La conferenza di Gerusalemme


ATTI DEGLI APOSTOLI
15:1-29

 

 

Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati».

E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione.

Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione degli stranieri e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.

Poi, giunti a Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono le grandi cose che Dio aveva fatte per mezzo di loro.

Ma alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, si alzarono dicendo: «Bisogna  circonciderli, e comandar loro di osservare la legge di Mosè».

Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione.

Ed essendone nata una vivace discussione, Pietro si alzò in piedi e disse: «Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero.

E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede.

Or dunque perché tentate Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare?

Ma noi crediamo che siamo salvati mediante la grazia del Signore Gesù allo stesso modo di loro».

Tutta l'assemblea tacque e stava ad ascoltare Barnaba e Paolo, che raccontavano quali segni e prodigi Dio aveva fatti per mezzo di loro tra i pagani.

Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi: Simone ha riferito come Dio all'inizio ha voluto scegliersi tra gli stranieri un popolo consacrato al suo nome.

E con ciò si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:  "Dopo queste cose ritornerò e ricostruirò la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la rimetterò in piedi, affinché il rimanente degli uomini e tutte le nazioni, su cui è invocato il mio nome, cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, a lui note fin dall'eternità".

Perciò io ritengo che non si debba turbare gli stranieri che si convertono a Dio; ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue. Perché Mosè fin dalle antiche generazioni ha in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato».

Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli.

E consegnarono loro questa lettera: «I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute.

Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.

È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose.

Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani».

 

***

Il Vangelo avanza a grandi passi e l’avversario non sonnecchia, oltre a perseguitare direttamente gli apostoli ora invia degli intrusi nella chiesa stessa per seminare la confusione dall’interno.

L’attività spirituale di satana è la più pericolosa a subdola, spesso i demoni vengono temuti per i loro “effetti speciali visibili”, ma dobbiamo tenere assolutamente presente che satana e i demoni sono spiriti e il territorio spirituale è il territorio dove sono più a loro agio e sono più temibili.

Il racconto della tentazione di Gesù, ci fa comprendere la tecnica di seduzione “religiosa” di Satana:

Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, dove era tentato dal diavolo.

Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.

Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».

Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato. (Luca 4:1-13)

Gesù affronta la tentazione solo con la Scrittura, Egli non parla di sé, delle sue convinzioni, delle sue sensazioni, ma si limita a citare la Scrittura! Siamo noi più bravi di Gesù quando pensiamo di affrontare la tentazione in altro modo?

 

La prima tentazione promossa da Satana è per il corpo:

Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame.

Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo"».

La tentazione comincia da uno stato di necessità, Gesù, come uomo, aveva fame.

E’ da notare che Gesù non disse mai in pubblico di essere il Figlio di Dio, lo disse solo al cieco nato in Giovanni 9:35 (ma non tutte le traduzioni citano figlio di Dio, alcune dicono figlio dell’uomo), Gesù è stato dichiarato Figlio di Dio dopo la Sua risurrezione!

Il diavolo invece anticipa, la gloria che Gesù non è stata ancora manifestata pienamente!

E praticamente gli sta dicendo: Visto che sei Figlio di Dio, hai potere ed autorità, fai il miracolo, fai da solo, senza aspettare che Dio ti porti il necessario.

Gesù invece, ricordando che Dio procurò la manna nel deserto per il popolo di Israele per 40 anni, tutti i giorni per 1.500.000 di persone, risponde citando il passo di Deuteronomio:

Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandamenti che oggi vi do, affinché viviate, moltiplichiate ed entriate in possesso del paese che il SIGNORE giurò di dare ai vostri padri.

Ricòrdati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti.

Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE.

Il tuo vestito non ti si è logorato addosso, e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge suo figlio, così il SIGNORE, il tuo Dio, corregge te. (Deuteronomio 8:1-5)

 

Gesù sa che l’uomo non dipende dalle cose (in questo caso il pane), ma da chi le da (Dio).

La caduta in questo tranello è quella che Paolo scrive ai Romani:

Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno.

(Romani 1:24-25)

 

E’ la stessa tentazione patita da Eva, quando il serpente le disse di prendere per se, quello che comunque in qualche modo le spettava!

Gesù rinuncia a fare il miracolo!

Aspetta che sia Dio a provvedere… …chi cerca il miracolo trova satana!

 

La seconda tentazione promossa da Satana è per l’anima

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio.

Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».

Gesù è “trasportato” da satana su un alto monte! Perché Dio lo permette? Dio lo sa.

Quello che fa satana, è molto simile a quello che Dio fece con Abraamo e con Mosè:

Il SIGNORE disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza ora gli occhi e guarda, dal luogo dove sei, a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente.

Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre.

E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; in modo che, se qualcuno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti.

Àlzati, percorri il paese quant'è lungo e quant'è largo, perché io lo darò a te».

(Genesi 13:14-17)

 

Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al Pisga, che è di fronte a Gerico.

E il SIGNORE gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan, tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, la regione meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar.

Il SIGNORE gli disse: «Questo è il paese riguardo al quale io feci ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, questo giuramento: "Io lo darò ai tuoi discendenti".

Te l'ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai». (Deuteronomio 34:1-4)

 

Tralasciando la veridicità completa di quello che dice satana riguardo alla sua presunta autorità sui regni (che Gesù non perde neanche tempo a discutere), soffermiamoci sulla reazione di Gesù:

Gesù sapeva che avrebbe ereditato tutti  regni della terra, ma da Dio non da satana!

Vedendo la presentazione di una promessa di Dio arrivare da un’altra parte… …noi come reagiamo?

Non è importante cosa si fa, ma per chi la si fa! E’ importante chi la fa!

 

Gesù usa “la spada dello Spirito che è la Parola di Dio” contro satana!

E’ contro lui che dobbiamo usare la Parola!!!! Non contro i fratelli, altrimenti li trafiggiamo!!!!

La spada è un’arma mortale!

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. (Efesini 6:11-12)

 

Gesù risponde a satana con la promessa di adempimento di Deuteronomio 6:

Quando il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà fatto entrare nel paese che giurò ai tuoi padri, Abraamo, Isacco e Giacobbe, di darti; quando ti avrà condotto alle grandi e belle città che non hai edificate,  alle case piene di ogni bene che non hai accumulato, alle cisterne che non hai scavate, alle vigne e agli uliveti che non hai piantati, quando mangerai e sarai sazio,  guàrdati dal dimenticare il SIGNORE che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.

Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome. (Deuteronomio 6:10-13)

 

La terza tentazione promossa da satana è per lo spirito

Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti" e "Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

Questa volta satana lo porta in un luogo santo… …e lo posiziona come la nuvola di Dio, lo tenta come figlio di Dio, ma Gesù in questo momento è figlio dell’uomo!

Gli propone una sfida spirituale… …fai valere i tuoi diritti di figlio di Dio!

Gesù gli risponde citando il passo dove il popolo di Israele tentò Dio, dicendo “ Il Signore è in mezzo a no si o no?”:

Poi tutta la comunità dei figli d'Israele partì dal deserto di Sin, marciando a tappe secondo gli ordini del SIGNORE. Si accampò a Refidim, ma non c'era acqua da bere per il popolo.

Allora il popolo protestò contro Mosè e disse: «Dacci dell'acqua da bere».

Mosè rispose loro: «Perché protestate contro di me? Perché tentate il SIGNORE?»

Là il popolo patì la sete e mormorò contro Mosè, dicendo: «Perché ci hai fatto uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?»

Mosè gridò al SIGNORE, dicendo: «Che cosa devo fare per questo popolo? Ancora un po', e mi lapideranno».

Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Mettiti di fronte al popolo e prendi con te alcuni degli anziani d'Israele; prendi anche in mano il bastone col quale hai percosso il Fiume e va'.

Ecco io starò là davanti a te, sulla roccia che è in Oreb; tu colpirai la roccia: ne scaturirà dell'acqua e il popolo berrà». Mosè fece così in presenza degli anziani d'Israele, e a quel luogo mise il nome di Massa e Meriba a causa della protesta dei figli d'Israele, e perché avevano tentato il SIGNORE, dicendo: «Il SIGNORE è in mezzo a noi, sì o no?»

(Esodo 17:1-7)

 

Nel proporre la tentazione satana cita la Scrittura ed in particolare il Salmo 91, ma ne priva del seguito e del contesto:

Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente.

Io dico al SIGNORE: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!»

Certo egli ti libererà dal laccio del cacciatore e dalla peste micidiale.

Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio.

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

Tu non temerai gli spaventi della notte, né la freccia che vola di giorno, né la peste che vaga nelle tenebre, né lo sterminio che imperversa in pieno mezzogiorno.

Mille ne cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma tu non ne sarai colpito.

Basta che tu guardi, e con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi.

Poiché tu hai detto: «O SIGNORE, tu sei il mio rifugio», e hai fatto dell'Altissimo il tuo riparo,  nessun male potrà colpirti, né piaga alcuna s'accosterà alla tua tenda.

Poiché egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie.

Essi ti porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in nessuna pietra.

Tu camminerai sul leone e sulla vipera, schiaccerai il leoncello e il serpente.

Poich'egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò; lo proteggerò, perché conosce il mio nome.

Egli m'invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò, e lo glorificherò.

Lo sazierò di lunga vita e gli farò vedere la mia salvezza.

La tecnica di satana che tenta lo spirito è citare la Parola di Dio, ma sovvertendo i significati.

La tentazione di satana parte sempre da qualcosa che c’è già (satana non crea) e lo sovverte, abbiamo molti esempi di azioni giuste e azioni sataniche:

 

Dio separa ciò che deve essere separato (il bene e il male, la verità e la menzogna, maschio e femmina)…. …. e unisce ciò che deve essere unito (la famiglia, i legami fraterni).

 

Satana unisce ciò che deve essere separato (il bene e il male, la verità e la menzogna, maschio e femmina)… e separa ciò che deve essere unito (la famiglia, i legami fraterni).

 

Satana inverte i fattori:

Un’efficace azione di satana è la “purga spirituale”, egli ha bisogno di vasi vuoti per agire allora svuota i figli di luce per renderli inefficaci o usarli contro la chiesa, allora li distrae con azioni spirituali futili   (concerti cristiani, attività ludiche cristiane, incontri basati sul benessere carnale o psicologico, sensazionale…) per farli indebolire spiritualmente e renderli così inutili!

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.

Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo.

Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente.  A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen. (1 Pietro 5:8)

Avendo visto le azioni spirituali di satana possiamo ora meglio capire come egli prende degli insegnamenti scritturali, spirituali e li sovverte in modo da creare confusione, sovvertire il Vangelo e portare scompiglio nella Chiesa.

 

***

Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati».

E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione.

 

Giungono ad Antiochia “alcuni” della Giudea, imbevuti dei rigidi principi del farisaismo (Atti 15:5) che riconoscevano nella legge rituale un carattere assolutamente obbligatorio, per proclamarvi il principio “prevalente” tollerato a Gerusalemme: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati».

Questi ex farisei si erano avvicinati al Vangelo ma non avevano rinnegato il loro vecchio uomo, Paolo, nella sua testimonianza circa la sua vita da fariseo, dichiara invece di aver rinunciato a tutto, anzi di ritenere tutto questo “spazzatura” (letteralmente “sterco”):

Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne.

Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.

Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo.

Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.

Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. (Filippesi 3:2-11)

 

Questi intrusi non dichiaravano apertamente che per salvarsi occorreva essere soggetti alla legge, ma dichiaravano di non poter ammettere che questa legge di origine divina dovesse esser abolita per coloro che pur desideravano di arrivare a godere di quei beni, che, secondo le promesse di Dio, derivavano dall'osservanza della legge.

 

Neppure Paolo e Barnaba predicavano l'abrogazione della legge; neppure essi predicavano l'affrancamento completo dai doveri rituali della legge; ma questi riti, per loro, erano delle forme, delle forme buone della vita religiosa; ma nient'altro che delle forme; e capivano che tutte le forme erano secondarie, quando poste a confronto delle cose essenziali, che sono la rigenerazione spirituale e la fede nel Salvatore.

Questi giudei che volevano “giudaizzare” i pagani, probabilmente quelli di cui Paolo parla in Galati 2:12, fondavano presumibilmente la loro tesi sui passi dell’antico patto:

Poi Dio disse ad Abraamo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione.

Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso.

Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi.

All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza.

Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne.

L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto». (Genesi 17:9-14)

 

Quando uno straniero soggiornerà con te e vorrà fare la Pasqua in onore del SIGNORE, siano prima circoncisi tutti i maschi della sua famiglia.

Poi venga pure a fare la Pasqua, e sia come un nativo del paese; ma nessun incirconciso ne mangi.

Vi sia un'unica legge per il nativo del paese e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi».

(Esodo 12:48-49)

 

Perché andare a Gerusalemme?

I motivi possono essere sostanzialmente tre:

1) la chiesa di Antiochia riconosceva nella chiesa di Gerusalemme un'autorità superiore e normativa;

2) si voleva fare uno sforzo per ristabilire la pace e l’ordine, ponendo la questione sopra un terreno più largo;

3) si voleva spiegare e giustificare quello che si era fatto finora in Siria e fuori.

 

La questione dei giudaizzanti (Atti 15:1) è il primo pericolo di scisma nella Chiesa, causato da un'eccessiva preoccupazione della forma.

Come hanno dilaniato e come dilaniano anche oggi la Chiesa di Cristo queste preoccupazioni delle forme e dei riti!

E come siamo tutti tardi a capire, che non è l'essenziale che bisogna sacrificare sull'altare dell'accessorio, ma che è l'accessorio che dobbiamo, esser sempre pronti a sacrificare per il trionfo dell'essenziale!

 

***

Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione degli stranieri e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.

La Chiesa, come segno di approvazione e fiducia, accompagnano gli inviati per un tratto.

Questo viaggio di avvicinamento a Gerusalemme è però anche fonte di testimonianza ed incoraggiamento lungo le chiese della Fenicia e della Samaria.

 

***

Ma alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, si alzarono dicendo: «Bisogna  circonciderli, e comandar loro di osservare la legge di Mosè».

 

Probabilmente questi fratelli ex farisei di Gerusalemme, diventeranno gli eterni nemici di Paolo, che:

-   porranno in dubbio la legittimità del suo apostolato:

Non sono libero? Non sono apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore?

Non siete voi l'opera mia nel Signore? Se per altri non sono apostolo, lo sono almeno per voi; perché il sigillo del mio apostolato siete voi, nel Signore.

Questa è la mia difesa di fronte a quelli che mi sottopongono a inchiesta.

Non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?

O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare? (1 Corinzi 9:1-6)

 

Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri.

Stimo infatti di non essere stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli.

Anche se sono rozzo nel parlare, non lo sono però nella conoscenza; e l'abbiamo dimostrato tra di voi, in tutti i modi e in ogni cosa. (2 Corinzi 11:4-6)

 

Sono Ebrei? Lo sono anch'io.

Sono Israeliti? Lo sono anch'io.

Sono discendenza d'Abraamo? Lo sono anch'io.

Sono servitori di Cristo? Io (parlo come uno fuori di sé) lo sono più di loro; più di loro per le fatiche, più di loro per le prigionie, assai più di loro per le percosse subite. Spesso sono stato in pericolo di morte. (2 Corinzi 11:22-23)

 

Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.

Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.

Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.  

Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo; perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.

Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand'ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; e mi distinguevo nel giudaismo più di molti coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri.

Ma Dio che m'aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri.

Allora io non mi consigliai con nessun uomo, né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco.

Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore.

Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non mento.

(Galati 1:6-20)

 

-  disprezzeranno l'opera che egli fa:

Voi guardate all'apparenza delle cose. Se uno è convinto dentro di sé di appartenere a Cristo, consideri anche questo dentro di sé: che com'egli è di Cristo, così lo siamo anche noi.

Infatti se anche volessi vantarmi un po' più dell'autorità, che il Signore ci ha data per la vostra edificazione e non per la vostra rovina, non avrei motivo di vergognarmi.

Dico questo perché non sembri che io cerchi d'intimidirvi con le mie lettere.

Qualcuno dice infatti: «Le sue lettere sono severe e forti; ma la sua presenza fisica è debole e la sua parola è cosa da nulla».

Quel tale si convinca che come siamo a parole, per mezzo delle lettere, quando siamo assenti, così saremo anche a fatti quando saremo presenti. (2 Corinzi 10:7-11)

 

Voi non mi faceste torto alcuno; anzi sapete bene che fu a motivo di una malattia che vi evangelizzai la prima volta; e quella mia infermità, che era per voi una prova, voi non la disprezzaste né vi fece ribrezzo; al contrario mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso.

Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia? Poiché vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi e me li avreste dati.

Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?

Costoro sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi vogliono staccarvi da noi affinché il vostro zelo si volga a loro. (Galati 4:13-17)

 

-  faranno del loro meglio per malmenare il suo insegnamento, predicando "un altro vangelo":

Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo.

Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. (Galati 1:6-9)

 

O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso?

Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?

Siete così insensati?

Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano.

Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede? (Galati 3:1-5)

 

Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.

Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge.

Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.

Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia. Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore.

Voi correvate bene; chi vi ha fermati perché non ubbidiate alla verità? (Galati 5:1-7)

 

Tutti coloro che vogliono far bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere e ciò al solo fine di non essere perseguitati a causa della croce di Cristo.

Poiché neppure loro, che sono circoncisi, osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi per potersi vantare della vostra carne.

Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo.

Infatti, tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura. (Galati 6:12-15)

 

E’ probabilmente appena prima della conferenza di Gerusalemme che Paolo scrive la lettera ai Galati, in preda a questo arduo combattimento!

 

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Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione.

L'assemblea di Gerusalemme (Atti 15:6) è qualcosa di grande per la sua semplicità e per la presenza vera e reale di quello Spirito, che e lo Spirito della verità e della vita.

È un'assemblea che si raduna in presenza di Cristo; in presenza del vero ed unico Capo della Chiesa (cfr Efesini 1:22).

In questa assemblea si considera con grande attenzione e perplessità il soggetto che la preoccupa; e si riconosce umilmente la propria ignoranza.

D’altronde non si ha esperienza, non si ha ancora principi definiti a cui possa riferirsi, non si ha ancora testi scritturali che possano illuminare; non si ha nulla ma al tempo stesso si ha tutto, perché si ha il Signore e la verità che si cerca la si troverà in Lui.

Il problema che preoccupa la Chiesa, non è proposto a Pietro perché lo risolva lui come capo degli apostoli; è proposto agli apostoli, agli anziani, ai fratelli di Gerusalemme: e non perché lo risolvano loro e pronuncino una sentenza davanti alla quale tutti dovranno chinare la fronte e dire: "Amen!"

Non si tratta di ricorrere all'autorità superiore per decidere una questione; si tratta di studiare e di risolvere assieme un problema importante; di studiarlo e di risolverlo insieme, con tutta umiltà, davanti a Dio e sul terreno della carità fraterna.

Pietro parlerà non come un dittatore ma come un fratello, non parla ex cathedra, ma con i suoi fratelli si presenta davanti al Capo che è Cristo.

 

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Ed essendone nata una vivace discussione, Pietro si alzò in piedi e disse: «Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero.

E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede.

Or dunque perché tentate Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare?

Ma noi crediamo che siamo salvati mediante la grazia del Signore Gesù allo stesso modo di loro».

 

Prende la parola Pietro che, ricordandosi e citando espressamente l’esperienza di Cornelio mette in evidenza la totale assenza di discriminazione tra i credenti giudei ed i credenti gentili

Il discorso di Pietro è importante per più aspetti:

1)                      E’ l’ultimo discorso che udremo da lui; poi, è per questo discorso che Pietro, l'apostolo della circoncisione, dà sul terreno della Grazia, una fraterna stretta di mano a Paolo, l'apostolo dei Gentili;

2)                      Il discorso è importante per il suo contenuto:

Pietro racconta e ricorda il fatto della conversione di Cornelio e della sua famiglia.

Tutte queste persone, estranee alla sinagoga, erano state battezzate per chiara indicazione di Dio; avevano ricevuto il battesimo soltanto dopo aver ricevuto lo Spirito Santo in modo visibile ed incontestabile dunque, Dio dichiarava, per questo mezzo, che avrebbe accettato dei credenti di questa condizione nello stesso modo che se fossero stati dei veri e propri giudei.

Per esser membro della Chiesa, bisogna essere purificato.

Sotto la legge, la circoncisione era il simbolo di questa purificazione; sotto la nuova alleanza, si tratta della purificazione del cuore per mezzo della fede e per mezzo dell'opera dello Spirito.

Questa purificazione è necessaria ai giudei ed ai Gentili.

Chiedere la purificazione simbolica come cosa necessaria per esser salvati, è un dichiarare che la purificazione interna non basta; è un provocare Dio.

Quanto alla legge: Perché imporre agli altri un giogo che né i nostri padri né noi non siamo stati capaci di portare?

Se la legge è davvero la condizione per la salvezza, come possiamo esser certi che i nostri padri siano stati salvati e come possiamo sperare noi di essere salvati quando la loro e la nostra osservanza di questa legge ha lasciato e lascia tanto a desiderare?

In questa resistenza Pietro vede un provocate Iddio o tentare Dio.

Il tentarlo vuole dire vedere fino a che punto si può andare fuori dai Suoi insegnamenti.

Questo non vuole dire che la legge debba essere abolita per la semplice ragione che l'uomo non le ubbidisce mai in modo perfetto; ma vuol dire che sul terreno della grazia, non c'è differenza fra pagani e giudei.

Pietro parlando della esperienza di Cornelio e della sua famiglia (Atti 10:44-48 e 11:17-18), fa notare che Dio non ha richiesto altro che la fede e la prova dell’avvenuta salvezza è stato il dono dello Spirito Santo dato come ai giudei, a riprova della autenticità della loro salvezza.

 

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Tutta l'assemblea tacque e stava ad ascoltare Barnaba e Paolo, che raccontavano quali segni e prodigi Dio aveva fatti per mezzo di loro tra i pagani.

I delegati d'Antiochia approfittano del silenzio dell'assemblea per presentare la loro relazione e cercano di vincere gli scrupoli della teoria con il racconto dei fatti.

Paolo e Barnaba quindi, nel loro secondo discorso, continuano a presentare quanto era successo durante il loro primo viaggio missionario.

 

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Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi: Simone ha riferito come Dio all'inizio ha voluto scegliersi tra gli stranieri un popolo consacrato al suo nome.

E con ciò si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:  "Dopo queste cose ritornerò e ricostruirò la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la rimetterò in piedi, affinché il rimanente degli uomini e tutte le nazioni, su cui è invocato il mio nome, cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, a lui note fin dall'eternità".

Perciò io ritengo che non si debba turbare gli stranieri che si convertono a Dio; ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue. Perché Mosè fin dalle antiche generazioni ha in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato».

 

Giacomo, nel suo intervento non si limita a sostenere che i pagani possono essere salvati.

Citando il testo profetico di Amos 9:12, Giacomo dichiara che al ritorno di Cristo, tanto i giudei quanto “il rimanente degli uomini “ cercheranno Dio.

Quando Giacomo si riferisce a quanto indicato da Pietro cioè: ha per la prima volta... visitato i Gentili; allude, naturalmente, al caso di Cornelio e della famiglia del centurione.

Citando la tenda di Davide, Giacomo  si riconduce a quanto scritto dal profeta Amos:

«Quel giorno io rialzerò la capanna di Davide che è caduta, ne riparerò i danni, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò com'era nei giorni antichi, affinché possegga il resto di Edom e tutte le nazioni sulle quali è invocato il mio nome», dice il SIGNORE che farà questo.

(Amos 9:11-12)

 

La proposta di Giacomo è in realtà una concessione, una riserva; un compromesso finalizzato al “non scandalizzare”.

Il termine “turbare” in greco significa “gettare qualcosa sul cammino di qualcuno per creargli impaccio”.

Quando Giacomo parla di non dar molestia ai Gentili che si convertono (cfr Atti 15:19) e parla della circoncisione e delle esigenze legali di questo genere.

Ma pur dispensandoli da quello che i farisei avrebbero voluto imporre loro, egli parla di tre condizioni, che non sono altro che quelle che si imponevano ai pagani i quali domandavano di frequentare la sinagoga; ai "proseliti della porta", come erano chiamati.

Queste condizioni erano considerate come un codice anteriore alla legge del Sinai e intese a servire non per un popolo, ma per l'umanità, difatti venivano chiamati "precetti noetici".

Di questi precetti, Giacomo ne cita tre:

L'astinenza dai cibi provenienti da sacrifici idolatri; perché l'uso di questi cibi era considerato come una partecipazione al culto pagano. (Vedi 1Corinzi 8-10, ove Paolo ammette in astratto il diritto di mangiar d'ogni cosa, anche delle cose sacrificate agli idoli; ma raccomanda l'astinenza in nome della carità Atti 10:25 e seg.).

L'astinenza dai cibi provenienti da un animale soffocato; vale a dire, morto di morte naturale o ucciso senza effusione di sangue, perché era appunto il sangue che non doveva servire d'alimento e che era considerato un'abominazione fino dai tempi di Noè (cfr Genesi 9:4).

Secondo il concetto simbolico degli ebrei, nel sangue è la vita, e la vita dev'esser consacrata a Dio (cfr Levitico 3:17; 7:26; Deuteronomio 12:16; 1Samuele 14:33).

La fornicazione, ossia il libertinaggio, peccati carnali e simili, connettendolo con il fatto che i culti idolatri erano spesso contaminati da ogni sorta di dissolutezze (cfr Apocalisse 2:14,20).

 

Fondamentalmente Giacomo approva quello che Pietro ha detto, e comincia a trarne la lezione pratica:

- Dio ha un popolo eletto fra i Gentili ed ha sempre inteso di includere questo popolo nella sua Chiesa;

- Dio ha fatto quello che aveva in mente di fare e lo ha fatto a modo suo.

- Se Dio ha deciso così “non turbiamo i Gentili”.

 

***

Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli.

 

Giuda e Sila

Giuda potrebbe essere fratello di Giuseppe Barsabba (cfr Atti 1:23), in Atti 15:32 è detto ch'egli era "profeta".

Sila è una corruzione o un'abbreviazione giudaica del nome Silvano.

Egli è ricordato spesso (cfr Atti 15:40; 16:25,29; 17:4,10,15; 2Corinzi 1:19; 1Tessalonicesi 1:1; 2Tessalonicesi 1:1; 1Pietro 5:12).

 

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E consegnarono loro questa lettera: «I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute.

Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.

È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose.

Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani».

Il termine “necessarie” è da intendersi in vista dei tempi, delle circostanze, delle condizioni sociali, e delle relazioni fra i giudeo-cristiani ed i cristiani convertiti dal paganesimo; non necessario per la salvezza individuale.

Dobbiamo imparare che è necessario non scandalizzare il debole nella fede, quanti scandali si potrebbero evitare se considerassimo “necessario” vivere la carità cristiana!

 

 

Gianni Marinuzzi