La caduta della meretrice


APOCALISSE 
17:1-18

 

Poi uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne a dirmi: «Vieni, ti farò vedere il giudizio che spetta alla grande prostituta che siede su molte acque. I re della terra hanno fornicato con lei e gli abitanti della terra si sono ubriacati con il vino della sua prostituzione».

Egli mi trasportò in spirito nel deserto; e vidi una donna seduta sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e che aveva sette teste e dieci corna.

La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle.

In mano aveva un calice d'oro pieno di abominazioni e delle immondezze della sua prostituzione.

Sulla fronte aveva scritto un nome, un mistero: BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA.

E vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù.

Quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia.

L'angelo mi disse: «Perché ti meravigli?

Io ti dirò il mistero della donna e della bestia con le sette teste e le dieci corna che la porta.

La bestia che hai vista era, e non è; essa deve salire dall'abisso e andare in perdizione.

Gli abitanti della terra, i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglieranno vedendo la bestia perché era, e non è, e verrà di nuovo.

Qui occorre una mente che abbia intelligenza.

Le sette teste sono sette monti sui quali la donna siede.

Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è, l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durar poco.

E la bestia che era, e non è, è anch'essa un ottavo re, viene dai sette, e se ne va in perdizione.

Le dieci corna che hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per un'ora, insieme alla bestia.

Essi hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia.

Combatteranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli».

Poi mi disse: «Le acque che hai viste e sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue.

Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco.

Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di Dio siano adempiute.

La donna che hai vista è la grande città che domina sui re della terra».

 

***

Mentre Apocalisse 14-16 ci facevano assistere soltanto ai preludi della Vittoria, i capitoli che seguono fino ad Apocalisse 20 ci descrivono la vittoria stessa di Cristo sui nemici del suo regno, giunti, negli ultimi tempi, al loro completo sviluppo e quindi maturi per il giudizio di Dio.

In qualche modo è come se entrasse nel dettaglio dei giudizi annunciati nei capitoli precedenti.

E’ il momento del giudizio!

Come il giudizio (sotto forma di valutazione) è iniziato dalla Chiesa (la sposa), così il giudizio (sotto forma di valutazione e condanna) inizia dalla falsa chiesa (la prostituta).

E’ fuorviante dichiarare (come purtroppo spesso viene fatto), che i cristiani non passeranno attraverso il giudizio, il giudizi di Dio si manifestano attraverso:

-          Condanna

-          Sentenze

-          Valutazioni

-          Disciplina

Quando Paolo dichiara:

“Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”. (Romani 8:1-2)

Si riferisce alla “condanna”, ma Paolo parla anche della valutazione:

“Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.

Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.

Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco”. (1 Corinzi 3:10-15)

Anche nell’Apocalisse stessa troviamo:

“Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra”.

(Apocalisse 11:18)

Ora ci troviamo davanti al giudizio di condanna che comincia dalla gran meretrice, chiamata simbolicamente Babilonia e di cui sono, in una prima visione Apocalisse 17, prospettati il carattere e l'influenza funesta, le relazioni intime con la bestia, gli strumenti di cui Dio si varrà nel giudizio di essa e il modo in cui questo sarà eseguito.

-          In una seconda sezione Apocalisse 18 il giudizio su Babilonia è descritto in modo anche più grafico, sotto forma di lamento che, sullo sua caduta, fanno i re della terra, i mercanti e i naviganti tutti.

-          Nella terza sezione s'ode l'eco della esultanza celeste per il giudizio inflitto alla grande corruttrice della terra Apocalisse 19:1-10.

-          La quarta sezione Apocalisse 19:11-21 ci fa assistere alla vittoria di Cristo sulla Bestia e sul falso Profeta.

-          Nella quinta Apocalisse 20:1-10 Satana, il gran nemico, è dapprima ridotto all'impotenza per un millennio e, dopo un'ultima sua gesta contro Cristo, condannato in modo definitivo.

-          La sesta sezione ci da un breve quadro del giudizio finale Apocalisse 20:11-15.

***

IL GIUDIZIO DELLA MERETRICE SEDUTA SULLA BESTIA

 

E uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne, e mi parlò dicendo: Vieni, io ti mostrerò il giudizio della gran meretrice che siede su molte acque e con la quale hanno fornicato i re della terra; e gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua fornicazione.

 

E’ la prima volta che nell'Apocalisse si fa menzione esplicita della gran meretrice, sebbene vi si accennasse di già in Apocalisse 14:8 e in Apocalisse 16:19 sotto il nome simbolico di 'Babilonia la grande', corruttrice delle nazioni.

In Apocalisse 17:16 è chiamata semplicemente 'la meretrice'.

Su questo lato essenziale del suo carattere il testo insiste: i re della terra hanno fornicato con lei (rapporti politici), i mercanti della terra (rapporti economici) si sono arricchiti con la sua sfrenata lussuria (fornicazione spirituale) Apocalisse 18:3, gli abitanti della terra sono stati inebriati (storditi, confusi, ubriacati) del vino della sua fornicazione, essa tiene in mano un calice pieno di abominazioni e delle immondizie della sua fornicazione, è la madre delle meretrici. Cfr. Apocalisse 18:7,9.

Questa seduttrice è una donna (come la Chiesa) ed è una città (come la Gerusalemme celeste) poichè è chiamata Babilonia la grande, la gran città, la potente città Apocalisse 18:10,16,18-19,21; e l'angelo precisa anche di più quando in Apocalisse 17:18 dice: La donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra', e quando in Apocalisse 17:9 dice: Le sette teste [della bestia] sono sette monti sui quali la donna siede...'

La Chiesa è visibile sulla terra da sette chiese (cfr Apocalisse 2-3), similmente la falsa chiesa siede su sette monti (ricordano gli “alti luoghi” dove si adoravano i falsi dei).

Per alcuni interpreti, la grande meretrice raffigura Roma nella sua qualità di ospitale dell'impero romano pagano e dell'influenza corruttrice esercitata dalla città sui costumi e sulla religione dei popoli a lei soggetti.

Per altri si tratta di Roma divenuta centro della Chiesa infedele, apostata, poggiante sullo Stato od anche dominatrice di esso, persecutrice dei credenti, propagatrice di ogni sorta d'idolatrie e di adulterazioni del Vangelo, mondana nelle sue aspirazioni, nella fastosa pompa esterna di cui si compiace e di cui si serve per attrarre a sè le moltitudini ignare della verità.

Si noti che chi vede nella gran meretrice la Chiesa mondanizzata e divenuta del tutto apostata negli ultimi tempi, include sotto il nome di Chiesa, la cristianità intera nei suoi vari rami: greco-ortodosso; cattolico-romano, protestante od altro.

Sia il credo ufficiale più o meno conforme al Vangelo, dovunque, alla fede nel Cristo Salvatore è subentrata l'incredulità, dovunque la mondanità ha preso il posto della pietà, ivi è lo spirito della meretrice; ma Roma ha il triste primato della infedeltà religiosa; perciò è detta 'madre delle meretrici' e le rappresenta nel quadro profetico.

Inoltre un indizio possiamo anche vederlo nei saluti che l’apostolo Pietro scrive alla fine della sua prima lettera ( secondo la tradizione, Pietro, in quel momento si trovava a Roma ): “La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta. Anche Marco, mio figlio, vi saluta”. (1 Pietro 5:13)

E’ significativo mettere a confronto ancora una volta il Salmo 2 con questo passo:

“Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?

I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro  il suo Unto, dicendo: “Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene”.

Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro.

Egli parlerà loro nella sua ira, e nel suo furore li renderà smarriti: «Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo».

Io annuncerò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato.

Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra.

Tu le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla».

Ora, o re, siate saggi; lasciatevi correggere, o giudici della terra.

Servite il SIGNORE con timore, e gioite con tremore.

Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare. Beati tutti quelli che confidano in lui!”

 

Il nome stesso di gran meretrice dato a Roma per definirne il carattere essenziale.

Nell'Antico Testamento quando si parla di fornicazione o di adulterio in senso metaforico, si tratta sempre dell'infedeltà religiosa del popolo, d'Israele col quale Dio ha stretto un patto paragonato al matrimonio, patto che la sposa infrange quando abbandona Dio per darsi all'idolatria ed ai traviamenti morali o per cercare protezione presso ai potentati pagani quasi che Dio fosse tramontato.

In due passi si parla di Tiro e di Ninive come di meretrici:

 

TIRO: rappresenta la Babilonia dei guadagni impuri che si procura con i suoi commerci:

-          “In quel giorno, Tiro cadrà nell'oblio per settant'anni, per la durata della vita di un re.

Dopo settant'anni, avverrà di Tiro ciò che dice la canzone della prostituta:

«Prendi la cetra, va' attorno per la città, o prostituta dimenticata; suona bene, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di te».

Dopo settant'anni, il SIGNORE visiterà Tiro ed essa tornerà ai suoi guadagni; si prostituirà con tutti i regni del mondo sulla faccia della terra.

Ma i suoi guadagni e i suoi salari impuri saranno consacrati al SIGNORE; non saranno accumulati né riposti; poiché i suoi guadagni andranno a quelli che stanno in presenza del SIGNORE, perché mangino, si sazino e si vestano d'abiti sontuosi”. (Isaia 23:15-18)

 

NINIVE: rappresenta la Babilonia della politica scaltra:

-          “Guai alla città sanguinaria, piena di menzogna e di violenza, che non cessa di depredare!

Si ode rumore di fruste, frastuono di ruote, galoppo di cavalli, sobbalzare di carri.

I cavalieri danno la carica, fiammeggiano le spade, sfolgorano le lance, i feriti abbondano, si ammucchiano i cadaveri, sono infiniti i morti, si inciampa nei cadaveri.

Questo a causa delle tante fornicazioni dell'avvenente prostituta, dell'abile incantatrice, che vendeva le nazioni con le sue fornicazioni, e i popoli con i suoi incantesimi.

«Eccomi a te», dice il SIGNORE degli eserciti; «io alzerò i lembi della tua veste fin sulla tua faccia e mostrerò alle nazioni la tua nudità, ai regni la tua vergogna; ti getterò addosso delle immondizie, ti umilierò, e ti esporrò allo scherno.

Tutti quelli che ti vedranno fuggiranno lontano da te, e diranno: Ninive è distrutta! Chi la compiangerà? Dove ti cercherò dei consolatori?»

Sei forse migliore di No-Amon, che stava seduta tra i fiumi, circondata dalle acque, che aveva il mare per baluardo, il mare per mura?

L'Etiopia e l'Egitto erano la sua forza che non aveva limiti; Put e i Libici erano i suoi alleati. Eppure, anch'essa è stata deportata, è andata in esilio; anche i suoi bambini sono stati sfracellati a ogni angolo di strada; i suoi nobili sono stati estratti a sorte e tutti i suoi grandi sono stati messi in catene.

Tu pure sarai ubriacata e andrai a nasconderti; tu pure cercherai un rifugio davanti al nemico.

Tutte le tue fortezze saranno come alberi di fico dai frutti primaticci, che, quando sono scossi, cadono in bocca a chi li vuol mangiare.

Ecco il tuo popolo, in mezzo a te, sono solo donne; le porte del tuo paese sono spalancate davanti ai tuoi nemici, il fuoco ha divorato le tue sbarre.

Attingi pure acqua per l'assedio! Rinforza le tue difese! Pesta la malta, impasta l'argilla! Ripara la fornace!

Là il fuoco ti divorerà, la spada ti distruggerà; ti divorerà come la cavalletta, fossi tu pur numerosa come le cavallette, fossi tu pur numerosa come le locuste.

Tu hai moltiplicato i tuoi mercanti, più delle stelle del cielo; sono come le cavallette che spogliano ogni cosa e volano via.

I tuoi prìncipi sono come le locuste, i tuoi ufficiali come sciami di giovani locuste, che si accampano lungo le siepi nei giorni freddi, e quando spunta il sole, volano via e non si riconosce più il posto dov'erano.

O re d'Assiria, i tuoi pastori si sono addormentati; i tuoi valorosi ufficiali riposano; il tuo popolo è disperso su per i monti e non c'è nessuno che lo riunisca.

Non c'è rimedio per la tua ferita; la tua piaga è grave; tutti quelli che udranno parlare di te batteranno le mani per la tua sorte; su chi infatti non è passata la tua malvagità senza fine?” (Naum 3)

 

Nel Nuovo Testamento ritroviamo le stesse immagini: La Chiesa dei credenti è la sposa di Cristo Giovanni 3:29; Efesini 5:22-33; Apocalisse 19:7-8; ma quando abbandona la verità e diventa mondana, essa è adultera.

o   Gesù chiamò i Giudei increduli del suo tempo una 'generazione malvagia e adultera' Matteo 12:39; Marco 8:38;

o   Giacomo chiama, 'gente adultera' i cristiani di nome che sono amici del mondo anziché di Dio (Giacomo 4:4; Cfr. 2Corinzi 11:1-3);

o   nella lettera a Tiatiri si parla della fornicazione e dell'adulterio della sedicente profetessa Izebeel;

o    in Apocalisse 12 la Chiesa fedele è raffigurata da una donna vestita del sole.

 

Il linguaggio biblico, così dell'Antico come del Nuovo Testamento porta dunque a veder nella gran meretrice raffigurata la Chiesa che invece di perseverar nella fedeltà a Cristo suo sposo e redentore, lo rinnega nella sua gran maggioranza, per darsi in braccio al mondo, ai suoi traviamenti religiosi e morali.

È da notare poi che l'angelo trasporta Giovanni in un deserto per mostrargli la donna seduta sulla bestia, nel deserto si era rifugiata la donna perseguitata di Apocalisse 12.

La grande meraviglia da cui è preso l'apostolo ai spiega facilmente se si ammette che nella meretrice egli ha riconosciuto la donna fedele di Apocalisse 12, nella chiesa apostata degli ultimi giorni, la chiesa dei primi secoli divenuta mondana.

La meretrice è cosa ben distinta dalla bestia: in Apocalisse 17:3 essa appare seduta sulla bestia quasi a significare che la dirige e la domina valendosene per i suoi fini; in Apocalisse 17:16 essa è odiata e spogliata e arsa dalla bestia e dai re suoi complici.

 

Nel pronunciare la decadenza della Chiesa che, nei tempi della fine, raggiungerà il più alto grado, l'Apocalisse non fa che riprodurre e svolgere in altra forma le profezie contenute nell'insegnamento di Cristo e dei suoi apostoli.

La Chiesa raccoglie nella sua rete, insieme ai pesci buoni, molta roba senza valore. 'La carità dei più si raffredderà... 'Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti'. 'Quando il Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?' Matteo 24:13; Luca 18:8.

Gli apostoli descrivono gli 'ultimi giorni' con colori tetri; Paolo e Giovanni parlano del 'mistero d'iniquità' all'opera, dei molti anticristi che preparano l'apostasia generale e l'apparizione dell''uomo di peccato', 'dell'anticristo' finale. Cfr. 1Timoteo 4:1; 2Timoteo 3:1; 4:3; 2Pietro 3:3; 1Giovanni 2:18; 2Tessalonicesi 2.

Sarebbe strano che nell'unico libro profetico del Nuovo Testamento fosse taciuto un evento di tanta importanza nella storia del Regno di Dio.

Queste considerazioni generali ci serviranno di guida nella spiegazione di vari particolari relativi alla meretrice.

Essa siede su molte acque cioè esercita un'autorità religiosa sopra 'popoli, moltitudini e nazioni e lingue' secondo la parola dell'angelo a Apocalisse 17:15, con lei hanno fornicato i re della terra in quanto la chiesa apostata ha avuto con i potenti della terra delle relazioni illegittime.

La Chiesa di Cristo aveva per missione di predicar l'Evangelo e di estendere il regno di Cristo sulle anime, non già di dominar lo Stato o di appoggiarsi al braccio secolare o di farsi l'ancella dei potenti.

Le autorità secolari avevano per missione di tutelare la libertà e i diritti di tutti, ma non di invadere il campo della coscienza ponendosi al servizio della Chiesa, per opprimere, e ottenendone in cambio il consolidamento d'un potere spesso male acquistato e tirannico.

Agli occhi di Dio è una fornicazione.

Gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua fornicazione.

La Chiesa doveva dare ai popoli il puro Vangelo di Cristo; divenuta infedele, essa ha loro dato da bere in abbondanza 'il vino della sua fornicazione' cioè un insegnamento misto di verità e di errori, un evangelo adulterato 2Corinzi 2:17, adattato ai gusti del mondo, un cristianesimo in cui all'autorità della Parola di Dio è associata e poi sostituita quella della tradizione, della Chiesa, del Pontefice, del Reverendo o del tal pastore, ovvero quella della ragione; un cristianesimo in cui alle grandi esperienze del pentimento e della conversione si sostituiscono penitenze e riti, in cui alla salvezza per grazia si sostituisce quella per merito d'opere, in cui al culto di Dio in spirito si sostituisce il culto delle creature, delle immagini e delle reliquie; in cui alla forza della pietà si sostituiscono le forme di essa,

I popoli hanno bevuto volentieri questo vino adulterato.

Il mondo ascolta chi gli parla secondo le sue inclinazioni (cfr 1Giovanni 4:5-6).

Sono stati inebriati: hanno perduto la visione chiara della verità; alla spiritualità cristiana è subentrata una religione di forme che alletta i sensi; ma il senso morale ha perduto la sua sensibilità, le sue alte aspirazioni in mezzo a queste masse cristiane di nome.

I popoli del Salmo 2 meditano cose vane.

Come Mosè, ad ammonimento costante del popolo, parlò delle future infedeltà d'Israele, così Gesù parlò della mescolanza di cristiani spuri coi veri, e gli apostoli, al par di lui, annunziarono giorni tristi per la Chiesa degli ultimi tempi.

Nell'Apocalisse, l'apostasia di cui aveva scritto Paolo, assume la forma plastica, simbolica, della meretrice seduta sulla bestia.

Gettando uno sguardo sulla storia passata della cristianità, e sullo stato suo attuale, è impossibile non riconoscere che la profezia si è venuta adempiendo di secolo in secolo, e che la Chiesa, colonna e piedistallo della verità, chiamata a farla risplender nel mondo con la parola e con la vita santa, non è riconoscibile nei milioni di cristiani di nome che ignorano il vangelo, che non hanno nè fede nè vita cristiana.

Certo la degenerazione è più manifesta in certi rami della cristianità che in altri.

Ciò non toglie che i fedeli abbiano il dovere di 'raffermare il resto che sta per morire' Apocalisse 3:2 e di risvegliare i dormienti; ciò non mette in forse il trionfo del regno di Cristo; anzi, nel costatare l'adempimento graduale della parte fosca delle profezie, cresce la fede nella Parola di Dio e la certezza che anche le promesse luminose si adempiranno al tempo loro.

La descrizione della Chiesa degenere serve a farla riconoscere segnalandone i caratteri; ma serve in pari tempo a mettere in piena luce le colpe che traggono su di essa il giusto giudizio di Dio.

Il suo primo ed essenziale, carattere è l'infedeltà:

Essa era la sposa di Cristo che l'ha amata e che per lei si è dato onde santificarla, è divenuta una meretrice anzi la gran meretrice che ha abbandonato il suo sposo per darsi ad amori impuri.

Era chiamata ad onorare il Vangelo mostrandosi ossequente nel bene alle autorità civili volute da Dio “chiamata fuori“; ha preferito “inserirsi nel mondo” per esserne sostenuta e servita, ha fornicato coi re della terra, ha fatto della politica e della diplomazia; della propaganda con la violenza, si è seduta o si sederà sulla bestia coperta di nomi di bestemmia.

Il suo ornamento doveva essere la luce della verità, lo splendore spirituale di una vita santa, ricca di opere di giustizia e di amore; ha preferito lo scarlatto, l'oro, le pietre preziose e le perle, le grandi cattedrali, il culto fastoso per attrar le moltitudini.

Doveva predicare al mondo la Buona Novella della salvezza offerta in Cristo ad ogni credente e attrar le anime col suo santo esempio; invece, il ricco calice ch'essa fa bere alle nazioni è pieno di abominazioni: di dottrine false, di comandamenti anticristiani, di idolatrie, di superstizioni.

Doveva offrire al mondo lo spettacolo nuovo d'una fratellanza animata da uno spirito d'amore e di mutua tolleranza; invece s'è inebriata del sangue dei testimoni di Gesù.

Dinanzi a un tale spettacolo di degenerazione e di corruzione di quello che v'era di migliore nel mondo, chi non dividerebbe il profondo stupore dì Giovanni; chi non si sentirebbe umiliato?

L'Apocalisse è il libro dei solenni avvertimenti.

Esso grida a tutti i credenti: Non lasciate entrare nella chiesa nè le false dottrine, nè lo spirito del secolo.

Lo spettacolo della chiesa decaduta ci invita a coltivare in noi la fedeltà del primo amore verso Cristo, la spiritualità e la semplicità del culto che rendiamo a Dio, l'amore fraterno verso tutti i testimoni di Cristo.  Ci invita a fuggire la mondanità.

L'anima che crede di poter abbracciare il mondo è da lui abbracciata e ridotta mondana.

L'antica Babilonia diceva in cuor suo: 'Io sarò signora in perpetuo' 'io non rimarrò mai vedova' Isaia 47:7-8 e non pensava al giudizio che la fece cadere repentinamente.

Così la cristianità infedele non si preoccupa nè dell'avvento di Cristo, nè del giudizio cui va incontro e che deve cominciare dalla casa di Dio.

Ma i fedeli che sanno la certezza del giudizio divino, osservando i segni dei tempi, sono indotti a vegliare ed a pregare.

Essi non saranno spaventati dal numero degli avversari; si terranno stretti a Cristo e di vincere con lui.

Sono stati chiamati, sono stati eletti e si 'studieranno di render sicura la loro vocazione ed elezione'  mantenendosi fedeli fino alla fine.

“La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore.

Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo.

Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai.  In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”.   (2 Pietro 1:3-11)

***

3 Ed egli mi trasportò in spirito, in un deserto; ed io vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e avente sette teste e dieci corna.

 E’ probabile che si tratti del deserto ove la donna di Apocalisse 12 aveva trovato un rifugio provvidenziale.

La donna nel deserto, e la bestia, non erano figure del tutto nuove per Giovanni; ma in ambedue sono avvenuti dei mutamenti che lo sorprendono.

La bestia vista in Apocalisse 13 salir dalle acque porta sempre le sette teste e le dieci corna, ma è ora di color scarlatto, di un colore cioè simile a quello del dragone Apocalisse 12:3, e simile dal sangue; è ora tutta coperta di nomi di bestemmia mentre prima questi nomi erano solo sulle sue teste; s'è verificato nello Stato anticristiano un accrescimento di odio antireligioso e di empietà dichiarata.

La donna che prima era perseguitata, appare ora seduta sopra la bestia, si appoggia alla forza del potere secolare e lo dirige secondo i suoi fini.

Il fatto che Giovanni veda un’unica figura tra la meretrice e la bestia dà un bel significato a quanto Paolo dice in merito alla fornicazione: “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile.  Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.

Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello.

Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza.

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?

Prenderò dunque le membra di Cristo per farne membra di una prostituta? No di certo!

Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne».  Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui.

Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.  Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. (1 Corinzi 6:12-20)

In altre parole, la meretrice e la bestia sono uno stesso potere politico-religioso.

***

4 Mentre prima era ricca di beni e di virtù celesti, ma povera di ornamenti mondani, ora è meretrice e sfoggia un lusso straordinario: E la donna era vestita di porpora e di scarlatto (veste regale ma dal color sanguigno), adorna d'oro, di pietre preziose e di perle;

 Nella misura in cui son venute meno nella Chiesa visibile la fede, la speranza e l'amor cristiano manifestato nelle opere, son cresciuti gli splendori esterni del culto, lo sfarzo dei paramenti, la ricchezza di cui si coprono i luoghi e gli oggetti molteplici del culto divenuto idolatrico.  La donna è vestita come il dragone (scarlatto). Come la Chiesa è chiamata a rivestirsi di Cristo, la grande meretrice si veste di satana.

 aveva in mano un calice d'oro pieno di abominazioni, e delle immondizie della sua fornicazione.

 In Apocalisse 17:2 si parlava del 'vino della sua fornicazione' dato a bere agli abitanti della terra, si tratta anche qui di un insegnamento religioso e morale inquinato, adulterato, di svariate idolatrie introdotte o tollerate nella Chiesa, di mondanità e di corruzione, ripugnanti al vero cristianesimo, cose tutte che sono caratterizzate come appaiono agli occhi di Dio, quali abominazioni e immondizie.

***

5 e sulla fronte portava scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra.

 Secondo Seneca e Giovenale le meretrici di Roma solevano portare scritto in fronte il loro nome.

La parola mistero è considerata come facente parte dell'iscrizione; da altri come osservazione destinata a caratterizzare come misteriosa l'iscrizione stessa, ad avvertire cioè il lettore che il nome Babilonia, menzionato già in Apocalisse 14:8;16:19, non va inteso in senso geografico ma in senso simbolico.

Anche qui troviamo la caratteristica di “mano” e “fronte”, che ci ricorda il marchio della bestia.

La Bibbia fornisce molte informazioni riguardo a Babilonia, come origine della falsa religione, a partire dalla costruzione della torre di Babele ( che significa “ confusione” ):

“Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole.

Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono.  

Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce.

Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».

Il SIGNORE discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano.

Il SIGNORE disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare.

Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!» Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato il nome di Babel, perché là il SIGNORE confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra”. (Genesi 11:1-9)

 

Più tardi Babilonia divenne il nome stesso di una città che ha una lunga storia i cui inizi risalgono alla antichità.

Uno dei suoi re più famosi fu Hammurabi (1728-1686 a.C.), famoso per il suo codice.

Dopo un lungo declino riprese splendore ai tempi di Nabucodonosor (605-562 a.C.) al tempo del quale si snoda la storia del profeta Daniele.

Babilonia fu importante non solo dal punto di vista politico ma anche religioso.

Fu fondata da Nimrod, figlio di Cam, figlio di Noè (Genesi 10:1-12), che, secondo un racconto extra-biblico, aveva una moglie di nome Semiramide che ideò i segreti riti religiosi dei misteri babilonesi, ebbe un figlio, il cui concepimento si diceva essere avvenuto miracolosamente, di nome Tammuz, che rappresentò un falso adempimento della promessa fatta ad Eva (Genesi 3:15).

Molte e svariate furono le pratiche religiose collegate a questa falsa religione, compresa la venerazione della madre e del figlio come dio e la ideazione di un ordine di vergini dedite alla prostituzione religiosa.

Tammuz, secondo la tradizione, fu ucciso da un animale feroce e poi risuscitato; e questa costituisce una anticipazione satanica e una contraffazione della resurrezione di Cristo.

Il culto di Baal (dio della prosperità), di Astarte,  e del dio Adone (per i greci) sono legati alla figura di Tammuz.

Quando i persiani occuparono Babilonia (539 a.C.), vietarono la partecipazione ai misteri religiosi ed i sacerdoti babilonesi si trasferirono a Pergamo (cfr Apocalisse 2:12-17).

I sacerdoti del culto babilonese portavano delle corone che avevano la forma della testa di un pesce per onorare il “dio pesce”.

Sulle corone stavano scritte le parole “protettore del ponte” che rappresenta il ponte tra l’uomo e satana - si faccia riferimento alla moneta del dollaro (per la torre di babele) ed al retro di qualsiasi banconota dell’euro (per i ponti).

Questo titolo fu assunto dagli imperatori romani, che usavano chiamare se stessi “pontefice massimo”, appellativo che significa “ primo protettore del ponte”.

Lo stesso titolo più tardi, venne usato dal vescovo di Roma ed anche oggi il papa si fa chiamare così.

Quando più tardi si spostarono da Pergamo a Roma, i sacerdoti babilonesi riuscirono con successo a paganizzare la cristianità e, con la loro influenza, contribuirono alla formazione dei riti religiosi che si sono insinuati nella chiesa ritualistica.

La storia biblica di Babilonia ci insegna che essa è stata la città dove il popolo di Dio è stato deportato a causa della sua infedeltà.

Nello stesso modo, la chiesa apostata è il luogo dove i cristiani vero hanno vissuto come stranieri, come profeti inascoltati, hanno subito l’onta del disprezzo e la persecuzione (Daniele e i suoi amici considerati ma mai adeguatamente riconosciuti come uomini di Dio), dove gli interessi politici e personali sono sempre stati sopra la verità e la fedeltà.

Babilonia è quindi il simbolo dell’apostasia e della sostituzione blasfema del culto degli idoli al culti di Dio in Cristo.

***

6 E vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri (o testimoni) di Gesù.

 1 santi potrebbero essere i martiri al tempo della Chiesa, i martiri di Gesù; potrebbero simboleggiare i martiri della grande tribolazione.

L'avvenire mostrerà quel che la cristianità apostata riserbi ancora ai fedeli di Cristo.

 E quando l'ebbi veduta mi meravigliai di gran meraviglia.

 Lo stupore provato da Giovanni non si spiega che in parte se la meretrice rappresenta la Roma pagana, in quanto gli erano noti l'idolatria ed i vizi della capitale e non ignorava che in essa era stato versato il sangue dei cristiani, ma si comprende appieno la indicibile meraviglia del veggente quando si ammetta che nella donna mostratagli dall'angelo egli abbia riconosciuto o sospettato quella di Apocalisse 12.

Come mai quella santa donna che aveva dato i natali al Messia, è ella divenuta una meretrice!

Come mai colei che gli era apparsa vestita del sole della verità, con sul capo una corona di stelle simboleggianti i suoi patriarchi ed apostoli, come mai ha ella rinnegato la verità divina, che doveva far brillare nel mondo, per pascersi e pascer le moltitudini di errori, di superstizioni, d'idolatrie!

Come mai colei che per la sua fedeltà era perseguitata dal dragone, si trova ora seduta sulla bestia bestemmiatrice, e colei che aveva sofferto per Cristo è ora ebbra del sangue dei testimoni di Gesù!

Come mai la città di Dio è ella diventata una Babilonia?!

In questo fenomeno di pessima corruzione di quel ch'era stato ottimo, sta la ragione del doloroso stupore di Giovanni.

Quante volte i profeti, di fronte al contrasto tra il primo amore del popolo di Dio e la decadenza di cui erano testimoni, hanno espresso uno stupore simile a quello di Giovanni, vogliamo considerare tre profeti:

Isaia profetizzava così: “ Come mai la città fedele è diventata una prostituta?

Era piena di rettitudine, la giustizia vi abitava, e ora è invece un covo di assassini!

Il tuo argento si è cambiato in scorie, il tuo vino è stato tagliato con acqua.

I tuoi prìncipi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corrono dietro alle ricompense; non fanno giustizia all'orfano, e la causa della vedova non giunge fino a loro.

Perciò il Signore, il SIGNORE degli eserciti, il Potente d'Israele, dice: «Guai! Io avrò soddisfazione dai miei avversari, e mi vendicherò dei miei nemici!

Ti rimetterò la mano addosso, ti purificherò delle tue scorie, come fa la potassa, e toglierò da te ogni particella di piombo.

Ristabilirò i tuoi giudici com'erano anticamente, e i tuoi consiglieri com'erano al principio.

Dopo questo, sarai chiamata la città della giustizia, la città fedele».

Sion sarà salvata mediante il giudizio, e quelli che in lei si convertiranno saranno salvati mediante la giustizia; ma i ribelli e i peccatori andranno in rovina assieme, e quelli che abbandonano il SIGNORE saranno distrutti”. (Isaia 1:21-28)

Geremia profetizzava così: “La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta in questi termini: «Va', e grida alle orecchie di Gerusalemme:

"Così dice il SIGNORE:

'Io mi ricordo dell'affetto che avevi per me quand'eri giovane, del tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata.

Israele era consacrato al SIGNORE, egli era le primizie della sua rendita; tutti quelli che lo divoravano si rendevano colpevoli, e la calamità piombava su di loro'"», dice il SIGNORE.

Ascoltate la parola del SIGNORE, o casa di Giacobbe, e voi tutte le famiglie della casa d'Israele!

Così parla il SIGNORE:

«Quale iniquità hanno trovato i vostri padri in me, che si sono allontanati da me, e sono andati dietro alla vanità, e sono diventati essi stessi vanità?

Essi non hanno detto: "Dov'è il SIGNORE che ci ha fatto uscire dal paese d'Egitto, che ci ha condotti per il deserto, per un paese di solitudine e di crepacci, per un paese di siccità e di ombra di morte, per un paese per il quale nessuno passò mai e dove non abitò mai nessuno?"

Io vi ho condotti in un paese che è un frutteto, perché ne mangiaste i frutti e i buoni prodotti; ma voi, quando vi siete entrati, avete contaminato il mio paese e avete fatto della mia eredità un'abominazione.

Non hanno detto i sacerdoti: "Dov'è il SIGNORE?"

I depositari della legge non mi hanno conosciuto, i pastori mi sono stati infedeli, i profeti hanno profetato nel nome di Baal, e sono andati dietro a cose che non giovano a nulla.

Perciò io contenderò ancora in giudizio con voi», dice il SIGNORE, «e contenderò con i figli dei vostri figli.

Passate dunque nelle isole di Chittim, e guardate!

Mandate a Chedar e osservate bene, e guardate se avvenne mai qualcosa di simile!

C'è forse una nazione che abbia cambiato i suoi dèi, sebbene non siano dèi?

Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla.

O cieli, stupite di questo; inorridite e restate attoniti», dice il SIGNORE.

«Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua.

Israele è forse uno schiavo? È forse uno schiavo nato in casa? Perché dunque è diventato una preda?

I leoncelli ruggiscono contro di lui, fanno udire la loro voce, e riducono il suo paese in una desolazione; le sue città sono bruciate e non ci sono più abitanti.

Persino gli abitanti di Nof e di Tafanes ti divorano il cranio.

Tutto questo non ti succede forse perché hai abbandonato il SIGNORE, il tuo Dio, mentre egli ti guidava per la buona via?

E ora, perché vai per la via che conduce in Egitto per andare a bere l'acqua del Nilo?

O perché vai per la via che conduce in Assiria per andare a bere l'acqua dell'Eufrate?

La tua malvagità è quella che ti castiga; le tue infedeltà sono la tua punizione.

Sappi dunque e vedi che cattiva e amara cosa è abbandonare il SIGNORE, il tuo Dio, e il non aver di me nessun timore», dice il Signore, DIO degli eserciti.

«Già da lungo tempo tu hai spezzato il tuo giogo, rotto le tue catene, e hai detto: "Non voglio più servire!"

Ma sopra ogni alto colle e sotto ogni albero verdeggiante ti sei buttata giù come una prostituta.

Eppure, io ti avevo piantata come una nobile vigna, tutta del miglior ceppo; come mai ti sei trasformata in tralci degenerati di una vigna a me non familiare?

Anche se ti lavassi con il nitro e usassi molto sapone, la tua iniquità lascerebbe una macchia davanti a me», dice il Signore, DIO.

«Come puoi dire: "Non mi sono contaminata, non sono andata dietro ai Baali"?

Guarda i tuoi passi nella valle, riconosci quello che hai fatto, dromedaria leggera e vagabonda!

Asina selvatica, abituata al deserto, che sbuffa nell'ardore della sua passione!

Chi le impedirà di soddisfare le sue voglie?

Tutti quelli che la cercano non hanno da affaticarsi: la trovano nel suo mese.

Guarda che il tuo piede non si scalzi e che la tua gola non s'inaridisca!

Ma tu hai detto: "Non c'è rimedio; no, io amo gli stranieri e andrò dietro a loro!"

Come il ladro è confuso quand'è colto sul fatto, così sono confusi quelli della casa d'Israele: essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, i quali dicono al legno: "Tu sei mio padre", e alla pietra: "Tu ci hai dato la vita!"

Poiché essi mi hanno voltato le spalle e non la faccia; ma nel tempo della loro sventura dicono: "Àlzati e salvaci!"

Dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti? Si alzino, se ti possono salvare nel tempo della tua sventura!

Infatti, o Giuda, tu hai tanti dèi quante città.

Perché mi contestate? Voi tutti mi siete stati infedeli», dice il SIGNORE.

«Invano ho colpito i vostri figli; non ne hanno ricevuto correzione; la vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore.

Gente, considerate la parola del SIGNORE!

Io sono stato forse un deserto o un paese di fitte tenebre per Israele?

Perché dice il mio popolo: "Noi siamo liberi, non vogliamo tornare più da te"?

La fanciulla può forse dimenticare i suoi ornamenti, o la sposa la sua cintura?

Eppure il mio popolo ha dimenticato me, da giorni innumerevoli.

Come sei brava a trovare la via per cercare l'amore!

Hai di che insegnare persino alle donne malvagie!

Anche sulla tua veste si trova il sangue di poveri innocenti, che tu non hai còlto in flagrante delitto di scasso; eppure, dopo tutto questo, tu dici: "Io sono innocente; certo l'ira sua si è distolta da me".

Ecco, io ti condannerò perché hai detto: "Non ho peccato".

Perché hai tanta premura di cambiare strada?

Anche dall'Egitto riceverai confusione, come già l'hai ricevuta dall'Assiria.

Anche di là uscirai con le mani sul capo; perché il SIGNORE rigetta quelli nei quali tu confidi, e tu non riuscirai nel tuo intento per loro mezzo”. (Geremia 2)

Ezechiele profetizzava così: “La parola del SIGNORE mi fu ancora rivolta, in questi termini:

«Figlio d'uomo, fa' conoscere a Gerusalemme le sue abominazioni e di':

Così parla il Signore, DIO, a Gerusalemme: "Per la tua origine e per la tua nascita sei del paese del Cananeo; tuo padre era un Amoreo, tua madre un'Ittita. Quanto alla tua nascita, il giorno che nascesti l'ombelico non ti fu tagliato, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con sale, né fosti fasciata. Nessuno ebbe sguardi di pietà per te, per farti una sola di queste cose, mosso a compassione di te; ma fosti gettata nell'aperta campagna, il giorno che nascesti, per il disprezzo che si aveva di te.

Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi: 'Vivi, tu che sei nel sangue!'

Ti ripetei: 'Vivi, tu che sei nel sangue!' Io ti farò moltiplicare per miriadi, come il germoglio dei campi. Tu ti sviluppasti, crescesti, giungesti al colmo della bellezza, il tuo seno si formò, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma tu eri nuda e scoperta.

Io ti passai accanto, ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era giunto: il tempo degli amori; io stesi su di te il lembo della mia veste e coprii la tua nudità; ti feci un giuramento, entrai in un patto con te", dice il Signore, DIO, "e tu fosti mia.

Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue che avevi addosso e ti unsi con olio.

Ti misi delle vesti ricamate, dei calzari di pelle di delfino, ti cinsi il capo di lino fino, ti ricoprii di seta. Ti fornii d'ornamenti, ti misi dei braccialetti ai polsi e una collana al collo.

Ti misi un anello al naso, dei pendenti agli orecchi e una magnifica corona in capo.

Così fosti adorna d'oro e d'argento; fosti vestita di lino fino, di seta e di ricami; tu mangiasti fior di farina, miele e olio; diventasti bellissima e giungesti fino a regnare.

La tua fama si sparse fra le nazioni, per la tua bellezza; essa infatti era perfetta, perché io ti avevo rivestita della mia magnificenza", dice il Signore, DIO.

"Ma tu, inebriata della tua bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama e offrendoti a ogni passante, a chi voleva.

Tu prendesti delle tue vesti, ti facesti degli alti luoghi ornati di vari colori, e là ti prostituisti: cose tali non ne avvennero mai, e non ne avverranno più.

Prendesti pure i tuoi bei gioielli fatti del mio oro e del mio argento, che io ti avevo dati, te ne facesti delle immagini d'uomo, e ad esse ti prostituisti; prendesti le tue vesti ricamate e ne ricopristi quelle immagini, davanti alle quali tu mettesti il mio olio e il mio profumo.

Così anche il mio pane che ti avevo dato, il fior di farina, l'olio e il miele con cui ti nutrivo, tu li mettesti davanti a loro, come un profumo di soave odore. Questo si fece!", dice il Signore, DIO.

"Prendesti inoltre i tuoi figli e le tue figlie, che mi avevi partoriti, e li offristi loro in sacrificio, perché li divorassero. Non bastavano dunque le tue prostituzioni, perché tu avessi anche a scannare i miei figli, e a darli loro facendoli passare per il fuoco?

In mezzo a tutte le tue abominazioni e alle tue prostituzioni, non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza, quando eri nuda, scoperta, e ti dibattevi nel sangue.

Ora dopo tutta la tua malvagità, guai! guai a te!", dice il Signore, DIO, "ti sei costruita un bordello; ti sei fatta un alto luogo in ogni piazza pubblica: hai costruito un alto luogo a ogni capo di strada, hai reso abominevole la tua bellezza, ti sei offerta a ogni passante; hai moltiplicato le tue prostituzioni.

Ti sei prostituita agli Egiziani, tuoi vicini dalle membra vigorose, e hai moltiplicato le tue prostituzioni per provocare la mia ira. Perciò, ecco, io ho steso la mia mano contro di te, ho diminuito la razione che ti avevo fissata, e ti ho abbandonata in balìa delle figlie dei Filistei, che ti odiano e hanno vergogna della tua condotta scellerata.

Non sazia ancora, ti sei pure prostituita agli Assiri; ti sei prostituita a loro; ma neppure allora sei stata sazia! Hai moltiplicato le tue prostituzioni con il paese di Canaan fino in Caldea, ma neppure con questo sei stata sazia.

Com'è vile il tuo cuore", dice il Signore, DIO, "a ridurti a fare tutte queste cose, da sfacciata prostituta!

Quando ti costruivi il bordello a ogni capo di strada e ti facevi gli alti luoghi in ogni pubblica piazza, tu non eri come una prostituta, poiché disprezzavi il salario, ma come una donna adultera, che riceve gli stranieri invece di suo marito.

A tutte le prostitute si fanno regali; ma tu hai dato regali a tutti i tuoi amanti, li hai sedotti con i doni, perché venissero a te, da tutte le parti, per le tue prostituzioni.

Con te, nelle tue prostituzioni è avvenuto il contrario delle altre donne; poiché non eri tu la sollecitata; in quanto tu pagavi, invece di essere pagata, facevi il contrario delle altre".

Perciò, prostituta, ascolta la parola del SIGNORE.

Così parla il Signore, DIO: "Poiché il tuo denaro è stato dilapidato e la tua nudità è stata scoperta nelle tue prostituzioni con i tuoi amanti, a motivo di tutti i tuoi idoli abominevoli e a causa del sangue dei tuoi figli che hai dato loro, ecco, io radunerò tutti i tuoi amanti ai quali ti sei resa gradita, tutti quelli che hai amati e tutti quelli che hai odiati; li radunerò da tutte le parti contro di te, scoprirò davanti a loro la tua nudità ed essi vedranno tutta la tua nudità.

Io ti giudicherò alla stregua delle donne che commettono adulterio e spargono il sangue; farò che il tuo sangue sia sparso dal furore e dalla gelosia.

Ti darò nelle loro mani ed essi abbatteranno il tuo bordello, distruggeranno i tuoi alti luoghi, ti spoglieranno delle tue vesti, ti prenderanno i bei gioielli e ti lasceranno nuda e scoperta; faranno salire contro di te una moltitudine e ti lapideranno e ti trafiggeranno con le loro spade; daranno alle fiamme le tue case, faranno giustizia di te in presenza di molte donne; io ti farò cessare dal fare la prostituta e tu non pagherai più nessuno.

Così io sfogherò il mio furore su di te e la mia gelosia si distoglierà da te; mi calmerò e non sarò più adirato.

Poiché tu non ti sei ricordata dei giorni della tua giovinezza e hai provocato la mia ira con tutte queste cose, ecco, anch'io ti farò ricadere sul capo la tua condotta", dice il Signore, DIO, "e tu non aggiungerai altri delitti a tutte le tue abominazioni…

…Poiché, così parla il Signore, DIO: "Io farò a te come hai fatto tu, che hai disprezzato il giuramento, infrangendo il patto.

Tuttavia mi ricorderò del patto che feci con te nei giorni della tua giovinezza e stabilirò per te un patto eterno.

Tu ti ricorderai della tua condotta e ne avrai vergogna, quando riceverai le tue sorelle, quelle che sono più grandi e quelle che sono più piccole di te; io te le darò per figlie, ma non in virtù del tuo patto.

Io stabilirò il mio patto con te e tu conoscerai che io sono il SIGNORE, affinché tu ricordi, tu arrossisca e tu non possa più aprir la bocca dalla vergogna, quando ti avrò perdonato tutto quello che hai fatto", dice il Signore, DIO”. (Tratto da Ezechiele 16)

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7 E l'angelo mi disse: Perchè ti meravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia che la porta, la quale ha le sette teste e le dieci corna.

 La donna e la bestia che la porta sono strettamente unite e formano al momento in cui Giovanni le contempla come un'unica rappresentazione simbolica che l'angelo s'appresta a spiegare, in modo molto breve, che in talune sue espressioni resta ancora enigmatico per noi, ma che doveva servire di direttiva al veggente nelle sue meditazioni.

 Comincia con il parlare della bestia la quale, nonostante certe diversità secondarie, è quella stessa che il profeta aveva veduto sorger dalle acque Apocalisse 13.

 

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8 La bestia che hai veduta era e non è e deve salir dall'abisso e andare in perdizione. E quelli che abitano sulla terra i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo (cfr. Apocalisse 13:8), si meraviglieranno vedendo la bestia, [vedendo] che era e non è e verrà di nuovo

 In armonia con quanto abbiamo visto in Apocalisse 13 consideriamo la bestia come simbolo del potere mondano ostile a Dio.

Essa era, nelle grandi incarnazioni di questo potere apparse nella storia prima di Cristo; ma al tempo di Giovanni s'è aperto un nuovo periodo in cui ci può dire che la bestia non è nel suo pieno vigore, perchè, con la venuta di Cristo e con la sua risurrezione, essa ha ricevuto una ferita mortale: lo spirito cristiano, a misura che fa sentire la sua influenza, scema forza alla ferocia persecutrice delle autorità; la conversione di Costantino segna la fine delle ostilità dell'impero contro il cristianesimo e la spada dei Barbari, rompendo l'unità del colosso, contribuisce a renderlo relativamente inoffensivo.

Però la ferita della bestia guarisce; il mostro deve riprender vita e mostrare una malvagità non vista ancora: deve salire dall'abisso dimora dei demoni, essere animato di spirito diabolico e spiegare un'astuzia d'inganno e un furore anticristiano quali sono descritti da Paolo in 2Tessalonicesi 2 e da Giovanni in Apocalisse 13.

Coloro che non sono insegnati da Dio, che non hanno l'unzione dello Spirito di verità, l'intuizione delle cose spirituali, che ammirano il successo ottenuto con l'inganno e con la violenza, si meraviglieranno nel veder risorto il potere anticristiano creduto morto per sempre e, dice in Apocalisse 13:8, 'adoreranno' la bestia.

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9 Qui sta la mente che ha sapienza.

 La spiegazione del l'angelo essendo breve ed alquanto enigmatica richiede capacità speciale d'intendere le cose rivelate.

Qui è il luogo ove ci vuole una mente sapiente che Dio solo può dare. Cfr. Apocalisse 13:18.

 Le sette teste seno sette monti sui quali la donna siede; 10 e sono anche sette re: cinque son caduti, uno è, e l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto ha da durar (lett. rimaner) poco.

 La bestia, come il dragone di cui è lo strumento, ha sette teste che rappresentano le sette principali incarnazioni storiche del potere mondano ostile a Dio. (Vedi Apocalisse 13).

Una possibile lettura potrebbe portare ad una elencazione come segue:

-          Regno sumero-babilonese

-          Impero Egizio

-          Impero Assiro-babilonese

-          Impero Medo-persiano

-          Impero Greco

-          Impero Romano

-          Impero dell’Anticristo

 

Come nel linguaggio profetico di Daniele, i re non sono individui ma son regni, anzi monarchie universali; Cfr. Daniele 7:17,23-24; 8:20,22.

Le cinque monarchie cadute sarebbero: l'egizia che venne per prima a contatto col popolo di Dio, l'assira, la babilonese, la medo-persiana e la greca; quella esistente al tempo di Giovanni (uno è), l'impero romano.

Più difficile è il dire quale sia per essere la settima: l'altro non ancora venuto.

Sembra possibile il vedervi una coalizione internazionale dei popoli occupanti il territorio dell'impero, coalizione animata da uno spirito rivoluzionario, antireligioso che spianerà la via all'anticristo. Apocalisse 17:12 e segg. si parla di dieci re che riceveranno potestà con la bestia per un'ora, e che prima di far guerra all'Agnello, odieranno la meretrice, la spoglieranno e la consumeranno col fuoco.

Paolo parla di un potere che toglierà di mezzo quello che impedisce all'anticristo di manifestarsi.

L'avvenire getterà maggior luce su queste parole dell'angelo e su quelle che seguono.

E’ anche interessante notare come la Chiesa è costituita da sette chiese e da sette angeli e la grande meretrice ha sette “alti luoghi” e sette re che la sostengono.

***

11 E la bestia che era, e non è (perchè ferita ed entrata in un periodo di indebolimento, quasi di morte), è anch'essa un ottavo re o regno, in cui s'incarnerà il potere anticristiano e che riunirà in sè quanto di più empio, di più astuto, di più crudele abbiano presentato le precedenti manifestazioni storiche di esso.

Salirà dall'abisso e sarà l'incarnazione di Satana, l'anticristo personale.

 Infatti il linguaggio di Paolo e di Giovanni, in un col breve tempo assegnato dall'Apocalisse alla finale manifestazione dell'anticristo, inducono a considerarlo come una persona, un autocrate, il contrapposto di Cristo, anzichè come una serie di tiranni diabolici.

 e viene dai sette e se ne va in perdizione.

 Traducendo, come può farsi, ed è [uno] dei sette ne verrebbe l'idea che questa ottava monarchia sarà la riproduzione peggiorata di una delle sette, dell'impero romano persecutore anteriormente alla sua cristianizzazione, ovvero della internazionale antireligiosa.

Se si traduce: viene dai sette l'idea è: procede dai sette come loro successore e sintesi, come l'erede del loro spirito antidivino.

L'anticristo non avrà successori; 'il Signore Gesù lo distruggerà col soffio della sua bocca e lo annienterà con l'apparizione della sua venuta' 2Tessalonicesi 2:8 e così se ne andrà in perdizione, cioè alla sua eterna rovina.

***

12 E le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia, per un'ora.

 La quarta bestia di Daniele 7 porta dieci corna e l'angelo interprete ne da questa spiegazione: «Le dieci corna son dieci re che sorgeranno da quel regno»; essi corrispondono alle dieci dita dei piedi della statua Daniele 2.

Possono essere re individuali o regni, ma è poco probabile l'esistenza simultanea di dieci re che siano in attesa del regno e lo ricevano nello stesso tempo.

Potrebbero quindi essere i capi degli stati sorti dall'impero romano nella sua ultima fase: quegli stessi probabilmente che formeranno la coalizione antireligiosa rappresentata dalla settima testa e che poi cederanno il loro potere all'anticristo finale, in unione coi re dell'oriente Apocalisse 16:12...

Alcuni pensano che l'espressione come re possa accennare al prevalere, in quel tempo futuro, della demagogia.

Va da se che per un'ora non s'interpreta alla lettera, ma vale 'per un breve tempo'.

***

13 Costoro hanno uno stesso pensiero (il che suppone che si sono coalizzati), e daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia (rinnovando in altra forma l'apparizione d'un impero mondiale).

14 Costoro guerreggeranno contro l'agnello,

 Lo stesso pensiero che unisce i re è descritto nel Salmo 2 ed è lo spirito di Babilonia stesso rimasto irrealizzato in genesi ma ora, secondo il disegno di Dio realizzato.

In Apocalisse 16:14 è parola degli sforzi nemici per adunare i re di tutto il mondo per la battaglia del gran giorno di Dio.

In Apocalisse 19:19 Giovanni vede 'la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per muover guerra' al Re dei re e all'esercito suo.

L'esito della battaglia è il macello dei nemici:

e l'Agnello li vincerà, perchè egli è il Signor dei signori e il Re dei re (cfr. Apocalisse 19:16) e vinceranno anche quelli che son con lui, i chiamati, gli eletti e fedeli.

Il testo dice propriamente: 'L'agnello li vincerà... e quelli che son con lui, chiamati...'; si sottintende vinceranno col loro Capo e avranno parte al suo trionfo.

I vincitori sono caratterizzati come chiamati dal Signore, ma siccome molti sono i chiamati e pochi gli eletti, questi che hanno risposto alla chiamata con fede ed ubbidienza, sono annoverati fra gli eletti; e poichè han perseverato nell'attaccamento al loro Signore in mezzo ai rinunce ed alle prove, son chiamati i fedeli e lo sono fino alla morte Apocalisse 2:10.

***

15 Poi mi disse: Le acque che hai vedute e sulle quali siede la meretrice, son popoli e moltitudini e nazioni e lingue.

16 E le dieci corna che hai vedute e la bestia odieranno la meretrice e la renderanno desolata e nuda e mangeranno le sue carni e la consumeranno (lett. arderanno) col fuoco.

 Dopo aver dato le spiegazioni relative alla bestia, l'angelo dà ora quelle che riguardano la meretrice.

Per un tempo lo Stato si adatta a sostenere la Chiesa e a subirne l'influenza e le direzioni, perchè ha bisogno d'esser sostenuto da lei nel suo despotismo sulle moltitudini; ma, a misura che la Chiesa decade, e che le masse abbandonano la fede, cresce l'antagonismo tra il potere secolare e la gerarchia ecclesiastica finchè il conflitto scoppia in modo aperto e violento.

Come Israele, quando abbandona il suo Dio per allearsi alle potenze pagane, è castigato per mezzo di queste che invadono, devastano il suo paese e ne riducono schiavi gli abitanti, così la Chiesa, diventata mondana e corrotta, riceve la sua punizione, per disposizione divina, per mezzo dei re e della bestia sui quali si era appoggiata.

La potenza mondana è la verga che punisce la sua mondanità.

***

17 Poichè Iddio ha messo in cuor loro di eseguire, il suo disegno e di avere un medesimo pensiero e di dare il loro regno alla bestia finchè le parole di Dio siano adempiute.

 Nella descrizione del giudizio della meretrice, le espressioni si riferiscono ora ad una donna, ora a una città. 'La renderanno desolata', lett. deserta, si applica alla città, nuda si applica alla donna Ezechiele 16:19, come pure il divorarne le carni, mentre il darla alle fiamme rievoca l'immagine della città.

La Chiesa infedele sarà spogliata dei suoi beni, dei suoi tesori, dei suoi preziosi ornamenti; sarà odiata e la sua capitale arsa.

Questo avverrà per impulso di passioni antireligiose negli esecutori di questo giudizio, ma per disposizione superiore di Dio il quale fa servire ai suoi fini anche i furori degli uomini.

Isaia scriveva così: “SIGNORE, tu sei il mio Dio; io ti esalterò, loderò il tuo nome, perché hai fatto cose meravigliose; i tuoi disegni, concepiti da tempo, sono fedeli e stabili.

Poiché tu hai ridotto la città in un mucchio di pietre, la città forte in un monte di rovine; il castello degli stranieri non è più una città, non sarà mai più ricostruito”. (Isaia 25:1-2)

 La grande meretrice che ha vissuto nel costante tradimento, sarà tradita dal suo stesso potere politico.

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18 E la donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra.

Impera politicamente soltanto per un tempo; ma impererà anche religiosamente come capitale della Chiesa degenere del futuro.

Geremia avverte così: “ Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita, guardate di non perire per l'iniquità di lei! Poiché questo è il tempo della vendetta del SIGNORE; egli le dà la sua retribuzione.

Babilonia era nelle mani del SIGNORE una coppa d'oro, che ubriacava tutta la terra; le nazioni hanno bevuto il suo vino, perciò le nazioni sono divenute deliranti.

All'improvviso, Babilonia è caduta, è frantumata.

Alzate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo per il suo dolore; forse guarirà!

"Noi abbiamo voluto guarire Babilonia, ma essa non è guarita; abbandonatela, e andiamocene ognuno al nostro paese; poiché la sua punizione arriva fino al cielo, s'innalza fino alle nuvole”. (Geremia 51:6-9)

“Il mare è salito su Babilonia; essa è stata coperta dal tumulto dei suoi flutti.

Le sue città sono diventate una desolazione, una terra arida, un deserto, un paese dove non abita più nessuno, per dove non passa più nessun figlio d'uomo”. (Geremia 51:42-43)

 Nel giudizio imminente di Babilonia, si dirà (studio della prossima volta):

“Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità”. (Apocalisse 18:4 -5)

 “Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo forse provocare il Signore a gelosia?  Siamo noi più forti di lui?” (1 Corinzi 10:21-22)

Gianni Marinuzzi