
L'effetto del 
		discorso di Pietro
		
		
		
		ATTI DEGLI APOSTOLI
		2:37-47
	
	
	Udite queste 
	cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri 
	apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?»
	E Pietro a 
	loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, 
	per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito 
	Santo. 
	Perché per voi 
	è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per 
	quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». 
	E con molte 
	altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa 
	perversa generazione».
	Quelli che 
	accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono 
	aggiunte a loro circa tremila persone.
	Ed erano 
	perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione 
	fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. 
	Ognuno era 
	preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. 
	Tutti quelli 
	che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le 
	proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di 
	ciascuno. 
	E ogni giorno 
	andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e 
	prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando 
	Dio e godendo il favore di tutto il popolo. 
	Il Signore 
	aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.
	***
	
	Udite queste 
	cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri 
	apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?»
L'uomo può 
	far molto per invitare i peccatori a rientrare in se stessi e cercare il 
	loro Dio; il ragionamento umano può far molto per illuminare e convincere 
	l'intelletto; ma il modo più 
	efficace a suscitare nei cuori un dolore intenso e sincero dei peccati 
	commessi, rimarrà pur sempre quel gran modo di Pietro, che consiste nel 
	mettere davanti agli occhi del peccatore il Crocifisso e nel dirgli: "Quel 
	Giusto, che non conobbe né commise mai peccato, muore sulla croce; e sulla 
	croce l'hanno portato 
	i tuoi peccati!".
	…essi furono 
	compunti nel cuore (κατενυγησαν την 
	καρδιαν )
Gli uditori del 
	primo discorso di Pietro, non rimasero indifferenti di fronte a quelle 
	parole, eppure facevano parte di un “popolo dal collo duro”, un popolo che 
	aveva appena consegnato Gesù Cristo in mano ai romani per la crocifissione… 
	…quante volte noi pensiamo, più o meno a ragione, che la gente intorno a noi 
	non riceva più il messaggio di Dio!
Certo l’apostolo 
	Paolo stesso dirà a Timoteo:
	
	Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché
	gli uomini saranno egoisti, amanti 
	del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, 
	ingrati, irreligiosi, 
	insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per 
	il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di 
	Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. 
(2 Timoteo 3:1-5)
…ma noi dobbiamo 
	essere perseveranti nel seminare il regno di Dio!
	Questi uomini comunque
	furono trafitti nel cuore.
	 
Significa proprio essere 
	trapassati con un 
	ago, o con uno strumento affilato. 
La parola di Dio annunciata da 
	Pietro fu davvero in questo caso "più 
	acuta di qualunque spada a due tagli" (cfr 
	
	Ebrei 4:12).
	 
Ella scosse le coscienze degli 
	uditori, che 
	sentirono tutto
	il male che 
	avevano fatto, disprezzando ed uccidendo il loro Messia.  
Ma non fu soltanto un momento di forte emozione, fu un 
	momento di presa di coscienza e di volontà.
	Fratelli, che 
	dobbiamo fare?
Questo appellativo "uomini 
	fratelli", come dice il greco, esprime
	tutta la fiducia che gli uditori 
	ripongono in Pietro e negli apostoli.  
Sono come naufraghi, che, consci della gravità del 
	pericolo che corrono, si gettano con totale fiducia nelle braccia di chi ha 
	loro dimostrato di conoscere la strada per condurli alla riva della 
	salvezza. 
La 
	profondità della ferita prodotta nel cuore degli uditori dal discorso di 
	Pietro, è messa in evidenza dalla domanda degli uditori stessi: - 
	"che dobbiamo fare?" 
Le anime che giungono a questo 
	grido, sono anime la cui coscienza di una vita ogni giorno vissuta contro 
	Dio, è stata trafitta e che trema, 
	pensando a quel giusto Giudice, che vedono adirato.
	Sono anime pronte a qualunque rinuncia; anime, che 
	hanno il solo desiderio di arrendersi e cambiare totalmente vita.
***
	E Pietro a 
	loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, 
	per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito 
	Santo. 
	Ravvedetevi, 
	dice l'apostolo; 
	confessate 
	pubblicamente per mezzo del battesimo 
	la vostra fede, e voi giungerete 
	ad ottenere la 
	remissione dei peccati e il dono dello Spirito Santo. 
	Ravvedetevi! 
	Il ravvedimento è e rimane il primo passo della 
	conversione.
	Non ci può essere conversione se non c’è 
	ravvedimento.
	Non ha senso il battesimo se non c’è ravvedimento.
	Non ha senso parlare di santificazione se non c’è 
	ravvedimento.
	Quante volte si bruciano le tappe nella conversione 
	cristiana e poi si raccolgono i danni di false conversioni… …magari anni e 
	anni dopo!
La parola greca vuol dire 
	“cambiate 
	modo di pensare”; ed implica che il 
	pensiero che fin a quale momento ha regolato la vita morale degli uditori, 
	dev'essere radicalmente cambiato.
Il ravvedimento non consiste in 
	qualche "penitenza esterna" che un direttore spirituale qualunque ordina nel 
	buio del confessionale; come non consiste, neppure nello spavento che la 
	coscienza prova, pensando alle conseguenze del male compiuto;
	il ravvedimento vero consiste nel 
	dolore che proviamo al pensiero d'avere offeso quel Dio che ci ha tanto 
	amati, e nel proponimento fermo, risoluto, sincero, irremovibile che 
	facciamo, di lasciare il male e di metterci sulla via del bene. 
L'apostolo ordina anche che 
	ciascuno sia 
	battezzato 
	nel nome di Gesù Cristo ( επι τω ονοματι 
	Ιησου Χριστου... l'atto esterno, 
	il battesimo, che deve provare la sincerità della fede di colui 
	che si appoggia 
	sul nome di Cristo: επι τω ονοματι ecc.).
	Il battesimo è un comando per tutti!
	Ciascun cristiano deve essere battezzato, 
	non è un passo facoltativo o secondario, è un ordine di Gesù Cristo stesso:
	
	Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli
	battezzandoli nel nome del Padre, 
	del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando 
	loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. 
	
	Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente
(Matteo 28:19-20)
Il battesimo quindi è un passo 
	obbligato, ordinato dal Signore e fa parte del Suo insegnamento 
	fondamentale.
Non insegnare questo e non 
	compiere questo atto (per un cristiano), è un primo atto di disubbidienza 
	palese al Signore!
Nessun primo convertito di quei 
	primi anni si sarebbe sognato di soprassedere a questo comando… …come mai 
	oggi siamo invece così refrattari a sottometterci a tale comando?
Ricordiamoci che Gesù disse:
	
	E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni 
	creatura. 
	
	
	Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; 
	ma chi non avrà creduto sarà condannato. 
	(Marco 16:15-16)
	
Il battesimo non salva, questo sembra essere vero, ma 
	l’essere deliberatamente disubbidienti… ...a ciascuno le proprie 
	conclusioni!
	Il battesimo è un atto, 
	per cui chi lo compie confessa 
	pubblicamente la sua fede in Cristo; lo riconosce per suo personale 
	Salvatore, e s'impegna a consacrarsi a Lui, come al suo Signore e Messia.
	 
Tutto questo è implicato nella 
	frase: nel 
	nome di Gesù Cristo. 
A chi si ravvede e riceve in 
	questo senso il battesimo, sono promesse due importantissime cose: 
	la remissione dei peccati e il dono dello Spirito 
	Santo.
	La remissione dei 
	peccati ( αφεσις των ἁμαρτιων)
	
	
	è
	il 
	cancellamento completo, assoluto, di tutti i peccati; 
	non 
	
	è il "lasciar correre", 
	il "metter da parte", la 
	praetermissio 
	( παρεσις) dei peccati (come troviamo invece in 
	
	Romani 3.25, 
	dove si parla della tolleranza verso 
	i peccati commessi nell’ignoranza); è
	il radicale togliere di mezzo tutti 
	i peccati, "fossero 
	pure rossi come la porpora" (cfr 
	
	Isaia 1:18); 
	in modo che non tornino più indietro.  
***
	Perché per voi 
	è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per 
	quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». 
	E con molte 
	altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: «Salvatevi da questa 
	perversa generazione».
	…il dono dello 
	Spirito Santo a 
	voi; cioè, a voi, israeliti.
…ai vostri figli; 
	vale a dire, ai vostri discendenti, alle generazioni 
	che verranno dopo di voi. 
I genitori cristiani che educano i loro figliuoli per 
	consacrarli a Dio, sono incoraggiati e nel loro arduo lavoro da questa 
	verità del testo: che Dio non cerca di meglio che di perpetuare di età in 
	età le benedizioni concesse ai padri ed alle madri.
	…per tutti 
	quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà
La promessa non è per tutti indistintamente; è per 
	quelli che Iddio chiama. 
E Dio, nella sua Provvidenza, chiama tutti; Egli non ha 
	per tutti la medesima ora, ma ha un'ora per tutti. 
…con molte altre parole...
Il discorso che abbiamo qui 
	studiato, non è 
	tutto 
	il discorso di Pietro: non ne è che lo schema, uno schizzo.
	…Salvatevi da questa perversa generazione.
Ovvero: Tiratevi fuori! (Chiesa 
	significa proprio chiamati fuori)
Vale anche dire: 
	Guardatevi dalle 
	tristi influenze di questa perversa generazione; 
	di questa perversa razza di israeliti, fra i quali 
	vivete.
	…perversa:
	refrattaria,
	recalcitrante ad ogni buon insegnamento, 
	possiamo vedere queste qualità negative nelle Parole che gli stessi apostoli 
	udirono da Gesù:
	
	Ma a chi paragonerò questa 
	generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro 
	compagni e dicono: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; 
	abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto". 
	
	Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "Ha un 
	demonio!" 
	
	È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco un mangione 
	e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!" Ma la sapienza è stata 
	giustificata dalle sue opere». 
	           
	(Matteo 11:16-19)
	
	Questa generazione malvagia e 
	adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del 
	profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e 
	tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e 
	tre notti. I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la 
	condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, 
	qui c'è più che Giona! La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con 
	questa generazione e la condannerà; perché ella venne dalle estremità della 
	terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è più che Salomone!
	   
	(Matteo 12:39-42)
	
	Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la 
	mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del 
	cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a 
	discernerli? Questa generazione 
	malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non 
	quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò. 
	(Matteo 16:2-4)
	
	Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono 
	mandati, quante volte ho voluto 
	raccogliere i tuoi figli, 
	come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali;
	e voi non avete voluto! 
	(Matteo 23:37)
	
	Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa
	generazione adultera e peccatrice, 
	anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del 
	Padre suo con i santi angeli (Marco 8:38)
Salvatevi da questa perversa 
	generazione, esclama Pietro ancora oggi!
Le condizioni per essere ammessi 
	alla Chiesa non stanno tanto nella 
	conoscenza 
	quanto nella 
	vita.
	 
La conoscenza intellettuale e sperimentale delle grandi 
	verità dell'Evangelo sono cose progressive; cose lente; cose di tutta quanta 
	l'esistenza; non si può pretendere quindi che chi si presenta a noi per 
	essere ammesso alla Chiesa, conosca già tutto e profondamente. 
Basterà, per questo, che abbia la 
	conoscenza elementare dei tremila; ma 
	questa 
	conoscenza elementare deve essere confermata da un ravvedimento (cambiamento 
	di pensiero) e dal il battesimo (conferma pubblica di tale posizione), 
	altrimenti è inutile proseguire in una più profonda conoscenza se non siamo 
	disposti ad ubbidire a questo primo comando divino!
	***
	
	Ed erano 
	perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione 
	fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. 
… 
	erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli
Questa perseveranza è il risultato 
	di una fame spirituale di una persona viva, che richiede 
	con bramosia cibo per crescere, un corpo in rapido sviluppo.
Essi erano perseveranti nell’ascoltare l'insegnamento 
	impartito loro dagli apostoli per progredire nella conoscenza di Dio e di 
	Cristo.
Paolo scriverà ai 
	romani:
	
	Così la fede viene da ciò che si 
	ascolta, e ciò che si ascolta 
	viene dalla parola di Cristo. 
	(Romani 10:17)
	
	Essi erano 
	assidui 
	a quelle riunioni nelle quali essi s'incoraggiavano, 
	si esortavano e si ammaestravano a vicenda. 
	La 
	Chiesa primitiva non era soddisfatta di quel che già sapeva; 
	voleva crescere nella conoscenza di Dio; e non una parola usciva dalle 
	labbra degli apostoli, che non fosse subito raccolta, meditata, assimilata 
	da quelle anime assetate delle cose di Dio.
Quei primi fratelli si sentivano deboli e si radunavano 
	per fortificarsi assieme.
La Chiesa primitiva bramava ascoltare l’insegnamento 
	degli apostoli!
Non si accontentava 
	di andare al culto una volta alla settimana, per mettere a posto la 
	coscienza… …tutto questo è solo inutile religiosità, dobbiamo ammetterlo e 
	farci domande serie:
	
	-         
	
	Ho fame 
	dell’insegnamento della Parola?
	
	-         
	
	Bramo la 
	conoscenza della Parola di Dio?
	Se non abbiamo 
	questa ESIGENZA, facciamo attenzione… …forse non siamo in buona salute…
Paolo raccomandava 
	così all’amato Timoteo:
	
	Òccupati di queste cose e dèdicati interamente ad esse perché il tuo 
	progresso sia manifesto a tutti. 
	Bada a te stesso e 
	all'insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo così, 
	salverai te stesso e quelli che ti ascoltano. 
	(1 Timoteo 
	4:15-16)
…erano perseveranti nella 
	comunione fraterna
	
	La comunione fraterna non è un’optional, è anche 
	questa una diretta conseguenza dell’essere 
	nati di nuovo.
L’apostolo Paolo ci 
	conferma che la comunione fa parte integrante della chiamata di Dio:
	
	Fedele è Dio, dal quale siete stati 
	chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore.
	(1 
	Corinzi 1:9)
La comunione 
	fraterna è però disciplinata ed ha precise condizioni:
	
	
	Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi 
	mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. 
	
	Ma se camminiamo nella luce, 
	com'egli è nella luce, abbiamo 
	comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci 
	purifica da ogni peccato. 
	(1 Giovanni 
	1:6-7)
…erano perseveranti nel rompere il 
	pane
	
	Essi erano 
	assidui nel rompere il pane, 
	che 
	è nel Nuovo Testamento il modo più antico di 
	significare la Cena del Signore. 
È, molto probabile, che la Cena del Signore fosse dai 
	primi convertiti celebrata ad ogni loro pasto serale, i discepoli si 
	radunavano per i loro pasti e li concludevano, molto probabilmente, con la 
	commemorazione della morte del Signore. 
La commemorazione della morte di Gesù si celebrava nella 
	Chiesa primitiva ogni volta che i fratelli si radunavano per offrire a Dio 
	il loro culto. 
Essa era
	
	“l'Evangelo in simboli”; 
	l'Evangelo, cioè, che, dopo essere stato annunciato 
	in parole, veniva annunciato per via dei 
	simboli del pane e del vino; era un atto semplice, che non richiedeva né 
	apparato di forme, né persone ecclesiasticamente qualificate per 
	amministrarlo; era un atto così semplice, che nel santuario domestico stesso 
	poteva essere santamente celebrato.  
…erano perseveranti nelle 
	preghiere
	Essi erano assidui 
	nelle preghiere, 
	che in tutta la loro grande varietà salivano a Dio
	come un profumo d'odor soave.
	 
Il desiderio di “parlare” al Signore come uno stesso 
	popolo è un sano desiderio per il credente, anzi ne è una necessità!
Gesù Cristo stesso dedicava gran parte del Suo tempo 
	alla preghiera:
	
	Dopo aver congedato la folla, si 
	ritirò in disparte sul monte a pregare. 
	
	
	E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo. 
	(Matteo 14:23)
	
	In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e
	passò la notte pregando Dio.
(Luca 6:12)
	
	Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e 
	Giacomo, e salì sul monte a pregare.
	(Luca 9:28)
	
	
	Gesù era stato in disparte a pregare; 
	quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a 
	pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 
	(Luca 11:1)
Le lettere degli apostoli sono ricce di esortazioni 
	circa la preghiera perseverante dei cristiani.
	
	…pregate 
	in ogni tempo,
	per mezzo dello Spirito, con ogni 
	preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. 
	
	
	Pregate per tutti i santi… (Efesini 
	6:18)
	
	
	
	…non cessate mai di pregare… (1 
	Tessalonicesi 5:17)
***
	
	Luca, con questa 
	espressione, vuole descrivere la impressione 
	che questo risveglio religioso produceva sugli animi di tutti.
	
	Tutti 
	erano invasi da un sentimento misto di riverenza e di 
	timore 
	(verso. 43); 
	capivano che in tutto quello che avveniva sotto ai loro occhi, c'era 
	qualcosa di straordinario, di soprannaturale; e 
	il popolo li 
	circondava di rispetto e li guardava di buon 
	occhio (verso. 47 a); e fra i tanti, 
	ogni giorno 
	qualcuno si arrendeva alla evidenza dei fatti, si decideva per il Signore,
	ed era dal 
	Signore aggiunto alla Chiesa (verso. 47 b). 
I segni 
	sono tutte le prove che della legittimità della 
	missione apostolica Dio dava in via soprannaturale per mezzo degli apostoli 
	stessi. 
Di questi 
	segni e di questi
	miracoli vedremo 
	degli esempi nei capitoli seguenti.
	
	***
	
Questo irrefrenabile desiderio di comunione fraterna 
	porta i primi convertiti alla costituzione di una vera e propria “famiglia”, 
	nella quale si condivide tutto, dalle cose concernenti lo Spirito a quelle 
	concernenti l’aspetto proprio dell’uomo.
Per quanto riguarda l’aspetto spirituale, questo 
	desiderio è “protetto” dalla Volontà di Dio:
	
	Ora a ciascuno è data la manifestazione dello
	Spirito
	per il bene comune.
(1 Corinzi 12:7)
Per quanto riguarda invece l’aspetto prettamente 
	“umano”, tale desiderio è facilmente corrotto dal peccato e, come vedremo 
	nel prosieguo questo “idillio” verrà poi interrotto.
Vi è poi da considerare quanto questo atto “volontario” 
	era un sintomo della attesa imminente del ritorno del Signore… …essi agivano 
	così in quanto aspettavano l’imminente ritorno del Signore Gesù!
	
	***
	
(ησαν επι το αυτο); 
	erano uniti 
	in una medesima cosa; formavano una 
	cosa sola; vivevano assieme.
	Il concordi 
	è nel greco un avverbio ( ὁμοθυμαδον) 
	che vuol dire: 
	unanimemente.
…ogni 
	giorno andavano assidui e concordi al tempio 
	alle ore stabilite per la preghiera 
	
	Atti 3:1; 10:9 
	ecc.  
Siamo ai giorni dell'infanzia della Chiesa. 
La Chiesa nasce all'ombra del Tempio, che le fu più 
	matrigna che madre. 
Ci vorrà del tempo prima che la Chiesa si emancipi 
	completamente dal giudaismo; e siccome non c’è emancipazione che non sia 
	stata preparata dal sangue, vedremo più avanti Paolo diventare l'eroe di 
	quella emancipazione, che Stefano ha cominciata davanti ai suoi occhi. 
Qui Luca ci presenta la Chiesa in un momento storico 
	importantissimo. 
I convertiti di questo momento storico adorano l'Iddio 
	dei padri loro nel Tempio con tutti gli altri pii giudei, ed al tempo stesso 
	formano quella vivente comunità cristiana, che abbiamo in questi versetti 
	ammirata.
… 
	rompevano il pane nelle case
Il 
	rompere il pane, come ho notato già al ver. 
	42, accenna alla commemorazione dell'ultima cena del Maestro coi suoi.
	 
	Il tempio era il santuario comune, la casa era il 
	loro santuario domestico, privato; non a 
	parole, come è spesso ai nostri giorni; ma per davvero, e nel senso più alto 
	e spirituale della espressione.
… 
	prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore
Il sentimento che caratterizzava la Chiesa primitiva era 
	la gioia!
Lo stare insieme 
	raccolti davanti alla Parola di Dio, la comunione fraterna, il rompere il 
	pane, il lodare Dio, il pregare insieme… …era una gioia!
Lo è per noi?
Chi meglio del cristiano può godere pienamente dei beni 
	temporali? 
In ogni cosa egli vede un dono del 
	suo Padre celeste; e godendo dei Suoi doni, egli "gusta 
	quanto sia buono il Signore" (cfr 
	
	1 Pietro 2:3).
Con semplicità di cuore; 
	vale a dire, con cuor puro e sincero, contento di 
	quel che Dio manda, e libero di ogni bramosia di quel "superfluo" che il 
	mondo agogna, ma che è purtroppo sovente la rovina della vita dello spirito, 
	infatti Paolo scriverà così a Timoteo:
	La pietà, con animo contento del proprio stato, è un 
	grande guadagno. 
	Infatti non abbiamo portato 
	nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma
	avendo di che nutrirci e di che 
	coprirci, saremo di questo contenti. 
	Invece 
	quelli che 
	vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti 
	desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella 
	perdizione.  
	Infatti 
	l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono 
	dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. 
	
	 (1 
	Timoteo 6:6-10)  
…lodando 
	Dio;
ovvero benedicendolo, cioè, ringraziandolo, esaltandolo 
	per tutte le sue grandi benignità.
…godendo del favore di tutto il 
	popolo.
E’ impossibile che uno spettacolo edificante come quello 
	che i primi convertiti offrivano, non facesse una qualche solenne 
	impressione su quelli che li circondavano.
	***
	
	Essa non può salvare!
	È a Gesù Cristo 
	e non alla Chiesa che dobbiamo rivolgerci
	se vogliamo esser salvati; e 
	quando, per la fede in Cristo, abbiamo ricevuto la salvezza, è allora che 
	diventiamo per diritto e di fatto dei membri della Chiesa.
Pietro lo ribadirà molto presto:
	In nessun 
	altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che 
	sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.
	(Atti 4:12)
E Paolo lo confermerà a Timoteo:
	Infatti
	c'è un solo Dio e anche un solo 
	mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso 
	come prezzo di riscatto per tutti; questa è la testimonianza resa a suo 
	tempo, e della quale io fui costituito predicatore e apostolo (io dico il 
	vero, non mento), per istruire gli stranieri nella fede e nella verità.
	 (1 
	Timoteo 2:5-7)