Abbiamo visto come oggi,
chiunque:
- abbia ascoltato il Vangelo di
Gesù Cristo;
- abbia creduto il Vangelo di
Gesù Cristo;
- abbia ricevuto il Vangelo di
Gesù Cristo;
…sia
diventato (per opera di Dio):
-
una nuova creatura:
Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova
creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
(2 Corinzi 5:7)
- in
una nuova creazione:
E colui che siede sul trono disse: Ecco, io faccio
nuove tutte le cose. (Apocalisse
21:5-6)
- nella quale è
indentificato come figlio di Dio!
…a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare
figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati
da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da
Dio. (Giovanni 1:12-13)
Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.
(Apocalisse 21:7)
Questo miracolo… questa
resurrezione a nuova vita è ciò che la Parola definisce come “la
Salvezza” (che è già ora una realtà presente – cfr Efesini 1:3-14, al
momento invisibile, ma che sarà pienamente manifestata
nel Giorno di Cristo).
Abbiamo anche visto come, di questa
Salvezza, noi (se siamo
figli di Dio) possiamo esserne
assolutamente certi perché:
- GESU’, LA VERITA’ ce lo ha detto e ci ha
rivelato il DISEGNO DI DIO che la concerne
- DIO E’ POTENTE da portare a compimento il SUO DISEGNO
- DIO E’ FEDELE e nulla può ostacolare l’adempimento della SUA
VOLONTA’.
Il miracolo della
Salvezza operato da Dio, realizza quella comunione dell’uomo con Dio
nella persona di Gesù Cristo; ed implica necessariamente una identificazione
nella morte e nella risurrezione con Lui.
Ed abbiamo visto ancora come queste realtà
spirituali devono (per comandamento di Gesù) essere testimoniate mediante
dei segni esteriori, il primo dei quali è il battesimo.
Abbiamo poi considerato come il neonato
spirituale ha bisogno di passare molto
tempo con il Padre per crescere e per questo ha fame e si nutre
del puro latte spirituale che
trova nella lettura e nella meditazione della Parola di Dio e ricerca la
comunione con Lui nella preghiera personale.
Abbiamo ancora imparato come la
persecuzione della nuova creatura
sotto ogni aspetto (corpo, anima e spirito) sia assolutamente normale in
quanto parte integrante del “progetto di salvezza” che si compie nel
credente ed è il segno di essere dalla parte di
Colui che ha vinto, perchè…
tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno
perseguitati
(cfr 1 Timoteo 3:12).
Se dunque
siamo diventati figli di Dio (e
tali siamo – cfr 1 Giovanni 3:1) abbiamo inoltre considerato che il
compito principale di un figlio è di ubbidire a suo padre, proprio come è
stato ubbidiente Gesù stesso perché …
qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo
(cfr 1 Giovanni 4:17), anche se questo ha un costo (e
ci costerà ogni volta) ma è abbondantemente ricompensato!
Abbiamo ancora potuto constatare come la
comunione fraterna è un luogo di profonda benedizione per ordine di Dio
stesso e siamo tutti chiamati a prenderne parte contribuendo ciascuno con il
vigore che lo Spirito Santo dà ad ognuno per l’utile e l’edificazione
comune.
Abbiamo ancora considerato come la nostra vita
debba essere perfezionata attraverso una progressiva guarigione di
tutto il corpo che avviene
mediante la assimilazione dell’alimento spirituale (la
Parola di Dio) e il percorso di riabilitazione (il superamento delle
prove).
Abbiamo poi constatato come la vita terrena di
una nuova creatura, rigenerata dallo Spirito Santo, abbia una missione da
svolgere: essere testimone di Cristo
in questo mondo, in parole ed in opere!
Ma come per nascere di nuovo non ha potuto fare nulla con i suoi sforzi,
nella stessa maniera, per continuare la sua vita di
testimone di Cristo, il credente rigenerato dallo Spirito Santo non
conta sulla propria persona carnale (pensiero, volontà, forza), conta su
tutto ciò che gli fornisce l’Autore della propria Salvezza (lo Spirito
Santo, la Volontà e la Forza di Dio) che trova (come una riserva infinita)
nella Parola di Dio.
Per questo egli ama la Parola di Dio e attinge da Essa:
- gli insegnamenti
- le indicazioni circa la Vita
- la forza ed il nutrimento spirituale
E sulla scorta di queste
promesse preziosissime, egli
impara a guardare lontano con l’ausilio della Parola profetica, stando
fermo nella sana dottrina (che non è un codice morale ma una vita santa) e
dimorando (prendendo vita, forza e
vigore per ogni cosa) in Cristo,
proprio come un tralcio nella vite.
Se il
dimorare in Cristo (e far parte della Chiesa Universale) è la realtà
spirituale invisibile del discepolo di Cristo,
il dimorare nel corpo di Cristo e far parte della chiesa locale è
l’immagine di questa meravigliosa realtà, resa visibile su questa terra.
Parafrasando la dichiarazione solenne di
Giovanni:
Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è
bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio
che non ha visto. (1 Giovanni 4:20)
Potremmo dire che
chi non dimora nella chiesa locale che ha visto, non può dire dimorare nella
Chiesa Universale che non ha visto.
Ed in questo dimorare nella chiesa locale
occorre imparare a “comportarsi”
perché essa è la
casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della
verità!
Ma come pellegrini ed ambasciatori,
occorre anche imparare a comportarsi nel mondo secolare per non dare
scandalo e disonorare la Chiesa, particolarmente nei confronti delle
autorità costituite.
Tutto questo crescere è il risultato di un
cammino con Dio, un cammino che ha un principio ed ha un traguardo: la casa
del Padre!
Ogni
figlio di Dio in questo mondo vive la sua vita come un cammino verso
questo traguardo… a volte tortuoso, a volte faticoso, a volte agevole ma
sempre con la meta davanti.
Un cammino che non è un semplice “camminare”,
ma è un “seguire” (Gesù diceva “seguimi”... non “ti seguo”!)
in forza di una chiamata che ha origini eterne:
Egli
ci ha salvati e ci ha
rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma
secondo il suo proposito e la grazia
che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata
ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale
ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il
vangelo... (2 Timoteo 1:9-10)
Ed abbiamo la testimonianza di molti uomini di
cui è ricordato (come un esempio) il loro cammino con Dio:
L’esempio di Enoc:
Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela.
Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio
trecento anni e generò figli e figlie. Tutto il tempo che Enoc visse fu di
trecentosessantacinque anni.
Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo
prese. (Genesi 5:21-24)
Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte;
e non fu più trovato, perché Dio lo
aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la
testimonianza di essere stato gradito a Dio.
(Ebrei 11:5)
Sta scritto che Enoc, dopo la nascita di
Metusela a sessantacinque anni
camminò con Dio trecento anni...
questa nota ci fa comprendere come
nella vita di Enoc ci fu, in un determinato momento, una svolta, che però
caratterizzo tutta la sua vita restante… non un anno, non dieci anni… ma
trecento anni!
Questa costanza di Enoc fu
gradita a Dio ed Egli gliene
rese testimonianza durante questa
sua parte di vita e fu l’oggetto di un vero e proprio
rapimento, figura del rapimento di tutti coloro che, come Enoc,
saranno costanti nel cammino con Dio
grazie ad una svolta nella loro vita (proprio come gli eletti della Chiesa).
Enoc, come tutti gli uomini di fede,
confessò
(con il suo
cammino di fede) di essere forestiero
e pellegrino sulla terra (cfr Ebrei 11:13)
Ma anche Enoc,
pur avendo avuto buona testimonianza per la sua
fede, non ottenne ciò che era stato promesso. Perché Dio aveva in vista per
lui qualcosa di meglio, in modo che non giungesse alla perfezione senza di
noi.
(cfr Ebrei 11:39-40), perché i pensieri di Dio vanno sempre oltre “il
singolo” e “le cose apparenti”!
…Enoc potrà così godere anche della nostra
comunione!
L’esempio di Noè:
Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè
camminò con Dio. (Genesi 6:9)
…salvò, con altre sette persone, Noè, predicatore di
giustizia, quando mandò il diluvio su un mondo di empi…
(2 Pietro 2:5)
L’esempio di Lot:
… salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di
quegli uomini scellerati (quel giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva,
quando abitava tra di loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta
a motivo delle loro opere inique)…
(2 Pietro 2:7-8)
L’esempio di Davide:
E quanto a te
(Salomone), se tu cammini davanti a me
come camminò Davide tuo padre, facendo tutto quello che ti ho comandato, e
se osservi le mie leggi e miei precetti. (2
Cronache 7:17)
Anche noi siamo chiamati a
camminare con Dio e
camminare in modo degno di figli di Dio, ma se:
per Enoc,
camminare con Dio significava vivere confessando di essere
straniero e pellegrino sulla terra (cfr Ebrei 11:13);
per Noè, camminare
con Dio significava vivere predicando la giustizia di Dio
fabbricando l'arca per scampare al diluvio, facendo tutto quello che
Egli aveva comandato (cfr Genesi 6:11-22);
per Lot camminare
con Dio significava vivere il suo quotidiano tormento davanti al
comportamento scellerato degli abitanti di Sodoma
(cfr Genesi 13:13; 19:7; 2 Pietro 2:7-8);
per Davide
camminare con Dio significava fare tutto quello che Dio gli
comandava, osservando le Sue Leggi ed i Suoi precetti...
...per noi cosa significa
camminare con Dio,
se non:
confessare
(in parole ed in opere)
di essere stranieri e pellegrini
sulla terra;
predicare la giustizia di Dio
(rivelata oggi nel Vangelo – cfr Romani 1:16-17) facendo tutto quello che Egli
ci ha comandato;
vivere il quotidiano tormento davanti al comportamento scellerato di
coloro che rifiutano la Grazia di Dio in Cristo Gesù;
fare tutto quello che Dio comandava, osservando le Sue Leggi ed i
Suoi precetti... che dobbiamo innanzi tutto
conoscere molto bene!
Proprio per questo motivo, l'apostolo Paolo scriveva così ai fratelli
di Colosse:
Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo
questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi
della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e
intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per
piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo
nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa
potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia
il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella
luce.
Occorre quindi essere
ricolmi della profonda conoscenza della volontà di
Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale,
per camminare in modo degno del
Signore per piacergli in ogni cosa, tenendo bene presente che un cammino degno del Signore non si improvvisa e non si compie con le
capacità umane e si
coltiva nella fedeltà e nella sincerità davanti a Dio, senza falsificare la
Sua Parola, come invece facevano
gli oppositori al Vangelo del tempo
di Paolo (e di oggi) dai quali egli (e noi) dobbiamo
dissociarci:
Noi non siamo infatti come quei
molti che falsificano la parola di Dio; ma
parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in
Cristo. (2
Corinzi 2:17)
...il destino dei quali è il
naufragio della fede:
...conservando la
fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così,
hanno fatto naufragio quanto alla fede.
(1 Timoteo 1:19)
Ed un
cammino degno
del Signore per piacergli in ogni cosa, consiste
nel:
- portare frutto in ogni opera buona
-
crescere
ancora nella conoscenza di Dio
(non si finisce di crescere…) per poter (oltre a
portare frutto in ogni opera buona)
e fortificarsi
in ogni cosa dalla sua gloriosa
potenza per potere:
- essere sempre pazienti
- essere sempre perseveranti
-
ringraziando
con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei
santi nella luce
La crescita ed il cammino di un cristiano sono
ben programmati e fatti di tappe di crescita e di cammino.
Camminare con Dio (come discepoli di Cristo) è un enorme
privilegio, nonché l’unico modo nel quale un credente può godere delle
benedizioni spirituali che sono “nascoste”
in Cristo:
Solo se
camminiamo con Dio:
- possiamo godere della Sua Pace anche davanti
alla morte!
Quand'anche camminassi
nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me…
(Salmo 23:4)
- possiamo godere
di beni e bontà:
Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni
della mia vita…
(Salmo 23:6)
- possiamo imparare la via della Vita, possiamo godere
di gioie a sazietà e
delizie:
Tu m'insegni la via della vita; ci sono gioie a
sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno.
(Salmo 16:11)
- possiamo
trovare sempre nuove forze per
camminare con Lui:
I giovani si affaticano e si stancano; i più forti
vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove
forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e
non si affaticano.
(Isaia 40:30-31)
- possiamo
essere certi della direzione del
nostro cammino:
SIGNORE, io so che la via dell'uomo non è in suo
potere, e che non è in potere
dell'uomo che cammina il dirigere i suoi passi.
(Geremia 12:23)
- possiamo
godere (nella
Luce e grazie al Sangue di Cristo)
della vera comunione:
Se diciamo che abbiamo comunione con lui e
camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.
Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce,
abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci
purifica da ogni peccato. (1 Giovanni 1:6-7)
Il cammino del
discepolo di Cristo deve seguire le orme del Maestro:
..chi dice di rimanere in lui, deve camminare come
Egli camminò.
(1
Giovanni 2:6)
E questo
ha un prezzo che è bene che consideriamo subito per non rischiare di
fermarci e vanificare tutto il nostro cammino:
Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto
verso la folla disse:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre,
la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita,
non può essere mio discepolo.
E chi non porta la sua croce e non viene dietro a
me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a
calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?...
...Oppure, qual è il re che, partendo per muovere
guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini
può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre
quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la
pace.
Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto
quello che ha, non può essere mio discepolo.
Il sale, certo, è buono; ma se anche il sale diventa
insipido, con che cosa gli si darà sapore? Non serve né per il terreno, né
per il concime; lo si butta via. Chi ha orecchi per udire oda».
(Luca
14:25-35)
…non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia
verso Dio?
Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende
nemico di Dio.
(Giacomo 4:4)
Il discepolo di Cristo
è chiamato a ben altro:
Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.
Se uno ama il mondo,
l'amore del Padre non è in lui.
Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza
della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non
viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma
chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. (1 Giovanni 2:15-17)
E il “prezzo da pagare” è assolutamente irrilevante di fronte
al peso eterno di gloria:
Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo
presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a
nostro riguardo.
(Romani 8:18)
…perchè Le cose
che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore
dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano.
(1 Corinzi 2:9)
L’apostolo Paolo ci rivela come il
discepolo di Cristo deve camminare:
Io dico: camminate secondo lo Spirito e non
adempirete affatto i desideri della carne.
Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e
lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro;
in modo che non potete fare quello che vorreste.
Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto
la legge.
Ora le opere della carne sono manifeste, e sono:
fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie,
discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze,
orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi
preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace,
pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro
queste cose non c'è legge.
Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne
con le sue passioni e i suoi desideri.
Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati
dallo Spirito.
(Galati 5:16-25)
Camminando con Dio
potremo inoltre essere un esempio pratico per
i nuovi discepoli di Cristo;
si deve trasmettere alla nuova generazione una
sana dottrina accompagnata da
un buon esempio di vita cristiana; altrimenti il lavoro di trasmissione
rimane incompleto e si trasmette un cristianesimo ipocrita e parziale…
menomato!
Gesù rimproverava anche questa “mancanza” ai capi religiosi dei suoi
tempi, definendoli (per questo motivo)
ipocriti:
Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli,
dicendo: «Gli
scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate
tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché
dicono e non fanno.
(Matteo 23:1-3)
Gesù stesso dichiarò di avere “imparato dal Padre” e di agire di
conseguenza:
«In verità, in verità vi dico che il Figlio non può
da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose
che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente.
(Giovanni
19:5)
Gesù stesso (il Sommo Maestro) si diede come esempio:
Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi
ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.
Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto
io. (Giovanni
13:14-15)
...vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto
conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.
(Giovanni 15:15)
I discepoli di Gesù hanno imparato da Gesù e ci hanno trasmesso il Suo ed
il loro esempio:
- Giovanni:
Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se
osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non
osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi
osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo.
Da questo conosciamo che siamo in
lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò.
(1 Giovanni 2:3-6)
Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato
la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.
Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel
bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
(1 Giovanni
3:16-17)
- Pietro:
Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche
Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue
orme.
Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.
Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo,
non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; egli ha
portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché,
morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e
mediante le sue lividure siete stati guariti.
Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete
tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.
(1 Pietro
2:21-24)
Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io
che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò
pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: pascete il gregge
di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma
volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non
come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E
quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che
non appassisce. (1 Pietro
5:1-4)
- Giacomo:
Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo
voi stessi.
(Giacomo 1:22)
Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa
morta.
(Giacomo 2:17)
- Paolo, in particolare si è dato come esempio:
Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio
caro e fedele figlio nel Signore; egli vi ricorderà come io mi comporto in
Cristo Gesù, e come insegno dappertutto, in ogni chiesa.
(1 Corinzi
4:17)
Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo.
(1 Corinzi 11:1)
Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli
che camminano secondo l'esempio che avete in noi.
(Filippesi
3:17)
Difatti, non abbiamo mai usato un parlare
lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia; Dio ne è
testimone.
E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da
voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far
valere la nostra autorità; invece, siamo stati mansueti in mezzo a voi, come
una nutrice che cura teneramente i suoi bambini.
Così, nel nostro grande affetto per voi, eravamo
disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie
vite, tanto ci eravate diventati cari.
Perché, fratelli, voi ricordate la nostra fatica e
la nostra pena; infatti è lavorando notte e giorno per non essere di peso a
nessuno di voi, che vi abbiamo predicato il vangelo di Dio.
Voi siete testimoni, e Dio lo è pure, del modo
santo, giusto e irreprensibile con cui ci siamo comportati verso di voi che
credete; sapete pure che, come fa un padre con i suoi figli,
abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno
di voi a comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e alla
sua gloria.
(1 Tessalonicesi 2:5-12)
Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare:
perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; né abbiamo
mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo
lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi.
(2 Tessalonicesi 3:7-8)
Per Paolo il comportamento era fondamentale, quanto la predicazione…
andavano di pari passo… ne
andava della credibilità
stessa del Vangelo:
Noi non diamo nessun motivo di scandalo affinché il
nostro servizio non sia biasimato; ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi
come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle
necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti,
nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con conoscenza, con
pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con un parlare
veritiero, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a
sinistra; nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama;
considerati come impostori, eppure veritieri; come sconosciuti, eppure ben
conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non
messi a morte; come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure
arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!
(2 Corinzi 6:3-10)
E così ordinava anche ai suoi collaboratori:
Prendi come modello le sane parole che hai udite da me con la fede e l'amore
che si hanno in Cristo Gesù. (2 Timoteo 3:13)
Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera
un'attività lodevole.
Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie,
sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al
vino né violento, ma sia mite, non litigioso, non attaccato al denaro, che
governi bene la propria famiglia e tenga i figli sottomessi e pienamente
rispettosi (perché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà
aver cura della chiesa di Dio?), che non sia convertito di recente, affinché
non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo.
Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, perché
non cada in discredito e nel laccio del diavolo.
Allo stesso modo i diaconi devono essere dignitosi, non doppi nel parlare,
non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che
custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura.
Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono
irreprensibili.
Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in
ogni cosa. I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i
loro figli e le loro famiglie.
Perché quelli che hanno svolto bene il compito di diaconi si acquistano un
grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.
D’altronde come nessuno ha mai
visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha
fatto conoscere (Giovanni 1:18), così nessuno oggi ha visto Gesù, siamo
noi (che abbiamo creduto) che dobbiamo farlo conoscere… e non solo a parole!
Attendersi una buona condotta da un credente non è quindi un optional… è
una cosa da ritenersi assolutamente nella norma!
Non c’è vita più misera di quella vissuta lontano da Dio e dalla Sua
Parola... ancora di più per chi
l'ha conosciuta!
Spesso viene citato (per sfuggire alle proprie responsabilità),
l’insegnamento che Paolo
porta nella lettera ai romani ai capitoli 6-7, ma quell’insegnamento è
determinante per la salvezza circa l’Opera dello Spirito Santo, ma al
capitolo successivo ne esalta la potenza nel credente!
I fratelli di Tessalonica seppero ricevere e trasmettere l’esempio di
Paolo:
Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore,
avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà
lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della
Macedonia e dell'Acaia.
Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato
non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che
avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di
parlarne; perché essi stessi raccontano
quale sia stata la nostra venuta fra
voi, e come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente
e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai
morti; cioè, Gesù che ci libera dall'ira imminente.
(1 Tessalonicesi 1:6-10)
Questo è quello che dovrebbe “normalmente avvenire”!
Paolo parla di una corsa secondo precise
regole:
Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio,
corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.
Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e
quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una
incorruttibile.
Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al
pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo
e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli
altri, io stesso sia squalificato.
(1 Corinzi 9:24-27)
E il nostro cattivo comportamento può creare grossi problemi alla nostra
predicazione ed alla nostra testimonianza… possiamo essere squalificati
perché non abbiamo corso secondo le regole!
A volte la carriera gloriosa di un atleta può essere macchiata
irrimediabilmente da un intervento da squalifica e la sua memoria sarà
indelebilmente legata da quell’evento… (pensiamo a Zinedine Zidane),
facciamo dunque attenzione a quello che predichiamo e misuriamolo sempre con
quello che viviamo veramente!
Dio ci ha reso ricchi:
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù
Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi
celesti in Cristo. (Efesini 1:3)
La sua potenza divina
(lo Spirito Santo) ci ha donato tutto
ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci
ha chiamati con la propria gloria e virtù.
(2 Pietro 1:3)
Abbiamo ricevuto tutto quanto ci serve per vivere una vita abbondante e
dignitosa da discepoli di Cristo!
Abbiamo Gesù Cristo, abbiamo la Vita eterna, abbiamo accesso a tutti i
tesori della sapienza divina e della Vera conoscenza… le Sue promesse sono
immense:
Attraverso queste ci sono state elargite le sue
preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste
partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel
mondo a causa della concupiscenza.
(2 Pietro 1:4)
Egli ha preparato le buone opere davanti a noi affinché noi le
pratichiamo
(cfr Efesini 2:10)
Il discepolo di Cristo
è colui che cammina nelle orme di
Cristo ed aggiunge a queste cose
un cammino di vita coerente con la fede che professa:
Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte
vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la
conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza;
alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto
fraterno l'amore.
Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi,
non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore
Gesù Cristo.
Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure
miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi
peccati.
Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render
sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non
inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso
l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
(2 Pietro
1:5-11)
Avendo ben fisso lo sguardo non verso:
§
le fissazioni:
·
Se qualcuno
insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore
nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà, è un
orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e
dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese,
maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone
corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come
una fonte di guadagno. (1 Timoteo 6:3-5)
§
le favole
·
Ti ripeto
l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso
per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi
di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece
di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.
(1 Timoteo
1:3-4)
·
...ma verso il Maestro:
·
Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera
di testimoni, deponiamo ogni peso e
il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la
gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede
e la rende perfetta.
·
Per la gioia che gli era posta dinanzi
egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra
del trono di Dio.
(Ebrei 12:1-2)
Il discepolo di Cristo cammina dietro al suo
Maestro con gioia, non come un spirito rattristato dal pensiero
rivolto a “cosa si sta perdendo del mondo” ma con lo sguardo rivolto alla
gloria futura, perché:
Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi
volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio.
(Luca 9:62)
Facciamo dunque nostre le parole di Paolo:
…proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò
per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.
Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio:
dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che
stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste
vocazione di Dio in Cristo Gesù. Sia questo dunque il sentimento di quanti
siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà
anche quella.
Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati,
continuiamo a camminare per la stessa via. Siate miei imitatori, fratelli, e
guardate quelli che camminano secondo l'esempio che avete in noi.
Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto
spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione;
il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna;
gente che ha l'animo alle cose della terra.
Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo
anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della
nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante
il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.
(Filippesi 3:12-21)