	(1 Corinzi 3:16-17)
	
	
	
	Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né 
	sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori 
	erediteranno il regno di Dio. 
	
	E tali eravate alcuni di voi; ma
	siete stati lavati, siete stati 
	santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e 
	mediante lo Spirito del nostro Dio.
	
	Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. 
	
	Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla. 
	
	Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio 
	distruggerà queste e quello. Il 
	corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è 
	per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà 
	anche noi mediante la sua potenza. 
	
	
	Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? 
	
	
	Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? 
	
	
	No di certo! Non 
	sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? 
	
	«Poiché», Dio dice, «i 
	due diventeranno una sola carne».
	
	Ma chi si unisce al Signore è uno 
	spirito solo con lui. 
	
	
	Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del 
	corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. 
	
	
	Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi 
	e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. 
	
	Poiché siete stati comprati a caro prezzo.
	Glorificate dunque Dio nel vostro 
	corpo. 
	
	(1 Corinzi 6:9-20)
	
	
	La santità è sinonimo di “messo a parte”, “consacrato per un servizio”, 
	in particolare nella relazione tra 
	l’uomo e Dio e questa è la 
	chiamata del Corpo di Cristo, quindi
	ogni componente di questo Corpo è 
	chiamato a vivere di conseguenza in modo degno.
	
	
	Ma è bene precisare che non si 
	diventa santi per essersi “comportati in modo santo”, ma siamo chiamati a 
	comportarci in modo “santo” in quanto facenti parte di un Corpo Santo e 
	quindi “santi”!
	
	
	Forse non sempre abbiamo un concetto corretto della santità; la tradizione 
	degli uomini ci ha descritto nei secoli dei santi come superuomini, asceti, 
	gente che non aveva cognizione della realtà delle cose, ed in parte forse 
	questo è anche vero perché effettivamente i santi sono persone che hanno la 
	mente diversa ed una visione della realtà completamente diversa dai pagani.
	
	
	Ma la santità ha degli effetti che 
	si vedono, uno stile di vita 
	differente che caratterizza 
	inequivocabilmente il santo dal pagano e in questo passo
	Paolo ne ha fatto un esplicita 
	digressione:
	
	
	  - il santo non mente ma dice la 
	verità
	
	  - il santo non serba rancore
	
	  - il santo non ruba e non 
	approfitta della bontà degli altri
	
	  - il santo si adopera per il 
	benessere del prossimo
	
	  - il santo non usa le parole 
	per ferire ma per edificare e conferire grazia
	
	  - il santo si adopera per la 
	Gioia dello Spirito Santo
	
	- il santo allontana ogni amarezza, ogni cruccio, ogni ira, ogni clamore, 
	ogni parola offensiva ed ogni cattiveria
	
	- il santo è lo specchio del carattere di Dio, è benevolo e misericordioso 
	ed è pronto a perdonare.
	
	
	Abbiamo visto come 
	siamo 
	stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha 
	precedentemente preparate affinché le pratichiamo, 
	ed a questo siamo stati chiamati 
	e dobbiamo camminare in tale
	unità di santità 
	coerentemente con la 
	nostra vocazione!